Cronaca…

E’ cronaca di un paio di giorni fa.

Londra… un centro commerciale pubblicizza la svendita totale della merce esposta, con capi di abbigliamento che possono essere acquistati anche ad una sola sterlina.

Unica condizione, arrivare in tempo per accaparrarsi la merce migliore.

In pochissimo tempo, la notizia di diffonde e la via antistante al centro commerciale si riempie di gente che aspetta l’apertura del locale.

All’ora stabilita, la folla si accalca davanti all’ingresso, dapprima in silenzio, ma poi, forse l’ansia dell’attesa, fa improvvisamente perdere la calma a qualcuno; incominciano le urla, gli insulti, s’incomincia a spingere, viene chiamata la polizia per mettere un po’ d’ordine e scongiurare il peggio ma, al suo arrivo, la gente, come impazzita, si scatena, e inizia una vera e propria guerriglia urbana, che dopo poco tempo si conclude tristemente con un bilancio inevitabile: tanti feriti e parecchi arresti.

Zimbabwe… nello Zimbabwe si muore di fame, e si magia l’elefante morto.

Il fotografo inglese David Chancellor, che era nello Zimbabwe per fotografare gli elefanti nel loro habitat naturale, racconta di avere assistito ad una scena di una crudeltà inimmaginabile: “Poco dopo l’alba, un abitante della zona ha visto la carcassa di un elefante mentre passava in bicicletta. Sembrava in mezzo al nulla, ma dopo appena un quarto d’ora sono arrivati centinaia di disperati da ogni direzione, le donne hanno formato un cerchio attorno all’animale e gli uomini stavano all’interno. Ho visto gente litigare e accoltellarsi a vicenda, pur di accaparrarsi più carne possibile per la famiglia. Carne che è stata poi portata a casa per essere lavata, essiccata e, quindi, messa da parte, ma c’è anche chi l’ha mangiata lì, al momento. E nei villaggi circostanti hanno fatto poi festa per due giorni, per celebrare la fortuna che era loro capitata”.

In entrambi i casi, tanta violenza, e se si muore di fame, la si può anche comprendere, ma per una maglietta dal costo di una sterlina?

Nessuna dignità!

39 pensieri su “Cronaca…

  1. L’uomo pensa in piccolo ed ognuno alza a priorità i propri bisogni. In un caso c’è di mezzo la sopravvivenza fisica, dall’altro l’appagare la mancanza di un valore.
    Ma non disperiamo. C’è tantissima gente che si scansa e passa oltre e sa che c’è una differenza fra l’avere e l’essere.
    Buona settimana.
    Ciao

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  2. Laura

    Per alcuni, purtroppo, il superfluo vuol dire apparire ed è quasi più indispensabile del mangiare, fino a quando lo si ha, ovviamente.

    Non è la prima volta che leggo di cose come quelle di Londra, si è perso ogni ritegno forse perché non si è conosciuto il peggio e da un lato è meglio così.

    Ciao.

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  3. Il mondo è diviso in due: chi ragionando capisce ed evita certi atteggiamenti e chi invece segue l’istinto “animale”.
    Tuttavia chi è in grado di capire dovrebbe tollerare l’altra metà con la speranza che in futuro sempre più persone possano “capire”. 🙂

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  4. Marta

    Si capisce bene da questa cronaca come e quanto cambiano le priorità da paese a paese , da popolo a popolo. Tanta è la fame nello Zimbabwe per quanto è triste il pensiero dei londinesi.
    Ciao , Marta.

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  5. @ Spazio: come sempre, caro Spazio, sei molto saggio. Mi ha colpito molto questa cosa di Londra, ma più che altro perché è sintomatico di come vanno le cose oggi, valori che si perdono, perché non trovano un terreno fertile per attecchire, perché si scontrano con stereotipi difficili da combattere.

    Ma come te, sono sicuro che tanti passino oltre, almeno lo spero.

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  6. @ Mr.Loto: tollerare per far capire? Potrebbe essere un modo, ma ho idea che non serva a molto, perché per far capire, bisognerebbe iniziare tutto d’accapo, come dire, riavvolgere il nastro e ripartire da zero.

