Immerso nel silenzio

Immerso nel silenzio.

Immerso nel silenzio
come in un mare tiepido,
sento l’onde vibrare
come corde di violino e d’arpe
in un concerto d’armonie sublimi.
Nel silenzio il suono è più dolce
come nel vuoto brillano
i colori più belli.
Naufrago resto in questo mare
dall’onde carezzevoli
e non curo di cercare la sponda,
da che parte essa sia non mi chiedo;
dell’onde seguo il mormorio,
fatuo mi sento
e mi crogiuolo in questo incantamento.
 
                                                                     Santi
 
Ancora pochi giorni, ed è la sua festa. Come sempre, alcuni suoi versi per ricordarlo insieme a voi. 

Ciao Papà!

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33 pensieri su “Immerso nel silenzio

  1. Si respira in ogni parola sussurrata questo silenzio buono e ci si lascia cullare dal mormorio dell’onda di un mare di serena riflessione.
    Molte cose passano e si disperdono, altre acquistano valore e lo fanno, come in questo caso, quando sono frutto di un sincero ascoltare la vita.
    Ciao

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  2. @ Solindue: non saprei dirti se mio padre fosse un uomo sereno, era senz’altro un osservatore delle cose, anzi, lui le contemplava, per farsele poi entrare dentro.

    Grazie a te!

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  3. @ Spazio: pur non amando, io, i silenzi, questa poesia mi ha fatto riflettere molto, perché è l’invito a lasciarsi cullare dalle cose semplici, come giustamente dici, ad ascoltare la vita.

    Ciao e grazie!

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  4. carlotta

    Probabilmente il dolce ricordo che hai di lui è anche dovuto al fatto che come marito,padre e professionista esercitava con tutti la moderatezza e sobrietà nonchè la virtù del sorriso..

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  5. Ricordo di aver letto (forse una delle prime volte che venivo a “visitare” il tuo blog) dei versi di tuo padre… anche quelli furono meravigliosi…
    Adoro questo passo:

    Nel silenzio il suono è più dolce
    come nel vuoto brillano
    i colori più belli.

    Sarà che alcune volte amo perdermi nel silenzio.. sarà che alla mattina alle 6.00 quando esco di casa per andare a prendere il treno e quasi tutta la città dorme (a parte solo qualche lavoratore che inizia a recarsi sul posto di lavoro…) beh vedere le strade che da li a poco si riempiranno: di traffico, di gente, di rumori…
    in quel silenzio rotto dal rumore delle mie scarpe sull’asfalto… quel silenzio che mi permette a tratti di sentire anche il mio respiro… beh è così rilassante, così profondamente triste ma bello allo stesso tempo…
    ‘nnaggia non so spiegarmi 😛

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  6. Antonella

    STUPENDA COME SEMPRE. PERMETTIMI DI SCOPIAZZARLA !!LA CONSERVO CON LE ALTRE. TU SAI CHE HO SEMPRE SOSTENUTO L’IDEA DI REALIZZARE UN ANGOLO QUI, NEL TUO SPAZIO, CON LE SUE POESIE. GRAZIE PER AVERLE CONDIVISE CON NOI. D’ALTRA PARTE, SONO TALMENTE BELLE CHE SAREBBE STATO UN PECCATO TENERLE NASCOSTE.
    BACIONI

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  7. @ Pensierieperline: anch’io adoro quel passo, perché quella similitudine è meravigliosa.
    E comunque, ti sei spiegata benissimo e mentre leggevo ciò che hai scritto, cercavo d’immaginarti, soprattutto in quell’ora del mattino, camminare per le strade e nel silenzio, sentire il tuo respiro… certo che alzarsi così presto deve essere una faticaccia, ma so che l’affronti con lo spirito giusto, perché ami ciò che stai facendo.

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  8. @ Carlotta: ne parlavo ieri sera con un’amica. Mio padre, che ho sempre ammirato e rispettato, sia come uomo che come padre, in effetti ho incominciato a conoscerlo meglio da morto e queste sue poesie, pur conoscendole, lette dopo, in questo senso mi hanno aiutato tantissimo.
    Uomo di grande cultura, aveva saputo conservare intatta una sobrietà, come la chiami tu, che secondo me traeva giovamento dalla sua umanità, dote indispensabile per quella che è stata per molti anni la sua professione: un medico alla vecchia maniera.
    Indubbiamente, una grande scuola, virtù del sorriso compresa.

