Caro amico.

La grinta sempre la solita, lo sguardo ironico un po’ da presa per i fondelli, neanche quello lo abbandona mai, pur conoscendolo da diversi anni, non sono mai riuscito a dargli una collocazione certa nei miei pensieri, tra di noi c’è sempre stata considerazione e stima reciproca, ma non siamo mai riusciti a diventare dei grandi amici, credo dipendesse dal fatto che entrambi avevamo dell’amicizia un’idea diversa; d’altronde è proprio per questo che alle volte ci s’intende.

Perennemente attivo al di fuori da ogni logica normale, ho sempre ammirato la sua voglia di rimettersi in gioco, di cambiare vestito, d’altronde chi l’ha detto che le nostre esperienze nel campo lavorativo non possano tornare utili se applicate in altri ambiti non necessariamente in sintonia con la nostra professione? Beh, lui questa teoria l’ha sempre messa in pratica e devo dire con ottimi risultati.

Non era smania o ricerca di guadagni diversi, forse anche, ci sono persone che rincorrono sempre tutto ciò che vedono passare davanti ai loro occhi e lui è uno di questi.

Oggi è ammalato, gravemente ammalato, un bel giorno un “amico invisibile” ha deciso di fargli compagnia e dopo alcune operazioni e varie vicissitudini, è praticamente arrivato quasi alla fine del suo percorso.

Ne ha coscienza e non ne fa un dramma, o quanto meno non lo dà a vedere. Non per questo se ne sta con le mani in mano, urla, sbraita, comanda, organizza, come sempre d’altronde, porta avanti progetti che potrebbero anche finire senza di lui, ma sembra che non gl’importi più di tanto, anzi, quella carica che lo ha sempre spronato sembra quintuplicata, ponendo tra l’altro per certi versi chi gli sta accanto in difficoltà, perché vive la concezione del tempo come una risorsa da consumare che, proprio per questo contrasta con l’idea che ne hanno gli altri.

Non abbiamo mai parlato di questa sua malattia, forse proprio per quel feeling che è sempre mancato tra di noi, quando ci si vede un bel sorriso e una pacca sulle spalle, lui non si lascia andare ed io non insisto, anche in questo siamo diversi, per me la parola se usata nel modo giusto può solo fare bene, malgrado tutto non riesco a rimanere inerme, conosco molto bene la sua famiglia, ho con loro un legame che anch’io non saprei come definire, d’affetto senz’altro, e poi immagino quel travaglio interiore, quei pensieri che si accavallano per non rimanere mai da soli, lo immagino come di chi non vive questa scadenza improrogabile e proprio per questo nell’impossibilità di capire quello che lui provi realmente, e allora mi domando se è proprio questo il punto o piuttosto l’idea che noi abbiamo della vita non ci condizioni a tal punto da ritenere che tutto, un bel giorno, possa finire con essa, senza considerare che quel che rimane è comunque un segno marchiato a fuoco per nulla cancellabile o, che è peggio, da dimenticare.

Sì, quando viene a mancare qualcuno che c’è caro, man mano che passa il tempo il ricordo di quel viso, di quello sguardo, di quel sorriso si attenua, non sentiamo più la sua voce  o il rumore dei suoi passi, ciò che di materiale gli è appartenuto non esiste più, ma c’è pur sempre l’amore, quel legame che nel tempo, qualunque esso sia, rimane inviolabile e io credo possa bastare.

Non ho paura di quel battere di ciglio che non ci sarà più, ma come si suol dire la speranza è l’ultima a morire ed io spero, caro amico, che tu rimanga ancora un po’ con noi, con quella tua solita grinta e con quello sguardo ironico un po’ da presa per i fondelli, sì proprio quello che non ti ha abbandonato mai.

44 pensieri su “Caro amico.

  1. E’ molto difficile commentare un post del genere. Ho messo un “mi piace” ma un “mi piace” non è esaustivo e non basta e poi …non piace a me.
    Che dire d’altro? Spero che lui abbia ancora molto tempo davanti a sé e possa viverlo bene.

    Un sorriso
    Ondina 🙂

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  2. fulvialuna1

    Non si può commentare, dico solo che lui sarà sempre con te, visto come ne parli la conoscenza che avete di voi va al di là dell’amicizia intesa comunemente.

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  3. L’ho letto, riletto e riletto ancora, ma non riesco a scriverti niente di sensato, mi sembra di avere solo parole di circostanza e con te non è il caso di usarle, sarebbe una vera offesa visto quanto conti per me, perdonami caro Arthur.
    Solamente spero che la tua speranza si avveri e che il tuo amico possa rimanere ancora un po’ con voi, ma senza soffrire, altrimenti sarebbe un allungargli un’agonia. Scusa la schiettezza. Lui sarà comunque sempre con te e con chi lo ha amato, anche se non è una gran consolazione!!
    Pat

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  4. Calo

    Ti ho letto. Ed è stato sale su ferite ancora aperte.
    Ti ho letto. E non ho potuto non pensare ad un libro che ho finito di leggere da poco, “Cento giorni di felicità” di Fausto Brizzi, e a quello che lui chiama «l’amico Fritz»…
    Ti ho letto. Tutto d’un fiato. E alla fine le lacrime si sono accucciate in un sorriso. Niente è perduto di ciò che è vissuto nell’Amore.