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  7. @ Marta: di certo è una questione di priorità, ma senza augurare la povertà a nessuno, possibile che non ci siano mezzi più civili per esprimersi?
    Ovviamente mi riferisco a Londra, che poi è uguale a Milano, a Parigi, al piccolo paesello dove il bullo di turno cerca di avere la meglio con l’arroganza, con la violenza, perché sopraffare è un modo come un altro per esprimere la propria superiorità.

    Ma vale anche per chi non rispetta le code, per chi pensa che fare il furbo sia un segno di distinzione…

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  8. Beh avete letto cosa è successo per l’uscita a NY dell’ ipad. Nel week end d’esordio sono stati venduti fra i 600.000 ed i 700.000. Con persone che si sono presentate tre giorni prima davanti al negozio per essere i primi ad averlo.
    Indipensabile non credete?

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  9. Marta

    L’essere umano dotato di intelletto e tante buone qualità decide quasi sempre di basare la propria vita sull’istinto e di conseguenza far dipendere le proprie azioni da tale impulso. Che vorresti fare? Non c’è rimedio per chi , in un paese random di certo non ce la stiamo prendendo con Londra , decide di comportarsi in questo modo tanto per primeggiare.

    @ Solindue : e se non era l’ipad sarebbe stata un’altra cosa , tanto la storia non cambia. Io per mandare un messaggio ci metto ore , sembro una 70enne con tutto il rispetto parlando 😉 per farti capire più o meno quanto è interessante l’ultimo grido per me , sto cercando da tempo un telefono decente che come funzione “speciale-ultra lusso” abbia la calcolatrice 😆

    Ciao , Marta.

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  10. @ Solindue: Ipad, Ipod… oggetti di culto che scatenano l’immaginifico comune, per cui possederli è un segno di distinzione.

    Personalmente sono un fruitore della tecnologia, sono sempre stato attratto da tutto ciò che è bello e al tempo stesso utile, ma non starei mai tre giorni fuori da un negozio per accaparrarmi un oggetto che poi, alla fine dei conti, è per l’appunto, tale.

    Ma forse dipende dal fatto che, se possedessi un Ipad, lo userei fino a consumarlo, e quindi non sarebbe solo un bell’oggetto da mostrare.
    Ma al di là di tutto ciò, è la rincorsa all’omologazione che in qualche modo si ricerca, e per ottenerla, si è disposti a tutto, anche nel peggiore dei casi, a saltare sulle auto in sosta e a lanciare sassi verso le forze dell’ordine.

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  11. @ Marta: Non voglio apparire un “disilluso”, ma credi che c’è ancora gente dotata d’intelletto?

    A parte la battuta, l’intelletto deve anche servire per controllare i propri impulsi che se venissero incanalati nelle cose giuste (fare all’amore per esempio… ), chissà che meraviglia… 🙂

    ps: ma ci sono già i telefonini con la calcolatrice… prendo un appunto e te lo regaliamo per Natale, che dici? 🙂

    @ BabEle: la setssa cosa è successa a me guardando le immagini di quella giornata.

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  12. Marta

    Mai perdere la speranza! Tutti siamo dotati d’intelletto , il problema come dici tu è come e dove indirizzarlo.

    E comunque ho apprezzato tanto l’idea del regalo! Quasi quasi mi stavo commuovendo , però io intendo un telefono che come funzione speciale abbia solo quella e non questi telefonini di ultima generazione che a momenti ti fanno anche il caffè la mattina 😆

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  13. Ci sono cellulari che fanno il caffè la mattina?
    Ecco perchè nessuno viene più da me a prendere il caffè la mattina … stanno andando a male anche tutte le brioche!
    p.s. Ma quella cosa lì, l’intelletto, cos’è?

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  14. Marta

    Ma ci vengo io a mangiarti le brioche , figurati se vanno a male con me! 😉 E comunque se ancora non li hanno inventati telefoni così lo faranno presto .. dove sto io vedo gente impazzire per poter avere i cellulari che possano andare su facebook .. sai ti dovesse arrivare un messaggio mentre sei in bagno .. eeeeh!

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  15. alanford5o

    Questo dimostra quanto poco ci vuole all’uomo per dimostrare la propria pochezza.

    Se tutto va bene, se la pancia è piena, se la mente è soddisfatta, se gli egoismi sono saziati, allora tutto procede per il meglio, ma appena qualcosa viene tolto si diventa simili agli animali (che in fondo siamo), proprio come succede ai cani che si arrabbiano e mordono quando gli si toglie la ciotola del cibo.

