” La ricerca della Felicità “

Ieri sera ho visto un bel film di Gabriele Muccino, “La ricerca della Felicità”, dove il protagonista, Chris, vive insieme al suo bambino tutta una serie di disavventure.Indossando sempre il suo abito migliore, Chris, con l’orgoglio di chi non può e non vuole mollare, cerca di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni della metropolitana.

Alla fine, riuscirà a trovare la sua tanto desiderata felicità.

Un film alla rincorsa del sogno materialistico americano, ma che offre diversi spunti per una riflessione.

La ricerca della felicità. Vivere un giorno dopo l’altro alla ricerca della felicità potrebbe voler dire che non è poi tanto facile trovarla, si rincorre e magari dopo averla trovata, ecco che scappa di nuovo, per una disavventura, un dispiacere improvviso.

Ma cosa è poi la felicità? Immagino che se dovessi chiederlo ad ognuno di voi, le risposte sarebbero una diversa dall’altra, e questo vuol dire che in assoluto non esiste una felicità uguale per tutti?

Bella domanda; personalmente ho l’impressione che spesso siamo noi stessi a negarcela, magari inconsciamente e non per una sorte avversa. Rincorriamo a volte talmente tanti desideri (che non hanno niente a che vedere con i sogni… ) che poi alla fine non sappiamo più quale è quello che ci fa stare bene veramente e allora si vive una vita fatta di scontento, perché tutto ciò che si ha non è mai abbastanza.

E’ un po’ come vivere sempre con i paraocchi, perché raggiunto un obiettivo, se ne rincorre un altro, senza aver avuto il tempo di godere quel poco o tanto che si è ottenuto, una rincorsa che inevitabilmente ci porta ad aumentare le nostre aspettative e questa benedetta “felicità” si rischia di non raggiungerla mai.

Nel film la felicità s’identifica con il benessere economico, che poi era stato la causa della separazione tra Chris e sua moglie che, nel film, non ha certo un ruolo edificante, perché sempre scontenta e isterica, pur supportata da validi motivi e qui probabilmente si evidenzia la concezione che Muccino ha delle donne.

Per quanto mi riguarda, non so esattamente se io sia felice oppure no, ma so senz’altro di essere sereno con me stesso e soprattutto con gli altri, non rincorro l’impossibile e neanche ritengo che sia indispensabile farlo, con cura coltivo i miei affetti, perché credo siano l’unica mia vera risorsa.

Sto bene con me stesso e penso che riuscirei a star bene anche su di un’isola deserta, anche se un po’ di compagnia devo ammettere che non ci sta per niente male.

Bene, forse mi accontento di poco e se questa è felicità, beh, devo dire che io sono felice.

E voi?

82 pensieri su “” La ricerca della Felicità “

  1. laura

    E’ una bella domanda quella che fai Arthur.

    E’ vero, sempre più spesso la gente è scontenta e magari non si accorge che forse deve avere più cura di quello che ha.

    Sono felice? Ma, sai in genere si intende la felicità come un qualcosa così grande che magari non si è in grado di definire con parole semplici e soprattutto a viverla dentro.

    Comunque, ci penso e poi torno per le conclusioni.

    Ciao.
    Laura

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  2. Io sì, decisamente, ma quando mi confronto con gli altri mi rendo conto che non è una cosa così scontata.

    Quelli che mi stanno intorno, e che non sono felici, stanno quasi tutti oggettivamente meglio di me.

    Se ben ti ricordi in qualche parte del mio blog diedi una mia ricetta della felicità, che ora non mi sovviene, anche se credo di pensarla più o meno sempre nello stesso modo. Io credo che la mia felicita sia stata data dal realismo, dall’affrontare sempre la realtà per nuda e cruda che fosse, e non raccontarmela.

    A conti fatti, è proprio il mio carattere “tremendisio” quello che mi dà tanta disponibilità nei confronti della vita: non ne ho paura, non più di tanto almeno.

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  3. antonella

    uomo : …..felicita’ anche sull’isola deserta…..
    donna: …..felicita’ : isola deserta, sole, vento, ……ops il pareo e’ volato…… !!!!!
    quando si dice i desideri ……!!!!!!

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  4. Antonellina, mannaggia, quando si dice i desideri…….. !!!
    Devo chiamarti al telefono, perchè voglio approfondire ‘sta cosa… 😆
    A proposito, non mi starai diventando anche tu naturista?

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  5. @ Diemme: ma come, non hai ancora visto l’Antonella negli occhi?

    E per la felicità… a volte si confonde il benessere con la felicità, ma invece non è assolutamente così, e infatti si dice sempre che non è con i soldi che puoi comprarla, quindi per te l’affrontare la vita con realismo può esserti d’aiuto, soprattutto perché ti fa star bene con te stessa, e non vai alla ricerca di inutili orpelli.

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  6. E’ vero, Laura, l’unico problema a volte è che non ci si accontenta mai.
    Comunque aspetto la tua riflessione, così sarà un’occasione per continuare la discussione.

    Si, il murales è mio, volutamente un po’ naïf, e l’avevo dipinto a tempera nella parete di una camera da letto del mio figlioccio, dopo essere stato in Kenia.
    Ti aspetto!

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  7. Beh, si può apprezzare e godersi ciò che si ha continuando a costruire e a guardare avanti, una cosa non esclude l’altra.

    Essere contenti e accontentarsi non sono la stessa cosa, “apprezzare” non deve significare “bastare” e fermarsi.