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  9. @ Antonella: eh mannaggia, hai ragione, ho sempre promesso di dedicargli una pagina e non l’ho ancora fatto.
    Veramente l’idea era di fare proprio un sito con tutte le sue poesie, ma ci devo ancora pensare. Nel frattempo, ogni tanto, ne tiro fuori una e…
    Ricambio il bacione e… ‘notte!!! 😉

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  10. alanford50

    Stupende parole, stupenda elegia del reale contenuto di quello che generalmente noi diamo per vuoto sia in termini di contenuti che di valore assoluto, il silenzio.

    Il silenzio, pensandoci bene non esiste, è forse un desiderio, sicuramente un’utopia, il vero silenzio quello che per fortuna noi non conosciamo è più giusto definirlo “vuoto” nel senso di vera assenza, mentre il silenzio è cosa per nostra fortuna ben diversa, nel silenzio le nostre coscienze ci parlano, e lo fanno senza far uso della menzogna, nel silenzio i poeti lasciano scorrere libere le loro parole, i pittori lasciano spazio alla loro immaginazione e fantasia.

    Vivere il silenzio con serenità e padronanza di se è un dono Divino, è una sensazione che è da pochi, significa entrare in una dimensione parallela dove tutto vive con estrema lentezza, dove si odono i propri battiti del cuore scandire il proprio tempo, dove si sente il proprio respiro alimentare la propria vita, dove il pensiero rimbalza tra la mente e l’anima alla musica dei rintocchi del cuore e tra un suo battere ed un levare, in quell’attimo di vero silenzio e di attesa del battito successivo si gode di se e di tutto ciò che ci circonda, e finalmente ci si sente padroni coscienti del proprio brevissimo vivere.

    Ciaooo neh!

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  11. carlotta

    Ehilà!Che meraviglia..Mi sembra di assistere ad un convegno della”Pleìade” ..complimenti!ma..chi mai si nasconderà dietro il nome alanford50?mi sembra uno di quei bei commenti alla G.PANSA..sperando di non aver fatto gaffes vi saluto entrambi(nel caso così fosse chiedo..venia!).

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  12. alanford50

    @CARLOTTA.

    Tranquilla nessuna gaffe, dietro a questo mitico pseudonimo di Alanford50 si nasconde unicamente un vecchio millenario padrone del proprio tempo, dedito all’osservazione del lento scorrere della vita, ma con la assoluta certezza della cruda realtà che porta a prendere coscienza della totale inutilità di tutte le cose, tranne che il vivere, anzi il sopravvivere, tutto qui.

    Ciaooo neh!

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  13. carlotta

    Accidente di un accidenti..Sei un pò disincantato anche tu,forse addirittura più di me,nei confronti dell’umanità..non c’è motivo di dichiararsi millenari,capita a tutti di sentirsi un peso virtuale sulle spalle per il solo fatto che la vita ci ha “disillusi”più che delusi,ma i cattivelli non siete voi maschietti??Lasciate il mondo in mano alle donne chissà che non cambi qualcosa come in Brasile recentemente..anche se per me l’omo deve fa l’omo..con gentilezza SEMPRE..;-)

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  14. @ Carlotta: non voglio dare risposte al posto di Alan, ma una cosa voglio dirla.

    Il nostro caro amico, più che un disilluso della vita è un contemplatore della stessa, se ne sta lì in un angolo e la osserva, pur cosciente delle sue scelte e dei suoi vissuti che, credo, immagino, o forse è meglio dire, ho il sospetto che non ne sia poi tanto insoddisfatto.

    Mi piace perché c’è sempre del positivo nelle sue parole, malgrado possa alle volte sembrare il contrario, visione della vita che, tra l’altro, spesso coincide con la mia e, come immagino tu abbia già visto, a dispetto di tutte le esperienze negative, è positiva.

    Per la questione uomini/donne… beh, forse dobbiamo ancora imparare a camminare insieme.

    Facciamolo, che non è poi tanto malaccio.

