Abbandono.

Abbandono

Disabitata… è il titolo che ha usato la nostra amica Patrizia, per un racconto fotografico di una casa abbandonata, con delle foto davvero molto belle.

Sono sempre stato attratto dalle case abbandonate; ricordo che da piccolo, quando mia nonna mi portava in campagna per la vendemmia, insieme a mio cugino andavamo spesso ad esplorare casali e ruderi abbandonati, correndo a volte dei rischi incredibili.

Ci sentivamo un po’ come dei Tom Sawyer, gli impavidi protagonisti di un libro di Mark Twain, tant’è che una volta attraversando un ponte pericolante, per poco non abbiamo rischiato di cadere nel fiume sottostante, per il crollo improvviso di un’arcata.

Questa “mania” mi è rimasta anche da grande, quei luoghi abbandonati hanno per me un fascino inspiegabile, la mia fantasia galoppa al pensiero di cosa e chi li ha abitati, ed ogni pur piccola presenza, una poltrona, un lavabo rotto o delle cassette con dentro dei giornali vecchi, sono la testimonianza di una vita passata che ha lasciato, magari senza volerlo, una traccia indelebile.

E’ un po’ come se quegli oggetti inanimati avessero un’anima propria, al di là di ciò che avevano rappresentato per chi li aveva posseduti, una curiosità che non mi appartiene per niente, per non parlare poi dei muri con le carte da parati o le pitture scrostate, delle finestre con i vetri rotti, delle scale o il silenzio, che nell’abbandono, è ancora più forte.

E già, il silenzio, una porta socchiusa che da uno spiraglio impercettibile, lascia intravedere una vita che malgrado tutto, non sa cosa vuol dire rinuncia.

E saltando di palo in frasca, come si suol dire, una volta mi trovavo a Bressanone, una bella cittadina del Trentino Alto Adige e passeggiando sotto i suoi bellissimi portici per le vie del centro, più mi guardavo intorno e più avevo la sensazione che lì abitassero delle persone felici. Direte che sono impazzito e probabilmente lo sono anche, ma quei luoghi, quelle case, quei portici, insomma, quella atmosfera mi faceva star bene, come dire che sapendole ascoltare, le emozioni sono sempre lì a portata di mano.

22 pensieri su “Abbandono.

  1. Bressanone..l’ho davanti a me come se fossi andata ieri.Sotto i portici c’era una coltelleria fantastica!(colleziono coltelli)E poi somiglia ai portici della cittadina dove abito ed un pò mi sentivo a casa mia.Gli abitanti tutti simpatici,gentili,disponibili,credo si sentano sempre in vacanza!Le case abbandonate invece non le amo molto,da piccola ne avevamo una di proprietà e pensavo che fosse abitata dai fantasmi.D’estate ero con la famiglia nella casa di fronte in campagna,la sera i grilli frinivano(o friniscono solo le cicale?)ma quella casa senza luce con oggetti abbandonati dai miei,tipo vecchia vasca di ghisa anni ’30 con piedi a zampa di leone e coppia di poltrone anni ’50,non mi procuravano allegria piuttosto pensavo che fossero da nascondere.Ora la penso diversamente,quegli oggetti varrebbero un bel pò ma ormai saranno volati via da qualche rigattiere che avrà avuto tra le mani pezzi di qualità,forse,senza neanche saperlo.Comunque le case abbandonate mi immalinconiscono,a me piace vederle accese e sapere che c’è vita dietro le finestre.

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  2. Beh Arthur, una bella sorpresa leggere che le mie foto ti hanno fatto ricordare le avventure di quando eri bambino. Bressanone non la conosco, ma da come ne parli deve essere proprio bella, come i luoghi che piacciono a me. Io comunque da piccola ero una fifona, beh lo sono anche adesso, lo ammetto, però la mia voglia di vedere la cosa spesso diventa più forte di tutto e allora vado, mi butto. Spero solo non mi venga un coccolone prima o poi 🙂

    Kiss, Pat

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  3. Ciao Arthur
    bel racconto bravo come sempre, pure io curioso nelle case abbandonate……
    quella fotografata nel mio sito si trova nel centro di Milano a Porta Genova……
    Mentre la fotografavo non mi sono reso conto del pericolo, ma rivedendo le foto mi sono venuti i brividi ” era piena di siringhe e residui di ogni tipo…….. era anche in parte ancora abitata…..”
    ciao buon fine settimana
    Duilio

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  4. @ Carlotta: una colterreria fantastica? Oh Mon Dieu, mia cara Carlotta, è questo un messaggio subliminale del tipo, stammi alla larga altrimenti faccio il tirassegno?

