Sole, mare, mare, sole… parole che mi rimbombano in testa, perché questo weekend di metà luglio si prospetta davvero interessante… come quella volta a Lido di Camaiore, stazione balneare all’avanguardia, con oltre quattro chilometri di spiaggia dalla sabbia finissima, quando Marco, originario della Valcamonica, di professione rappresentante di piccoli elettrodomestici d’asporto, sceso dalla sua FORD Mustang CABRIO V8 GT PREMIUM del ’67, per un totale di 2800 cavalli, per prima cosa, tira fuori dalla tasca dei pantaloni il pettinino nero, incomincia a rifarsi la “piega”, specchiandosi con disinvoltura nella vetrina di lato i suoi bei capelli biondi sfrangiati, e passandosi poi il dito sulle labbra, un’aggiustatina alle sopracciglia gli era sembrata una cosa sacrosanta e giusta, non senza, dopo, aver sistemato i “gioielli” che, per sua sventura, si erano improvvisamente appisolati tra una piega e l’altra dei suoi bellissimi pantaloni bianchi, modello stile impero taglio jeans con pens, ampi, trattenuti in vita dalla coulisse, che mettevano in bella mostra una maglia stretta sul torace, color porpora con righe gialle e blu, regalo a lui tanto caro della sua nonna Giuseppina, che diceva sempre: “Marco, Marco, mi raccomando, fai il bravo… “
Passato il tempo dell’aggiustaggio, si guardò intorno e presa una sigaretta dal taschino della sua morbida e soffice giacca in cardigan color biscotto, l’accese e con passo felpato s’incamminò lungo il litorale, dandosi nel frattempo un’aria disinvolta e truce.
Arrivato al negozio dell’angolo, buttò la sigaretta per terra, non senza averla, dopo, spenta con le sue meravigliose scarpe bianche, in tela originale canvas, con morbida suola in gomma, afferra la maniglia della porta, l’apre e, sporgendosi per metà dentro: “Posso? C’è spazio per un povero viandante in cerca di fresche, chiare, dolci e voluttuose parole?”
La signorina che stava rassettando le scatole di scarpe sugli scaffali, si gira, lo guarda (non senza aver fatto prima un bel sospiro…) e…. : Oh, Marco, che ci fai da queste parti?” Lui finalmente si decide ad entrare e camminando un po’ come se fosse sui carboni ardenti, fa un guizzo con la voce e le risponde: “Ehiiii… slapp, slpappss… babbebbibobb… sai com’è, avevo un paio di cosetta da fare e così, visto che c’ero…”
Senza aspettare risposta, si siede sulla poltrona che c’è nell’angolo, la Chester anni ‘40, di seduta morbida, un molleggio ottenuto con molle biconiche in acciaio, posizionate a mano in una struttura portante in faggio stagionato, poggiando le braccia sul plissé dei braccioli che chiudono degnamente la ricca lavorazione a capitonnée del manto, anch’essa interamente fatta a mano,
Secondo voi, cosa farà d’ora in poi il nostro Marco?
aspetterà (per ora solo spera) che il sorriso di circostanza lasci spazio a uno più morbido e anche se non sa quanto ci vorrà, non mollerà la posizione guadagnata, sa quello che vuole e forse conosce pure il modo per ottenerlo.
Ma questo a noi, non è dato di saperlo.
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Comprerà un paio di zatteroni anni ’80 rigorosamente made in Taiwan, sceglierà in pendant un borsello anni ’70 in lucertola delle Antille, quindi risponderà allo squillo (con suoneria “Mi chiamo Virgola…”) del suo i-phone ultimo modello, accessoriato di tutti i sw per video-chiamate hard e, finamente, prendendo a braccetto il suo amore, petto villoso stile Tarzan, occhiali a farfalla stile Holliwood anni ’50 in una variante Mughini-Wertmuller, abbronzatura alla birra Marocco Ruggente, si allontanerà dicendogli: – Andiamo pure, Salvatore, Salvatore che mi pace a tutte l’ore, come ti dicevo, la mia collezione di farfalle vanta esemplari rarissimi…
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Marco rimarrà a fissare la signorina sperando che lo prenda trascinata dalla passione. Cosa che la signorina effettivamente farà facendo passare al nostro eroe una notte a tasso erotico così elevato da ricordarsela tutta la vita. All’improvviso avverte un forte dolore al collo, apre gli occhi, si guarda in giro. E’ tutto buio e si ritrova seduto su quella poltrona sulla quale si era addormentato ore prima e che gli ha provocato un bel torcicollo. Si guarda e sul petto ha attaccato un post it con scritto “‘Abbello! ho provato a svegliarti ma dormivi come un ghiro. Sono fuori col mio uomo, spero che quando torno tu sia già sloggiato. E un consiglio: evita i pantaloni bianchi che non te li puoi più permettere”
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Marco si sistema nella poltrona, non trova pace. Guarda il corpo della signorina e aspetta che lei finisca di sistemare le scatole. Quando lei si volta lui la fissa dritto negli occhi, quegli occhi che conosce tanto bene.
– Devo parlarti.
– Ancora, Marco…. ci siamo lasciati perchè tra di noi le cose non funzionavano…. quante volte te lo devo ripetere?!
– No, non è questo. Per lo meno, non più.
– ………
– Mi sono innamorato. Di un’altra. Finalmente.
– Ah sì? E chi è questa adesso?!
– E’ una donna meravigliosa. L’ho conosciuta sul web, e mi ha attirato nella sua rete. Ha un blog su WordPress.
– ……….