    Io non credo nella bontà dell’uomo, questo tipo di stato di quescienza ci appartiene sempre e solo quando siamo storditi dall’abbondanza delle cose che ci circondano e che desideriamo, altrimenti siamo tutti pronti a dare il peggio di noi, sia in momenti definibili tragici che in quelli assurdamente futili come quelli che tu hai citato..

    P.S. nulla di personale con nessuno, parlavo e citavo l’uomo in senso lato, ovviamente.

    Ciaooo neh!

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  16. @ Solindue: oh mannaggia, se mi avessi detto che ogni mattina ci sarebbe stato un buon caffè ad aspettarmi, mi sarei precipitato da te… oh mannaggia!

    E per l’intelletto… dicasi intelletto, quella parte di cervello che spesso è poco usata dai più, come quella volta di Enrico, detto l’intelletto perfetto, perché ogni volta che prendeva l’autobus, dopo aver guardato con cura tutti gli orari che venivano esposti in piazza delle Circostanze, (da non confondere con la circumnavigazione dell’emisfero settentrionale, quello appena appena sotto l’equatore, vicino alle isole Fuj e dirimpetto all’Australia…), si sedeva al bar del centro e dopo aver preso un caffè shakerato, non prima di aver guardato attentamente che il barista avesse messo in uno shaker alcuni cubetti di ghiaccio (circa 6), zucchero liquido (sciroppo di zucchero) a piacere e almeno due tazzine di caffè espresso (meglio se già a temperatura ambiente), e poi chiuso lo shaker, agitato energicamente per alcuni secondi, versato in un bicchiere (possibilmente già ghiacciato) avendo l’accortezza di non far cadere nel bicchiere nel quale si serve la bevanda il ghiaccio rimasto intero nello shaker… aspettava pazientemente che l’intelletto, appunto, così detto perfetto, appunto, fosse pronto all’idea di prendere l’autobus numero 9, anziché il 142 (numero perfetto…), perché l’uno passava da piazza Cairoli, dopo essersi fermato almeno quattro volte per via del Tritone e vicolo dei Calzaiuoli, mentre l’altro andava direttamente in via della Circospezione che portava direttamente in piazza Eucaristo, detta anche la piazza delle rimembranze perdute e poi ritrovate…

    Liberamente tratto da WikiArthur…

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  17. @ Marta: calma, calma, che le brioches le dividiamo da bravi bloggerini… 🙂

    Pensa che io non mi sono mai iscritto su Facebook e mi sa, che se solo avessi avuto la minima intenzione, dopo ciò che hai detto, mi è passata immediatamente. 😉

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  18. @ Alan: non so se si tratta di bontà o qualcos’altro, certo è che l’uomo oggi, più che mai, è condizionato da questa sorta di omologazione che viene proposta da modelli che hanno solo uno scopo, renderlo un oggetto succube di altri oggetti, dove la possibilità di determinare l’utile e l’inutile, si confonde con la necessità di ottenere quello che altri ritengono necessario, perché segno di distinzione.

    Quindi le responsabilità vanno senz’altro imputate ad un sistema che per sopravvivere ha bisogno di proporre un consumismo sfrenato fine a se stesso, sempre di più in continua evoluzione.

    Ma questo vale per il “possedere”, come per “l’essere”. Viviamo in un’epoca dove la corruzione dilaga a vista d’occhio, in ogni settore, eppure questo dilagare lo si guarda con tolleranza, in certi ambienti viene quasi giustificato e chi delinque, premiato con posti di responsabilità, basta vedere i politici inquisiti che malgrado tutto, sono sempre e comunque al loro posto.

    Oggi, chi fa il furbo, viene visto come un “ganzo”… insomma, non è un mondo bello da vedersi, ma sta a noi cambiarlo, spiegando alle nuove generazioni quali sono i valori che nel frattempo si sono perduti strada facendo, perché la bontà non è un bene gratuito, ma è qualcosa che bisogna meritarsi.