    *** quanta saggezza alle quattro del mattino! 🙂 ***

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  8. Ogni tanto l’io narrante di Muccino faceva pronunciare al protagonista una frase…”questa parte della mia vita si chiama…”, dividendo il film e la vita di Chris in fasi.
    E l’ultima fase, quella in cui Chris ce la fa, quella che si chiama appunto felicità, non a caso, Muccino l’ha voluta raccontare breve, hai notato?

    Cos’è dunque la felicità se non una fase transitoria come tante altre della vita, un piccolo o grande “passaggio” da cui si accede (o si arriva?)
    Credo che la felicità sia godere di piccoli o grandi momenti “perfetti”, irripetibili, la felicità forse è un viaggio, breve o lungo, ma non una mèta.

    Tornando al film, anch’io l’ho visto l’altra sera e per la seconda volta, solo che non mi ha commosso, forse l’ho visto in modo diverso ed il lieto fine non è riuscito a spezzare il groppo in gola che pure c’era, perché il pensiero di uno che ce l’ha fatta non mi ha fatto dimenticare le centinaia in fila che non ce l’hanno fatta e che non ce la faranno mai.
    Ma che continueranno comunque la loro personale ricerca della felicità…

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  9. Felicità è quando la mattina mi alzo, e vado nella mia cucinetta a prepararmi una tazza di caffè bollente.

    Felicità è quando mi rinfilo sotto le coperte, e lo sorseggio mentre leggo sul web le nostre cose.

    Felicità è quando, per andare alla fermata, passo per il parco deserto al mattino e sento il profumo dell’aria fresca, dell’erba e delle piante.

    Detesto l’autobus, l’affollamento, ma vederlo passare subito, trovare posto a sedere, incontrare magari un’amica, o qualcuno che non si vede da tanto tempo: anche questa a suo modo è felicità.

    Felicità è quando mia figlia esce da scuola, e posso finalmente chiamarla e risentirla.

    Felicità è l’utente che ti chiama non perché è in difficoltà, ma perché ti vuole sentire, e ha bisogno della tua voce e del tuo conforto.

    Felicità è l’orario d’uscita dopo una giornata massacrante, è tornare a casa e trovare la bimba che ti butta le braccia al collo e ti racconta la sua giornata.

    Felicità è non avere fame all’ora di cena e riuscire a rispettare la dieta.

    Felicità è finalmente potersi sdraiare e addormentare, distrutta dalla stanchezza ma in pace col mondo intero.

    E poi risvegliarsi la mattina, e prepararsi ancora una tazza di caffè…

    *** Spesso non vediamo la felicità perché è troppo vicina, lì, spiaccicata contro il nostro naso ***

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  10. Oggi in rete ho trovato questo articolo:

    http://frittelle.wordpress.com/2009/05/16/antidepressivi-senza-amore/

    Mi è capitato più volte di parlare di quella che ormai viene chiamata “La pillola della felicità”. A parte il fatto che di questi farmaci o s’ignorano o ci tengono nascosti gli effetti collaterali, che società è quella che c’illude che tutto si risolva senza sforzo, senza impegno, a furia di soldi, di bisturi, di pillole?

    Questa società che c’invita alla mollezza, al rilassamento, a droghe di tutti i tipi (anche psicologiche intendo, o comportamenti coatti tipo sesso e violenza sfrenati), è una società che c’inganna, perché la ricetta della felicità non è poi così complessa.

    L’essere umano ha bisogno di sentirsi importante, nel senso di essere importante per qualcuno, di essere amato. E ha bisogno di sentirsi utile, quindi di amare.

    Ha bisogno di lottare per avere ciò che desidera, altrimenti non l’apprezza e quindi…

    *** pare facile, no? ***

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  11. @ Diemme: ho letto l’articolo del link sulla felicità che mi hai lasciato e lo trovo molto interessante.
    Adesso non ho tempo, visto che oggi, come sempre, mamma sitter, ma dopo ritorno e ne riparliamo.
    ‘pranzo!

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  12. C’è una scorciatoia per scoprire cos’è la felicità ed è quella di chiedersi cos’è l’infelicità. Finito l’elenco quel che resta sono schegge di felicità.
    Ciao
    Buon fine settimana.

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  13. Ho letto l’articolo che aveva anche pubblicato repubblica e l’ho trovato molto interessante e per quanto possa saperne sull’argomento, anche molto veritiero.

    In pratica si dice che il buonumore si tramanda da padre e figlio, cioè crescere in un ambiente sereno, aiuta a vedere la vita più in positivo e, ripeto, lo ritengo giustissimo.

    Rifacendomi alla mia esperienza, probabilmente la voglia di sorridere che ho al mattino quando mi sveglio, me l’hanno trasmessa i miei genitori, e, in effetti, ho vissuto sempre in un contesto dove l’accoglienza era all’ordine del giorno, e il pessimismo l’ultima spiaggia.

    Che sia questa la ricetta per la felicità? In un certo senso, sì e anche se alle volte diventa faticoso rincorrerla, l’ottimismo può aiutare per riemergere e per trovare nuove energie.

    E’ vero, Elle, nel film alla felicità viene dedicato uno spazio piccolissimo, e giustamente è l’ultima fase della vita del protagonista, ma la voglia che ha avuto Chris di credere in se stesso, con dignità e forza, lo ha aiutato molto, perché la disperazione o peggio, l’atteggiamento di rinuncia della moglie, l’avrebbe fatto soccombere del tutto.