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@ Sancla, Rosamaria, Dawnofcthulhu, Liviana: davvero brave, anzi, direi bravissime, ognuna a modo suo ci ha visto qualcosa, ( Sancla pensa che lui visto che ormai c’è, non molla la presa, Rosamaria lo immagina come un personaggio, diciamo così, high tech 😆 , più o meno, ma con le idee chiare e una collezione di farfalle doc, Dawnofcthulhu va sull’erotico, ma poi si scopre che il nostro eroe è un po’ gnucco, Liviana invece lo vede coinvolto in una storia intrigante, addirittura con una blogger su piattaforma WordPress…), ma se mi date, ognuna, qualche altro piccolo particolare, continuo con voi la nostra storia, che dite? 😉
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‘giorno!
Un particolare, Arthur? Mi sa che adesso ti tocca riunire tutte le storie per farne UNA sola. Mica facile! 😆
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– Ci sei già andato a letto?
– No, e per l’esattezza ancora non l’ho incontrata di persona. Lo farò domani, quindi voglio farle un regalo. Un paio di sandali con il tacco alto, iperfemminili. Perchè lei lo è. Perchè lei è tante cose. Tutte quelle cose che avresti potuto essere anche tu, e che hai rifiutato.
– Non ti sembra di esagerare adesso? Sei venuto qui, vestito e improfumato, a sbandierare il tuo amorazzo con la donna fantasma?! E io chi sono?
– Una commessa. E quindi fai il lavoro per cui sei pagata.
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@ continuo da Liviana…: Beh, pensandoci bene, in effetti, aveva forse esagerato, l’aveva chiamata commessa e poi con quel tono, giusto per farla sentire inferiore, anche se sapeva benissimo che lei era una donna in gamba e che come commessa portava avanti tutto il negozio da sola, senza l’aiuto di nessuno.
E poi era arrabbiato con lei, per quel suo esagerato bisogno di mettere sempre i puntini sulle i, qualsiasi cosa si dicesse, e anche per il fatto che non riusciva a lasciarsi andare del tutto, come se volesse sempre tenere tutto sotto controllo… che palle!!!
“Come sei carino oggi… e poi, guarda che come commessa non sono per niente malaccio, anzi, se non ci fossi io, questo negozio andrebbe in malora… con un cliente come te poi, sarebbe veramente il tracollo completo”.
Mentre lo diceva, mi guardava fisso negli occhi, come se volesse sfidarmi e la cosa mi intrigava, vedevo il suo petto andare su e giù velocemente, per come era arrabbiata e vedere quel movimento mi faceva sentire un certo friccichio dentro… uhmmm… porcaccia la miseria… incominciavo ad eccitarmi… forse era meglio andare a fare un giro… ma no, volevo farla arrabbiare del tutto, magari così poi ci sarebbe stata la scusa per fare pace… 😉 … forse…
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Lei, la signorina del negozio di scarpe, con quelle zeppe alte e bianche, le sue lunghe gambe ambrate e le sue sottili caviglie, la minigonna trasparente che lascia intravvedere il perizoma di pizzo. Lei la signorina del negozio di scarpe che continua a riassettare le scatole facendo amminare a Marco il suo lato posteriore. Lei, che continua il suo lavoro, non curandosi di Marco.
Silvia, dice Marco. E Silvia, sembra non sentirlo, impegnata a salire su una scala tremolante, con le sue alte zeppe bianche.
Silvia, insiste Marco, gli anni per il tuo fondo schiena sembrano non passare mai, e poi non abbandoni mai il tuo perizoma! E Silvia, dall’alto della scala tremolante, si gira verso Marco, e gli sorride. Marco non riesce a non rissare il top bianco, molto scollato che lascia intravvedere il tuo florido e abbondante seno.
Silvia, con in mano una scatola di scarpe, numero 43 bianche, scende dalla scala con il suo fascino, femminile e prorompente, e passa la scatola a Marco.
Provale, dice Silvia. Oggi lo so che è il tuo compleanno.
Si china, verso Marco. Con la mano gli accarerra dolcemente il viso, e gli dice: se non fossi quello che sei forse…
Silvia si rialza, si asciusa con un fazzoletto bianco ricamato in rosa con ricamata una S le lacrime dal viso.
Marco si prova le scarpe e sorridendo dice: Slivia, se fossi quello che sono forse non ti starei facendo soffrire da anni.
Le scarpe sono perfette, dice Marco. Sprofondato nella comoda poltrona, ammirando la bellezza di Silvia, Marco tira fuori un libretto degli assegni, firma e dice a Silvia: metti la cifra.
E lei, con un sorriso disperato dice: Le scarpe sono il mio regalo di compleanno e Silvia non è in vendita. E si ritira nel retrobottega.
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Un Verdone-Tony Manero che diventa Richard Gere?
Una voce narrante che sparisce e lascia il posto alla prima persona?
Voto Stella.
Ma sono curioso di vedere come continua.
Fatece sognà! Siete grandi
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Con l’aria indiferrente la signorina seduce il nostro eroe…
Peccato che era solo un sogno!!!!
Baci baci
Giovanna
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@ continuo da Rosamaria: era stato come una specie di guizzo, Marco improvvisamente aveva pensato tutte quelle cose, o forse era meglio dire che aveva sognato ad occhi aperti.
