Antonio, il mio portiere…

Parlando di portieri… Solindue ha avuto l’idea, che io ho accolto subito con entusiasmo, di scrivere dei racconti sui portieri, non quelli di calcio ovviamente, ma di quei signori che generalmente stanno seduti dietro una guardiola, smistano la posta per i condomini, danno informazione e così via.

 Aprirò una pagina intitolata “Antologia del Portiere”  (‘nnagg… già fatto… 😉 ) e se avete voglia di scrivere anche voi qualcosa sull’argomento, mandatemi il racconto con una  e-mail ed io sarò felice di pubblicarlo.

 Per il momento… vi presento Antonio…

           “’giorno Antonio”

 “ Buon giorno dottò, ha visto che tempo da schifo oggi?”

           “Uhmmm… non dirmelo, che ogni volta che apro le persiane la mattina, mi viene il magone al pensiero che non ci sia il sole… “

 “ Beh, fosse solo per questo… sa cosa mi fa più specie, che se fossimo in una città di mare, anche un cielo nuvoloso sarebbe una bella cornice al paesaggio circostante, invece qui, c’è un grigiore che mette tristezza… “

           “ Evvabè, cosa ci vuoi fare…  “

 “ E no, caro dottò, il problema è anche questo, pensi che la mia Carmelina, che soffre di dolori artritici, mi rinfaccia sempre che non siamo andati a vivere in una città di mare ed io, mannaggia alla miseria, a spiegarle che non è poi così facile cambiare città, ci sono le abitudini, i figli che hanno ormai tanti amici, i parenti no, quelli sono in Calabria, ad Amantea, dove siamo nati e cresciuti e andiamo a trovarli d’estate, che magari mi porto a casa anche i cullurielli e il salame piccante … “

          “Sì, sì, hai ragione, che ore sono… orco…”

 “ Eh, sembra facile, ma come si fa a vivere con questo tarlo… e sì, perché la mia Carmelina, un giorno sì e un giorno pure, me la mena ed io a tranquillizzarla, che tanto tra un po’ di anni i figli sono grandi, andiamo in pensione e ci prendiamo una casetta al mare e così, chi s’è visto s’è visto e poi, se lo immagina Antonio che la mattina si alza e aprendo la finestra vede il mare… “

          “ Beh sarebbe bello Antonio, piacerebbe anche a me ma… mannagg… devo and… “

 “ Dottò, bello? Sarebbe fantastico, lo ammetta, potrei anche prendermi una barchettina piccola piccola, sa di quelle in plastica e la mattina uscire per andare a pescare, così farei felice la mia Carmelina, perché a lei piace molto il pesce pescato fresco e magari me lo cucina inventandosi uno dei suoi manicaretti che a me piacciono tanto… uhmmm, se lo immagina dottò, che so, un bel saraghetto, un calamaro e con un po’ di fortuna, anche un polipino… basterebbero pochi, perché la mia Carmelina mangia come un uccellino e, in effetti, è piccola, mingherlina e c’ha uno stomachino che sta dentro ad una mano… “

           “ Sarebbe bello Antonio, ma ora devo proprio… “

 “ Ma se lo immagina dottò… potrebbe trasferirsi anche lei, che è così gentile con me e con la mia Carmelina, le ritirerei la posta, potrei fare ancora il portiere a tempo perso, visto che lo so fare bene e poi ogni tanto, le porterei anche qualche calamaro e magari viene a mangiare da noi, che la mia Carmelina sarebbe felicissima e me lo dice sempre, ma come è carino quel dottò, gentile, premuroso, che alla fine dell’anno ci regala sempre le bottiglie e il panettone, un signore veramente carino… “

           “Grazie, Antonio, grazie, anche voi siete carini e gentili, e stai tranquillo che se potessi, sarei già al mare… ma adesso scusami che ho un appuntamento, devo proprio andare… “

 “Dottò, ma le pare? Il dovere prima di tutto… a proposito, c’ho un roncolo in montagna che volevo sistemare e pensavo di farglielo vedere così mi dava un consiglio… vabbè la prossima volta… e magari la prossima volta le racconto anche quello che potrei fare al mare… uhmmmm, il mare… uhmmm… chissà come sarebbe contenta la mia Carmelina, ma se la immagina… a dopo dottò, e mi raccomando, se vede la mia Carmelina non le dica che voglio portarla al mare, perchè deve essere una sorpresa… vabbè, tra dieci o dodici anni… “

          “Sì, sì, stai tranquillo… tra dieci o dodici anni…  “

37 pensieri su “Antonio, il mio portiere…

  1. Arthurino,

    dopo aver letto il racconto di soloindue eccomi a leggere il tuo, perchè poi dici che ti snobbo anche se tu snobbi me, e poi dici ma stellina è stellina e intanto mi snobbi, eh…

    Anche il tuo portiere mi è simpatico, e poi è un amico del mondo di Arthur, mentre quello di soloindue ci è appena stato presentato.