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  15. @ Carlotta: e perché scusarti? Sono intervenuto soltanto perché era interessante il vostro scambio di idee e comunque, ormai sei di casa nel mio blog e quindi… 😉

    ‘nnagg… !!!

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  16. all’inizio non era proprio una passeggiata.. alzarsi così presto :-S poi quando ho capito che ero nel posto giusto che era questo che volevo fare tutto è diventato tutto più semplice 😛
    Grazie ancora Arthur per tutto quello che fai..

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  17. alanford50

    @CARLOTTA.
    “Lasciare il mondo in mano alle donne chissà che non cambi qualcosa come in Brasile recentemente”
    Mi piace molto scambiare i punti di vista, quindi approfitto dell’amico Arthur che come sempre mi concede spazio ed amicizia per dire la mia su questa tua affermazione,innanzitutto ci tengo a dirti che porto il massimo rispetto per i tuoi punti di vista, detto questo, io sono fermamente convinto che non dovrebbe neanche esistere il problema “uomo/donna” dovrebbero esserci solo degli esseri umani che lavorano per altri esseri umani, con il giusto senso di giustizia e libertà, purtroppo oggi queste cose sono passate in second’ordine rispetto ad altre cose più terrene e più appaganti, purtroppo la corruzione materiale e morale oggi ha raggiunto livelli impensabili, quasi senza possibilità di ritorno se non grazie ad eventi tragici che sarebbe meglio non augurarsi, circa la corruzione morale è onestamente difficile stabilire di chi sia la colpa se dell’uomo o della donna, ognuno avvalla l’esistenza dell’altro, non c’è possibilità di uscirne come per l’antico dilemma se è nata prima la gallina o l’uovo, insomma non se ne esce dalla diatriba se è nato prima il corrotto o il corruttore, quindi a fine di questo mio intervento diciamo che abbiamo un disperato bisogno di uomini e donne che appartengano al regno dei giusti, ma oggi come oggi è estremamente difficile trovarne, perché nessuno è disposto a rinunciare al piccolo stato di benessere raggiunto, quindi la ricerca dell’appagamento di questi bisogni ci lascia quasi tutti fuori da quel regno così agognato dagli uomini e donne semplici.

    Ovviamente ben vengano le persone che in un modo o nell’altro ci provano, ma non nutro grandi speranze, più conosco l’uomo (in senso lato, ovviamente) meno ci credo, solo i grandi eventi hanno obbligato le generazioni che ne sono sopravissute hanno (in qualche modo obbligate dagli eventi stessi) tentato il percorso per arrivarci, ma l’eventuale benessere man mano raggiunto ha fatto in modo di far dimenticare subito i buoni propositi.

    Ciaooo neh! alla prox.

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  18. @ Pensierieperline: oh mon Dieu, Lely, cosa faccio? 😉

    Ps: il posto era giusto e da quel poco che ho visto, tu sei la persona giusta per fare ciò che fai (qui, tufiamo tutti per te… e questo non è un plurale maiestatis )

    Ciao!

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  19. carlotta

    @Arthur ed Alan Ensemble:Non condivido proprio tutto ma ho anch’io rispetto nonchè ammirazione per ciò che dite e per come vi esprimete.Il motivo per cui pensavo che Alan fosse disilluso,dipende dalle espressioni da lui formulate quali “cruda realtà”,”inutilità delle cose”,”sopravvivere” ma sono felice che essendo vecchi amici,se ho ben inteso,siete anche capaci di rilevare nell’altro la leggerezza che si associa alla profondità e serietà dei vostri commenti.A volte capita anche a me di pensare a questi concetti riguardo la vita che ho vissuto finora;ho scelto la strada più impervia solo a causa del fatto che il mio essere non riconosceva modelli di vita che contemplassero l’ipocrisia e la recita in virtù del vivere comodo..eppure quante unioni sono fondate su ciò!Adoro la verità e se ho dei dubbi su quella che gli altri si arrogano riguardo altri ancora,io preferisco esprimermi solo su ciò che mi è certo e in questo è compreso il mio vissuto,altimenti ho tanti altri argomenti da trattare,sono abbondantemente paziente e clemente,ma ho una linea di demarcazione che non và mai superata..non ho mai trovato un uomo che non si fermasse all’aspetto e mi giudicasse da subito per ciò che volevo esprimere realmente, se me ne avesse dato il tempo,chi gioca per barare mi avrà solo per poco al suo cospetto.Credo di dar voce a una parte di coloro che trovano molto complicato il”camminare accanto”di cui parlavi tu,Arthur,perchè quelle come me trovano,molto meno sofferente il camminare sole,casomai maledicendosi per questa scelta,ma non inclini a vivere con stampelle mentali che portano a scelte ingloriose pur rinunciando a ciò che sembrava scontato dovesse far parte della propria vita.Chissà se mai riusciremo a vivere veramente senza dover pensare che l’agguato è dietro la porta che abbiamo davanti,il mondo dei giusti,caro Alan è la definizione che per antonomasia si dà all’aldilà..Ciao!