Si guardò intorno, ma non vide nessun paio di zatteroni anni ’80 made in Taiwan e rifinite a mano a Castrovillari dell’Isonzo, angolo Centocelle della Moldavia, e mentre pensava, improvvisamente si accorse di avere due occhi che lo fissavano con un non so che di interrogativo, come quella volta che si era trovato a Bugnasco Calabro, nel bel mezzo di una festa paesana, sai di quelle dove ci sono le processioni, la Vara con i Santuzzi devoti, e la gente che piange e si dispera, ma solo quelli che aspettano di vincere il concorso comunale per titoli ed esami per la copertura a tempo determinato e pieno di n. 10 posti di segretario alle manifestazioni pubbliche con delega a termine e forse neanche quella e con scadenza il 30 settembre 2009… e poi c’era la banda con le Majorette, tipica ragazza che pratica con disinvoltura una disciplina di spettacolo, che devono avere minimo 12 elementi (dai 6 ai 30 anni) e sfilano sempre insieme alla propria banda musicale o a più bande, che ballano con incedere elegante… e mentre guardava tutte ‘ste belle cose, si accorse che… “Svegliati marco, a cosa pensavi? “ Silvia gli stava urlando nelle orecchie e allora lui, facendo finta di nulla… “ ma cosa vai a pensare? Mi ero soltanto un attimino, come dire, estraniato e se vuoi saperla tutta, stavo pensando a te, di portarti a cena fuori in quel bel ristorante che a te piace tanto, sito nell’Aurelia settentrionale, con i tavolini in ebano della Groellandia, con fiamme rosse e gialle di Frassino della foresta nera, sedie Luigi XVI, con sedile imbottito con piume d’oca, (la parte più morbida che poi è sotto il collo) e rivestite con stoffa damascata, tendente al porpora, a seconda se si guarda di sera o di giorno… eh, cosa credevi…”
“Beh… come sei carino… se vuoi mi metto quel vestitino che a te piace tanto… “
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@continuo da Dawnofcthulhu: “uehi… abbello a chi?” ‘Mazza quanto mi fanno incastonare certe persone… “ E poi, cos’hai da dire sui miei pantaloni bianchi? Sono di lino e solo a pensare quanto dispendio di energie ci sono volute per confezionarli, solo per questo dovresti avere un po’ più di rispetto, per me medesimo e per quello che indosso… “
Oopsss… e già a che sta parlando visto che lì non c’era più nessuno? Evvabbene, come non detto, si alza in piedi, si stiracchia un pochetto così giusto per gradire, si avvia verso la sua splendida FORD Mustang CABRIO V8 GT PREMIUM del ’67, per un totale di 2800 cavalli, apre la portiera, si siede e, girandosi… “Abbella, ‘un sai cosa te sei persa, qui ci sta un ettolitro e forse di più, di categoria er mejo, se solo avevi un po’ di ravvedimento, mi avresti aspettato, ma sai com’è, con certe sballone non ci è niente da fare…”
Gira la chiave sul cruscotto, ingrana la marcia e parte a tutto gas, dove? Ancora non si sa…
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Fece un giro completo sulla poltrona poi puntò i piedi a terra e fisso dritto negli occhi la ragazza; dopo pochi istanti lei distolse lo sguardo e continuò a riporre le scatole sugli scaffali. Marco passo quei minuti a fissare ogni suo piccolo movimento per imprimerselo bene nella mente; appena la ragazza ebbe finito si girò verso Marco e disse “Ma Marco ancora qui sei?? ma non hai altro di meglio da fare??” ; Marco continuava a fissarla ammutolito, quel suo silenzio gli serviva per trovare quel coraggio che in altre occasione non le sarebbe di certo mancato. Lei si recò nel retrobottega per prendere le ultime scatole e Marco in quell’istante prese l’ultimo granello di coraggio che gli mancava e con un rapido scatto si alzò dalla poltrona con due passi allungati raggiunse la ragazza e la fermò per un braccio lei disse ” Marco ma cosa ti prende?” lui con voce tremante e fioca biascicò ” c’è che mi sono innamorato di te…” alchè lei rise e lui si fece più serio in volto ” non sto scherzando” disse con voce ferma, ma la ragazza prontamente rispose ” ma non prendermi in giro lo so quello che fai di solito con le altre ragazze… e pensi che ora io dovrei crederti? chi e cosa te lo fa pensare???” Marco in quel momento si sentiva ferito nel profondo amava perdutamente quella ragazza ma il suo trascorso non lo aiutava e lei non voleva credere alle sue parole….
come poteva Marco dimostrare a quella donna che l’amava seriamente?!?
….
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@ continuo da Pensierieperline: Beh, forse un modo c’era, fare una cosa che non aveva mai fatto in vita sua e cioè farle una bellissima sorpresa, regalandole un bel viaggio a Parigi, la città degli innamorati, con passeggiate romantiche lungo la Senna e cene a lume di candela nei bistrot alla moda, sussurrandole parole d’amore al suono di una fisarmonica.
Oppure, poteva vestirsi da clown e catapultarsi letteralmente a casa sua una sera, con regali, trombettine e palloncini, improvvisare uno spettacolino e quando lei sarà stata piegata in due dalle risate, prenderla per la vita, avvicinandola a se, per dirle che l’aveva fatto solo per amore.
Oppure… mannaggia… insomma, come poteva farle capire che l’amava?
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Forse uno sbrillocco di 10 carati potrebbe servire all’uopo 🙂
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Forse… ma solo se in cofanetto di platino, a forma di cuore, letteralmente coperto da minuscoli lapislazzuli e, al centro, le loro iniziali (in Shilley Allegro Script) in brillanti da 0,15 (non di più – sarebbe volgare!) 😆
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Devo dire che l’esperimento è riuscito, è venuto fuori un Marco a tratti un po’ maschilista, forse anche un po’ romantico e innamorato perso, senz’altro un po’ burino che di più non si può, insomma, ognuna di voi (e sì, gli uomini si sono astenuti dal continuare la storia… vuoi mettere che c’hanno meno fantasia? 😆 )) lo ha dipinto in base alla sua sensibilità e devo dire che siete state tutte bravissime.
