Eluana

Non so esattamente cosa sia giusto o sbagliato, in questo momento mi sento confuso, le parole non prendono la forma di pensieri compiuti, attonito cerco uno sbocco che mi dà la possibilità di ripercorrere sentieri che ho conosciuto e condiviso, ma la sensazione di svuotamento mi pervade, lasciandomi ancora una volta senza parole: Eluana, un destino che ha impresso nella nostra memoria un nome che ormai è destinato a rimanere nei nostri cuori, un nome dietro al quale non c’è più un sorriso, o soltanto la speranza di un futuro, migliore, peggiore, di un futuro e basta.

 

Un nome, dietro al quale oggi sta nascosta una logica di potere che muove le sue trame per raggiungere obiettivi che non hanno nulla a che vedere con la carità cristiana, un nome, utilizzato solo come mercimònio d’interessi che non si ha più il pudore di nascondere.

 

Spero soltanto che Eluana riposi finalmente in pace, e che il silenzio accolga una vicenda che ha solo bisogno di rispetto.

32 pensieri su “Eluana

  1. Ed è proprio in nome di quel rispetto che aggiungere parole su parole, circa il destino di questa Vita, mi sembra quasi un sacrilegio.
    Non sto dicendo che non se ne debba parlare o scrivere o discutere, l’argomento è assolutamente importante e delicato, delicato come la vita di quella donna che non c’è più da anni ormai e verso la quale tutti abbiamo rivolto, anche in silenzio, almeno un pensiero, una riflessione, uno sguardo al suo bel viso, al suo sorriso.

    Se ne sono lette e sentite talmente tante, da rendere tutto ancor più triste, poichè assolutamente strumentale a fini che poco o niente hanno a che vedere con la vita e la tutela di essa, e davvero di fronte a certe recenti esternazioni pubbliche di nostri uomini di potere, si può restare solo attoniti e confusi.
    Agli schieramenti, alle fazioni politiche che si parlano addosso senza ascoltarsi, ai cortei e a tutto il gran baccano che da tempo, da troppo tempo, gira intorno a questa vicenda, direi solo che forse è arrivato davvero il momento di fermare la giostra. Scusate, ma io vorrei scendere.

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  2. Avrei tanto voluto scrivere su questo argomento, ma non mi va di aggiungere parole a un argomento su cui se ne sono dette fin troppe.

    Neanch’io so cosa sia giusto o meno, anche se di una cosa sono convinta: se si decide per l’eutanasia, deve essere eutanasia, e bisogna avere il coraggio di sporcarsi le mani, con un’iniezione letale o quant’altro. Far morire una persona per disidratazione, praticamente seppelirla viva, mi ripugna profondamente.

    Ancora più profondamente mi ripugna il nostro premier, che sta cavalcando (scavalcando) il dolore di un padre e il diritto alla vita o alla morte della povera Eluana: ci sono tante persone vive che aspettano interventi solleciti per i loro problemi, compresi genitori di disabili, e l’Italia dorme.

    E allora, cos’è questo zelo repentino che io riesco a vivere solo come uno squallido contentino al Vaticano? Quanto stiamo pagando i nostri rappresentanti per parlare, parlare, parlare?

    E comizi e sit in, di gente che farebbe meglio ad andare in giro a vedere se c’è qualche vecchietta che ha bisogno che le si porti un pacco, o un disabile bloccato da una barriera architettonica o dall’inciviltà di un automobilista (che magari sta al sit-in… )

    Che si ricordino tutti che mentre noi parliamo c’è chi soffre e ha bisogno di aiuto.

    *** Compreso il padre di Eluana, ben più coinvolto di Berlusconi ***

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  3. sancla

    Ecco, proprio di quello si sono dimenticati tutte le persone che hanno cercato di sfruttare (strumentalizzare) in qualche modo questa dolorosissima vicenda privata: il rispetto e aggiungerei anche la capacità di capire quanto dolore ci sia in un padre che sceglie di accompagnare la propria figlia verso la morte.

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  4. Cara Sancla, forse la situazione è ancora più complessa.

    Io credo che le persone che hanno preso una qualsiasi posizione su questo caso si dividano in due categorie: quelli in buona fede, e quelli che la buona fede non sanno dove sia di casa. A quelli che strumentalizzano e sfruttano il problema, è chiaro che non interessa il dolore del padre di Eluana, gli altri… beh, in questo caso tutti commettiamo l’errore di non sapere. Il dolore del padre potrebbe comunque non condurlo a una scelta giusta ma… ma mi ha fatto inorridire quando è stato detto “Eluana può ancora partorire”: e chi la feconda, un infermiere modello “Parla con lei”? Che cos’è Eluana, un macchinario ancora utilizzabile? Non si può arrivare a una tale volgarità di fronte a una persona, e per di più in quelle condizioni.

