La casa e l’anima.

Visione

Che la casa avesse un’anima lo sapevo, ne ero consapevole, ma che vederla spoglia di quell’anima fosse in qualche modo doloroso me ne sono reso conto ultimamente e la scusa, la casa di mia madre che, dopo morta, abbiamo un po’ per volta svuotato.

Oggi sono andato a prendere le ultime cose, mercoledì porterò via il pianoforte, un suo regalo, ho fatto spazio in casa e sono eccitato al pensiero di rimettermi a suonare.

Quel soggiorno vuoto sembrava ancora più grande di quel che era, con la mente ho rivisto tutti i mobili, gli oggetti che per anni l’hanno reso accogliente; mia madre poi amava i soprammobili, ogni angolo di quella stanza, di tutta la casa, era un ricordo, un quadro, un vaso, un piccolissimo oggetto, mai insignificante, ogni cosa aveva il suo spazio creato con amore, quasi fosse stato lì da sempre.

Amo le case vissute tipo quelle di certi film americani con i bigliettini appiccicati sul frigo, salotti e salottini con tante abatjour, amo le case dove si respira la personalità di chi le vive, le case che vivono di luce propria, mai banali, mai lasciate lì per caso, le case che dopo un po’ ti sembra di conoscere e che ti mettono a tuo agio e la casa di mia madre era così, qualsiasi angolo raccontava qualcosa a chi aveva voglia di coglierla, e lei era la regina incontrastata, una perfetta padrona di casa.

Si fidava ciecamente dei miei gusti e quando andavamo a comprare qualcosa era felice come una bambina alla ricerca dei balocchi; ricordo che era sempre in lotta con mio padre che, come tutti gli uomini, viveva la casa con più distacco, tranne poi fare il bastian contrario quando andavamo a comprare un mobile, mannaggia. L’uomo in queste occasioni non sa mediare, è pieno di ansie immotivate, la donna, invece, è più disponibile al confronto, si lascia guidare anche quando ha le idee chiare su ciò che vuole, insomma l’uomo è un disastro e mio padre era così, per il resto le lasciava fare tutto ciò che lei voleva.

Ho pensato un po’ a tutte queste cose oggi. Quei muri vuoti non parlavano più, anche il rimbombo della voce era muto, attutito da un ricordo che a stento riuscivo a riconoscere dentro quelle stanze; quell’anima aveva traslocato.

Già, rinascerà senz’altro, mai più come prima però.

31 pensieri su “La casa e l’anima.

  1. Che ricordi preziosi ci doni con le tue parole, ci doni i tuoi ricordi ed è veramente molto sai…
    Una casa ha un’anima finché è abitata, a mio parere, ma nonostante tutto qualche cosa resta sempre anche quando viene svuotata, perché ciò che vi si è vissuto rimane legato a quel luogo.
    Lo sai che non sono di molte parole, spero di essermi spiegata ugualmente.
    Salutone, Pat

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  2. Bellissime parole Arthur, e molto vere.
    Capisco di cosa parli…ho avuto la stessa sensazione di “casa vuota d’anima”, quando è morto uno zio a cui ero molto legata (padre adottivo di mia madre, dunque quasi un nonno) qualche anno fa. Entrati in quella casa in cui era rimasto vedovo da poco, e che sembrava essere stata rassettata il giorno prima, è stato un tuffo al cuore. Abbiamo dovuto portare via dei ricordi che tra quelle mura assumevano un significato molto diverso…difficile traslocare un’anima.
    Al dolore si è unita però la possibilità di viaggiare tra quei cimeli di una vita, ripercorrendo a tratti la storia di un uomo (e una donna, la moglie) che aveva fatto la guerra, vissuto il dopoguerra e la rinascita…ricordi di una valore affettivo per me inestimabile, che conserverò nel mio cuore a vita.
    Un bacio Arthur.

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  3. Conosco molto bene “quel vuoto” perchè ancora oggi tornando a casa di mia madre, la trovo spoglia senza di lei, senza quel calore che solo lei sapeva trasmettere a tutti noi con il suo sorriso alla “Gioconda” come tutti le dicevano. Eppure quelle mura riecheggiano ancora delle sue risate e del suo abbracciarmi davanti alla porta, con quel suo sguardo di velluto cristallino. Tua madre sarà stata altrettanto fantastica, certamente sarà stata un’esteta che si affidava alla competenza del figlio per essere sicura delle sue scelte, forse un po’ per vezzo, forse per compiacerti. Probabilmente un po’ misurata nel concedere elogi, ma capace di entusiasmarsi per cose che solo lei sapeva cogliere. Tuo padre era perfetto per lei, con i suoi chiaroscuri da finto burbero, ma solo perchè il ruolo lo imponeva per onore di uomo del Sud, come tutti coloro che hanno vissuto in un’epoca precedente alla nostra, l'”omo” doveva farlo fino in fondo, ma sono certa che tanti bisbigli e dolci mormorii avranno danzato tra le mura di quella casa e tu sei la prova tangibile per come li ricordi entrambi. Un abbraccio

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  4. Cara Patrizia, sono i ricordi di una vita che difficilmente si riescono a cancellare. Sì, una casa ha un’anima finché è abitata, ma quell’anima alle volte rimane e siamo noi, con i nostri occhi e con la nostra mente a farla rivivere. Nella mia vita ho cambiato molte case, ma la sensazione che ho provato vedendo la casa dei miei vuota, non l’avevo mai provata. Era da tanto che ormai quelle stanze erano vuote, erano rimaste poche cose, qualche quadro, delle vecchie foto, il pianoforte e il diploma di laurea di mio padre. L’idea che quelle poche cose importanti l’abbandonassero mi ha fatto vivere questa sensazione di impotenza, strana per certi versi.