Quindi, in ordine d’apparizione, grazie a Sancla, a Rosamaria, a Daw, a Liviana, a Stellina, a Balibar (ma solo per la comparsa…), a Giovanna e a Pensierieperline.
Appena ho un attimo di tempo, seguendo il consiglio di Rosamaria, metto tutto insieme e la faccio diventare una storia unica.
Buona serata a tutti! 😉
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Invece l’idea di Verdone-Tony Manero che diventa Richard Gere mi sembra proprio buona.
Se poi vogliamo un lieto fine per educande, potremmo metterci una cosa alla My Fair Lady; così il nostro protagonista, magari dopo essersi iscritto ad uno di quei corsi che insegnano le buone maniere ai parvenu, potrebbe diventare un perfetto gentiluomo da sposare (Raoul Bova andrebbe bene?).
Ma siamo certi che poi non troverà volgare la commessa dall’abbigliamento troppo provocante? 🙂
Ehi, ragazzi, qui c’è materiale per una telenovela in duencento puntate! Che ne dite, ce la rivendiamo a Rete Quattro?
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Bravo Arthur, un bel gioco, veri esercizi di stile.
Se un giorno ti andrà di ripeterlo m’impegnerò, non sono tanto bravo, ma ci provo. Sicuro. 🙂
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mmmmmm se fossi la commessa?
spererei che per far colpo il caro Marco decida di rifarsi l’intera scarpiera acquistando tutte le scarpe numero 43
senza dire che non è il suo numero, ma solo perchè ne sono rimaste molte
un pò alla pretty woman dai, immaginiamolo così questo Marco, uno con tante carte di credito
senza sottovalutare un sorriso fascinoso e acchiappante
e vissero felici e contenti?
uno spera sempre di si
io…almeno….
😀 buona serata carissimo
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@ Rosamaria: direi che hai ragione, l’idea di Balibar di Verdone-Tony Manero- Richard Gere è proprio fantastica… mi metto subito all’opera per buttare giù un canovaccio per la telenovela… ma dobbiamo nel caso passare dal direttore del TG di Rete 4? 😉 Mannagg…
@ Balibar: grazie, ma credo che anche a te non manchi nulla, visto che scrivi bene, quindi, dai non fare il pigrone… 😆
@Irish: n 43? Beh, Marco è un macione e quindi ci sta che ha un piede così lungo e comunque… vissero felici e contenti, sempre e comunque… concordo in pieno. 😉
Buona giornata a tutti!
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No, arthur, Fede mai e poi mai! E sono certa d’interpretare il pensiero di tutta la community. Inoltre, mi sembra di aver letto che il nostro buon Emilio usi richiedere i book da passare a papi, che a sua volta, se ne vale la pena, raccomanda le “ragazze” alla RAI. Non non abbiamo book, siamo squisitamente virtuali, perciò niente Fede, niente papi, solo noi
Su, fatemi i complimenti, ho trovato persino il video alla Tony Manero!
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La prima volta che l’aveva visto non le era sembrato niente di speciale, anzi sì, così speciale da pensare: “ma guarda tu che stronzo!”
Stava attaccato a una tipa appariscente, troppo appariscente persino per lui che così, rischiava di scomparire. E non era tipo da voler correre quel rischio lui.
L’aveva poi rivisto altre volte, tra loro si era innescata quella strana regola fisica per cui “gli opposti si attraggono”, ma poi anche le calamite se avvicinate dal verso sbagliato, si respingono.
Lo rivedeva ora a distanza di tempo, sempre bellissimo, non siamo ipocriti, ma era cambiato qualcosa in lei.
Non era più il suo cavaliere senza macchia e senza paura, era diventato così simile a molti altri da non sapersi più distinguere tra la folla.
Smarrito l’alone di magia, non restava che un bell’involucro, proprio come una delle tante belle scatole di scarpe che stava cercando di sistemare negli scaffali.
“Prima o poi tutto trova una giusta collocazione – pensava ora – e anche se molto giovane a quei tempi, evidentemente puntavo già alla qualità, ignorando fieramente il surrogato di qualcosa di bello, che bello era stato solo nella mia testa”.
Le scatole erano tutte a posto ora ed anche lui, mollemente adagiato sulla poltrona, continuava ad apparirle come uno stivaletto texano in mezzo alle stringate di cuoio.
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E già, che poi gli stivali texani in genere sono di pitone colorato, con la punta all’insù e il tacco inclinato, con un rinforzo in metallo nella suola, in modo da impedire la rottura delle due parti dello stivale, per cui paragonarlo a Marco forse era troppo, come dire, affrettato, e magari qualcuno sentendolo pensa che lui sia un tipo strano, di quelli che mangiano gli hamburger con peperoni maturi arrostiti su fuoco a legna nei parchi delle Ande Settentrionali, che mastica cevingum, (altrimenti detta gomma americana, che sembra l’usassero i Maya, i quali masticavano abitualmente palline di gomma. Chicle è infatti il nome nahuatl della pianta dalla quale si estrae…) e va in giro con cappelli a larghe falde con la piuma d’oca messa di sbiego… il fatto è che mi ero stufata, ma ad essere sincera, mi era successo già quattro o cinque anni fa, quando tornando da un viaggio che avevo fatto per vedere il Kilimangiaro, che si trova in Tanzania, che con i suoi 5895 metri è la montagna più alta del continente africano e uno dei vulcani più alti del mondo, mi ero detta: prima o poi tutto torna al posto giusto, le scatole con le scatole, le scarpe dentro le scatole e le stringhe di cuoio sulle scarpe che stanno dentro le scatole… 😆 😆 😆 …
Evvabè, perdonami Elle, non ho resistito al richiamo dello stivale… 😆
Bella anche la tua storia, direi quasi intrigante, che però non lascia intravedere troppe speranze per Marco…
@ Rosamaria: bellissimo il video… 😆 ma sei sicura che è Tony Manero?