    Questo non è rispetto per la vita, questa è una questione di lana caprina usata per riempirsi la bocca di quelle virtuose teorie che non hanno nulla a che vedere né con la vita pratica né coi sentimenti delle persone coinvolte. Eluana è in coma, si ritiene irreversibile, non somiglia più neanche lontanamente alla ragazza di cui ci mostrano la foto: questo, ovviamente, non significa assolutamente nulla rispetto al valore e all’eticità della vita e della morte.

    Semplicemente, a volte ci si chiede perché ci si accanisca di più su delle situazioni e non su altre: ripeto, cosa sia giusto per Eluana non lo so (e penso che al suo posto non mi farebbe molta differenza vivere o morire), benché io trovi assolutamente sconvolgente il modo in cui la faranno morire (strano espediente per sentirsi con la coscienza di non avere ucciso) ma… non posso non pensare a quanta altra gente soffra, e lotti nei più svariati modi tra la vita e la morte, e nessuno se ne sta preoccupando.

    E allora, penso che alla morbosità della gente piaccia “il caso”: che poi “il caso” sia “casualmente” una persona, insieme a tutte quelle che l’hanno amata e che la amano, che hanno tentato di aiutarla senza poterlo veramente fare… ecco, no, non posso accettare che persino chi dice di lottare per la vita mostri questa totale mancanza di buon senso e umanità.

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  5. hai scritto la parola giusta, rispetto
    in questo caso la parola si è persa dietro alle tante parole
    di personaggi che giocano a fare i grandi.
    L’importanza della vita, certo, ma anche il rispetto del dolore
    va rispettato la cosa più saggia, visto questo caso, e lasciare uno scritto, oguno di noi, se mai servirà, così nessuno ma proprio nessuno potrà andar contro ad una decisione io spero come te che queste voci si spengano e che il giusto silenzio faccia da sfondo fino alla fine.
    Eluana ha voluto insegnarci qualcosa
    non ce lo dimenticheremo.

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  6. Il rispetto è una parola che oggi, sempre di più, è diventata fuori moda.
    Il dolore, i sentimenti, gli affetti più cari, sono ormai oggetto di audience, si gioca con le persone per raggiungere obiettivi discutibili, quello che conta sono i propri interessi, che siano economici o di potere, che poi non cambia assolutamente nulla.

    E chi si mette in gioco, ha perso anche il rispetto di se stesso e, il carosello di affermazioni senza senso dei nostri politici ne è la riprova.

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  7. ed il contorno è solo una grande schifo
    che si prova ogni volta che si accende la tv…
    e non vedo nulla di buono all’orizzonte
    siam partiti con una nave che sbatterà contro gli scogli
    grazie, logicamente, a chi governa e a chi vorrebbe farlo…

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  8. Il rispetto è sempre stato fuori moda: chi ha mai rispettato l’altro, i genitori che imponevano un matrimonio o un certo percorso di studi ai figli o, in culture straniere, chi impone l’infibulazione, che è una vera e propria mutilazione, e spesso praticata in condizioni igieniche precarie? Chi rispetta l’altro, lo stato che toglie i sussidi ai bisognosi, o la legge che mandava in galera gli obiettori di coscienza che non volevano fare il militare? Chi fa entrare in un posto un raccomandato piuttosto che una persona capace? Potrei continuare saltando tra gli argomenti più svariati, tra i più vicini ai più lontani da noi storicamente e geograficamente.

    Il rispetto è una questione di intelligenza, quindi c’è sempre stato e sempre ci sarà in certi cuori e in certe coscienze, e mai c’è stato e mai ci sarà in altri.

    Quella di Eluana, che dovrebbe essere una questione umana, è diventata una questione politica, e mentre si discute di aria fritta per compiacere questo o quello, c’è una ragazza che sta morendo (o che è già morta, a seconda delle correnti di pensiero) e una famiglia che non vede fine al suo dramma.

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  9. Ho scritto di getto queste parole su Eluana e suo padre: forse non un omaggio alla ragazza, né a quel pover uomo di suo padre.: sono considerazioni a caldo su quello che non sappiamo della vita e della morte (ma che purtroppo sappiamo della politica).