    Non deve essere un lavoro facile, perchè sei in contatto con tanta gente, qualcuna su altri no, qualcuno gentile, qualcuno no, qualcuno simpatico, qualcuno insopportabile. Nel mio lavoro anche, ma io sono in una posizione di forza, il portiere no.

    Anche il tuo anche quello si soloindue mi lascia un retrogusto triste, questo bisogno di avere attenzione di chi come te sarebbe di fretta ma in realtà gli dispiace essere di fretta e cerca di dedicargli un pò del suo tempo prezioso.

    Un abbraccio a presto

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  2. Dotto’, dica al suo portiere che i collorielli sono ciambelline fritte che andrebbbeo mangiate ancora calde; portarsele su al nord non è davvero una bell’idea! Gli dica inoltre che una specialità pregiata di Amantea è la rosamarina ‘mpipata, neonata (o bianchetto) con peperoncino piccante, una prelibarezza, se spalmata su crostini imburrati… Se la faccia portare, dotto’, non se ne pentirà!
    Quanto alla barchettina con la quale andare a pescare, prima di fare una spesa del genere, aspetterei i risultati delle analisi sulla radioattività delle acque (pare che abbiano affondato in quel mare qualche carico di rifiuti radioattivi). Ma vuol sapere il mio parere, dotto’? A me pare che tutta questa campagna sulla spazzatura a Napoli, i liquami nella Grotta Azzurra ed ora anche questa sul Tirreno inquinato sia una trovata di Bossi per denigrare, isolare, impoverire ulteriormente il Sud.
    Lei che ne pensa, dotto’, c’ho ragione?
    Buon w.e., dotto’, se ne vadi in Toscana, non resti a lavorare con quelle nuove assunte, quella che ha a che fare con le api e l’altra co’ quel nome strano, ché sembra una tifosa della Roma; pessimo acquisto dotto’, mi stia a sentire, ché io so’ calabrese e di gente in gamba me intendo, dotto’…
    P.S. La moglie del portiere mancava alla collezione: per il prossimo Natale provveda a regalarle un panettone più grande, sennò quella la prossima volta che la vede me sviene, dotto’! 😆

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  3. Ma che meraviglia il signor Antonio. Dai Arthur portiamolo al mare con la Carmelina. Sono sicura che lei cucina il pesce a meraviglia…
    Però anche tu. Sempre di corsa. Ma poverino, ha fatto un monologo. Dovresti abituare i tuoi clienti al quarto d’ora accademico! Non ti conosco, ma mi sembra di vederti 🙂

    Grande idea…

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  4. @ Rosamaria: oh mannaggia, Rosamaria, come sei pignola… se Antonio porta dal sul i cullurielli e magari prima li congela, poi una riscaldatina e via… 🙂

    E sulla denigrazione del Sud da parte di quel santo uomo, tutto popolo e virtù… maddai, non crederà anche lei ( le do del lei come vede…) ai complotti e poi cosa vuole che sia un po’ di acilsalicilsamoirago strutturato in botti di rovere, limaccioso e radioattivo?

    Sono sicuro che Antonio saprà cavarsela e, anzi, sa cosa le dico, che prendo una tuta anti salsedine e vado con lui a pescare il saraghetto e magari anche il calamaro o il polipino.

    Sulle cattive compagnie, mi creda, che vanno benissimo, anzi, dippiù, dippiù… 😆

    Una cosa invece mi risulta incomprensibile, di quali collezioni sta parlando? 🙂

    Porcacc…

    Ps: piuttosto prenda carta e penna e scriva anche lei una bella storia, non ha importanza di che portiere vuole parlare, potrebbe essere anche il bidello della sua scuola, veda lei, ci facci il piacere di “ascoltarla”… ‘nnagg…

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  5. @ Stellina: quello del portiere è indubbiamente un lavoro abbastanza particolare, in teoria dovrebbero essere delle persone discrete, invece…

    Comunque, nessuna tristezza, anzi, solo voglia di comunicare e poi la Carmelina mi fa quasi tenerezza, con il suo stomachino che sta in una mano… 🙂

    ps: eddai, una sctoriella anche tu, che dici?

