Se magari si mette a piovere.

Da dove incomincio…

…vi è mai capitato di aver voglia di scrivere, tante idee per la testa ma, anche tanta confusione, al punto che solo mettere due parole insieme diventa difficile… scrivo, poi cancello, poi riscrivo e poi… mannaggia, ri_cancello di nuovo, anzi, chiudo il mio nuovo documento di Word, sperando che nel frattempo… lasciando decantare il tutto, magari le idee si chiariscono e allora, esco a fare un giro, (camminare fa bene… ), poi torno, guardo un po’ di carte, le metto a posto, visto che ci sono pulisco anche la scrivania, m’incazzo (pardon… ) m’arrabbio come una bestia con le donne delle pulizie che non puliscono mai nulla, giro intorno alla sedia, guardo lo schermo del computer (mannaggia quant’è bello… ), mi siedo, apro un nuovo documento di Word e incomincio a scrivere… no, aspetta, da dove incomincio…

… beh oggi è una gran bella giornata e il Giacomo è uscito da casa, ma se viene via lui poi Lina si sente esclusa e quindi si accomodano anche Alessandro, Giuliettina insieme a Rocco e i suoi fratelli, non quelli del Gattopardo, Luciano, Vincenzo e Gabriele, le sorelle Vika, Ika e Katia, padre Don Salvatore, che ha salvato le popolazioni del Lago Trasimeno, quando si era inondata Firenze, nel luglio del 1947, giorno dello sbarco degli americani a Portofino, e Alessandro fa i capricci perché si è rotta la serranda, in casa sua è ancora tutto buio, ma non come quella volta a Cesenatico, quando sulla spiaggia arrivarono i vu cumprà e senza batter ciglio, Evelina si spalmò di crema protettiva, sai quella numero 5, perché c’era Vittorio che doveva arrivare ed allora si trovarono tutti sul Ponte Vecchio, a scartare quei regali che erano rimasti nel baule della macchina, in quel parcheggio di viale Gismondo da Verazzano, angolo via Paleocapa, dove fanno anche le frittelle e, nonna Pina ci passa tutte le mattine, perché la nipotina, quando viene, si ritrova tutta innervosita, con i capelli in disordine che Marco ed Emanuele si divertono a rimescolare, come fosse un mazzo di carte, si quelle carte che trovi tutte le mattine davanti al tuo portone, e quello stronzo di Giuseppe fa finta di non vedere, come se la casa non fosse anche sua, ma verrà il giorno, o forse non verrà, fatto sta che l’altra sera, mentre bevevo una birretta, mi dissero che Rosina era sotto la doccia e, tutti a guardare fuori alla finestra, che nel frattempo s’era chiusa, per non far passare tutta l’acqua, perché quel rubinetto rotto non era stato più aggiustato, e giusto per non dimenticare, volevo dire che s’inaugura una mostra, in quella galleria d’arte a Castrovillari, dove espongono i nani, tutti e sette ma senza Cenerentola, che nel frattempo è stata mangiata dal lupo cattivo, che l’aveva presa in giro dicendole quant’erano belle le sue orchidee, da non confondere con i gerani di zia Giuseppina, che bagna una sera si e una sera no, senza curarsi che Duilio ha perso i capelli, e che non stava bene dirlo al suo collega…

… forse è meglio andare a fare un altro giro, magari si mette a piovere e così mi rinfresco un po’ le idee.

50 pensieri su “Se magari si mette a piovere.

  1. 😉
    … spetta, dov’ero rimasto…già, lo sai che Arnaldo ha preso un cavallo, si quelli di cartone, che se ti metti dentro fai come Sansone che senza i suoi Filistei, ha comprato una casa sul cucuzzolo della montagna, insieme ad Albano, casa mia, casa mia, che piccina che tu sia, tu mi sembri una coccarda, bianca rossa e verde, i colori dell’arcobaleno, che Stefano ha disegnato sulla sua maglietta, il giorno dell’inaugurazione del “PEPERONE MATURO”, scherzo, scherzo, e chi ci crede ancora, certo se vai a votare, ti tolgono il cellulare, è lo stesso che avere una Bagutta, si quella che vinse le mille miglia che si fanno ancora a Positano, il paese sperduto nei balocchi, dove si mangiano i crauti con la senape, ma senza il parmigiano, che però si sposa con Graziella, il giorno di Santo Stefano, che è poi la vigilia di Carnevale, che se attizzi il fuoco, fuori fa tanto caldo e il sole sembra arrivato all’orizzonte, che se non stai attento, ti ritorna il magone, e poi aspetti che il mare s’avvicina, per sentire il rumore delle onde, come quando all’alba strabuzzano assonnati gli occhi quei poveri pischelli che, sotto la finestra di Rosina, aspettano che lei si affacci la mattina, prima d’andare a spasso per Livorno, quella città del sud dimenticata anche dagli argonauti, che prima di metter piede sulla terra, si bevono un goccetto al bar dell’angolo…

