Erzicovina della contrada delle Valli Ruspanti… che nostalgia!

Così, giusto per accontentare i nottambuli o forse i mattinieri, che dico, i pomeridiani o fors’anche i serali, quelli insomma che una volta tanto non si prendono troppo sul serio(domani alle 11, può darsi alle 13, evvabè, domani ad una certa ora, di questo post non ci sarà più traccia, si autodistruggerà… forse…), è venuta a trovarmi Erzicovina della contrada delle Valli Ruspanti, la sorellastra (bella… ) di Armide da Rotterdam, e non per dire, ma ci ha una classe che, come dice il detto, non fa acqua da nessuna parte… si proprio lei, e mi fa…

“Ehm… uhm… mannaggia, scusate, non so da dove incominciare… beh, sarei anche un po’ timida, ma ho solo bisogno di prendere il la, da non confondere con la ben nota nota musicale, altrimenti avrei detto che mi davo un la, beh insomma, o forse che avrei dato il la, o magari che il la si trova tra il sol e il si… do re mi fa sol la si… vuoi mettere che ho scritto anche una canzone?

Boh, non credo, e no perché in effetti se ci penso non ne sono del tutto sicura e poi…

… evvabè… oggi sono uscita presto e, indossata la mia pelliccia di volpe argentata della Groenlandia, con sotto una maglietta di pizzo San Gallo scollata al punto giusto, visto che sono una donna ecologica, mi sono incamminata verso la fermata dell’autobus, il numero 29, che passa sempre da via Duca degli Abbruzzi, gira per Largo Donati, si inerpica per Porta S. Alessandro, facendo scalo in Via San Colombano, poi prosegue per Piazza Rosate e fa capolinea in via Uccelli di Bosco, che non hanno niente a che vedere con gli uccelli scappati, tipico piatto dell’Umbria settentrionale, fatto con le bacche di mirtillo, fettine di lardo 6×8, e una foglia di salvia arrotolata tre o quattro volte sullo spiedino di legno… e, uhm, con pazienza, mi sono seduta sulla panchetta ad aspettare.

Che poi, cosa credete, lo faccio più o meno tutti i giorni, ma oggi non so perché c’avevo l’impressione che qualcosa di nuovo stesse per capitarmi e infatti, di lì a poco, arriva un signore, distinto, (‘mazza com’era distinto… ), con un cappotto color amaranto e un cappello nero a larghe falde, con una piuma di struzzo che gli spuntava dalla fascetta grigia, la barba lunga di quelle appena, appena incolta, come se non se la fosse tagliata da due o tre giorni. Arriva, mi butta l’occhio con fare disinvolto, s’appoggia al muretto, mette la mano in tasca, tira fuori il cellulare, lo guarda e poi lo rimette via e poi mi pianta gli occhi addosso che non vi dico come sono rimasta.

In un primo momento pensavo di avere qualcosa fuori posto, mi guardo, tiro giù la gonna (‘un si sa mai…) sospiro profondamente e faccio finta di nulla.

Dopo un po’, s’avvicina e mi dice: ” Che forse dovessimo conoscerci?” ‘mazza come parlava forbito, penso io… (ammetto che gli uomini che parlano così, c’hanno una marcia in più… beh, voglio esagerare, fors’anche due o tre… ), tiro su lo sguardo, cerco di fare spallucce e: “No… “ gli faccio con un filo di voce del tipo Santa Martina della Goretti Associati, e poi… “oh… perché mai me lo chiede?”

Lui s’avvicina ancora di più, quasi toccandomi china la testa, mi guarda intensamente negli occhi con lo sguardo assassino (‘mazza com’era assassino… ) e: “sse… c’avevo l’impressione d’avercela già vista e poi, ‘na bella svergolona come lei ‘un la si può certo dimenticare così facilmente, eh…. Hihihihihiiii… !”

Sono diventata rossa gialla e verde, come si dice a Trastevere, di tutti i colori, che sembravo ‘na ribollita, di quelle che si fanno cuocere a fuoco lento sulla brace di legna di pino mista a essenza di bergamotto della contrada delle Valli Ruspanti, (dalle mie parti insomma… ) e intanto, mi prende per il braccio, mi fa alzare e così c’incamminiamo come fossimo stati due fidanzatini.