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  6. @ Solindue: lo porterei anche al mare, ma, ma… chi sta poi a sentirlo parlare?

    E no, non so se l’hai capito, Antonio è un gran chiacchierone, se gli dai il la, ti suona tutta la sinfonia di Beethoven, con i bis e anche con i quatris… 😆

    In genere sono puntuale agli appuntamenti, ciò non toglie che una chiacchieratina non guasta mai, però…

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  7. Capito, capito, te ne lavi le mani. Vabbbbbene, lo porto al mare io da sola, e sto buona, buona ad ascoltarlo. Sono un’ottima ascoltatrice (anche questo è un dono) …. di musica classica Ahahah
    Il mio w.e. con la vela è un po’ incasinato, ma se riesco per lunedì vedo di scrivere per l’antologia anche la versione de “La moglie del portiere”…giusto? Non potranno essere sempre gli uomini a parlare!
    Buon fine settimana.

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  8. Martina

    Toh, anche il mio portiere si chiamava Antonio.

    Dico si chiamava, perché da quando la società proprietaria del palazzo vendette tutti gli appartamenti, i parvenu nuovi proprietari decisero che di lui non avevano bisogno e che quei soldi se li potevano risparmiare.

    Io invece di Antonio avevo bisogno. Quando venni ad abitare qua, la persona che c’era prima di me mi disse “Non ti devi preoccupare di nulla, per qualsiasi cosa c’è Antonio”.

    Antonio prendeva le raccomandate, riscuoteva le quote condominiali, innaffiava le piante dei condomini assenti, aggiustava rubinetti, serrande e un sacco di altre cose, pagava i bollettini alla posta: si sentiva un po’ il “direttore” del palazzo, era uno che ci metteva il cuore lui.

    Io, che ve lo dico a fare, un giorno ci litigai a brutto muso, misi ben bene i puntini sulle i con piglio piuttosto deciso, e quello fu l’inizio di una grande amicizia.

    Ad Antonio piaceva parlare con me, e a me piaceva ascoltarlo. Lui era molto riservato, e un culto per la privacy dei condomini. Quando parlava con me, parlava di se stesso, di sua moglie, di quel figlio che voleva sistemare, che sembrava Sordi in “Un borghese piccolo piccolo”.

    La moglie era la regina del gossip, con lei io cercavo di tagliare sempre corto e non l’ho mai fatta entrare dentro casa, nonostante i suoi ripetuti tentativi. Poi lei morì, e lui divenne un altro. Credo che ogni tanto, magari in occasione dello stipendio, si concedesse una qualche “signorina” ma, sostanzialmente, aveva perso ogni entusiasmo, non aveva più lo stesso vigore di prima.

    I condomini si accanirono contro di lui, contro un uomo che a quel palazzo aveva dato l’anima, e dopo la pensione, mentre qualcuno di noi aveva deciso di affidargli qualche lavoretto di giardinaggio, lo sbatterono anche fuori di casa.

    Ogni tanto l’ho incontrato, solo, triste, avvinazzato, e poi non l’ho incontrato più. Quando, la sera, rientro a casa, a vedere la guardiola vuota provo una stretta al cuore, come una sedia vuota alla mia tavola.

    Mi manca.

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  9. @ Martina: i portieri di una volta in effetti facevano un po’ di tutto, come il tuo Martina, e spesso erano i confidenti dei vecchietti, che ascoltavano pazientemente, magari andavano anche a far loro la spesa e comunque erano sempre molto disponibili.

    Bella la tua storia e grazie per avermela raccontata e come promesso, la pubblico subito nella pagina “Antologia del Portiere”.

    Grazie anche della visita e… a presto!

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  10. laura

    Non conosco molto la figura del portiere, se non per averlo visto in qualche palazzo dove c’erano uffici.