    Evvabè, comunque ti sei spiegata benissimo e grazie per essere passata a trovarmi. Ci sentiamo presto. 🙂

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  5. Penso tu abbia letto il mio post sulla “Casa di famiglia” dove racconto che dovendola vendere abbiamo dovuto svuotarla di tutto. Ci sono entrata per le ultime cose pochi giorni fa e vederla vuota e sentire le nostre voci che rimbombavano mi ha fatto pensare a molte cose. Ci abitavano due mie sorelle, una, vedova, morta due anni fa ed ora l’altra ha cambiato casa, troppo grande e costosa da mantenere ed ormai tutta da ristrutturare.
    Io penso di essere come era la tua mamma, la mia casa non è certo impersonale, piena di quadri, piante, soprammobili, lampade, etc. Io amo molto stare in casa e godermela, passo delle giornate intere senza uscire nemmeno sul balcone 😄
    In quella casa che ora abbiamo venduto ci sono vissuta da quando avevo 5 anni fino ai 36, quindi ti capisco …..
    Ciao, buonanotte 😊

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  6. @ Stephy: hai detto una cosa bellissima, difficile traslocare un’anima ed è vero. Noi fratelli, siamo in tre, abbiamo diviso le tante cose accumulate per tutta una vita, ma vederle altrove non è la stessa cosa, giusto dei ricordi inestimabili che anch’io conserverò gelosamente nel cuore, ma che ci appartengono in quanto tali, e questa è la cosa più vera.

    Un bacio anche a te. 😉

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  7. @ Carlotta: mio padre era un po’ geloso del nostro feeling, mio e di mia madre, e quindi faceva il ritroso, ma poi si lasciava convincere. 🙂

    Bello come hai dipinto i loro giochi di coppia, fatti di bisbigli e mormorii, sì, la cosa più difficile è rendersi conto che “quel vuoto” esiste, mannaggia.

    Un abbraccio anche a te. A proposito, finito il terrazzo 🙂

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  8. No Marta, non avevo letto il tuo post e chiedo venia per questo, sono andato a leggerlo adesso. Come dicevo prima a Patrizia, pur avendo nella mia vita cambiato tante case, è la prima volta che provo questa sensazione, sarà forse per i ricordi, o forse è l’idea di qualcosa che manca, la casa di famiglia, la casa che è appartenuta a tutti, è difficile immaginarla vuota e silenziosa.

    ‘notte anche a te! 😉

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  9. Già..è triste quando viene a mancare una persona cara dover occuparsi delle sue cose personali e non .
    Se poi si tratta di una madre la cosa diventa più difficile.
    Sono i ricordi che animano una casa, gli oggetti legati a particolari momenti di vita, i mobili testimoni di attimi felici. Dover disfarsi di tutto questo porta oltre a rendere una casa spoglia un immenso vuoto interiore.
    Una cosa che nessuno potrà mai privarci sono i ricordi caro Arthur..e quelli continuano ad albergare dentro di noi ..sempre!
    Ma lo sai suonare il pianoforte o strimpelli?

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  10. Io ho un rapporto strano con le case…
    però mi hai fatto piangere…e anche i commenti che hanno lasciato le tue lettrici non sono da meno.
    E l’ immagine che hai scelto rende perfettamente l’idea di quanto manchi quell’anima.
    Mia madre è una donna emotivamente delicata…anche lei ama i “ninnoli” e rigorosamente ne è la tutrice. Guai a toccarli, vanno solo ammirati.
    …sai, mi hai fatto venire in mente un momento così particolare della mia vita…
    forse quei giorni avevo bisogno di un posto dove stare in silenzio, protetta, e rassicurata.
    Una mattina decisi di farle una sorpresa…andai a trovarla, avevo le chiavi. ma quando entrai in casa , mamma non c’era. era uscita per la spesa.
    Mio padre non c’era più…e si sentiva nell’aria la sua mancanza.
    Entrando in casa.tutto era di un ordine perfetto.
    la lucentezza del pavimento, , la trasparenza delle tende, il sole che entrava dalle tapparelle…
    e quel buon profumo di saponetta….un miscuglio di aromi floreali…
    piansi tutte le lacrime che avevo …mi calmai…e le lasciai un bigliettino…
    diceva così press’a poco …ciao mamma, sono venuta a trovarti. Avevo bisogno di sentire il profumo della tua casa, del silenzio e di rivedere le cose di babbo….
    Adesso sto bene. ti abbraccio forte.
    ti chiamo oggi.