“E dai” gli faccio, “sei proprio un birbante, lo sai che tutte le volte ci casco come una pera cotta.“

E lui: “ Lo faccio solo per stimolare la cortecia, così poi l’amore diventa più stuzzicherello… “

Mannaggia come è stato bello, a me ‘ste cose mi fanno sempre un certo effetto, quando ci penso divento rossa come un peperone, che poi non so perché si dica così, visto che i peperoni sono anche verdi e gialli.

E già, più che rossa, son diventata di tutti i colori, come i peperoni appunto, mannaggia, e no perché nel caso qualcuno non lo sapesse, io c’ho classe, mica acqua fresca!!!

E già, lei c’ha classe, mica acqua fresca! 🙂

39 pensieri su “Erzicovina della contrada delle Valli Ruspanti… che nostalgia!

  1. Ehm si insomma. beh ecco…. non è che ci abbia capito molto… certo che ‘sta tipa è alquanto strana…. Ma ‘ste due sorellastre, sono parenti tue per caso?? Mah…. comunque, visto che è tornata a farti visita significa che la conosci e quindi…” megghiu u tintu canusciutu, ca ‘u nuavu a canuscire” 😉

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  2. …me la presenti la Eva????
    che tipa!!! ganza!!! potrei imparare qualcosa…un si sa mai mi servisse in fututo!!!
    però..però..però…..stasera mi girano le scatole ..ma fortissimamente…
    sono alterata…scofusa e shoccata dalla stupidità altrui…maremmaaaaaaaaa bonina ..o come si fa ?????
    mi sento delusa di tanto..ma tantoooooooooooo!!!!!
    ..e pensare che la giornata è scorsa benino…con simpatia….ecc ecc…
    poi però..trave in capo……mah, mi sorprendo…alla fine mi vien da dire maffantasca….
    si, tanto prima o poi ci va…avvvvvoglia se ci vaaaaaaaaaaaa!!!!
    Scusa lo sfogo.. 🙂 ma qui è come a casa mia….la mi’ figliola fa il tifo per me!!!
    …se soffio…l’è un dramma!!!
    bacissimo , vado a letto ..è meglio assai…
    un bacio alla mi Carlitasss!!!e uno a te…e visto che c’è Pat…anco a lei!!!!

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  3. Laura

    La cara Erzicovina, sai che avevo nostalgia anch’io di lei? Ma scusa, il fratello Armide da Rotterdam, è ancora scapolo o si è fidanzato? 🙂

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  4. @ Patrizia: perché due sorellastre? Erzicovina è una sola, e solo lei c’ha classe che sembra acqua fresca, chi è l’altra? 🙂

    e per il quadro… ho visto, ho visto.

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  5. Perchè non fare un pullman con tutti noi ,la Erzicovina il tipo con la piuma sul cappello,uno che somigliava ad un gatto e aveva due baffi di piume,poi l’altro con i pantaloni a scacchi,Azazello,e Wooland e insieme andiamo a fare un giro al paese della gentile donzella,l’Erzegovina appunto, poi facciamo anche una puntatina,già che ci siamo,in Russia e,precisamente a Mosca,dove Wooland e gli altri compari hanno fatto già un giretto tanti anni fa,così finiamo alla trattoria del “Cinghiale decapitato”,bevendo e mangiando vino di sidro d’aceto di mele ed uccelli all’ agnello scappato dall’Ucciardone,appena ha visto che arrivavamo noi..dove c’è anche la Margherita che con l’Ivana sta sempre lì a spalmare unguento e poi apriamo una fabbrichetta,tanto per non esser da meno rispetto al caro amministratore delegato delle auto,ed esportiamo anche noi che lì la manovalanza costa meno,e poi si sa,il diavolo ci mette sempre la coda..ed anche la faccia e il nome,dico io!!! 😉

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  6. @ Pat: Armide da Rotterdamè un uomo… o perlomeno così è nella mia fantasia ovviamente, un bel personaggio anche lui, che piace alle donne, il contrario di sua sorellastra Erzicovina, fine, di classe, ma non come l’acqua fresca… 😆

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  7. @ Carlotta: beh, non si può dire che manchi d’iniziativa.
    però potremmo farci un pensierino, ma l’Erzicovina è forse meglio lasciarla là dove si trova, ‘un si sa mai e magari portiamo con noi Armide da Rotterdam, il fratellastro bello di Erzicovina che senz’altro piacera un sacco a voi donne… 🙂

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  8. Antonella

    Arthur mi fai morire, l’avevo completamente dimenticata !!! Ciao bello, ci sono , ci sono, anche se non scrivo. Un bacione grande, a presto.
    Un saluto a tutte/i .