    Però ne ho sentito parlare da mia mamma, che raccontava sempre di un signore alto distinto che ad un certo punto della sua vita aveva avuto un tracollo finanziario e, abbandonato dalla sua famiglia, aveva trovato come lavoro, il posto di portiere nel palazzo dove abitava lei da piccola. Era molto schivo, si fermava raramente a chiacchierare con i condomini, ma il suo lavoro lo svolgeva egregiamente, sempre pronto e premuroso nel portare avanti le sue mansioni. Quando la mamma raccontava di lui, si capiva benissimo che era rimasta affascinata da quella figura un po’ strana che tutto aveva tranne che l’aspetto di un portiere e lei, insieme a sua cugina, spesso lo spiavano e fantasticavano facendo a gara a immaginare quello che poteva essere stato il suo lavoro di prima. Lei pensava che fosse un dottore e già se lo vedeva con il camice bianco andare nella corsia dell’ospedale a visitare i malati, mentre invece sua cugina pensava che fosse stato un professore di matematica, cosa che si sposava benissimo con il suo aspetto riflessivo e per certi versi anche burbero.

    Avevano più volte domandato ai genitori se sapessero qualcosa di lui, ma “i grandi”, facevano i misteriosi, come se non volessero affrontare l’argomento e la cosa faceva diventare ancora più misteriosa tutta la faccenda. La domenica mattina, era il suo giorno di riposo, nell’appartamentino dove lui viveva, che poi era un monolocale al pianterreno del palazzo, si sentiva quasi sempre musica classica, Mozart, Verdi, Beethoven, ma suonata a volume basso, anche perché lui essendo molto discreto, non avrebbe mai mancato di rispetto ai “suoi condomini”, come era solito chiamarli lui, poi verso le 11, usciva e stava tutto il giorno fuori e, verso sera, tornava sempre o quasi, con un’aria stravolta, come se avesse corso per non fare tardi.

    Il nome non me lo ricordo, devo chiedere a mia mamma, ma un signore così secondo me potrebbe chiamarsi Vittorio, un nome importante, il portiere Vittorio.

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  11. @ Laura: grazie Laura del tuo contributo, ci hai raccontato una storia che ha del misterioso e infatti, leggendola, l’immaginavo come una trama di un film di Alfred Hickok.

    Vado subito a metterla nell”Antologia del Portiere… 😉

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  12. Giovanna Amoroso

    Io ho sempre vissuto in ville singole o piccole palazzine e non ho mai “avuto” un portiere…
    E’ grave?

    Sinceramente è una figura che non conosco, ma da ciò che leggo qui, la cosa mi incuriosisce molto!

    Buona giornata

    Giovanna

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  13. @ Giovanna: no, il fatto che tu non abbia avuto mai un portiere non è grave, diciamo che questa è soltanto la scusa per parlare di persone normali, che vivono una vita normale, lontano dai riflettori e dove si possono trovare se non dentro ad un condominio?

    Quindi può essere anche un personaggio di fantasia e per attingere, la vita di tutti i giorni, perchè di Antonio, Mario, Vittorio ce ne sono tanti, unica condizione, sapersi guardare in giro, ma questo credo che a te non manchi.

    D’altra parte, dalla mia fantasia è nato Nonno Archimede e devo confessarti, anche il “mio portiere Antonio”, un pochetto, ma non dirlo troppo in giro, altrimenti… 🙂

    Buona giornata anche a te.

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  14. Anch’io come Giovanna non ho esperienze di portieri, ma mi sono piacevolmente intrattenuta (un po’ per volta e non ho ancora finito…) a leggere i vostri racconti che giustamente meritano la pagina dedicata.
    Ciao Dottò!

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  15. @ Elle: grazie… sono racconti di una vita qualunque, di persone che non hanno troppi grilli per la testa e che per fortuna, sono anche in tanti.

    Ieri sera ho visto la prima puntata del Grande Fratello e ho provato tanta tristezza nel sentire le motivazioni che hanno spinto quei ragazzi a partecipare. Anche loro, probabilmente vivono una vita qualunque, senza troppe pretese e forse è anche giustificato che si lascino tentare dal poter vivere come in un sogno, che tra l’altro rimane tale per tanti, nel momento in cui si spengono i riflettori.

    E magari anche Mario, Antonio, Vittorio, Sandrina fanno gli stessi sogni, con l’unica differenza che combattono per avere ciò che hanno, perché di più, gli sembrerebbe uno spreco, credo.

    Torna pure a leggere, perchè i racconti continuano… 😉

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  16. @ Stellina: 50% e 50% ? Un po’ e un po’?