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Ma va benissimo continuata così, in perfetto stile “disorientamenti letterari” 🙂
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Dai, arthur, ammettilo! Il video è di una raffineria che solo Tony Manero e Marco sanno apprezzare appieno; non hai notato le mise e sopratutto gli stivali delle ragazze?
Beh, ispirati per bene e cerca di carpire i pensieri del “nostro” sull’abbigliamento che la commessa indossa nei sogni che lo sorprendono, improvvisi, ovattati e rigorosamente pomeridiani, sulla poltrona dai braccioli plissettati.
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Marco si stufa di aspettare e allora si alza e esce del negozio. Fuori c’è una bellissima giornata, il sole ormai alto, da un senso di benessere. Lontano s’intravedono le barche che veleggiano sul mare e alcuni ragazzi in bicicletta sfrecciano cantando.
Marco decide di ritornare dentro, si risiede sulla poltrona Chester, accavalla le gambe e rivolgendosi alla ragazza le dice: “se hai voglia, dopo possiamo andare al mare a fare qualche tuffo e verso sera, ti porto da Ciccirillo a mare a mangiare la catalana, che so che ti piace tanto, che dici?”
Lei lo guarda, gli si avvicina e, chinandosi su di lui gli sussurra con voce suadente: “e dopo tutte quelle belle cose, due coccoline vogliamo farcele?”
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un super bacio…passa a trovarmi! a presto….
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Marco è ormai sprofondato nella chester, le braccia abbandonate ai lati con le mani penzolanti all’esterno, la testa stretta fra le spalle.
“Allora? Questa uscita?” le dice deciso.
“Pensi che saresti in grado?” risponde lei
“In grado? Io? E de ché?” un angolo della sua bocca si alza a mo’ di sfida
“Di reggere il confronto. Con me, dico”
Marco si tira su a sedere. L’aria quella sicura di sempre, provata mille volte davanti a qualsiasi superficie gli rimandasse la sua immagine.
“Oi, non fare la furbetta. Che a te piacerbbe non poco venire un po’ a spasso con me.” Gli sono sempre piaciute quelle toste. Tanto dure prima e tanto tenere dopo.
“Che ore sono?” domanda lei con aria distaccata.
“Sarebbe un’ora buona per andarcene da qui” replica Marco.
La commessa si appoggia con una mano al banco e, rimanendo in equilibrio su un solo piede, piega l’altra gamba all’indietro, tanto da poter slacciare la fibbietta del sandalino bianco posizionata alla caviglia.
“Ok” dice “dammi il tempo di cambiarmi”.
Togliere l’altro sandalo è più agevole e se ne va scalza verso il retro, sfiorando con le punte la moquette amaranto.
Marco osserva i suoi fianchi che oscillano mentre cammina e pensa “Ma vedi tu che curve”. Largo gente, c’è posto per un solo dio stasera e quello sono io.
La commessa tarda a tornare e Marco si alza decisamente in piedi, fa avanti e indietro sulla moquette amaranto sfregandosi le mani e sbirciando il passeggio fuori dal negozio ormai chiuso.
Saluta anche un paio di ragazze sconosciute che guardano le scarpe esposte in vetrina.
C’è euforia, eccitazione nei suoi occhi.
“Io sono pronta” sente dire alle sue spalle.
Marco si volta e la mascella gli cade giù.
Ai suoi occhi si presenta un caschetto di capelli morbidi, tenuti a bada da un paio di occhiali da sole che, giuro, li avevo visti in quel negozio del centro e mammamia quant’erano fichi.
Un top con pailettes che fatica a trattenere un seno alto ed incosciente, riflessi malva.
Una mini intonata agli accessori che parte da un fondo schiena spregiudicato e giù lungo due gambe che a lui sembrano non finire mai, fino alla catenina che orna una caviglia, subito prima di due scarpe aperte tacco 12, sì dodici che lui queste cose mica le sbaglia.
“Marco” dice lei “ci sei? Andiamo? Sono curiosa di vedere dove mi porti. Oh, se non hai idee, so io dove portarti” lo invita lei ondeggiando la borsetta.
Marco trasecola e con lo sguardo che non sa più dove fissarsi cerca, cerca nei pantaloni, cerca le chiavi della sua mustang cabrio.
Buona serata, Marco.
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Bravo Balibar, eddai!!!
Un Marco soggiocato dalla bellezza e dalla sensualità della commessa, al punto da rimanere senza parole, anzi, det tutto imbambolato… 😉
E infatti, come avevi anticipato prima, un Verdone-Tony Manero che diventa Richard Gere alla maniera di Pretty Woman.
Evvai!