    Ti lascio una poesia , senti che bella :

    “Se avessi il drappo ricamato del cielo,
    intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
    i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
    dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
    stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
    invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;
    e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
    cammina leggero, perché cammini sui miei sogni.”

    Yeats, da “The wind among the reeds”, 1899

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  9. carla

    Erzicovina con la sua classe non faceva acqua da nessuna parte.
    “ Lei non è una donna, Erzicovina è una femmina: e se la donna è donna, la femmina è tutta un’altra cosa.”
    Questa frase si sentiva spesso rimbombare nei bar e nei locali della contrada delle Valli Ruspanti e gli uomini del posto lo sapevano molto bene. La generosità con la quale lei omaggiava i mariti delle cagnette a cui aveva sottratto l’osso, era palese anche ad un bambino. E quasi nessuno riusciva a resistere all’urto di quell’altalena dei sensi. In fondo nella testa di Erzicovina giravano troppe fantasie moleste. A volte era solo un audace ammiccamento, uno sguardo provocante o malizioso a generare l’ira funesta delle spose che trovavano sempre qualche motivo per lagnarsi di quella nuova “bocca di rosa” in una specie di sommario delle gioie e dei dolori della vita di provincia nel nuovo millennio. E poco importa se il paesino non era quello di Sant’Ilario, lo scombussolamento che si verificava al passaggio ancheggiante della donna, non permetteva di capire più a quale paese si apparteneva. Uno tsunami improvviso avrebbe di colpo pareggiato il conto. Peccato tardasse a venire.
    Il Professore era un Uomo straordinario. Un Uomo. Difficile raccontare per chi da quello tsunami è stata attraversata ed assolutamente travolta. Ti capita di vivere una vita borghese, a tratti anche felice poi … tutto viene scombussolato e la vita, la tua vita, ti si rovescia addosso. Perdi il conto delle ore, forse mille o più trascorse ad ascoltare la sua voce, come potrai mai dimenticare? Chi ti restituirà la felicità provata nel vedere il mondo con i suoi occhi, con quella voglia di vivere finalmente la vita. In quel Professore, in quell’uomo c’era tutto, c’era quella luce che si chiama “battito”. Il “battito” non lo sai spiegare, non tutti riescono a provarlo nella loro vita, quando lo provi però non lasciarlo scappare, lotta per tenerlo stretto, è prezioso, unico. Peccato perderlo.
    Erzicovina con la sua classe che non faceva acqua da nessuna parte è entrata nella mia vita, voluttuosamente ha ammiccato con lo sguardo il Professore e, stretta stretta a Lui ancheggiando, se ne è andata via. Nessuno li ha più visti ritornare. Nella mia mano stringo forte quel “battito”, in un dolore sordo difficile da raccontare il cui eco, a volte, rimbomba nella contrada delle Valli Ruspanti.

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  10. @ Carla: avevo due possibilità, dare la parola a Erzicovina, oppure risponderti cercando in qualche modo di continuare il tuo discorso. Ma poi ho deciso di lasciar stare, ho catturato quel battito e l’ho vista rivivere l’Erzicovina. Cosa chiedere di più?

    Scrivi in un modo fantastico e chissà, magari verso sera l’Erzicovina ritorna… 🙂

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  11. …. verissimo, scrive in modo fantastico…
    Chissà di chi è questa bella calligrafia….
    Buona giornata Arthur.
    vento
    PS: ciao Carlitasss ….mi raccomando la terrazza….

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  12. carla

    @Arthur: il merito è tutto e solo Tuo. Hai inventato la bellissima sciantosa piena di “creanza” ed io ho rivissuto, attraverso lei, una pillola della mia vita. Ogni tanto tirala fuori dal baule che la spolveriamo un po’: io ho sempre un conto in sospeso con lei.
    @Semprevento: grazie mille Ivana. Sono una persona qualunque nulla di fantastico, credimi. I Tuoi quadri e la Tua poesia si commentano con il cuore, tante parole non servono di fronte alla Tua grazia e semplicità.