    mannaggia… 😉

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  2. Si può essere irriverenti con l’autore del blog? 😀
    Ti credevo un igienista; ma che hai fumato stamattina, rincorrendo l’ispirazione? E che è questa penuria di punti?
    Invidia per Saramago? Le bombole d’ossigeno sono in dotazione?
    Beh, è simpatico, ma ti confesso che ho bisogno di tempo; ci tornerò con calma.
    Ciao.

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  3. Era una domenica di venerdì, il sole cadeva a larghe falde, mentre la neve spaccava le pietre; fu proprio quel giorno che venni da lei per parlare con voi, ma tu non c’eri ed ora eccomi qui: l’appuntamento era alle sei, adesso sono le sette, io aspetto fino alle otto, se alle nove non vieni, alle dieci me ne vado, perchè sono un duro io, non si può dire che non mi faccia rispettare!

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  4. @ Rosamaria: beh… ho fatto un giro stamattina al mercato e i punti erano finiti, in conpenso ho incontrato zio Gesualdo, che insieme a nonno Archimede è un mio parente di parte di… spetta, lo sai che non mi ricordo se di parte di madre o di padre… inszomma, mi ha raccontato un po’ di cose e sai com’è, chi mi conosce sa, forse… 😀

    Però, fuori ancora non si è messo a piovere! 😉

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  5. Beh, finalmente, facendo ricorso alle mie origini siciliane, ho messo a fuoco anch’io, ok, ho capito. ricchezza di particolari, incisi che nascono come funghi, storie che s’intrecciano, ricordi che fanno capolino nel presente con una vivacità e una freschezza tali da renderli attuali, vivi, quasi si trattasse di una cronaca ancora in corso, insomma, una sicilianità che superata l’età della ragione e della maturità, assume un colore tutto particolare…

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  6. La Lophophora è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactaceae; originaria del Sud America, deriva il nome dal greco lòphos (cresta) e phorèo (porto). La specie L. williamsii viene comunemente chiamata Peyote (= carne degli dei). Nei paesi di origine è conosciuta – oltre che con il nome di Peyote – anche con quelli popolari di Peyotl, Xicori ed altri ancora. Fra le specie maggiormente apprezzate e coltivate vi è la Lophophora lewinii (n.b. nome obsoleto, sinonimo di Lophophora williamsii).

    Conosciuta fin dall’epoca preistorica, questa pianta era, ed è tuttora, usata dai nativi americani, tra cui gli Huicholes ed i Tarahumara, in riti religiosi e sciamanici soprattutto in Messico settentrionale e centrale. Queste popolazioni usano mangiarne la polpa, la qual cosa provoca loro effetti sulle percezioni sensoriali e, in alcuni casi, perdita della nozione del tempo, sintomi che vengono attribuiti alla natura sacra che loro attribuiscono alla pianta.

    Ma è solo un’ipotesi, Arthur…

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  7. …e perchè non hai raccontato di quella volta in cui ti eri fermato a mangiare l’uva chicco per chicco, sotto la veranda della sciura Marianna che, siccome minacciava pioggia e sembrava dovesse venir giù il diluvio universale e invece…

    …oppure di quella volta che c’era l’aria che profumava di mare e passeggiando passeggiando sulla spiaggia ti sei ritrovato alla festa di compleanno di Giulietta che faceva cinque, no forse sei, no sei anni e dieci mesi per la precisione, che se uno non è preciso, lo sai, ti tirano le pietre…

    …ma, se proprio vogliamo dirla tutta, anche di quella volta in cui tra un caffè con poco zucchero e tanta panna montata al barretto del Boccia (o no?…quello era il macellaio?!?), ti sei messo a schizzare l’acqua fredda della fontana addosso alle signore che tanto le previsioni avevano detto che “magari si mette a piovere” e allora…

    ‘giorno! 😉

    (c’è tutta una scuola di pensiero sulla “scrittura creativa” di cui Andrea Camilleri è uno dei massimi esponenti, sul come si costruisce una storia, come si inventa e rende vivo un personaggio…ma a te Arthur, non credo possa servire!)