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Un augurio a tutti per un weekend pieno di “sole, mare, mare, sole”!! 🙂
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la fantasia non manca davvero qui. ho letto i commenti e le possibilità diventano infinite.
ma in verità, io mi sono innamorata subito.
di marco? penserete voi.
niente affatto.
di cosa allora?
beh… vediamo se tu, arthur lo intuisci 😉
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Mannagg… ma sì, ho capito Morena, ti sei innamorata subito della Chester anni ‘40, di seduta morbida, un molleggio ottenuto con molle biconiche in acciaio, posizionate a mano in una struttura portante in faggio stagionato, per poggiare poi le braccia sul plissé dei braccioli che chiudono degnamente la ricca lavorazione a capitonnée del manto, anch’essa interamente fatta a mano, e riposare così le tue stanche membra, dopo aver scritto un paio di capitoli del tuo nuovo libro e riflettere su come continuarlo… 😉
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Secondo me lui la guarderà dritto negli occhi e le dirà:
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vabbè, così non vale però… 😉
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liberamente intercettato:
La signorina, dall’alto della scala, piega la gamba per evidenziare lo spacco e dice:
“Un giovane sarebbe già arrivato in un secondo. Sai, cioè, sarebbe arrivato…I giovani hanno un sacco di pressioni…
“ Però se posso permettermi” dice Marco, “il guaio secondo me è di famiglia”
“Quale?” fa lei.
“Avere l’orgasmo”.
Lei scende dalle scale, prende la testa di lui, se la appoggia sul petto e dice:
“Sai da quanto tempo non faccio sesso da come ho fatto con te stanotte? Da molti mesi, da quando ho lasciato il mio uomo…E’ normale?”
“Mi posso permettere? Tu devi fare sesso da sola…Devi toccarti con una certa frequenza” replica Marco sollevando la testa .
Lei si scosta e torna a sistemare le scatole di scarpe. Ne confronta due e si accorge che una scatola contiene due scarpe destre.
“Come stai questa mattina?” le chiede Marco affondando sempre di più nella poltrona
“Bene”
“Tutto bene?”
“Si..tu?”
“Io si, ho lavorato tanto” dice Marco alzandosi, “questa mattina sono andato a inaugurare questa mostra, ho fatto un bellissimo discorso, con applauso e non sembravo stanco”.
“Eh infatti come me, io non ho sonno non ho dormito, è andata via solo la mia voce”
“Beh come mai? Non abbiamo gridato”
“Eh eppure non ho urlato, chissà perché è andata via la voce, sai perché? Perché ho fatto la doccia, 10 volte con l’acqua ghiacciata perché avevo caldo” dice sistemando l’ultima scatola.
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Bravo, pani, un’idea davvero geniale! Ti sei portato avanti col lavoro, visto che, in questo modo, per la telenovela possiamo già contare sull’audio. Un dubbio: i diritti d’autore, in casi del genere a chi vanno? Ai protagonisti, al giornale, alle forze dell’ordine…?
Ecco, mi sa che la drastica riduzione delle intercettazioni è dovuta proprio a problemi di copyright! 😆
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ma quelle della D’Addario non sono intercettazoni ma registrazioni, e c’è una bella differenza, nonostante Ghedini. Io ho intercettato…
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Hai ragione, non ci avevo pensato. Allora ha fatto tutto lei, mica l’avevo capito! Vatti a fidare, non c’è più religione… e pensare che papi le dava pure i consigli! Che ingratitudine!
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Comunque questo complica tutto; mi pare che le registrazioni in tribunale non siano valide.
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a me non interessa se queste registrazioni sono valide in tribunale. Mi preme che entrino un po’ nella testa delle persone, in quelle che credono nell’Unto dal Signore.
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E già, come dice Rosamaria. bravo Pan, nel proseguimento del racconto non avevo pensato alle intercettazioni, davvero un’idea geniale e anche un tantinino attuale 😆 … (al di là del fatto che ci sia gente che crede nell’unto del Signore, il problema è che purtroppo le notizie non arrivano a giusta destinazione e quindi… ), e con un pizzico di erotismo, che devo dire non guasta per niente.
Bene, vedo che ho fatto bene a chiamarti e soprattutto, che le vacanze ti son giovate… 😉
Se veramente dovessi mettere tutte le storie insieme, il quadro è veramente completo. Che dici Rosamaria?
@ Eppifemili: ci sta che lo fanno strano… 😆 ci sta!!!
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In effetti, col lodo AlfNANO, neanche in tribunale si risolverebbe niente. Quello che mi preoccupa è che, putroppo, chi crede ha già dato prova di essere cieco e sordo ad ogni grido d’allarme.
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Scusa, arhur, non avevo visto il tuo commento.
Si, è vero, pani ha reso la storia terribilmente attuale.
Per completare potremmo far cantare a Marco qualche canzone di Apicella 😆 , magari su una nave da crociera, visto che, come ha detto Irish, il nostro ha parecchie carte di credito.
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Come posso fare per uscire una sera con Marco? (scherzo!!!)
Baci Arthur, e buon week!
Giovanna
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se volete pure il piccolo aiuto di un’incenerita ma sempre più attendibile delle comunicazioni della protezione civile (sic!) fate un fischio, ché non so manco fischiare…
arcleto mio exconcitaddino, ieri notte, dopo avervi salutato, di picchetto al monte…messo fuoco, di notte, in pieno maestrale, in un luogo giustamente rimboschito a pini, i famosi cerini piantati a terra, in una zona di lecci secolari…dormo in piedi..almeno sono riusciti a spegnerlo! ti pareva! giusta scelta: notte fonda, maestrale, luogo esatto..dov’è la faccina dell’incazzera? che ho due paroline giuste giuste per l’inferno, senza ascensore!!!
buongiorno a tutti, api.