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  13. @ Carla: vedo che per dote, tra le altre cose, hai anche la modestia. Io l’ho imparata da mio Padre, che malgrado fosse un grande uomo, sapeva sempre fare un passo indietro se era il caso. Non so se ci sono riuscito, ma ci provo e l’apprezzo quando la vedo manifestarsi. E tornando a Erzicovina… beh, in effetti non ho iventato niente di nuovo, ho solo rappresentato, con ironia, la realtà così come mi si presenta davanti agli occhi. E, come tu sai, alle volte basta poco.
    Ci sarebbero altri personaggi da spolverare, Zio Gesualdo, suo fratello Ermenegildo, Giacomo, Alessandro, Giuliettina insieme a Rocco e i suoi fratelli, non quelli del Gattopardo, Luciano, Vincenzo e Gabriele, le sorelle Vika, Ika e Katia, padre Don Salvatore, che ha salvato le popolazioni del Lago Trasimeno, quando si era inondata Firenze, nel luglio del 1947, giorno dello sbarco degli americani a Portofino, e Alessandro fa i capricci perché si è rotta la serranda, in casa sua è ancora tutto buio, ma non come quella volta a Cesenatico, quando sulla spiaggia arrivarono i vu cumprà e senza batter ciglio, Evelina si spalmò di crema protettiva, sai quella numero 5, perché c’era Vittorio che doveva arrivare ed allora si trovarono tutti sul Ponte Vecchio, a scartare quei regali che erano rimasti nel baule della macchina, in quel parcheggio di viale Gismondo da Verazzano, angolo via Paleocapa, dove fanno anche le frittelle e, nonna Pina ci passa tutte le mattine, perché la nipotina, quando viene, si ritrova tutta innervosita, con i capelli in disordine che Marco ed Emanuele si divertono a rimescolare, come fosse un mazzo di carte, si quelle carte che trovi tutte le mattine davanti al tuo portone, e quello stronzo di Giuseppe fa finta di non vedere, come se la casa non fosse anche sua, ma verrà il giorno, o forse non verrà, fatto sta che l’altra sera, mentre bevevo una birretta, mi dissero che Rosina era sotto la doccia e, tutti a guardare fuori alla finestra, che nel frattempo s’era chiusa, per non far passare tutta l’acqua, perché quel rubinetto rotto non era stato più aggiustato, e giusto per non dimenticare, volevo dire che s’inaugura una mostra, in quella galleria d’arte a Castrovillari, dove espongono i nani, tutti e sette ma senza Cenerentola, che nel frattempo è stata mangiata dal lupo cattivo, che l’aveva presa in giro dicendole quant’erano belle le sue orchidee, da non confondere con i gerani di zia Giuseppina, che bagna una sera si e una sera no, senza curarsi che Duilio ha perso i capelli, e che non stava bene dirlo al suo collega… 🙂

    … ma Erzicovina delle Valli Ruspanti, sì, proprio lei che c’ha classe, mica acqua fresca è unica, un po’ come Nonno Archimede e quindi, se proprio proprio dobbiamo rispolverarla, sarà sen’altro fatto, solo una curiosità, però, sei sicura che ‘sta pillola non faccia male? 😆

    E comunque, pillola o non pillola, scrivi veramente bene.
    ‘zie! 😉

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  14. carla

    @Arthur: tranquillo tranquillo. Il dolore deve essere esorcizzato, a qualunque costo. E quale occasione migliore, ora che – solo a ricordare – sento le budella accartocciarsi in petto come fossero “nidi di poiana”? Bando ai ricordi ed alla malinconia, qui c’è da lavorare, i personaggi sono davvero tanti e muoverli tutti sarà divertente e stimolante.
    Mi congedo, con gioia