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  8. @ Rosamaria: non sapevo che anche tu avessi origini sicule, e in effetti adesso capisco tante cose anch’io 😉 , comunque, il problema è che quest’intreccio di ricordi ha fatto capolino in un momento critico della mia giornata di ieri, sai come quella volta che nel mezzo del cammino fatto in via Adamo delle Acque Chiare, (Eva stava a dormì… ), esattamente al numero 42, proprio dove si ferma l’autobus n. 9 che passa da via Guizzoni, si spinge fino a via Melograno, s’inerpica in via delle Acque Scure, fa tutto il prolungamento del Viale delle Grazie, che non ha niente a che vedere con Grazia, Graziella e Grazia che forse non è il caso, quelle tre figure celestiali scolpite dal Canova intorno al 1562, anno più e anno meno…

    Mannaggia, guardando fuori, ancora non piove… 🙂

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  9. @ Splendidiquarantenni 😉 : sentivo parlare della Lophophora già ai tempi di quando Betta Filava, che poi se ci fai caso, era la sorella maggiore di Linda dagli occhi blu, cugina in seconda di Erzicovina delle valli Ruspanti e di conseguenza, di Ermenegildo da Rotterdam… e comunque, dici che cicciata per troppo tempo può dare effetti che trascendono da ogni possibile concezione strutturata da nozioni che nel tempo possono trovare riscontri inconcepibili anche da problematiche che s’intrecciano tenendo conto che gli alti e bassi delle arzigogolate argomentazioni portate a concepire anche le pur minime variazioni che in un contesto adibito ad svolgere un’azione di contrasto dalle forme più svariate…

    Mannaggia, potevi dirmelo che poteva finire così… e intanto non piove… 😉

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  10. @ Chiaratiz: beh se questa volta mi dici che qualcosa non ti è del tutto chiaro, ti capisco in pieno, anche perché anch’io non c’ho capito molto, ma come ho detto fuori non piove e allora… 😉

    Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
    Delirio…

    In psichiatria, il termine delirio indica una varietà di stati mentali confusionali in cui l’attenzione, la percezione e la cognizione del soggetto appaiono significativamente ridotti. Di per sé il delirio non è una patologia quanto una sindrome (un complesso di sintomi) che può presentarsi in diverse forme, essere acuta o cronica, e avere molteplici cause. Il termine «delirio» deriva dal latino lira, “solco”, per cui delirare significa etimologicamente “uscire dal solco”, ovvero dalla dritta via della ragione.

    Ieri, anzi oggi dippiù, mi sento molto uscito dal solco… 😀

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  11. No, cara Elle, confondi un po’ le cose 😀 … mannaggia… quella volta al baretto dell’angolo, dove zio Arciboldo va a farsi il cicchetto, un giorno si e uno no, c’erano veramente quelle signore che aspettavano la pioggia e intanto facevano il ballo del quà qua, accompagnate da quel fustone di Riccardo, non cuor di leone, anche perché tanto va la gatta al lardo che ci lascia la zampogna…

    Insozmma, inszomma… e intanto fuori non piove… 😉

    (Grazie Elle!)

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  12. Tutti i testi di Mogol Battisti sono capolavori, ma questo per me, se possibile, lo è ancor più di altri.
    E a questo punto credo valga la pena riportare tutto il testo che su questo post, mi sembra non ci stia per niente male!
    Da legggere…oltre che da ascoltare.