    Mannaggia alla miseriaccia diceva Antonia mentre, pulendo i gradini delle scale, vedeva ruzzolare rovinosamente il secchio con l’acqua piena di detersivo che aveva proprio in quel momento riempito alla fonte di Mastro don Gelsomino, dopo aver fatto due ore di coda perché l’acqua senza calcare che sgorgava dalla fonte, era adatta ad ogni tipo di lavaggio, dai gradini delle scale, al pianerottolo di casa, dal corridoio in lastre di marmo di Verona, alla camera di nonno Corradino in parquet listellare di rovere anticato con cera d’api delle valli del Trentino e strofinaccio di panno felpato, fatto arrivare apposta dalle Ande e ricamato a mano dalle nipoti di Gengiscan intorno ad un fuocherello scoppiettante, mentre cantavano canzoni popolari che più o meno facevano così: la, la, la, la… la, la, la… la, la, la…

    Evvabè, aspetto ‘sto 50%, e scrivilo qui come commento, l’altro 50% scrivilo da Solindue, che poi, dopo adeguati incollaggi, in virtù di una tecnologia sempre più sfrenata e all’avanguardia, lo pubblico nella pagina “Antologia del Portiere”.. 😆

    ‘nnagg… !!!

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  17. Non dirmi che sei geloso perchè la MIA AMICA Stellina scrive al 50% anche per me?!?!

    Ma per dindirindina diceva la Maria dopo aver rovesciato l’ultimo barattolo di vernice bianca adatto a dipingere la camera di Giorgetto e il salotto di Zio Federico, l’unico che era ancora disponibile in paese senza dover andare giù in città con l’autobus, quello arancione che passa uno ogni venticinque minuti e dalle diciotto poi non passa più.

    Evvabbè, se la metti così, concedo la facoltà a Stellina di pubblicare SOLO presso di te il suo regalo…anche perchè io con la mia tecnologia sfrenata davvero non saprei come fare ad incollare il mio 50% da te!!! :-))

    uffi!

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  18. Il grande blogger e la nostra carissima new entry ma già molto entry anche se new si litigano il loro 50xcento??? Ma veramente sei stata tu cara soloindue a chiedermi uno dei miei capolavori (capolavoro è una presa in giro per ciò che scrivo non che io pensi di scrivere davvero bene, lungi da me l’idea) ma facciamo così, lo pubblico da me così facciamo prima, eh??? no no dai, ne scrivo uno per arthurino e uno per soloindue, ma ora mi ricordo arthurino io ti avevo promesso un mio scritto su il marchietto? te lo ricordi???? prometto scritti di qui e di qui e poi non mantengo…stellina stellina

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  19. Ciao Stella, ma io sto giocando, nessun litigio. Solo un po’ di sana ironia 🙂
    Scrivi ciò che ti senti, ciò che ti viene : la tua personale “visione Portiere”, e pubblica dove preferisci.
    A me va tutto bene sono un tipo conciliante!
    Se pubblicherai qualcosa presso la sottoscritta New entry (mi piace l’attributo!) sarò ovviamente orgogliosa di ospitarti.
    buonissima serata.

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  20. alanford50

    I temi dominanti di questi ultimi tempi sui vari blogs sono l’autunno ed i portieri, quindi voglio adeguarmi, dell’autunno ne ho già abbondantemente disquisito, quindi cercherò di affrontare il tema del portiere, per farlo sono però costretto a ripercorrere il lungo e tortuoso sentiero della memoria, gli ultimi periodi in cui ho interagito con il portierato risale alla seconda metà degli anni cinquanta.

    All’epoca, fanciullo, vivevo (nel vero senso della parola) in uno dei quartieri più antichi e belli della vecchia Torino, il rione “Cit Turin” (piccola Torino), dove nei decenni precedenti aveva vissuto la vecchia borghesia, a miei tempi dalla classe dei commercianti e da una variegata umanità in alcuni palazzi di ringhiera, io abitavo in un palazzo abbastanza grande, di inizio secolo, al terzo piano, in tutto saremo state circa una trentina di famiglie ed una miriade di ragazzini urlanti che vivevano il proprio tempo sui pianerottoli e sulle scale, che tempi ragazzi, che esplosione di vita, in questo palazzo c’era la portineria, una stanza soppalcata con l’ingresso nell’androne, mi sembra ancora di vedere quell’enorme donnona che era la portiera, che controllava chi andava e veniva , che faceva le pulizie e fungeva un po’ da vice amministratore, una grinta indescrivibile, sempre perennemente arrabbiata, sempre pronta a sgridarci per ogni cosa, ci proibiva il gioco nel cortile e gli dava fastidio il nostro continuo vociare, forse è più onesto dire urlare, di studiare a quei tempi se ne parlava poco, ed allora tutti fuori sulle scale a vivere il nostro magico momento, da sotto, dalla tromba delle scale ecco giungere puntuale la sua voce importante che cercava di riportare un po’ di ordine e di pace e di quieto vivere, una voce quasi sempre alterata, al punto che quando dovevamo attraversare l’androne per entrare od uscire dal palazzo lo facevamo con estrema cura ed attenzione, e via veloci verso nuovi giochi ed emozioni, eravamo veramente in tanti almeno una quindicina di età variegata dai 3 o 4 anni fino ai più grandicelli che di anni ne avevano 12 o 13 e fomentavano i più piccoli in quella grande piccola guerra verso quell’enorme massa di carne urlante che ci impediva con il suo trucido sguardo dal palazzo l’ingresso o la sortita e del nostro vivere la spensierata allegria.