    Insomma, c’è stato sempre un messaggio di speranza, nonostante le avversità, che tra l’altro ha saputo trasmettere al figlio, creando così un rapporto di fiducia, un rapporto positivo: bella la scena della metropolitana, quando immagina di trovarsi in un mondo fantastico e racconta e ride e il figlio sta al gioco, per poi piangere in solitudine, chiuso nella latrina, con il figlio che dormiva stretto tra le sue braccia.

    La felicità non è accontentarsi, ma riuscire a godere di ciò che ci appartiene. Ciò non toglie che bisogna anche combattere per ottenerlo.

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  14. e io?….e io come tutti vivo con i miei sogni, quelli che nascono di notte e vivono con me di giorno
    difficile sapere cosa veramente ci rende felici
    ieri le prime calle han fatto capolino, oggi sono già alte e tra pochi giorni apriranno il loro bellissimo fiore bianco
    anche questo mi rende felice
    forse la felicità non è una ma sono tante
    sono quei tanti piccoli momenti che accadono, e quando accadono ti lasci travolgere da quel che arriva
    e dentro di te senti quell’esplosione di vita, di vivere, di essere felice in quel momento
    felicità sono anche i sorrisi, le parole delle persone a te care, quei sorrisi e quelle parole che hanno la capacità di farti battere il cuore
    dopo tutto questo la domanda però resta….
    cos’è la felicità?

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  15. @ Diemme: cominciando dall’elenco che pensi più lungo, ti accorgerai di quante schegge di felicità ci sono in quello più corto. Provare per credere.
    In ogni caso, sarà banale, ma gira e rigira felicità vuol dire solo una cosa: amore, inteso nel senso più grande che questa parola possa esprimere.

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  16. Arthurino carissimo,

    io, come ho scritto spesso, credo nella felicità delle piccole cose. Un gesto inaspettato, un’emozione grande, un brivido, un momento bello, un tramonto magnifico in compagnia di una delle persone a cui voglio più bene (mio fratello..ricordo di una vacanza in Turchia di due anni fa), un msg che non aspettavo…

    Mai più chiederò a qcn: ma tu sei felice??? l’ultima volta che l’ho fatto la risposta mi ha gelato…forse anche x’ io ho risposto: allora prendi la tua vita a due mani e cerca di realizzare questa felicità…

    Spesso mesi fa scrivevo di essere felice e Diemme mi ha risposta: smetti di scriverlo e cerca di esserlo veramente. Ero persa nel mio combattere fantasmi, nel mio tirar fuori lo spirito di crocerossima che era in me.

    Arthurino,

    sono soddisfatta della mia vita e si, direi che sono tendenzialmente felice. Tendenzialmente? si, perchè avere una persona accanto che mi fa stare bene davvero e riuscire a realizzare il mio desiderio di essere madre mi farebbe essere felice al 1000 x cento. Ma sembra che per stare bene io debba stare da sola… destino… ora, come ben sai, sono solissima e sto alla grande, xo’ qcs mi manca…

    Ripenso alla canzone segnalata da Fra Puccino…I’m happy when it rains….la costante della mia vita….

    bacio grande amico caro stella

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  17. Beh, Arthur, io la felicità l’ho vista sabato pomeriggio negli occhi lucidi di un ragazzo che stava osservando estasiato la sua futura sposa incedere lentamente verso di lui. Occhi felici così non li avevo visti mai.

    Lo so che i matrimoni magari finiscono, ma se hai vissuto un momento così, hai vissuto tutta una vita.

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  18. Che la felicità sia fatta di tante piccole cose è vero, Irish, guardare le calle che sbocciano o per me al mattino andare sul terrazzo dove ho messo delle piantine di pomodori con tanti fiorellini. Tante piccole felicità che messe insieme poi fanno una felicità più grande, ma resta di fatto una cosa fondamentale, e cioè che però bisogna essere dentro disponibili a viverli questi momenti, altrimenti passano senza lasciare traccia.

    Cos’è quindi la felicità? La voglia di essere felici e “lottare” per esserlo. 😉

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  19. Cara Stellina, come ho appena detto a Irish, la felicità è fatta anche di piccole cose.

    Ieri, parlando con i miei amici del film che ho citato, “La ricerca della felicità”, è venuta fuori una discussione davvero interessante. Raccontando il mio punto di vista e soprattutto il messaggio positivo che avevo ravvisato (speranza, voglia di condividere, forza e coraggio… ), ho incominciato a chiedere ad ognuno come l’avevano vissuto il film e ad un certo punto, ci siamo trovati divisi in due gruppi, i positivi e i negativi, con una netta prevalenza del secondo gruppo, cioè dei negativi.

    Chi nella vita riusciva in qualche modo a vedere il famoso bicchiere mezzo pieno, ci aveva visto più o meno le stesse cose di me, gli altri, più pessimisti e per certi versi più catastrofici, avevano colto solo il lato tragico della storia, la separazione, i momenti di crisi, le disavventure economiche, e così via.

    Abbiamo discusso animatamente per buona parte del pomeriggio, ma ognuno è rimasto arroccato nelle sue idee, e probabilmente la personale visione della vita ha avuto il sopravvento e nulla è valso per cambiare idea.

    Questo per dire che la disposizione dell’animo è importante, perché il vissuto, l’educazione, il carattere sono fondamentali. Tra l’altro, una delle persone più pessimiste era proprio il mio amico che, contrariamente agli altri, ha smesso di lavorare giovanissimo, e vive una vita senza particolari problemi (almeno così sembra… ) 😉

    Vuoi mettere che è proprio vero che il buonumore si tramanda?