    Tu lo chiami solo un vecchio sporco imbroglio
    ma è uno sbaglio è petrolio
    troppo furbo per non essere sincero
    ma è davvero oro nero
    Io perché non dovrei dirti tutto quello che sento nel cuore
    Io perché non dovrei parlarti di tutto anche di un nuovo mio amore
    sei o non sei sei o non sei al di sopra di ogni mia grande passione
    Confusione
    confusione mi dispiace
    se sei figlia della solita illusione
    e se fai confusione
    confusione
    tu vorresti imbalsamare anche l’ultima e più piccola emozione
    Se tu credi che il carbone bruci meglio
    è un abbaglio è petrolio
    Comunque se ami più del fuoco il fumo di un cero
    non usare l’oro nero
    Ma perché non dovrei liberare qualunque sentimento per chiunque sia
    tanto sai io non ti sentirei certamente per questo meno mia
    Ma chi mai disse che si deve amar come se stessi il prossimo con moderazione
    Confusione
    confusione mi dispiace
    se sei figlia della solita illusione e se fai confusione
    confusione
    tu vorresti imbalsamare anche l’ultima e più piccola emozione
    Confusione confusione
    E non dir che antico privilegio d’uomo per mia comodità faccio mio
    perché tu comunque libera saresti se libera vuoi essere come sono io
    Credi che ma credi che qualcuno possa darti amore se dell’amore non è padrone
    Confusione
    confusione mi dispiace
    se sei figlia della solita illusione e se fai confusione
    confusione
    tu vorresti imbalsamare anche l’ultima e più piccola emozione

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  13. Arthurino caro,

    l’effetto di frequentare assiduamente il mio blog nell’utimo periodo (e ti ringrazio di cuore) vedo che ha avuto il suo effetto sul tuo ultimo post (è davvero incasinato), ma un incasinato sorridente e al contempo ordinato.

    Disastrino non avrebbe potuto fare di meglio, ma al contempo è chiarissimo.

    Oggi splende il sole, ma uno strano mal di testa mi tiene compagnia. Io lo dico che a volte si sta davvero bene da soli. (mi riferisco al mal di testa)

    Il tuo commento da me è invece semplice ma ultra potente. Per commentare aspetto la pausa pranzo e che i verzolini in umido mi portino l’ispirazione.

    Un bacione amico e un ciao a tutti….

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  14. @ Stellina: no, non è colpa tua, ogni tanto io m’incasino da solo 😉
    Comunque, mi spiace per il tuo mal di testa, vedi… se fuori anzichè il sole, piovesse… 🙂

    * scussa (ss=s), ma cosa sono i verzolini in umido?

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  15. cioè…parliamone!
    me lo son letta due volte prima di capire che non stavo dando fuori da matto…
    ora, mi stà bene che oggi c’è un sole splendido,
    mi stà bene che siam a 20 gradi alle ore 12.32
    mi stà bene pure che c’è un bel venticello e che il profumo è quello della primavera che avanza
    mi stà bene tutto, ma….
    non è che sono io da ricoverare vero??
    comunque:
    tu lamentati delle donnine che non puliscono la scrivania, io invece dico guaiiiii se ci mettono lo mani
    no perchè, non so le tue, ma le mie la parola pulisco la conoscono perchè gliel’hanno insegnata da piccole
    ma tra il dire e il fare cè di mezzo il mondo, troppo poco il mare…
    sicuro è meglio come faccio io, ho imparato a cestinare i fogli di word o txt…dipende…
    no perchè se rilleggo quanto ho scritto, a volte, mi ricovererei da sola…
    ma tu che dici? sarà la primavera??

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  16. Mannaggia Irish!!!

    No, non è la primavera, è che fuori non piove… (sto ridendo come un matto… e meno male, visto che il riso fa buon sangue… mannaggia, mi viene in mente che Aristotele mangiava i crauti con i piselli, che poi se li metti a cuocere in un tegamino a bagnomaria, l’effetto è assicurato, e lo diceva sempre anche Giuliana, ma… meglio lasciar perdere… )

    Per quanto riguarda la scrivania, io dico sempre alle donne di non toccarla, ma loro, niente, anche perché spostano i fogli, puliscono con il panno bagnato e poi rimettono sopra i fogli che immancabilmente si bagnano, morale, i fogli li puliscono (… ), la scrivania, no… insomma, ciò che devono pulire non lo puliscono e viceversa…

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  17. laura

    Arthur!!!