    Credo che quella casa sia l’unica a cui sono affezionata…
    oggi credo di non avere altro…se non il mare.

    Bellissimo post… ma ormai mi conosci abbastanza da sapere quello che penso di te e dei tuoi momenti.
    bacio
    vento.
    PS: un abbraccio a Carlitasss mia….con tutto il ♥

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  11. @ Alessandra: i ricordi sono una parte importante della nostra vita e guai se non ci fossero, un po’ di nostalgia poi ci sta sempre bene, ma solo un po’, senza esagerare.

    Sì, lo suono, anche se oggi sono anche abbastanza arrugginito. Manderò una lettera ai vicini di casa, così saranno più comprensivi, ho voglia di ricominciare a suonare, poi adoro il jazz, l’occasione migliore per studiarlo sul serio, tempo permettendo. 🙂

    ‘notte.

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  12. Maddai Ventolino, hai pianto sul serio? Io, come ho scritto, ho cambiato tante case nella mia vita, ma questo senso di scoramento l’ho provato vedendo la casa dei miei vuota. Guardavo l’angolo dove c’era la poltrona dove mia madre stava seduta in questi ultimi anni e che mi accoglieva sempre con un sorriso quando andavo a trovarla, guardavo le tante cose che negli anni avevano animato quella casa e sentivo questa mancanza, l’avvertivo tutta dentro di me.

    Grazie Ivana, essere legati al mare è come essere legati all’immenso, non per niente il tuo cuore è grande.

    Un bacio e a presto. 🙂

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  13. Laura

    Ho un rapporto controverso con le case e per mia fortuna non ne ho cambiate tante nella mia vita. La casa dei miei genitori c’è tuttora e quindi non ho ancora vissuto quel senso di abbandono che hai provato tu, Ma capisco cosa tu voglia dire, le cose materiali sono legate alle persone ed è difficile vederle altrove.

    Ciao carissimo Arthur, buona giornata. 😉

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  14. @ Alessandra: la verità è che sono andato a letto tardi, dopo aver fatto una dormitina davanti alla televisione e non prima di aver dato un’occhiatina al mio blogghino. (non evevo più sonno!!! 🙂 )

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  15. @ Laura: è vero, ho la casa piena di oggetti e ricordi dei miei genitori, ma non li vivo come miei, sono dei bellissimi ricordi e nient’altro, l’occasione per ripercorrerli con la mente e con il cuore.
    Buona giornata anche a te. 🙂

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  16. come hai reso bene quelle sensazioni..un misto di nostalgia..rimpianto..amore…
    e’ dura a volte la vita..
    ma da teologa in erba quale sono, amo sperare..non oso dire credere..che tutto cio’ e ‘ la dimostrazione di quel QUID che esiste davvero.. al di la’ di noi e al quale ritorneremo…
    come diceva Pascal, per capire questo ci vuole l ‘ esprit de finesse..
    la geometrie..qui non serve..

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  17. Sì, cara Laurè (beh, in effetti ti chiamavo così un tempo… 🙂 ), credo anch’io che esista quel quid, che è fatto di sensazioni che nascono dall’amore per le persone care. Le cose sono solo la scusa per poi abbandonarsi al ricordo, farcito da un pizzico di nostalgia, ma senza nessun rimpianto.

    Beh, ormai altro che teologa in erba!!! 🙂

    Un bacio e buona serata.

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  18. ma si!!
    certo che ho pianto!
    mica scherzo!
    E’ un momento un po’così…
    e i ricordi sono l’ unica cosa
    che resta invariabile….
    ….
    ps: si è affacciato Duilio…tenero e indaffarato.
    🙂

    v.

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  19. Antonella cara, sì, i miei genitori erano persone speciali, io, boh, non saprei, qualcuno direbbe tutto il contrario, ma lo sei senz’altro anche tu e la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno è venuta tutte le volte che ti ho letta o sentita in questi cinque anni che ci conosciamo.

    ‘nnagg… quanti!!! 🙂

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  20. Come farei senza di te Antonella? Sei troppo tenera, anche se alle volte ti tirerei il collo, visto che non rispondi mai al telefono. Pensa se fosse un bel fustone, mannaggia! 🙂

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  21. Antonella

    …..magari non ti rispondo perché sono tra le braccia di un bel fustone …..possibile che non ci arrivi ? !!!!!!!!! e poi senti chi parla , ho fatto amicizia pure con la tua segreteria telefonica in questi ultimi mesi !!! , comunque ti ho sempre richiamato, non ti lascio Arturuzzu beddu !! buon fine settimana . un salutone a tutta la ciurma . baci , ciao

    ops, messaggino, sei tu ?

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  22. Ho mamma Arthurino ho i brividi e i lacrimoni agli occhi!! no, non è influenza è il tuo post! scritto con il cuore con quel sentimento che è la tua firma indiscussa in ogni cosa che fai.
    Ti abbraccio forte forte
    Lely

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