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  19. alanford50

    “ma sta a noi cambiarlo, spiegando alle nuove generazioni quali sono i valori che nel frattempo si sono perduti strada facendo”

    Parole sante, l’esplicazione dell’ultima ed unica via rimastaci, ma, ma, ma, oggettivamente, quante persone ci sono in grado di spiegare (quindi che possiedono i requisiti per farlo) alle nuove generazioni i valori che si sono già persi o che sono sulla strada di essere persi per sempre? per bene che va, un numero talmente esiguo da essere assolutamente ininfluente a raggiungere lo scopo, quindi? il guaio e che come tutte le cose importanti si fatica terribilmente a costruirle ma in compenso ci si mette un solo secondo per distruggerle, ma è talmente ormai lontano nella mentalità delle persone il desiderio di tornare ad assumere valori positivi di vita, perché per poterlo fare è assolutamente necessario ed imprescindibile imparare a rinunciare a delle cose e ad imparare che oltre a tutta una serie di diritti esistono altrettanti doveri, ma da questo orecchio non ci sente più nessuno, un mondo di sordi e di egoisti, quindi solo fattori esterni alla singola volontà possono rimettere le persone in una carreggiata percorribile, sicuramente non potrà esserlo una scelta di vita, perché dovrebbe essere un pensiero ed uno sforzo di volontà comune, cosa che è pura utopia riuscire a concepirla e sperare di vederla applicata alla società odierna.

    Per ora non possiamo fare altro che assistere allo sfacelo totale, a noi è concesso solo il parlarne ed il rimpiangere visioni di una possibile vita migliore.

    Ciaooo neh!

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  20. @Alan: no, caro Alan, se a noi fosse concesso solo di parlarne sarebbe come dire che siamo indifferenti e non abbiamo voglia o abbiamo paura di reagire per cambiare le cose.

    L’indifferenza…male del secolo; forse lo è sempre stato, perchè l’indifferenza colpisce chi, non vuole essere coinvolto delle cose altrui.

    Ecco, l’indifferenza è paura del coinvolgimento in cose che “non ci appartengono” in cose che non ci toccano da vicino o forse paura delle sofferenze altrui, paura di non sapere cosa fare.
    Coinvolgimento che è emozione, vuol dire per una volta mettersi nei panni dell’altro, e se soffre, soffrire di quella sofferenza e cercare il modo migliore per aiutarlo, ma tutto questo implica un’enorme considerazione della persona che ci sta accanto e poi, che perdita di tempo sarebbe per i più…
    Ormai siamo schiavi dei nostri “variopinti” egoismi, e l’altro ci interessa solo se non ci coinvolge troppo personalmente. E’ frequente sentire, “lascia stare”, “di che t’impicci”, è frequente girarsi dall’altra parte per non vedere, tranne poi coinvolgersi in storie contorte di cronaca nera, che la TV spesso ci propina, in tutte le salse, senza trascurare neanche il più piccolo dei particolari.
    Ma è una storia di altri, noi siamo solo spettatori, protetti da un mobile di plastica.

    Poi c’è l’indifferenza di chi non ascolta, l’indifferenza di chi non gl’importa nulla se tu ci sei oppure no, l’indifferenza se l’altro ha paura, se l’altro ha da mangiare, se l’altro ha una vita da vivere, l’indifferenza se si distrugge la natura, l’indifferenza su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato, l’indifferenza che ti fa diventare vittima e al tempo stesso carnefice, un po’ come Grace, la protagonista di Dogville, nel bellissimo film di Lars von Trier, che usa una pietas oltre ogni limite, per sopportare la vigliacca natura umana che la circonda.
    Ho molto paura dell’indifferenza, perchè se mai la dovessi provare, vorrebbe dire che ho smesso di provare emozioni e fino a quando ho le forze, combatto perché questo sfacelo, come lo hai chiamato tu, non sia frutto anche della mia indifferenza.

    Pensa, queste cose le avevo scritte non tanto tempo fa, ma a quanto pare, non è cambiato nulla.

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  21. Scene simili si presentano ogni anno negli usa per il black friday: il venerdi successivo al thanksgiving tutti i negozi vendono con saldi fino all’80% soprattutto abbigliamento firmato.
    Le code iniziano a formarsi sul marciapiede già dal giorno, subito dopo la cena in famiglia. Dormono lì fuori, di notte, e le persone – o quello che resta del loro essere persona – iniziano ad agitarsi ore prima dell’apertura. Ogni anno, un commesso o qualche cliente ci rimette la pelle finendo calpestato dalla folla.