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  15. carla

    Si racconta che Erzicovina è una che ci ha una classe che non fa acqua da nessuna parte….
    4 maggio 2011
    “Dipingiamo questa sera?” mi chiese di colpo il Professore.
    “Perché?” chiesi.
    “Dammi la mano”. Prese la mia mano e la posò sul proprio petto. Ed ora ti chiedo di dirmi cosa senti.
    “Il tuo cuore” risposi “sento battere il tuo cuore”. Ero nervosa e non potevo nasconderlo. Mi sistemai i lunghi capelli dietro le orecchie con un gesto che rivelava il mio disagio.
    “Di che colore dipingeresti il battito del mio cuore Carla? Pensaci. Cos’hai sentito quando hai messo la mano sul mio cuore?”
    “Passione, forza…”. Distolsi lo sguardo imbarazzata. Perché avevo detto passione?
    Di tutte le cose che avrei potuto dirgli quella era davvero l’ultima da nominare. Ma il Professore non si sarebbe accontentato di una risposta buttata lì ed io lo sapevo. Lui stava cercando di mettere a nudo la vera Carla.
    Ma “avevo” avvertito davvero forza e passione nel suo cuore. Soprattutto passione.
    “Che colore useresti per dipingere quello che hai sentito? E come lo raffigureresti? Ti va di provare?”
    Senza fiato per l’emozione, lo guardai avvicinare un cavalletto e posizionarvi sopra una tela bianca. Poi aprì una finestra e sistemò il cavalletto con cura sul pavimento di legno, quindi si voltò verso di me e sorrise. Era stata una giornata piovosa e dalla finestra entrava una brezza pungente.
    Ero eccitata come una bambina davanti all’albero di Natale.
    “Sei in grado di arrangiarti con i colori?” mi chiese il Professore allungandomi un carrello pieno di tempere e pennelli.
    “Penso di farcela” risposi.
    “Allora dipingi la passione di cui parlavamo prima. Lascia correre l’immaginazione e non metterti freni. Voglio vedere cosa significa per te quell’emozione. Prenditi il tempo che ti serve. Non è un esame questo ed io non sono qui per giudicare. Sentiti libera di esprimerti come credi”.
    Mi aveva suggerito di dipingere la passione ed io lo avevo fatto davvero! Per due ore avevo riversato sulla tela la violenza dei miei sentimenti ed il risultato era stato una rivelazione di colori accesi e pennellate sapienti. Avevo dipinto toccando il profondo dell’animo e quel quadro parlava adesso più di mille parole.
    1 marzo 2012
    Mi sveglio di soprassalto, la fronte e il collo bagnati di sudore. Mi sembra di soffocare. Scalcio via la morbida trapunta che mi si è attorcigliata intorno alle caviglie e mi tiro su a sedere, trattenendo a stento un urlo per il dolore lancinante che mi sta martoriando il petto. Non posso descriverlo a parole tanto è intenso.
    “Dio, ti prego, aiutami” grido, ricacciando indietro le lacrime di disperazione e sofferenza.
    I miei occhi cercano la sveglia digitale posta sulla cassettiera. E’ un gesto involontario che compio ogni volta che non riesco a dormire e che non fa che peggiorare la situazione. E’ la mia ora delle streghe.
    Appeso al muro, proprio di fronte a me, c’è quel “quadro”. Racconta a colori il mio sentimento per il Professore. Esprimeva passione, amore …. adesso solo rabbia, tanta rabbia e dolore.
    E’ tutto quello che mi resta oggi del Professore.
    Ma Erzicovina sì che ci ha classe, lei non fa acqua da nessuna parte e chissà se ha mai posato la mano sul petto del Professore, se ha avvertito la passione e dipinto il “battito” su tela, chissà…..

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  16. @ Carla: che bella storia, anche se con un epilogo amaro!

    Realtà e fantasia alle volte si confondono, ma solo perché nascono entrambe dalla vita reale.

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  17. @ Carla: @???
    …allora, Gasp… potrebbe stare per Gaspacio, oppure per Gaspare, oppure per Gasparilla, oppure respirare convulsamente o faticosamente, oppure all’ultimo respiro, oppure ansimare, oppure boccheggiare, inspirare, l’inalare, oppure, insomma, che vor dì? 🙂

    ‘notte!!!

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  18. @ Patrizia: @???

    … allora. Gulp… inghiottire avidamente e rapidamente in grandi quantità, oppure ngoiare aria convulsamente, come bevendo, a causa del nervosismo, sorpresa, oppure l’atto di gulping, oppure, insomma, che vor dì? 🙂

    ‘notte!!!

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