    E per tornare a te, cara Monica, sei ancora molto giovane e quindi… come dice la nostra saggia Diemme, smetti di scriverlo e cerca di esserlo veramente felice.

    Ti abbraccio.

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  20. Non mi meraviglia affatto di ciò che dici, Splendido, in quei momenti, l’emozione va di pari passo con la felicità e poi, chi l’ha detto che debba durare per tutta una vita?
    Magari s’incontrano altre felicità e intanto la vita continua.

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  21. @Arthur: non mi stupisce la discussione coi tuoi amici. In realtà avete ragione entrambi, ci sono elementi positivi e negativi, di ottimismo e di pessimismo, ed è giusto che sia così, perché la felicità dobbiamo trovarla su questa terra, con tutte i suoi problemi e le sue contraddizioni, non sull’isola di Utopia.

    Questo tuo amico, benestante, dovrebbe cercare proprio in questo suo non bisogno di lottare il motivo del suo pessimismo, e tutto sommato della sua noia esistenziale: è il pane sudato quello più saporito.

    E’ risaputo che la percentuale più alta di suicidi è tra le fasce sociali più economicamente agiate, e non è certo un caso: i “poveri” hanno generalmente più scorza, più capacità di affrontare i rovesci della vita, di cadere e risalire.

    Una vita senza mète diventa una vita piuttosto noiosa, da trascinarsi lamentandosi del bicchiere mezzo vuoto.

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  22. Arthur,

    condivido quello che hai scritto sia ad Irish che a me. Spesso quando dico che credo nella felicità delle piccole cose la gente mi guarda come non capisse quello che sto dicendo…io, che vivo nel mondo di Alice, e sono felice di viverci…

    Lo so, Arthur, anzi la sono…

    I momenti bui e duri ci sono per tutti, ma nella mia vita sono stata molto fortunata e anche determinata. Ricordo episodi di pianto torrenziale ma poi poco dopo di nuovo determinata a riniziare da capo. Parlo di piccoli fallimenti quotidiani…

    Sabato ho fatto finalmente la festa di inaugurazione di casa mia…amici a me legati, le mie colleghe (la loro presenza mi ha riempito di gioia perchè spesso ci sono state incomprensioni) i miei nuovi vicini mio fratello e morosa la mia mamma…è stato un giorno pesante ma bellissimmo…

    Come ha scritto la mia amica Ale nel bigliettino…stai costruendo un nuovo nido in questa bellissima casetta…questo biglietto mi ha emozionato…ero davvero contenta

    Non lo scrivo e basta la sono davvero…ripeto: i momenti bui li abbiamo tutti…

    Un abbraccio amico caro

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  23. A parte Muccino, che odio gentilmente, direi che la felicità è destinata a non essere mai vista ma vissuta. Ci penso spesso, e preferisco non rendermi conto, quanto sono felice, diversamente sembra che questa scappi lontanissimo da me…!

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  24. Io spero che il mio amico, cara Diemme, non si suicidi, e comunque parlando con lui delle sue problematiche, gli ho detto di porsi degli obiettivi e infatti, ormai tutte le volte che ci vediamo, mi elenca quelli che ha “spuntato”… 😉

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  25. Stellina, ma che bello vederti tra le mie pagine ogni volta che “rientro”… 😉

    Il momento che stai vivendo, della casa nuova, gli entusiasmi per sistemarla e così via, è per certi versi magico, perché da energia positiva, lavori essenzialmente su di te, sui tuoi bisogni, i tuoi desideri e le tue aspettative, che in qualche modo si riflettono nella casetta nuova.

    Da come ne parli, deve essere bellissima, e senz’altro ti assomiglierà.
    Questa è una cosa importante e chi ti viene a trovare, ne avrà senz’altro la percezione.

    Quindi, continua così che sei sulla strada giusta e, così giusto per completare il mio pensiero, te lo auguro di cuore.

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  26. E non vuoi condividere con noi la sua spunta? Visto che non si possono condividere i suoi “sghei!”

    Comunque anch’io, quando sono troppo felice, ho una specie di angoscia, mi sento proprio la spada di Damocle sulla testa (il filo che tiene la quale viene regolarmente reciso), e allora preferisco non pensarci.

    *** incoscientemente felice ***

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  27. laura

    Ci ho ripensato sai, Arthur, ho pensato alla felicità e ci ho visto tante piccolissime cose, alcune senza senso, ma che invece unite alle altre, contavano qualcosa.

    E leggendo i vari commenti, vedo che ognuno più o meno dice la stessa cosa.

    L’importante è comunque non enfatizzarla troppo, altrimenti si corre il rischio di perderla strada facendo.

    E come dice Diemme, anch’io sono incoscientemente felice.

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  28. Arthurino,

    ma quanti bei complimenti, poi arriva Lady Gelosia…

    …cmq si, devo dire che è bellissima, beh siamo due gocce d’acqua (eh si viva la modestia)…è molto mia, questo si, solare, creativa, diversa, e non so come anche rilassante (beh io sono tutto tranne che rilassante ma la mia casa se ci si impegna un po’ puo ache risultare così….)

    Sabato mi ha dato molta soddisfazione…l’ho fatta come piaceva a me, con tutta la mia arte, le cose che amo, pezzi di design o cose di recupero, cose della nonna e x’ no anche Ikea…un mix colorato e nuovo..