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  20. alanford50

    “il mondo dei giusti, è la definizione che per antonomasia si dà all’aldilà”

    E’ vero se prendiamo alla lettera la mia definizione, la mia visione voleva essere e rappresentare la speranza di una tendenza, lo so che una visione di un mondo assoluto di giusti è utopia, forse neanche in paradiso (ammesso e non concesso che esista) probabilmente si potrebbe vedere realizzata questa affermazione, specialmente se letta in senso letterale stretto del termine, ma come tendenza avrebbe potuto e dovuto esistere, invece è stato più facile ed appagante scegliere esattamente l’opposto, quindi preso atto di questa cruda realtà affermo che non esiste differenza tra l’uomo e la donna, per ora sono diverse unicamente le opportunità, se l’uomo ha sbagliato nel cercare proprie soddisfazioni è altrettanto vero che la donna nelle medesime circostanze avrebbe compiuto gli stessi gesti e gli stessi errori, ovviamente e giustamente rivolti verso i propri bisogni e le proprie esigenze, in questo senso non esiste alcuna differenza tra i due sessi, ad essere diversi ed a fare la differenza sono appunto solo le opportunità di poterlo fare.

    In ogni caso è vero io sono un disilluso, nel senso che chiara mi è la cruda realtà delle cose e delle persone, ovviamente è una mia verità assoluta che non voglio svendere ne regalare a nessuno, la ritengo valida unicamente per me, l’unica libertà che mi prendo, quando mi è concesso cerco di esprimere il mio disincantato pensiero, ma senza l’assurda presunzione che valga più di quello degli altri, quindi non cerco ma di imporlo a nessuno se non dal punto di vista puramente espositivo, quindi non mi sento un superbo ne presuntuoso, io ho sempre espresso il mio senso della vita che mi vede perennemente fermo e seduto in riva al mio sacro fiume a vedere il lento scorrere della vita, ed in quelle acque ho visto passare i cadaveri di tutta l’umanità, compreso il mio (per molte volte, per giunta) , è vero io non sono infallibile, tutt’altro, ma mi ritengo intellettualmente onesto.

    Circa l’inutilità delle cose, non è solo una mia espressione, ma una parte di quella cruda realtà, tutto quello che siamo e che facciamo è una serie di convenzioni che ci permettono di sopravvivere al fatto che non abbiamo chiesto di vivere, una specie di necessita virtù, ma sicuramente basate su di una serie di circostanze atte a permetterci di vivere e di sopravvivere nel tempo che ci è concesso, in questo senso non esiste nulla di assoluto ne di superiore, a meno che non ci si rifugi nella fede, cosa che purtroppo non mi appartiene, abbiamo cercato ad ogni costo di attribuire un senso alle cose che appartengono al nostro vivere, proprio perché queste cose un senso proprio non ce l’hanno, sembra la canzone di Vasco, cerco di dare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l’ha….ovviamente non le ho fatte mie prendendole dalla canzone, ma sono parole che mi appartengono da sempre, o da quando la coscienza me ne ha regalato il senso.

    Ciaooo neh! alla prox.

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  21. @ Carlotta e Alan: che bello scambio di pensieri, come ai bei tempio, quando un articolo creava la possibilità di potere interaggire tra di noi. In questo caso è una poesia di mio padre ed è bellissimo.

    Mi siedo e in silenzio ascolto… magari se riesco, ci scrivo anche un post.
    Grazie!

    *** Ciao Carlotta e Alan. ***

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  22. Pingback: Insieme? « arthur…

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