    Comunque, Bressanone è carinissima e ispira, tutta così ordinata e poi si mangia bene.

    E’ vero, le case abbandonate possono mettere tristezza, ma dipende con quale spirito le guardi. Io sono un curioso di natura, sarà forse una deformazione professionale, certi abbandoni mi affascinano, in altri invece hai ragione tu, lì dove il segno della decadenza è troppo forte e mette a disagio.

    Concordo invece sulle finestre illuminate, sono senz’altro sinonimo di vita.

    ‘sera! 😉

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  5. @ Patrizia: in effetti le tue foto mi hanno ispirato, ma in quella casa c’è solo abbandono, tra l’altro non è vecchissima e sembra neanche abbandonata da tanto.

    Potremmo sistemarla e farne la centrale operativa dei blogger, amici e… Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza! 🙂

    ‘sera!

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  6. @ Duilio: grazie Duilio, anche le tue foto erano molto belle e… ho ancora in mente il progetto di fare un magazine con le nostre foto, se Venticello si decide ad arrivare, mannagia e se trovo uno spiraglio di tempo, comunque, ne riparliamo.:-)

    Buon fine settimana anche a te.

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  7. @ Carlotta: certo che i fantasmi esistono, pensa che ho abitato per tanti anni in case antiche, la prima volta in una del ‘300 e dopo in una del ‘700 e sai quanti scricchiolii e rumorini sospetti ci sono? Un sacchissimo, mannaggia, roba da farsi venite i patemi dippiù, dippiù. Comunque io conosco un ottimo rimedio per farli scappare via, se vuoi ne parliamo.

    Scussa (ss=s), dov’è che abiti??? 😆 😆 😆

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  8. Sono stata anche in case molto antiche e fantasmi ..a iosa!Ma io trovo che facciano compagnia,non mi disturbano.Vivono nella loro dimensione e ti passano davanti senza curarsi di te,quindi sono simpatici,io li vedo soltanto con la coda dell’occhio però(Legenda:Il diavolo e la signorina Primm, Paulo Coelho) 🙂

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  9. Anch’io amo visitare le vecchie case. Mi piace l’esplorazione e la ricerca di nuove storie. Caro Arthur scusa se non ho risposto al tuo messaggio, ma la mia Pasqua, quest’anno, è stata molto triste. Un abbraccio, Fabio

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  10. Ieri sono tornata a caccia di casa abbandonate, sono entrata in una di quelle alquanto ‘ pericolanti, ma a parte questo particolare abbastanza da incosciente, ad un certo punto sono scappata viaaaaa. Il vento era fortissimo, scricchiolava tutto, sbatacchiava qualsiasi cosa e questo ha contribuito a ricordarmi i fantasmi di Carlitasss e non ho avuto più il coraggio di salire al piano superiore (forse però è stato meglio, sarei sicuramente piombata al piano terra di botto )
    ‘naggia al mio essere fifona.. ufff

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  11. @ Patrizia: e hai fatto bene a rinunciare, le case abbandonate sono affascinanti è vero, ma sono anche molto pericolose e bisogna sapere dove mettere i piedi.
    Io sempre per questa mia mania della scoperta, una volta in Sardegna mi sono ritrovato con un chiodo conficcato nel piede. Ero in giro nella zona della costa Smeralda. Avevo letto che c’era una chiesetta di un bel Romanico Pisano e così sono andato alla sua ricerca. Appena l’ho vista, me ne sono innamorato subito, adoro il romanico, quell’equilibrio di forme e di atmosfera mi manda letteralmente in visibilio. La stavano ristrutturando, ma quel giorno gli operai non c’erano perché era domenica. Scendo e intrufolandomi da una specie di barriera protettiva, entro dentro. Malgrado fosse tutta per aria, era bellissima. Vado verso l’altare e vedo che dietro c’era un pannello che nascondeva probabilmente delle cose. Così decido di salirci su per curiosare. In effetti dietro c’erano delle statue e vari cose a quanto pare di pregio, per cui erano stato mese lì da parte. L’altare non era alto, per cui per scendere faccio un bel salto (allora ero uno sportivissimo e in gran forma… 🙂 ), per terra c’erano delle tavole e quale cosa migliore penso per atterrare con disinvoltura? Ma sulle tavole c’erano anche dei teli che coprivano altre tavole dove c’erano dei chiodi, che senza volerlo e senza averle viste, me li sono ritrovati dentro ad un piede. Tra l’altro era estate e avevo dei mocassini leggerissimi. Il chiodo aveva superato la scarpa e… Dollore!!! 🙂 🙂 🙂
    Per fortuna non ero da solo e così, tolto con un po’ di fatica la tavola con i chiodi dal piede, sono andato al pronto soccorso per farmi medicare e fare una antitetanica.