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@ api: leggevo stamane su Repubblica che gli incendi sono quasi tutti dolosi e nel mirino dei piromani ci sono gli allevatori. Sardegna come Sicilia, c’è forse omertà? ‘giorno apina e… anche se magari non lo sarà, buona giornata anche a te.
@ Giovanna: Marco credo debba passare dalle tue parti oggi, vuoi che gli dica di organizzare a “I Tre Merli” storica enoteca con cucina nel patrimonio dell’umanità per poi finire la serata con una notte da sogno nel
porticciolo di Camogli sempre alla locanda “I Tre Merli”?
Esprimi un desiderio e sarà fatto! 😆
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@pani e arthur
(chiedo scusa per l’o.t.) Ecco dov’è il nocciolo del problema:
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2009/jul/21/berlusconi-pillow-talk-italy
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dice bene il Guardian ma non credo che siano realistiche le informazioni che dà sulla frequentazione di internet in italia. Basta consultare Audiweb per capire che la crescita è esponenziale e i giovani trascorrono più tempo davanti al pc che non alla tv. Tuttavia, che l’informazione sia drogata è evidente.
Se devo continuare sull’O.T. dico che Marquez saprebbe fare un ottimo ritratto di questo uomo che non sa più come venirne fuori, che all’inizio nega, se la prende perfino con il suo avvocato e poi continua a cambiare strategia fino ad essere costretto ad ammettere di non essere un santo. Ma a me della sua santità frega poco. In privato può anche avere rapporti con gechi e lucertole ma non può continuare a mentire spudoratamente e credere che tutti gli italiani siano con lui.
E poi, per finire, se fossi una ministra del suo governo darei immediatamente le dimissioni, tanto per non far venire strani pensieri agli italiani i quali, lecitamente possono pensare che lei si trovi lì per altri meriti.
ARTHUR! Io resto in attesa di quella poesia/prosa, altrimenti continuo con l’off topic 🙂
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Dici bene Pan, l’arroganza è stata ormai istituzionalizzata, ma tanta gente non sa ancora come stanno le cose, complici anche i media che nascondono le notizie e quindi, il gioco è fatto.
Evvabè… direbbe l’Arthur…
Per quanto riguarda la tua “sfida”, forse ti saranno sfuggiti, ma io ho già scritto dei pezzi di prosa che non sono niente male, “Svegliarsi”, “Odor di Primavera” e ” Un Soffio”, (che è poi quello che io preferisco…), quindi se vai a leggerli poi magari mi fai sapere cosa ne pensi.
Per il resto, sono quasi in partenza per le vacanze (meno due settimane…) e se riesco a farmi venire l’ispirazione, ti accontenterò senz’altro e d’altra parte, come faccio a dire di no ad un compagno bloggeriano di vecchia data come te? 😆
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se mai ha un senso, sottoscrivo il vostro pre/scritto…considerato, rosmarina mia bella, che l’inglese non fà per me!
non toglie però che ci arrivo, eccome se ci arrivo! volente o nolente, più che mai volente.
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E allora, api, comincia ad aprirti un blog (vuoi mettere la soddisfazione di avere un avatar tutto tuo?).
Come dice pani, i giovani navigano molto volentieri; per questo hanno bisogno di notizie vere e a te la sincerità non difetta per niente.
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rosmarina mia cara, che bello zampettare quando non c’è il gufetto! non trovi?
ma mi ci vedi, a moi, blogger? solo la parola mi disorienta…ebbene si, non ho un buon senso di orientamento! ero convinta che il muschio crescesse solo verso nord, sui tronchi,,,ahia! i nostri alberi!
dopo che ho visto l’olivastro secolare del cortile ho perso la bussola…il muschio ce l’ha di fatto tutto intorno, vicino alle radici. mi spiegi tu perchè? me lo spieghi? è solo il mio albero o riguarda tutti quelli, sempre troppo pochi, rimasti sul pianeta?
non torna qualcosa, me lo dice l’intuito, femminile o maschile anche bisex che dir si voglia. anche a pois! lo so che i giovani navigano volentieri (uno dei tanti motivi che mi fà sparire, di tanto in tanto..) ma non credo di aver la costanza, la capacità, anche la voglia di fare una cosa che vedo complicata, col coso.
poi, radio-sa, la sincerità non difetta ma non sempre si coglie…continuo a fare la piccola scrivana vedetta tamburina sarda se e quando mi viene. che dici? cosa farà il siculo mancante se gli apriamo una stazioncina radio a casa sua? si arrabbierà? mah, è un uomo di grandi speranze ma alquanto bizzarro…con questa sua mania dei finesettimana in ammollo, sempre! abbraccio, cara, la cosa mi diverte ed il fuoco sembra fermo. due buone cose, vero?
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Mia cara api, ho l’impressione che il tuo albero beva troppo e che l’umidità crei l’ambiente adatto per il muschio.
Il blog non richiede costanza, perchè non sei obbligata a scrivere in maniera necessariamente periodica. Fattelo aprire da uno dei pargoli (se ci riusciamo noi, sta’ pur certa che non è una cosa complicata).
Arcleto è un gufetto pieno di fantasia, ma molro precisino; detto in un orecchio :;): se non ci diamo una regolata, mi sa che ci caccia, molto gentilmente, certo, ma a pedate. E poi tiene molto a che si segua la sua linea editoriale (non hai notato come, non appena ci allontaniamo dalla direttrice, cerca di farci tornare a bomba?)
Però credo che potrebbe aprire anche lui una pagina radio; questo non mi sembra andare contro la sua meticolosissima organizzazione.