    Anche io come Irish ho letto due volte per cercare di capire se ero sveglia o addormentata e invece…

    Sei il solito discolaccio, ti diverti e fai bene, è vero, ogni tanto fa bene ridere e buttarsi dietro le spalle ogni cosa.

    Discolaccio!

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  18. Arthurino,

    presente le verze? si fanno con le foglie piu’ esterne cotte e poi si fa un ripieno di carne macinata e poi si fanno su e si fanno in umido…miiii anche senza pomodoro (intolleranza) e senza grassi (se no il fisico da fata va a farsi benedire) sono buonissimissimi…

    Beh il mal di testa? e devo aspettare fino a fine mese x andare dall’osteopata…ma è tutta colpa dell’allergia…se piovesse io respirerei meglio…mannagg…hai di nuovo ragione tu…e se piovesse

    mo vado a scrivere un raccontino…

    ti aspetto a presto stellina disastrino (ma la Mamma ogni tanto mi ricorda che mi chiamo Monica)

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  19. Arthurino,
    ho scritto un racconto che è di una tristezza indescrivibile. IO l’ho scritto, ma dopo averlo pubblicato l’ho riletto e mi sono messa a piangere. Pazzia, vecchia o solo rimbecillimento?
    e il mal di testa continua…un bacione Monica

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  20. Non so quale impervia rotta mi abbia portata fino a te, so solo che dopo la lettura dei tuoi due ultimi post mi sono fermata, permettendomi perfino di linkarti in quello che ormai fu il mio blog. Ora i lavori in corso, fuori e dentro al blog mi impediscono di farti un invito ufficiale, ma se ti potrà far piacere sarai tra i primi a ricevere le carte sulle quali traccerò la rotta per raggiungermi. Per il momento non posso che ringraziarti per essere stato il mio approdo in questa sconclusionata giornata di marzo.
    A presto

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  21. Giovanna Amoroso

    A proposito di siciliani…

    Pirandello diceva: Io sono nato nella terra del CAOS…

    Caro Arthur, vista la tua piacevole “confusione”, mi sorge un amletico dubbio… Sei forse un parente del GRANDE MAESTRO???

    Un bacione!

    Giovanna

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  22. @ Mistral: grazie Mistral per la visita e per le tue parole, anche se oggi mi hai colto in un momento di… ehm, diciamo, estrema confusione 😉 , in attesa del tuo invito ufficiale, verrò a curiosare nel tuo blog…

    Se la rotta che ti ha portato verso di me è stata impervia, vuol dire che era destino… vuoi forse andare contro al destino?

    Non sia mai!

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  23. @ Giovanna: beh, siamo entrambi figli della stessa terra e forse per questo ci capiamo, ma anche se a malincuore, devo dirti che purtroppo non ho nessuna parentela con il “Grande Maestro”, (tra l’altro Pirandello è uno degli autori che ho amato di più ai tempi della scuola… ci sarà un motivo?), quindi il mio CAOS nasce spontaneo in un giorno di quasi primavera, proprio perché non si decide a piovere… 😉

    Mannaggia!!!

    Grazie e ricambio il bacione.

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  24. @ Manu: invece qui, nel frattempo, cielo terso che più terso non si può, non c’è una nuvola neanche a pagarla a peso d’oro, niente, neanche l’ombra di una pur vaga macchiolina bianca che faccia sperare al meglio… mannaggia… 😀

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  25. Grazie Sancla, mannaggia 🙂 … te l’ho raccontato di quella volta che mi scappò il cane di casa, e il problema era che il cane non era mio, e allora sono corso in piazza e chi ti incontro? Un signore che diceva d’essere stato a pranzo con i Mille, in una trattoria di Marsala, che poi in effetti era soltanto vin brulé, che è una bevanda calda preparata con il vino rosso, è diffusa in numerosi paesi ed è semplice da preparare, ma tanto semplice che anche Rosetta la sapeva fare, tanto che prendeva una pentola, ci metteva dentro il vino rosso e poi con il mestolo lo dispensava tutt’intorno, e lo sai anche che mastro Don Gesualdo, il parroco di Canicattì, se lo beveva a canna, però non devi confonderlo con zio Gesualdo, che lui è una brava persona, ma brava, brava, ma così tanto brava, che più brava non si può, anche se tutti dicevano che era un po’ fimminaru, che in siciliano vuol dire donnaiolo, e ovviamente ti lascio pensare… 🙂