    Si Arthurino sono sulla strada giusta…ormai i fantasmi non esistono piu nella mia vita, sono ritornata forte e determinata piu di prima…ci sono delle incomprensioni che spero un giorno si chiariranno ma ho capito che quando si è innamorati di qcn ma x mille motivi non è cosa sarebbe meglio rompere subito x sempre…intanto se non è cosa non è cosa…se no si rischia poi che succesa qcs e poi si che le strade si dividono davvero…(xo’ dividersi x il mio blog lo trovo un po forte)

    dai vado a scrivere qcs anche da me

    bacissimi amico caro

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  29. Giovanna Amoroso

    Credo che la felicità sia “relativa”…

    In un mondo di insoddisfatti cronici, è difficile rispondere alla tua domanda…

    Io sono felice a “giorni alterni”…

    Baci
    Giovanna

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  30. Mia cara Giocvanna, è vero, in un mondo di insoddisfatti, chi vuoi che ammetta di essere felice?
    Comunque, voglio risponderti con le parole che mi ha scritto Piccola Ema ( Emaki81), “non è tanto trovare la felicità la cosa più interessante, a parer mio, quanto la strada che percorriamo per trovarla”.

    In effetti…

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  31. Oh mio Dio, Sonia, cosa è mai stato il tuo passato?
    Beh, scusa, non voleva essere una domanda indiscreta e comunque, ciò che importa è che il tuo cuore sia felice. 😉

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  32. @Sonia
    A volte, quando si tocca il fondo del dolore, non resta che risalire… ed è così che si cominciano ad apprezzare anche le più piccole gioie della vita. Superate l’angoscia e la disperazione che attanagliano e paralizzano, si acquistano sicurezza, serenità, equilibrio., ma chi ignora a che prezzo si sia raggiunta questa sorta di atarassia spesso la scambia per superficialità. 🙂

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  33. Ho scritto un racconto sull’amare ciò che si ha proprio perchè è nostro che, attenzione, non significa accontentarsi ma piuttosto vivere la nostra vita con consapevolezza…..il racconto, che ho pubblicato sul mio blog con tanto di illustrazione 🙂 (il bello di stare sei mesi in ospedale è il tempo che si ha per fare ciò che non abbiamo normalmente il tempo di fare) è un pò un’autobiografia……io ho dovuto perdere un braccio, una mano ed una gamba per rendermi conto di tutto ciò….. Un saluto

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  34. Mai accontentarsi Piccola Ema, ma vivere sempre con consapevolezza, che poi vuol dire avere coscienza di se, che non si è immortali e soprattutto che non siamo soli a questo mondo… 😉

    Ho letto il tuo racconto, semplice, pulito, molto bello.

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  35. La sottoscritta lascia un commento da Insalata in versione critica cinematografica puntigliosa e intellettualoide e un commento da Insalata in versione essere umano nel fior fiore della sua giovinezza.

    La prima sostiene che, da un punto di vista tematico, Muccino pecca ancora una volta di banalità nella realizzazione. Un buon argomento, ma trattato senza un’impronta propria. Prevedibile. Medio. Tuttavia, mi ha sorpresa notevolmente l’interpretazione di Will Smith, che ha dimostrato grande capacità espressiva e d’immedesimazione. Trasmette la dolcezza e tenerezza necessaria. Da un punto di vista tecnico, il film scorre fluido, non annoia e possiede il giusto pathos per indurre il povero spettatore alla lacrimuccia.

    Indi per cui, ecco arrivare Insalata essere umano, che ammette che sì, ancora una volta, è stata ancora vittima delle lacrimucce. Anzi, in questo caso, lacrimoni.

    Il dubbio rimane sempre lo stesso. Il perchè è sempre affidato ai famosi posteri, sempre se ci saranno.

    Ps. Hai ragione la ricerca della felicità in questo momento sarebbe proprio spiaggia,mare e palme, proprio come nell’immagine. Anche perchè “Questa fase della mia vita la potrei chiamare: CALDO (e STRESS!!)

    Alla prossima puntata

    Riverenze
    Insalata

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  36. Esatto….. alla fine, cosa ce ne faremmo dell’immortalità se fossimo soli? L’uomo è un animale sociale diceva Aristotele se non erro……… Il racconto era molto sentito…per questo forse mi è venuto bene……

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  37. @ Insalatissime: caspita, “una critica cinematografica puntigliosa e intellettualoide”… 😉
    Personalmente no ho pianto e condivido il giudizio su Muccino, ma mi è piaciuto, oltre l’interpretazione del protagonista e del bambino, il messaggio positivo che mi è sembrato di cogliere, speranza, voglia di credere in se stessi e farcela non per la bella faccia, voglia di dare e soprattutto di avere fiducia. Come ho già detto, in un’epoca come la nostra, non è cosa da poco.
    Beh, al di là del fatto che mi piacerebbe che mi spiegassi del perchè di questo nome “Insalata”… (sono molto curioso… )… ti aspetto ancora per una chiacchierata.

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  38. E infatti, Rosamaria, non a caso nella parte finale del mio post ho detto: “con cura coltivo i miei affetti, perché credo siano l’unica mia vera risorsa”… 😉

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  39. Antonio

    si e vero e un bel film. ps un favore come tolgo il gravatar? non ne posso piu, lo messo per sbaglio e non riesco più a toglierlo 😦 help

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  40. penso che la felicità sia uno stato mentale e non dipenda affatto da ciò che si ha ma solo da come lo si percepisce.
    penso, ma non lo so.
    e poi è primo pomeriggio e fa caldo 😉

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  41. Un anno fa circa ho visto un’intervista al vero Chris…che ha ispirato il film. La sua vita è, è stata, molto meglio o peggio di quello che traspare dal film. E credo che per lui felicità sia avere e donare una possibilità a tutti. Anche per me felicità è una possibilità.