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  10. Raffaele

    Scusatemi se esprimo questi insoliti pensieri, ma il cuor mio sa quanto male è da curare in questo mondo esteriore assai incredulo e materialista.
    Ciao assai Carissima Eluana in quel tuo giovanile assai frenato cammino hai espresso in tanti silenti modi il tuo meraviglioso cuore ed ora, dopo tanto celato ultraterreno, invisibile lavoro, quel grandioso immenso infinito tuo Dio d’amore ti ha richiamata per ri-solcare e profumare tanti mari dei celestiali infiniti cieli. Vai grandioso angelo d’immensa luce, là dove il cuore ti conduce. Hai visto lo scempio del tuo stesso cuore attraverso tanti illusi uomini e istituzioni di potere che assai poveri sono in spirito e assai piccoli nel cuore. Tu ora sei luce che sovrasta e guida tanti incerti passi e solo l’immenso cuore tuo può sanare l’indefinibile vuoto che hai

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  11. Un articolo che mi sembra abbastanza ragionevole sull’argomento è questo (link). A me è parso che sia riuscito a dare voce e ordine ai miei pensieri, piuttosto confusi, ricchi di dubbi e di perplessità, vista la materia così delicata.

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  12. A me invece le risposte date al mio, più la lettera del papà di Terri Schiavo, che ho trovato in rete, hanno dato sì voce ai miei pensieri, ma non certo ordine.

    Per di più, mi hanno risvegliato ricordi dolorosi, compreso quello della persona che si è lasciata morire perché non aveva soldi per curarsi: e questo, ancora oggi, quante persone riguarda?

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  13. Infatti ho detto Eufemismo

    Da Wikipedia, l’enciclopedia libera:

    L’eufemismo (dal verbo greco ευφημέω (Euphemèo), «risuonare bene» oppure dal verbo greco ευφημί (Euphemì), «parlar bene, dir bene») è una figura retorica che consiste nell’uso di una parola o di una perifrasi al fine di attenuare il carico espressivo di ciò che si intende dire, perché ritenuto o troppo banale, o troppo offensivo, osceno o troppo crudo.
    Ad esempio:
    “questo piatto lascia a desiderare” per non dire che è ripugnante
    “Tizio non è particolarmente intelligente” per non dire che è stupido (anche se in questo caso si parla più propriamente di litote)
    “mordere la polvere” per non dire essere in una posizione secondaria
    “il caro nonno non è più tra noi” per attenuare una proposizione di senso troppo crudo del tipo “il nonno è morto”
    Il suo opposto è il disfemismo, in cui si usa volutamente, ma in senso scherzoso o affettuoso, una parola sgradevole o volgare al posto di una normale o positiva.
    🙂

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  14. Ho letto di questo signore, Pietro Crisafulli, e mi sono domando: perché parla soltanto adesso? E poi, cosa vuole effettivamente dimostrare?

    Scusatemi, a questo punto, non credo più nelle buone intenzioni… anzi, queste intenzioni mi sanno molto di volersi mettere in mostra…

    Da quello che si sapeva, Eluana era da 17 anni immobile, senza che nulla facesse presagire una sua possibile guarigione. Era solo un corpo con delle funzioni vitali ancora attive, ma nient’altro.

    La lettera di questo signore, Pietro Crisafulli, credo, a mio parere, che si commenta da sola, come si commentano da sole varie cose che sono state dette, anzi, che hanno detto alcuni politici, che Eluana è stata uccisa perché si è tolto il mangiare e il bere, che Eluana è stata uccisa da una sentenza, come ha detto l’altra sera a Ballarò il ministro della giustizia Angelino Alfano, e così via…

    Eminenti studiosi sostengono che il mangiare e il bere per Eluana erano solo una terapia e in ogni modo, qualsiasi cosa fosse, perché continuare a scavare su questa vicenda?

    Ho scritto questo post, solo con l’intento di porre in evidenza quanto poco rispetto c’era stato e c’è tuttora per una vicenda che ritengo privata e non di pubblico dominio, com’è diventata adesso.

    Mi vergogno per tutto ciò che c’è stato, anche per quel minuto di silenzio nell’aula del senato che poi ha scatenato le liti che sappiamo, ma adesso, se devo essere sincero, l’unica cosa che veramente mi scandalizza e che mi provoca il voltastomaco, è il compenso di Bonolis per il festival di Sanremo, di un milione di euro, un insulto per chi vive di 1.000 euro al mese e magari deve anche mantenere 4 persone, per chi come me, ha studiato una vita, e ha lavorato altrettanto, senza la speranza di una vecchiaia decorosa, (ci saranno ancora i soldi per le pensioni?).

