“Ciao.”

“ Ciao.”

Non era la prima volta che la vedevo così com’era in quel momento, mi dava le spalle e con le mani raccolte dietro la schiena guardava fuori dalla finestra. Nella penombra riuscivo appena a scorgere il colore dei suoi vestiti e raggi di luce giocavano con i riflessi dei suoi riccioli neri, che quasi veniva voglia d’acchiapparli.

“Ciao.” mi risponde senza neanche girarsi, detto in un soffio, come se avesse qualcos’altro a cui pensare, ma che suonava come un richiamo dal profondo del cuore.

Mi fermo e la guardo. Mi piace guardarla mentre lei non mi vede, riesco a vederla oltre la sua immagine; con i miei occhi l’attraverso, l’accarezzo, cerco un appiglio per non lasciarla andare, per non perdere neanche per un attimo la sensazione di essere posseduto da quella meraviglia e pensieri si accavallano uno sopra l’altro, non cercano risposte, ma solo voglia di ritrovarsi ancora una volta desiderio che si perde in lucida follia.

Mi avvicino cercando di non fare troppo rumore, con il suo respiro che, passo dopo passo, mi sembra di avere incollato addosso, scosto i capelli, un lembo di pelle fa capolino da un raggio di luce che solitario era lì ad aspettare, sento l’odore della sua pelle che mi entra dentro ai polmoni, ancora immobile, china da un lato la testa e tra il sordo rumore di un intreccio di mani che si cercano, la sfioro con le labbra per dirle ancora…

“Ciao.”

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63 pensieri su ““Ciao.”

  1. follettabacibaci

    Ciao Arthur, sono riuscita a passare da te, e sono rimasta meravigliosamente impressionata dal tuo post, scopro un lato maschile veramente delicato. Però la mia curiosità è stata troppo forte, sono passata per Honest e il commento finale così bizzarramente caotico, è un’opera d’arte, credimi è folle, stupendamente folle. Stasera me ne resto a casuccia, ho deciso che voglio annoiarmi, niente pizza, niente amici, niente di niente, solo IO e ME.
    Lo sai che non posso passare dal pc aziendale, quindi se ho bisogno di te mi permetterò di trillarti con un mail. Intanto ti auguro di passare un bellissimo week, io starò sulla mia nuvola attaccata alle ali della rondine, se alzi gli occhi mi vedrai e VI manderò la buonanotte con tanti
    Baci baci 😉

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  2. balibar

    Sai, una delle cose che mi stupiscono in questo tuo bellissimo post, è che i ruoli possono essere invertiti.
    Potresti essere tu (o io) alla finestra e rispondere con quel “ciao” sussurrato, che, per me, ha il significato di esserci, nonostante tutto.
    Sentirsi osservati senza l’imbarazzo di esserlo.

    Catturare o sentirsi catturati, lievemente, con semplicità, proprio di chi suona la medesima melodia.

    Ma questa è una sensazione tutta personale.

    Come sempre apprezzo il connubio parole-foto.

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  3. Ciao…
    C’è tutto un mondo di sensazioni dentro questo saluto, che nelle e tra le righe di questo tuo scritto, diventa più di un semplice saluto.
    Ci sono occhi che vedono dentro ed oltre l’immagine, ci sono respiri che si confondono e si mescolano alle parole, quelle dette e persino quelle trattenute. Un intenso scambio di sensazioni che passa attraverso una comunicazione silenziosa, che si nutre di piccoli e semplici momenti, fotogrammi isolati, istantanee di fuggevoli emozioni, fermate nella giusta luce, con cura e precisione.
    L’immagine più bella che sei riuscito a ricreare forse è proprio quella dei silenzi, quegli intervalli tra un pensiero e l’altro, tra un cambio di visuale e l’arrivo di una nuova sensazione da fermare, spazi che comunque non restano vuoti, ma si riempiono di quella presenza, che è anche assenza muta, eppure così vicina, viva, tangibile.

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  4. Quello che invece colpisce me di questo brano (che secondo me è in assoluto il più intenso di quelli che ci hai offerto finora) sono la complicità, il senso di appartenenza e la voglia di appartenersi.

    Il chinare da un lato della testa da parte di lei ad accogliere quelle labbra che la sfiorano in un bacio, trasmettono una tale sintonia da pensare che stiano seguento un ritmo unicamente loro: forse il battito dei loro cuori?

    Sono momenti in cui le parole non servono.

    “Ciao…”

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  5. @ Eppi: senontifacciovenireibrividichecistoafare? 😆

    @ Folletta: benvenuta nel mio mondo… innanzitutto, grazie delle tue parole e poi, quel brano “stupendamente folle” come lo hai chiamato tu, fa parte dei miei DISORIENTAMENTI LETTERARI (il copyright del nome della categoria è di Elle…), e se vai a leggere “Inszomma, inszomma… “ ne hai un’altra dimostrazione. Il fatto è che ogni tanto mi “scappa” la tastiera, inszomma, va per i fatti suoi e… ho chiesto agli esperti della bella scrittura, ma credo di essere un caso disperato… 😆 😆 😆

    Torna quando vuoi, che sei sempre la benvenuta.