Ecché voi fa’, api, gl’isolani mica so’ gente facile! 😆
A’ bientot mon amie, sono contenta che il vento si stia chetando.
Buona domenica!
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Rosamaria… apina… beh, devo dire che in mia assenza il mio blogghino è in buone mani e quindi, grazie… mi avete fatto venire un’idea che presto realizzerò, cosi apina potrà fare e dire tutto quello che vuole ( senza che ‘sto tipaccio siculo precisino abbia a dire qualcosa… 😆 … e come diceva la nostra Raggio di Sole, mannaggia di una mannaggissima… )
‘giorno! 😉
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anacleto, frena la tua ira, o achille! dissero così ad uno che chiedeva aiuto visto che affogava nel mentre che gli eruditi si squagliavano al sole di mezzanotte, tra fuoco in spiaggia ed accampamento invernale, considerando l’abbigliamento prettamente barbaricino, e le abbondanti libagioni in onore a dei poseidonici, e non d’alghe!
felice di sapere che sei felice, per la mia intrusione in cui ho trascinato rosmarina nostra, ma…parliamone, caro, parliamone in altra sede dei tuoi progetti, che l’ape, come sai, zampetta brava e pigra ovunque ci sia polline.
e le sta bene così! sorrisoooo, caro!
e non solo, te le cerchi pure! pour toi…
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Il Pelide Achille, figlio di Peleo, re di Ftia in Tessaglia, il pié veloce della mitologia greca, s’intrufolò dalla porticina secondaria del palazzo del re, non senza aver prima sgranocchiato una pannocchia di granturco che aveva rubato dal paniere che si trovava in cucina, senza che Genoeffa, (la cuoca cubana fatta venire dal padre dalle Isole Cicladi, che era cresciuta a Mykonos fino all’età di tre anni e poi lo zio d’America l’aveva portata a Paros, non senza essere passato prima da Ios e Milos, lasciando Santorini e Creta lontano dal loro tragitto… ), se ne fosse accorta.
Era un ragazzo di una bellezza che ai tempi era considerata splendida splendente, per le evanescenti miriadi di raggi luminosi che da sera a mattina senza alcun premeditato intendimento di sorta, emanava, donando forza e coraggio alle popolazioni che vivevano nelle immediate vicinanze del castello principesco che il re aveva voluto costruire, copiando di sana pianta il castello di Canterbury, che si trovava nella Scozia meridionale, girato l’angolo a destra, verso i paesi Scandinavi che poi se ci pensate avevano qualcosa in comune con le popolazioni Hawaiane della Groellandia settentrionale.
La sua ira, fu destinata a fare scalpore, soprattutto quando una sera, trovandosi senza una ragione ben precisa a dover fare i conti con un portafoglio ormai vuoto, si vide recapitare un conto salatissimo, per aver mangiato soltanto due porzioni di pane carasau, una porzione abbondante di suppa cuata, insieme ai malloreddus acompagnati dai culurgionis, perché a lui i ravioli dalla forma solitamente quadrata, rettangolare o tonda, preparati con la semola, ripieni di ricotta e bietole, o di formaggio, o di patate e zafferano che si preparano con ricchi ragù accompagnati dal pecorino grattugiato piacevano tanto, e poi, visto che aveva ancora fame, si era fatto una cofanata di porceddu’, tipico maialino cotto alla brace e servito su vassoi di legno o di sughero con foglie di mirto, e una pecora in cappotto, bollita con patate e cipolle.
Per finire i is pabassinas, ovvero gli amaretti, con l’aggiunta di uvetta passa e sapa, non senza quattro o cinque bicchieri di filu’ e ferru, che a lui piaceva tanto tanto.
Liberamente tratto da Wikiarthur…
Evvabè, torniamo a Marco… 😆
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o babbo, mi togli il fiato!!!
nel senso non lato del termine…giuro su me stessa che starò zitta e buona sulla versione gallurese dei termini e non logudorese-nuorese che mi si confà (!?) meglio!
esclamativi a iosa pure oggi, artur!
bravissimo folle bagnante finesettimanoso propenso ad affondi di battaglia navale ma soprattutto liberamente tratti da WIKIARTHUR, un pozzo di sottile fresca inventiva!
ti omaggio, gufetto!
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chi è Marco? rosmarina, aiuto!
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Ecco, api, manca solo il tuo contributo:
https://ilmondodiarthur.wordpress.com/2009/07/18/sole-mare-mare-sole/#comment-2367
Leggi tutto e produci.
Non vorrai lasciare anacleto solo soletto a barcamenarsi tra le varie versioni!
Buona settimana a tutti! 🙂
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non sia mai, cara! ho un problema però…periodo curiosamente poetastrico, questo! non sono in grado di giocare con voi, anche se mi piacerebbe molto.
c’è il rischio che spoetizzi oltremodo l’aria. e non va bene.
api
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Cara api, qualsiasi cosa, da queste parti, è ben accetta, se poi tu dovessi riuscire, (cosa di cui sono fermamente convinto…), a continuare la storia di Marco in poesia, sarebbe veramente il massimo… 😉
E comunque, riposa le tue stanche alette, apina nostra, vai alla ricerca di un po’ di nettare che dia forza e vigore al tuo pungiglioncino, e quando avrai superato il tuo periodo poetastrico, non prima di aver intonato il canto in un bel SOL diesis o alla peggio in un LA naturale, che carico di energia farà vibrare il tuo piccolo torace, troverai senz’altro pane per i tuoi denti… (pardon, come direbbe Elle…), per il tuo piccolissimo pungiglione… 😆
Evvabè, torniamo a Marco… 😆
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