    Ecco… in questo momento Eluana riposa finalmente in pace, il mio stomaco, purtroppo, un po’ meno…

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  15. Il post di cocodix ancora non l’ho letto, ma ho capito più o meno dove va a parare e per ora, a spanne, sono d’accordo con te, ma…

    Ma.

    Io ritengo invece che questa questione di pubblico dominio eccome, qui si sta parlando di quale potere debba avere lo Stato sulla nostra vita e la nostra morte, e se permetti ci riguarda, anche se vogliamo sperare tutti mai nello stesso modo di Eluana. Qui stiamo parlando dell’ingerenza nella nostra vita privata del Stato in cui viviamo, di quali siano le priorità di chi governa proprio noi, e se permetti sono cose che ci riguardano.

    Relativamente al subbuglio del tuo stomaco, concordo, sul minuto di silenzio un po’ meno. Ripeto, si tratta di priorità, ma stiamo parlando di un minuto tributato a quella che è diventato un simbolo della ricerca del significato della vita, del suo valore e a quali condizioni, a prescindere o non a prescindere.

    Quando si parla tanto di una persona, a torto o a ragione, entra nella nostra vita, a molti (sicuramente a me), sarà entrata anche nel cuore, lei e quella sventurata famiglia: tutto questo clamore per un minuto di silenzio ce lo potevamo pure risparmiare, visto che forse abbiamo altre urgenze, e altri problemi di cui parlare (se proprio vogliamo continuare a parlare): di fronte all’assenteismo in Parlamento, ci stiamo a preoccupare di un minuto? Una questione di principio, direte voi, e avreste ragione, ma si dà il caso che le questioni di principio cui siamo chiamati sono veramente tante, e allora anche a queste va data una priorità.

    Per la tua vecchiaia, non ti preoccupare, ci sarò io… quindi sarà, oltre che decorosa, deliziosa, armoniosa, giocosa…

    *** Scusate l’off topic, ma con May Lady e November Lord è ormai un atto d’ufficio… ***

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  16. Sono stato sul blog di Cocodix, ho letto quella lettera e i suoi commenti… ero tentato di commentare, ma poi mi sono reso conto che sarebbe stato inutile, perchè una persona che giudica con quella veemenza, solo sulla base di cose dette o riportate, non si può certamente definire obiettiva e quindi…

    Però ho avuto la riprova, se ce ne fosse stato bisogno, che questa storia, ha creato delle profonde lacerazioni nelle coscienze, e chi per un motivo, chi per un altro, si sente in dovere di giudicare, nella fattispecie, di condannare.

    Sembra di essere tornati al tempo delle streghe, quando tutti in coro urlavano “al rogo, al rogo… “ e in un certo senso, è quello che è successo oggi, in nome di un diritto alla vita che prescinde però dai veri bisogni, e come ha detto giustamente una volta Lady Ginevra, si vuole fare vivere una persona morta e si lascia che tante persone vive, muoiano.

    @ May Lady: quel minuto di silenzio, mi è sembrato ipocrita, a torto o a ragione, ecco perchè non l’ho condiviso.
    @ Rosamaria: avevo letto su Repubblica, quell’articolo di Ezio Mauro e mi aveva fatto lo stesso effetto.

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  17. Io invece il commento gliel’ho lasciato, e bello consistente (chiaramente è stato un’impresa scriverlo, date il contesto che ben conosci).

    Assurdo! Io mi aspetto posizioni come quelle di Cytind (per quanto ne so io cattolicissima) che dice “io non avrei staccato il sondino ma non sono stata accanto a quel letto per 17 anni, a interrogarmi sul futuro” e, aggiungerei io, a vedere mia figlia in quelle condizioni, trasformarsi lentamente in una larva fragile ed esangue.

    Puntare il dito verso una persona che è stata così crudelmente colpita e così duramente provata (e temo che ancora non sia finita), ha ridotto anche il mio stomaco nelle condizioni del tuo.

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  18. Scusa, mi era sfuggita la tua risposta sul minuto di silenzio. Io sono personalmente convinta che i minuti di silenzio siano sempre ipocriti, e sono anche convinta che, se potessimo leggere il pensiero di quelli che lo osservano, leggeremmo ripetutamente “Uffa, ma quanto dura ‘sto minuto?”

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