    Eccoci, tra l’altro sono abituato ad andare nei cantieri, ma come vedi alle volte l’incoscienza fa brutti scherzi. Morale della favola, stati attenta e non correre dei pericoli inutilmente, non ne vale la pena se lo scopo è solo per una foto.

    ‘giorno! 😉

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  12. @ Arthur

    Chiedo venia per gli erroracci che ho fatto in precedenza, addirittura ho scritto “a contribuito” anziché “ha contribuito”, che grande somaraaaaaaaaaaaaaa (dieci minuti di vergogna sono il minimo come punizione che mi auto infliggo ahahah)

    Io pure mi sono ritrovata con un chiodo in un piede una volta e poi con il mio dolce peso non è sicuramente il massimo tentare di salire ai piani superiori di case abbandonate e pericolanti, meglio non sfidare troppo la sorte.. anche se la tentazione sabato è stata veramente grande 🙂
    Comunque starò attenta, tranquillo, altrimenti poi come faccio a tormentarti e stuzzicarti con le mie battutacce 🙂

    Questa sera comunque se riesco inserisco le foto che ho fatto alla casa. Ce ne sono molte che sarebbero belle da fotografare ma sono veramente inaccessibili, o meglio, è impossibile arrivarci perché sono proprio isolate in mezzo a terreni incolti e non ci sono nemmeno più sentieri per andarci a piedi, anzi spesso ci sono dei fossi che impediscono di proseguire se ci si vuole avvicinare. Peccato perché avevo travato una grande casa signorile veramente stupenda, è immensa e chissà dentro se ci sono ancora pareti con dipinti o cose del genere. Ho fermato un’anziana signora che passava mentre io facevo le foto e le ho chiesto se per caso era un vecchio monastero, perché accanto c’è una piccola Chiesetta ed è ancora usata per la messa domenicale, incredibile visto il luogo così isolato. Alla mia domanda la signora mi ha risposto: quella è la casa del Padrone… Subito la mia mente è andata ai tempi in cui i “Padroni” possedevano tutte le terre e le davano ai contadini per lavorarle, mi pareva di essere tornata indietro nel tempo dopo aver sentito la risposta avuta. Ma con che candore l’ha detta quella Signora, incredibile come certe cose nonostante tutto non cambino. Per lei era ancora la casa del Padrone, anche se ormai abbandonata chissà da quanto tempo 🙂

    ‘riggio e pardon, mi sono lasciata prendere e ho scritto tanto ahahahha

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  13. @ Patrizia: non capisco perché questi dieci minuti di vergogna, non mi pare ci fossero errori nel tuo testo di prima… 😉 e comunque sia, può capitare scrivendo velocemente, io per esempio spesso e volentieri mi mangio qualche parola, la fretta, la tastiera che è una troglodita traditrice, mannaggia. Fimmina iè!!! 🙂

    E sui posti inaccessibili è meglio lasciar perdere. E’ strano che una casa padronale fosse abbandonata, anche perché in genere erano case di pregio, magari con stucchi e affreschi, probabilmente gli eredi non erano intenzionati a tenerla. Evvabè, ci guadagnerà il comune con la nuova IMU. 🙂

    Scrivi quanto vuoi, lo sai che a me fa sempre piacere leggere di più che di meno. Vuol dire che c’è coinvolgimento. 🙂

    ‘riggio!

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  14. @ Arthur
    Boh, non so se il comune ci guadagnerà, bisogna vedere com’è classificata la casa e se ci sono eredi. Se la grande casa è classificata inagibile e questa lo è, il comune non becca un centesimo.

    Vabbè che la tastiera è fimmina, ma pure gli uomini sono traditori e alla grande anche, tiè 🙂

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