    Cosa scatta in loro è matera di studio per psicologi, sociologi ma forse soprattutto per antropologi: da anni cercano l’anello di congiunzione tra l’uomo e l’animale. Eccoli, gli anelli…

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  22. Marta

    E va beeeeene! Se proprio dobbiamo , allora si divide. Comunque non ci crederai ma neanch’io mi sono mai iscritta a facebook nè intendo farlo in futuro 😉

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  23. @ Sonoqui: e già, l’anello di congiunzione… forse hanno bisogno di credere in qualcosa e il business da loro parecchio in cui credere.

    Ciao e vista l’ora, ‘notte!

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  24. alanford50

    @ARTHUR.

    Sicuramente hai ragione l’indifferenza è uno dei maggiori mali di questa nostra società odierna, ma non solo, per esempio se analizziamo con cura gli eventi che sono capitati, si evince che oltre all’indifferenza ci sono anche l’impotenza e l’indolenza a fare i danni maggiori.

    Prendo spunto dalla tua frase finale “Pensa, queste cose le avevo scritte non tanto tempo fa, ma a quanto pare, non è cambiato nulla.” vedi che è come la vedo io, al di la delle molteplici motivazioni esiste il fatto reale, oggettivo, ossia che generalmente non cambia mai nulla, perché non c’è l’interesse della massa, e le cose non cambiano finché non diventano un fenomeno di massa, la legge dei grandi numeri deve sostenere qualsiasi mutamento al di la delle eventuali diverse motivazioni, finché nella massa per qualsiasi motivo prevale un certo tipo di atteggiamento a nulla servono i tentativi sporadici di persone o gruppi isolati, che badaben non dico che non servono a nulla, in effetti servono a fare opinione, movimento di pensiero, ma sicuramente per giuste che siano quelle idee proposte non avranno mai la capacità di modificare le cose, la massa è un concetto strano, hai presente quegli stormi di uccelli che volano in grandi gruppi con movimenti repentini di cambi di direzione, sono così sincronizzati, sembrano mossi da un unico pensiero, un unico ordine, ed è evidente che questi movimenti servono allo scopo di difendersi dai grandi rapaci, ebbene la massa è come quegli uccellini, è sempre coesa, purtroppo lo è anche nel bene e nel male, segue istinti illogici quasi primordiali, chi può dire se questi cambiamenti repentini sono movimenti giusti, saggi e che danno veramente il risultato migliore, nessuno, così la massa umana difficilmente segue il singolo pensiero, la singola voce, preferisce uniformarsi al movimento di pensiero della massa, si sente molto più al sicuro, la paura del proprio singolo pensiero in confronto la rassicurante pseudo sicurezza del pensiero di massa, dove se esiste l’errore è condiviso, quindi quasi cancellato, mentre l’errore singolo rimane, indelebile, una specie di macchia, dalla quale è difficile uscirne con le ossa intere, è una cosa da ONLY THE BRAVE.

    Quindi quale sarà il prossimo motivo del cambiamento di direzione della massa è estremamente difficile stabilirlo, perché potrebbe essere assolutamente irrazionale e potrebbe non portare a soluzioni effettive ai problemi della massa stessa.

    Siamo esseri molto strani, ci pensiamo intelligenti, ma in realtà non sappiamo cosa sia l’intelligenza, ne soprattutto sappiamo cosa farcene.

    Quindi a chiusa non posso che ribadire la mia invocazione “Io spero che me la cavo”…

    Ciaooo neh!

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  25. Come in una delle classiche “interviste doppie” delle “Jene” in tv, la descrizione di quei differenti tumulti fotografa molto bene le contraddizioni della cosiddetta civiltà a cui ci ha portato la storia dell’uomo.
    La prima ‘categoria’ che hai indicato al termine di questo post è “Un mondo migliore”.
    E suona dolcemente.
    Migliorare una situazione globale di tanta incancrenita ingiustizia, e di così diffusa sofferenza, in fondo è facile; ogni nostra azione disinteressata e motivata da criteri di equità, ma anche di bellezza, piccola o grande che sia, serve a migliorare, in maniera infinitesima, il quadro complessivo.
    Peccato che la percezione di quell’ “infinitesima”, come le prospettive razionali dell’attuale realtà, aumentino il senso di impotenza e di probabile sconfitta.