    *** per chi lo ricordasse, questo pezzo un po’ fuori di cranio, l’avevo scritto l’anno scorso da Piccola Ema ( Emaki81 ), che tra l’altro lunedì 16 marzo torna a casa… approfitto per farle tantissimi auguri, con tutto il mio cuore, perchè possa definitivamente guarire e tornare ad essere la splendida ragazza di prima. Evvai!!! ***

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  26. Nell’unirmi a te per gli auguri ad Emaki, propongo un approfondimento sul vin brulé, che pare abbia proprietà salutari:
    la ricetta più speziata
    quella con i biscottini da intinegere

    ricetta per una tazza (da bere prima di andare a dormire)


    Ora non hai che da prepararlo e confrontarlo con quello della Rosetta; ti consiglio la ricetta per una tazza, da bere prima di andare a dormire: concilia il sonno e fa passare il raffreddore. Bonne nuit!

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  27. In realtà, Arthur, il riscaldamento e la successiva flambatura dovrebbero eliminare gran parte dell’alcool presente; tu intanto cerca di fungere da cavia: prova e poi ci dirai.

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  28. e per gioia mia anche oggi sole stupendo, e non venirmi a parlare di acqua nel week-end
    il primo che dice siamo in carenza d’acqua quest’anno lo affogo!!
    a i tuoi fogli si bagnano? è il caso di dirlo…che c**o, i miei si appiccicano alla scrivania
    sarà il caso che mi dici il prodotto che usano, almeno con faccio il puzzle…
    e mi par di capire che le tue non han mai usato il glaxes sulla cornetta del telefono…
    😀 mò aspetto il post dopo che sarà successo
    se scrivi quello che senti ne leggerem delle belle!!

    buon week-end
    (sooolare)

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  29. Evvabè, Irish, ammetto che anche oggi dalle mie parti c’è il sole… mannaggia… 😉
    Per i fogli bagnati… mi hai fatto ridere perché mi è venuto in mente una storiella che mi era capitata quand’ero studente e che mi è quasi costata la fine di un amore.

    Allora avevo una fidanzata che insieme alla sua amica e al suo ragazzo, venivano spesso a casa mia a mangiare.
    Sul tavolo che usavamo per pranzare, avevo messo una grande cartella con dentro delle tavole da disegno, grafici e appunti vari, che mi servivano per un esame che di li a poco dovevo sostenere all’università, la mia ragazza presa da “raptus pulitorio”, prende una pezza bagnata, pulisce il tavolo e mentre che c’era, la passa anche sulla cartella… poi viene da me con lo sguardo da cockerino impaurito, e mi dice: “Arthur, forse ho fatto una cosa che non dovevo… “ io la guardo, le sorrido e le faccio: “ma no, non preoccuparti, son sicuro che non è poi così importante… “ e mentre lo dico, lei mi prende la mano, e mi accompagna vicino al tavolo.

    Ignaro dell’accaduto, tutto guardo tranne la cartella sul tavolo, ma appena mi casca l’occhio (è il caso di dirlo… ), vedo la cartella bagnata e accartocciata, lancio un urlo e con uno straccio cerco di asciugarla per salvare il salvabile.

    Per farla breve, alcuni disegni si erano rovinati, l’acqua era penetrata e aveva sbiadito i colori, e quindi sono stato costretto a rifarli.
    Con la mia ragazza, beh c’è mancato poco che non la strozzassi… evvabè, per un po’ non ci siamo parlati, ma poi, sai com’è… l’amore è l’amore e nel frattempo avevo preso 29 all’esame e quindi…

    Buon week-end sooolare anche a te, tanto ormai me ‘so fatto ‘na ragione, c’è il sole e mi sa che me lo devo tenere! 🙂

    ps. i crauti con i piselli sono eccezzzzionali se poi sono accompagnati dal vin brulè di Rosamaria, è ancora meglio.

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  30. Giacchè ci siamo, completerei con la nostra “frittata di Pasqua” (uova, formaggio grattugiato, provola, ricotta, salame, per finire una bella panna cotta e per la prossima settimana potrete dichiararvi impegnati… con la digestione!

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