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  6. @ Diemme: dici che è il brano più intenso che ho scritto finora? Beh, riguardo a intensità, anche “Un soffio.” non è niente male, che dici?
    E poi, hai perfettamente ragione quando dici che la complicità, il senso di appartenenza, la voglia di appartenersi, siano gli elementi scatenanti perché quella testa possa chinarsi da un lato, senza nemmeno girarsi a guardare.
    Ma d’altra parte, quante volte abbiamo detto che un rapporto senza complicità non può esistere?
    E nella vita a due, spesso le parole non servono a nulla.

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  7. @ Aquilotta71: no, nessuna leggerezza intrisa di dolore, senz’altro una riconferma d’amore, la voglia di esserci sapendo di appartenere e di appartenersi, come dice Diemme.
    Questo senz’altro.

    @ Balibar: inizio dalla fine del tuo commento per dirti che il tuo apprezzamento al connubio parole/foto, mi rende felice, perché l’abbinamento, anche soltanto come metafora nella metafora, per me è molto importante.

    Per il resto… beh, che possa esserci un’inversione di ruoli è possibile, ciò che ho descritto è un momento che può appartenere a chiunque dia incondizionatamente la sua disponibilità all’altro, senza remore, senza paura di perderci, termine a me molto caro, ma che fondamentalmente significa che non si vive la competizione, donarsi anche soltanto per un momento, sapendo di volerlo fare, “suonando la stessa melodia” (bella come metafora… ).

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  8. @ Elle: come sempre, hai colto nel segno, perché quella comunicazione silenziosa è tutto.
    E sono proprio i silenzi che in certi momenti riescono a dire cose che le parole neanche se lo immaginano, gli sguardi sono fatti di silenzi, le carezze sono fatti di silenzi, i baci sono fatti di silenzi.
    Ma non è poi tanto difficile descriverlo questo silenzio, perché se l’hai vissuto… è l’emozione stessa che si nutre di silenzi, l’emozione che, senza far rumore, ti fa sentire “il suo respiro che, passo dopo passo, sembra di avere incollato addosso… “, o ” il sordo rumore di un intreccio di mani che si cercano…”
    Ed è sempre nel silenzio che lei, senza neanche girarsi, chinando la testa da un lato, offre se stessa, sapendo di volerlo fare, o soltanto semplicemente, di volerlo.

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  9. Sorrido assaporando con discrezione questo momento che hai magicamente descritto e che rivivo spesso insieme a lei.

    Trovo questo post una naturale continuazione del tuo “Un soffio…”, come se il tempo tra queste due immagini ed emozioni si fosse contratto in pochi istanti.

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  10. @ Rosamaria: ma come, cosa mi dici mai… e poi, come potrei cambiare… 😉 però, quel mister Jazz e quel mister Funk… un po’ mi ci ritrovo… 😆 😆 😆 😆

    @ Aquilotta71: 🙂

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  11. laura

    Sono anch’io andata a rileggere Un soffio e l’analogia mi ha sorpreso tanto. Sarà la posizione di spalle, sarà, come dice Elle, questi silenzi che si frappongono ai respiri, e comunque, più che una continuazione, ciò visto un momento di condivisione estremo, difficile da riproporre e come donna, ne sono sempre di più convinta.

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  12. Antonio

    Bel post, cmq le donne ti osservano e ti vedono anche se sono girate di spalle 🙂 a me capita che lei girata vado in cucina cerco di non far rumore per prendere quello che mi serve, sto li in silenzo per vedere se mi sta osservando dai rumori che faccio, e puntualmente mi dice dove la messa, sentendo che mi ero impallato non sentendo nessun rumore, ma come fanno? e che ne sanno di uno che vuole?. Sono na forza della natura.

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  13. api

    un’assenza muta, come dice elle.
    sta tutto nell’attimo colto dallo sguardo e da chi ti legge.
    capita di apprezzare questi istanti quando li hai appena persi, o mai raggiunti. o solo dimenticati per un tempo instabile.
    bello, artur.

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  14. @ Antonio: ebbene sì, le donne sono una forza della natura, ma non dirlo troppo forte, altrimenti… 😉
    Non è che loro hanno gli occhi dietro le spalle, ma generalmente ci conoscono e quindi, come nel tuo caso, sanno già dove sbagliamo.

    @ Diemme: beh, l’istinto femminile è senz’altro una marcia in più.

    @ api: questi istanti si apprezzano sempre, soprattutto quando si vivono, poi quando diventano lontani, è forse la nostalgia che li fa rivivere.
    Grazie!

    @ Sancla: 🙂

    @ Laura: un soffio, ciao… è solo lo stesso momento che nasce dalla voglia di sentirsi osservati, senza l’imbarazzo di esserlo, come giustamente ha detto Balibar, e poi, tante cose ancora.

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  15. Ciao, mi disse un giorno, mentre uscendo dalla sala stretching, finito il mio allenamento, mi stavo scontrando contro di lui. Ciao, ho risposto con un sorriso.