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  42. alanford50

    Ti lascio la mia idea sulla felicità, è un pensiero che avevo inserito tempo fa sul mio blog, ma se non ti dispiace lo vorrei condividere con i tuoi amici che frequentano il tuo bellissimo spazio.

    Quanto costa essere felici.

    Noi non sappiamo essere felici…è vero perché in fondo siamo meno perfetti di quello che pensiamo e crediamo, esiste una grande verità che pochi riescono a fare propria, che tanta fatica costa l’essere infelice che in egual misura costa l’essere felice, non un po’ di più ne un po’ di meno, questo è un grande segreto, dipende solo da una nostra piccola e semplice decisione..

    Io ho ripetutamente e in più occasioni voluto rimarcare una delle poche certezze della mia vita, ossia che il grande segreto non è il capire la complementarietà dell’infelicità e della felicità, ma della assoluta equità nella fatica che occorre per viverle, tanta fatica e sofferenza occorre per vivere l’infelicità quanta ne occorre per vivere la felicità, sembra incredibile ma è vero, quindi se la fatica e la sofferenza sono assolutamente uguali, tanto vale dedicarsi alla felicità, lapalissiano, non vi pare?

    Forse il mio pensiero sembra averla buttata troppo sul facile, come se l’essere felici oppure no dipendesse unicamente dallo schiacciare un ipotetico pulsante per fare cambiare le cose, ma la verità quella più vera non è così distante, il mio modo di vedere il senso della vita recita che noi ci ritroviamo in un certo punto di una strada di forma elicoidale, fatta a spirale insomma, ma la particolarità e l’utilità dello scoprire di trovarsi in quella strada con quella strana forma è che in effetti è assolutamente vero che se si riesce a prenderne coscienza di come è fatta quella strada la fatica per percorrerla è perfettamente uguale sia nel lasciarsi andare verso il basso, sia nel risalirla verso l’alto, quindi dove sta l’arcano, sta unicamente nel prendere coscienza di se, se ci si riesce all’improvviso sarà come trovarsi di fronte ad un bivio con la consapevolezza che da una parte c’è la sofferenza certa, dall’altra la speranza della non sofferenza, quindi dipende tutto ed unicamente dalla nostra capacità di prendere una decisione, o di qua o di la, la fatica e la sofferenza saranno uguali ma scegliere l’una o l’altra strada fa la differenza, e la non sofferenza non è la felicità ma un qualcosa che rassomiglia molto alla serenità che è la cosa più somigliante alla utopia e all’idea che noi umani abbiamo della felicità.

    Alanford50

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  43. @Alanford50: Mi pare che anche Nunzy abbia riproposto questo tuo post, che non ho avuto ancora modo di commentare perché, o perbacco, l’argomento è serio e richiede il suo tempo.

    Approfitto dell’essere capitata qui per dirti che sono perfettamente d’accordo. Non è che io “pensi” che è così: io “so” che è così.

    E’ così, punto. Per essere felici bisogna principalmente aver deciso di esserlo. E, salvo casi eccezionali, non è neanche difficile.

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  44. alanford50

    Ciao Diemme, hai ragione, è lo stesso pensiero postato sul blog di Nunzy, trovandomi qui ed avendo visto la medesima tematica ho pensato di reinserire il mio punto di vista.

    Condivido il tuo pensiero circa il fatto che come per ogni cosa della vita, bisogna assolutamente esserne convinti, quindi condivido la dove tu dici “Non è che io “pensi” che è così: io “so” che è così.” , non sono del tutto daccordo circa il fatto che non è difficle esserne convinti, sicuramente cme ogni propria convinzione richieda un serio ragionamento e soprattutto una lotta per mantenerlo vivo contro le ostilità e le tentazioni del quotidiano che sono moltissime e molto ammalianti…

    Yi lascio con il mo classico saluto e vista l’ora anche con l’augurio di una buona notte, ciaooo neh!

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  45. alanford50

    Ciao Diemme, hai ragione, è lo stesso pensiero postato sul blog di Nunzy, trovandomi qui ed avendo visto la medesima tematica ho pensato di reinserire il mio punto di vista.

    Condivido il tuo pensiero circa il fatto che come per ogni cosa della vita, bisogna assolutamente esserne convinti, quindi condivido la dove tu dici “Non è che io “pensi” che è così: io “so” che è così.” , non sono del tutto daccordo circa il fatto che non è difficile esserne convinti, sicuramente come ogni propria convinzione richiede un serio ragionamento e soprattutto una lotta per mantenerlo vivo contro le ostilità e le tentazioni del quotidiano che sono moltissime e molto ammalianti…

    Ti lascio con il mio classico saluto e vista l’ora anche con l’augurio di una buona notte, ciaooo neh!

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  46. Ma io non ho detto che è facile esserne convinti.

    Ho detto che è facile essere felici.

    Salvo cause di reale forza maggiore, che non sono quasi mai quelle della nostra quotidiana infelicità.

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  47. Il tuo discorso, Alanford50, non fa una piega, e in qualche modo lo applico ogni giorno, ponendomi nei confronti della vita in positivo, possibilmente con un sorriso, affrontando la giornata senza l’ossessione di doverlo fare o l’angoscia delle cose che mi aspettano.