    Un caro saluto.
    Franz

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  26. Conferma che il globo si popola sempre più di imbecilli e si spopola sempre più di neuroni ! Hai mai visto Wall-e ? Temo che presto faremo quella fine : masse di ciccia invertebrata con cervelli da dinosauro ! Mi sento male…

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  27. Luisa

    Ciao,vorrei abbassare momentaneamente il livello dei commenti al tuo articolo con un commento al volo… radente. Premetto che ho un carattere così mite che non ho mai amato nemmeno la pentolaccia per quel doversi accalcare e lottare per una stupidaggine di premio. Non capisco l’attesa di giorni davanti al negozio per l’ultimo modello di qualsiasi cosa sia. E’stupido,meglio farlo provare agli altri e prenderlo quando sarà privo di bags e costerà decisamente meno. Se si tratta si oggetti veramente necessari,il discorso cambia. Se anch’io dovessi avere un lavoro che più precario non si può,ovvero sperare che qualcuno mi cerchi a fare le pulizie a 6euro l’ora,e fine mese mi trovassi con 100 euro,spese fisse,e la voglia di avere anch’io un vestito decente e di qualità superiore a quella dei cinesi,o necessità della lavatrice nuova,beh credo che farei anch’io la bestia e mi accoderei agli altri bisonti nell’attesa apra il negozio. Certo,alla fine mi sentirei più rabbiosa e umiliata di prima per essermi dovuta ridurre così,ma in certe situazioni bisogna trovarcisi. Ti chiedo scusa per il commento,buon fine settimana. Luisa

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  28. @ Luisa: Innanzitutto, benvenuta Luisa, e poi, perché mai dici che abbassi il livello dei commenti al mio articolo?

    Maddai, hai scritto un commento che mi ha fatto riflettere ed anche molto. Riflettere perché ciò che dici è vero, è l’altra medaglia di una corsa al consumismo che spesso è fine a se stessa, ma che in questo caso, per esistere, ha delle ragioni obiettive.

    Però il problema, in effetti, è un altro, cioè che siamo talmente bombardati di false ideologie che, raggiungerle, anche per chi non ha effettivamente le possibilità di farlo, diventa una priorità che prevarica, alle volte, su ciò che dovrebbe esserci, cioè il buon senso.

    E’ un po’ il discorso delle letterine, che pur di raggiungere successo e guadagni facili, sono disposte a tutto, anche a mettere da parte la loro dignità.

    Indubbiamente un capo firmato, anche se venduto all’Outlet, è senz’altro più bello e ben fatto di un capo comprato dai cinesi, ma l’obiettivo è veramente questo o è invece quello di apparire né più né meno come gli altri?

    E’ giusto ciò che dici, ma forse sarebbe più giusto che ognuno di noi, donna delle pulizie da 6 euro all’ora compresa, potesse essere messa nelle condizioni di vivere una vita dignitosa, magari togliendosi ogni tanto anche qualche capriccio.

    La nostra società così come è configurata oggi, è molto discriminante, ci sono sempre di più poveri in una categoria di persone che povere non dovrebbero essere, (operai, impiegati, imprenditori ed anche professionisti…) e ricchi che si arricchiscono usando molto spesso mezzi illeciti, è una società che ostenta un benessere che realmente non esiste e allora… le conclusioni di Londra, non sono poi tanto dissimili da quelle dello Zimbabwe, cambiano solo i presupposti iniziali.

    Grazie per il tuo commento e torna presto.

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  29. E’ tutto molto triste. Incredibile come nel mondo cosiddetto sviluppato ci si scanni per fesserie senza tener conto di chi muore di fame. Un abbraccio, Fabio

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  30. @ Franz: credo in un mondo migliore, vivo anch’io quel senso di ingiustizia e di impotenza, ma finché abbiamo la possibilità di parlarne, vuol dire che possiamo fare anche qualcosa per cambiare questa realtà così tristemente compromessa.

    Però, per farlo, ci vogliono altri che come me credono, altrimenti non serve a nulla.

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  31. @ Fabio: fosse soltanto incredibile, sarebbe ben poca cosa, purtroppo è molto di più.

    Ciao e grazie della visita.

    ps: pronto per il prossimo numero di The Best?

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