    Non aveva sempre tutti i torti, eravamo piccoli ma bastardini, spesso, a mo di ripicca, appena lei aveva finito di pulire, eccoci a fare la sortita punitiva, tutti a correre e saltare dove lei aveva appena pulito con enorme fatica , non tanto per il pulire, ma per lo spostare quella sua enorme massa su e giù per quelle lunghe ed ostili scale, in fondo sapendoci più forti a volte già ci faceva anche un po’ di tenerezza.

    Come avete visto, nulla di speciale, se non il ricordo di quella enorme donna sempre vigile nel portone, che cercava di fare rispettare regole, per noi veramente inesistenti e forse per noi mai scritte, regole sempre disattese da quelle orde di ragazzini a cui era concesso ancora il ridere, il giocare, il sognare e il vivere la propria età da bambino.

    Ode alla portiera, a suo imperituro ricordo.

    Ciaooo neh! Alanford50

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  21. @ Stellina: uno scritto sul marchietto? Non ricordo e comunque si stava scherzando con Solindue, quindi, quando hai il tuo “portiere” pronto, fammi sapere dove lo pubblichi, che così poi lo riporto nella sua pagina dedicata, “Antologia del Portiere”.

    ps: ne basta uno… 🙂

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  22. @ Alan: e invece il tuo racconto lo è speciale, primo perchè mi ha fatto venire in mente alcuni vecchi palazzi della mia Messina (sono Siciliano per chi ancora non lo sapesse… ), dove c’era, appunto, la portineria, in una stanza soppalcata con l’ingresso nell’androne… e poi la figura della tua portiera che un tempo era quasi sempre burbera e rabbiosa, perchè viveva il condominio come se fosse tutta casa sua e l’immagine dei ragazzi che scorazzavano nelle scale è molto bella.

    Se sei d’accordo, la metto nell’Antologia del Portiere.
    Grazie anche a te per il contributo.

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  23. @ Sancla: ebbene si, lui non molla mai… 😆

    @ Solindue: per dindirindina, vedo che Maria è al pari di Antonia… mi sa che ho trovato pane per i miei denti… 🙂

    Ciao New entry… 😉

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  24. Silvia

    Che belle storie che leggo.
    Simpaticissima quella di Alanford50, che mi ricorda alcuni racconti che mia nonna mi faceva quando ero piccola.

    Comunque, bravi tutti e devo dire che l’idea è ottima.

    Forse che dovevo andare a commentare nella pagina dell’antologia del portiere?

    Ciao Arthur.

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  25. io vivo in un piccolo paese dove non ci sono palazzi, figuariamoci portieri,
    però mi affascina questa figura,
    come di un’amico che incontri prima di entrare in casa….
    coincidenza stò leggendo L’eleganza del riccio….!!
    ciao arthur e grazie per essere presente nel blog

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  26. @ Aquilotta71: una figura che sta venendo fuori dalle storie che stiamo raccontando e poi, Solindue, Alan e Martina sono stati bravissimi.

    E per la presenza nel blog… su una cosa non ci sono dubbi, che il piacere è reciproco e quindi… 😉

    Ti aspetto domani che si festeggia il mio compli_Blog… 🙂

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  27. @ Satin Love: ciao e benvenuta nel mio blog. Se vuoi lasciare un tuo racconto, basta che lo metti come commento nella pagina “Antologia del Portiere” che trovi in alto dopo HOME e poi io provvederò a pubblicarlo.

    E allora… a dopo.

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