    Quindi, entrando in quella spirale di cui tu parli, diventa importante come la si affronta, per andare, come dici, da una parte o dall’altra.

    Però c’è anche da dire che alle volte siamo travolti dagli eventi, e non è certo “scegliendo” da che parte stare che si è più o meno felici o infelici.

    Leggendo le tue parole, mi è venuto in mente la storia della mia ex compagna, la morte della figlia che aveva 22 anni, Simona. Questo evento ha cambiato completamente la sua vita, anche perché pochi anni prima, le era morto il marito a 33 anni. Ebbene, malgrado questo, lei ha mantenuto dentro di se un approccio positivo con la vita e con le persone che la circondano, sempre un sorriso, la voglia di fare, la voglia di andare avanti sempre alla ricerca di alternative che diano un senso alle cose… con la morte della figlia, è morta una parte di se, ma non ha perso l’interesse per la vita.

    Questo esempio rientra in ciò che tu hai affermato e probabilmente quella famosa spirale le ha dato la possibilità di andare avanti, e non solo per se stessa.

    Per il resto, come ho già detto, magari felicità è soltanto vivere ed averne coscienza.

    Grazie delle tue parole.

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  48. alanford50

    Ciao Arthur, a proposito della frase di chiusura del tuo ultimo intervento “Per il resto, come ho già detto, magari felicità è soltanto vivere ed averne coscienza” la ritengo una frase sacrosanta, se non nell’uso per me improprio della parola ‘felicità’ che per me rappresenta unicamente l’utopia umana, quasi come la parola Dio, al suo posto vedo più calzante il termine ‘serenità’, un termine molto più vicino alle esigenze e capacità umane.

    Ciaooo neh! alla prox.

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  49. Utopia umana? E perchè mai?
    Con la mia ultima frase, ho voluto dire soltanto che felicità è difficile da definire, se non che è piùttosto un modo di vivere.
    Felicità, serenità… non penso che sia un’utopia, perchè se la si sa vedere e soprattutto vivere, è una cosa meravigliosa, anche se può durare un attimo.
    E il punto è proprio questo, e così ritorno alle tue parole…
    Ciaoooo!

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  50. alanford50

    Io la vedo come utopia umana, perchè la gente fa di tutto e di più per raggiungere questa fantomatica “Felicità” attribuendogli dei significati esagerati e sicuramente fuori posto, al contrario credo che sicuramente esistono e sono ben tangibili nel quotidiano la serenità e stranamente il contrario della felicità ossia l’infelicità.

    Quindi non credendo nella felicità non posso condividere il tuo pensiero la dove affermi “non penso che sia un’utopia, perchè se la si sa vedere e soprattutto vivere, è una cosa meravigliosa”.

    Così come credo sia sbagliato porre la felicità negli obiettivi, quindi anche nei sogni da raggiungere, ossia credo che l’errore che la gente commette è quello di attribuire troppi significati agli obbiettivi da raggiungere, sperando e credendo che in loro si trovi il raggiungimento della fantomatica felicità, caricandoli di significati forvianti.
    I più fortunati, o i più saggi, capiscono che quello che più si avvicina all’idea che noi abbiamo della felicità, la si vive pienamente, totalmente ed unicamente nel percorrere la strada quotidina per raggiungere l’obiettivo, o il raggiungimento del sogno, e quella cosa che noi chiamiamo in modo assolutamente improprio felicità si tratta in realtà di una semplice e raggiungibile (con pochissimo sforzo) serenità.
    A rirpova delle mie parole e del mio punto di vista c’è anche il fatto assolutamente tangibile che la felicità, in primis non esiste, e sicuramente non si trova mai negli obiettivi, la prova sta proprio nel fatto che quando viene raggiunto un obiettivo, ossia quando si realizza il sogno, tutti ne rimaniamo generalmente delusi, e non felici, proprio perchè il sogno è finito e ci mette immediatamente nella condizione di doverne subito iniziare un’altro, per non essere a rischio dell’infelicità che al contrario della felicità esiste eccome.
    Quindi è auspicabile più serenità per tutti e il più lungo possibile. ciaooo neh! grazie per l’ospitalità.
    Alanford50