    Ogni volta che sono tornata in quella palestra ho ricercato quel ciao, ma non è più stato lo stesso. Lo scontro, gli sguardi che si sono incrociati, l’emozione di quell’attimo.

    Qualche tempo dopo, con lo sguardo timido, mi ha detto un ciao diverso e io mi sono rifugiata in quella timidezza e ho sorriso freddamente.

    Quanti ciao ci vengono detti, ma solo qualcuno ha un alto potere vibrante dentro di noi.

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  16. wow…… anche io adoro essere sorpresa alle spalle, così all’improvviso….. e mi piacerebbe sapere se tutti gli uomini hanno la sensibilità per cogliere un profumo, un respiro, quell’attimo sospeso prima di un bacio…..

    A meno che… non sia un addio:

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  17. @ Stellina: beh, se penso ai ciao che dico ogni giorno… 😉

    Questo “Ciao…” è emozione allo stato puro, ma è anche condivisione, complicità, appartenenza, fiducia, essere uno e l’altro insieme…

    @ Liviana: bella domanda la tua, ma la cosa vale anche per le donne, perchè se un uomo riesce a cogliere il suo profumo, il suo respiro, la donna deve metterlo nelle condizioni di poterlo fare… insomma, torniamo sempre alla solita questione: COMPLICITA’, null’altro.

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  18. profumo di nostalgia…è quello che percepisco leggendo questo racconto
    un pezzo di vita?
    chi non vorrebbe viverlo?
    ogniuno di noi riuscirebbe ad entrare nella parte, un lui e una lei qualsiasi sarebbe disposti a viverla, o recitarla…
    chissà perchè anche dopo molti anni certi momenti riusciamo a descriversi esattamente come sono accaduti
    con la setssa intensità….

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  19. laura

    Leggerezza intrisa di dolore, riconferma d’amore, nostalgia, suonare la stessa melodia, complicità, senso di appartenenza, un’assenza muta… come chiamarlo altrimenti un momento come quello che hai descritto, se non tutte queste cose assieme ed anche, un uomo e una donna…

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  20. @ Irish: profumo di nostalgia? E perchè mai… magari soltanto voglia di volerlo dire quel ciao, anche se c’è già stato e comunque, è vero, se si vivono certi momenti, poi si riescono a descrivere con la stessa intensità… però, mannaggia, è meglio riviverli o viverli… beh, entrambe le cose mi stanno bene, che dici?

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  21. Arthurino,
    tu perdoni me??? io che ti scrivo di un corteggiamento che giustamente non funziona ma con enfasi e tu mi dici un ciao di tutti i giorni???
    Povero disastrino…
    …per la sorpresa mi sa che dovrai attendere la mia pausa pranzo perchè proprio non ci riesco …
    ma preparati è da semi shock

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  22. perfettamente in sintonia con il tuo pensiero caro Arthur
    anche perchè a furia di scrivere e basta…..
    conosci il tempo che passa?
    o hai scoperto l’acqua della giovinezza e non me lo dici?
    😀 l’animo, l’importante è quello..
    comunque…per il fatto di viverli tutti i giorni…
    dove devo firmare??

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  23. Mia cara Irish, certo che conosco il tempo che passa, e, leggere questa tua domanda, mi ha fatto venire in mente, non senza un sorriso, un mio amico che, appena cinquantenne, pensa di aver perso ogni velleità per quanto riguarda l’amore, le donne e quant’altro. Infatti, dice sempre che se dovesse lasciarsi con sua moglie (sposati da trent’anni…), per lui sarebbe dura ricominciare, anzi, non ricomincerebbe per niente, perché solo l’idea di fare il “dongiovanni” lo manda assolutamente in depressione.

    Insomma, voglio dire che l’età anagrafica non c’entra nulla, ma piuttosto è come noi ci sentiamo dentro e senza arrivare ai casi limite di donne che a 65, 70 anni partoriscono dei figli con la procreazione assistita, in ogni età il desiderio di esistere si manifesta a seconda di come viviamo la vita e la sua evoluzione, d’altra parte, ormai anche le pieghe più nascoste della rete sanno che io anche a 80 anni, nel caso fosse necessario, vorrò innamorarmi e quindi, nessuna scoperta dell’acqua della giovinezza, piuttosto la voglia di voler sempre provare delle emozioni che, per come sono fatto io, ritengo siano vitali.

    E comunque, firma in fondo a sinistra… 😆

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  24. Nel mare della vita due anime si scontrano. Incomprensioni. L’amicizia supera le onde del mare mosso. Il bene supera la tempesta. Ciao, dice uno all’altro. Un ciao di distacco. Un ciao di separazione. No, dice l’altro. Le onde vanno cavalcate. Non voglio annegare nel mare.

    Mony

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  25. Silvia

    Ciao, sono ripassata per rileggere questo tuo “Ciao…”, e se non ti fa nulla, lo ricopio, per rileggerlo ogni tanto, perchè è così musicale che fa star bene dentro.

    Ciao.

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