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  51. balibar

    Caro arthur,
    navigo da un po’ fra le tue pagine e fra quelle di chi ti è amico, ma mi mancava l’occasione di venirti a trovare direttamente qui, a casa tua. Ora che Alanford rinverdisce il tuo post, ce l’ho.
    E’ qualche giorno che leggo, ed una quasivita che rifletto, sui concetti di felicità/serenità, sofferenza e dolore.
    A dire il vero io mi trovo piuttosto a mio agio con il pensiero orientale, e trovo molto bello il commento che Nunzy Conti nel suo blog (spero non si dispiaccia se la cito ma non so linkarla) fa al post di Alanford :
    “La felicità è l’attimo in cui l’istante si ferma per concepire l’”Assoluto” divino che viene a noi ”
    :::Poi si perde….ma rimane la sensazione di averla sfiorata ..e per il resto dell’esistenza si continua a cercarla…
    “La Serenità è quella condizione privilegiata che si rivela a chi percepisce l’essenza e il Quid della propria esistenza e smette l’abito della ricerca della felicità per indossare quello più comodo del vivere appieno il proprio tempo,spazio e luogo…. ”
    In mezzo a queste due posizioni c’è il Sogno .
    Perciò mi limito a parlare di serenità, che già mi sembra molto.
    Se noi apparteniamo ad un universo comune, la serenità è misura dello stato di armonia che noi abbiamo all’interno dello stesso, cioè con noi stessi, nel rapporto con gli altri, con le cose, con gli accadimenti che appartengono al quotidiano.
    Intendiamoci, non sto cercando di propinare nessuna pappina new age.
    Cerco di dare un nome a quello stato che ogni tanto capita e che, senza menzogna, ci fa dire “ma sai che sto bene”.
    Appunto “capita”. Leggo e ascolto tante volte di persone che invitano a fare appello alla volontà, alla capacità di lotta. La maggior parte di questi pensa che con il raziocinio, con la risposta ai mille perché, con la spiegazione scientifica (..scoperto il gene della serenità..) possono replicare questo stato.
    Siamo realmente così onnipotenti da poter controllare e giustificare tutto? Io decido come devono andare le cose.
    Quindi, e qui diventa difficile per me spiegare cosa intendo, dovremmo fare una vita da ebeti gaudenti che tanto siamo solo vittime di un destino “divino”. No, non è questo che dico, ma già imparare ad abbandonarsi alla vita, agli insegnamenti che ci propone, senza voler forzare gli accadimenti è un grosso lavoro che potremmo fare, ed una grande fatica anche.
    Serve a prendere coscienza di sé, del nostro posto nel “tutto”, di capire meglio, lungo il cammino che facciamo, ciò che per noi è buono o malo. Un altro modo per dire: ma prendiamoci il bicchiere mezzo pieno,dai.
    I termini Universo e Armonia hanno qualcosa a che fare, per me con il concetto di Amore.
    E quelli di felicità e serenità con quello di amore soddisfatto. Che però possiamo solo renderci disponibili, realmente, a dare o a ricevere.
    Sempre aperto al dubbio. Balibar

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  52. Mio caro Alanford, mi sembra che tu abbia una visione pessimista della vita, soprattutto affermando che la felicità non esiste.

    Pur essendo d’accordo con te nella definizione più “normale” di serenità, continuo a ritenere che alle volte le felicità sta nelle cose semplici, ecco perché ho scritto che “non penso che sia un’utopia, perchè se la si sa vedere e soprattutto vivere, è una cosa meravigliosa”.

    Saperla vedere significa che innanzitutto la riconosco come sentimento da vivere, cioè non nego l’esistenza, cosa che invece mi pare tu faccia.

    E poi… perché mettere la felicità tra gli obiettivi? Non credo che sia possibile porsi l’obiettivo di essere felice, e chi lo fa probabilmente non sa che la felicità è una cosa che arriva da sola e magari nel momento che meno ci si aspetta. Ma non è neanche un sogno, secondo me, anche se può far parte dei sogni (quando si realizzano… )

    Cos’è allora? Non saprei veramente, è forse uno stato dell’anima, difficile da quantificare, magari solo un momento di estasi, che ci fa vivere in un’altra dimensione, e comunque, è un sentimento che esiste, basta soltanto, come ho già detto, saperlo vedere e soprattutto vivere.

    La serenità per me è tutta un’altra cosa, io sono sereno perché ho raggiunto degli obiettivi, perché mi sento realizzato, perché sto bene con me stesso… ecco, potrebbero essere questi esempi di serenità, ma che non sono assolutamente da confondere con la felicità.

    Sull’auspicarsi tanta serenità e il più a lungo possibile, ci faccio come si suol dire la firma.

    Grazie per questa opportunità di confronto che mi dai!

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  53. Benvenuto Balibar, è molto interessante il tuo intervento e purtroppo in questo momento non posso risponderti come vorrei.
    Prometto che ci torno e grazie della visita.

    *** a dopo! ***

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  54. Dopo un lungo periodo di assenza da qui e in cui molte cose sono cambiate nella mia vita, giravo tra i blog alla ricerca di risposte… alle domande solite e storiche… forse più che risposte cercavo un confronto sull’amore, sulla felicità… ed ecco qui… qui le parole che cercavo… sulla felicità… che io rincorro ma che dista sempre da me, abbastanza, quel tanto che basta per non lasciarsi afferrare. non ho slancio o forse ne ho troppo? o forse… beh… mi viene in mente quella storia di Achille pie’ veloce e la tartaruga…

    ciao Arthur, è da molto che non ci si sente (ma per fortuna FINALMENTE ho una connessione ad internet come si deve… almeno ancora un altro po’…), non ho resistito alla tentazione di leggere te e Diemme… e ritrovarVi più veri che mai…
    Un abbraccio

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  55. Osolemia… che emozione risentirti!

    Cercare risposte è forse più difficile che darle, perché ogni storia è un’isola a parte.
    Se la rincorri, prima o poi la felicità si fa acchiappare, bisogna soltanto aver pazienza e soprattutto costanza, come la storia del film che ho citato insegna.

    Beh, adesso che hai la connessione a internet, spero di sentirti più spesso, anche perché ci hai fatto state fin troppo tempo senza il nostro “Raggio di Sole”… 😉

    Ti abbraccio!

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  56. Cara Raggio di Sole, avevo visto che eri tornata, e aspettavo con ansia un tuo cenno.

    Ci sei mancata tanto sai? Tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto!

    (E manco ad Arthur dico ‘ste cose, ma d’altra parte, core de mamma…)

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  57. Girovagando

    Quando siamo felici noi siamo sempre buoni, ma quando siamo buoni non sempre siamo felici.

    Oscar Wilde – Il ritratto di Dorian Gray

    Se vuoi una vita felice, devi dedicarla a un obiettivo, non a delle persone o a delle cose.
    Albert Einstein

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