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  5. Ho letto quello che hai scritto con molta apprensione mi sono commossa e gli occhi hanno cominciato a luccicare Penso che nessuno possa sapere come ci si potrebbe comportare davanti ad una simile situazione ! Ho avuto anch’io una mia amica che ha lottando fino in fondo ” fregandosene” per quel che poteva ,di “quel mostro” che aveva in lei e lo ammirata moltissimo per questo.E’ andata al lavoro fino all’impossibile.Io l’incontravo spesso e vedevo di fare finta di niente,un po’ per non crearle imbarazzo, e un po’ perchè spesso sono ( leggermente) orsa in questi casi 😦
    Peccherò in ovvietà dicendo che la vita è il più grande dono che esista nel bene o nel male , purtroppo, spesso ce ne rendiamo conto solo quando è tardi ! Complimenti per aver parlato di questo argomento triste , ma molto VERO!! Un Fortissimo abbraccio caro Arthur .
    Bacione

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  6. Caro Arthur, mi dispiace tanto per il dolore che starai provando per il tuo amico e naturalmente ancora di più per lui… tutti sappiamo che in un modo o nell’altro dobbiamo lasciare questa terra, ma finché ignoriamo quale e quando sarà la nostra fine andiamo avanti con una certa spensieratezza e come se la fine fosse una cosa che possiamo rimandare all’infinito; quando invece ci viene messa davanti la terribile verità di un termine improrogabile allora ci crolla tutto addosso e ognuno ha un modo diverso di reagire, ma comunque nessuno può più essere dentro quello di prima anche se può apparentemente continuare la vita di sempre. Ho un’idea di cosa significhi tutto ciò, perché l’amico invisibile ha toccato, talora sfiorato, talora annientato, più persone di mia conoscenza e anche alcune care… Ti auguro che comunque lo spirito combattivo del tuo amico lo tenga ancora a lungo qui vicino a te. Per il resto, condivido pienamente tutto quello che hai detto, che l’amore è un legame che rimane inviolabile nel tempo… e questo può bastare.
    Un grande affettuoso abbraccio.

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  7. Laura

    Un amico a me molto caro ha avuto una malattia che nel giro di pochi anni l’ha portato a dover subire le amputazioni delle gambe, ma ogni volta che andavo a trovarlo era sempre sorridente, parlava di tutto tranne che della sua malattia, temeva che facendolo fosse compatito e questo suo timore me lo ha confessato poco prima che se ne andasse del tutto. Io lo ricordo così, con il suo sorriso e con quella voglia di vivere gli ultimi giorni della sua vita come se fossero normali.
    Sinceramente non saprei dirti quale fosse davvero il suo pensiero, ma il mio ricordo di lui rimane questo.

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  8. Sì, capisco cosa tu voglia dire Ondina, ci sono argomenti dove le parole non sempre servono, ma credo possa bastare esserci, per capire se non altro ed è già importante.
    Grazie per il sorriso che ricambio e buona settimana. 🙂

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  9. @ Fulvialuna: ci conosciamo da molti anni e, come ho avuto modo di dire, la nostra è un’amicizia strana, diciamo che sono più legato ai suoi due figli per averli seguiti in varie occasioni, ma al di là di tutto, anche soltanto umanamente parlando è impossibile non essergli solidale.

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  10. NOn è importante scrivere qualcosa cara Patrizia, ho raccontato questa storia un po’ per scaramanzia, anche se a essere sincero non ci credo tanto. Conosco un’altra persona che è più o meno nella sua stessa situazione e anche soltanto a pensarci, mi rendo conto di quanto la vita possa essere come un soffio, legata ad un filo che potrebbe spazzarsi da un momento all’altro.

    Ed è l’occasione per apprezzare meglio ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi, anche se la fatica a volte ce lo render difficile.
    Serve parlare di queste cose, se non altro per averne coscienza, se poi chi le vive è in qualche modo sereno, ancora meglio, a maggior ragione ci può essere di aiuto, se non altro per capire il significato della vita.

    Ciao carissima, buona settimana. 🙂

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  11. Credo che la speranza sia un sentimento che non dovrebbe abbandonarci mai cara Calo, è questo è uno dei motivi per cui ho parlato di questa storia, capisco quindi cosa tu voglia dire, ciò che rimane è già importante, l’amore se si riesce a coltivare è una risorsa eterna. In ogni caso il sorriso è una buona medicina. Sono stato a casa sua ieri ed è proprio quello che ho fatto, ugualmente ricambiato con un altro sorriso.

    Ciao, buon martedì e buona giornata. 🙂

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  12. @ Laura Pozzani: Sì cara Laura, fino a quando ignoriamo quale sarà la nostra fine andiamo avanti tranquilli, ed è anche giusto che sia così, la vita già da sola non è poi tanto facile. Al mio amico non lo so se gli sia crollato addosso tutto, indubbiamente non è una bella verità da scoprire, ma credo abbia sempre pensato al meglio, a qualche soluzione, cura o operazione che sia e questa speranza lo ha aiutato a vivere meglio questa verità.

    Grazie per l’abbraccio che ricambio e scusa se ho risposto solo ora, ma in questi giorno è un disastro, tutti mi vogliono al lavoro, mannaggia. 🙂

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  13. Sì Alan,in tutti i rapporti l’amicizia è il solo bene che conti, ma ancora di più credere che a questo mondo non giri tutto intorno a noi stessi, c’è troppa gente che vive questo equivoco e allora tutto gli scivola addosso.
    Ma non può essere così.

    Ciao neh! 🙂

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  14. …sono contenta Arthur che tu abbia parlato, con l’ occasione dell’ amico, di sorella Morte che
    prima o poi, visitera’ tutti noi..
    nella nostra societa’ dove lo stereotipo e’ il “bello”..” sano”..”sportivo”.. “eternamente giovane…”
    l’ammalarsi e’ quasi una vergogna!!
    eppure la realta’ inequivocabile e’ che Tutti andremo LA’…
    ed io mi sento rassicurata al pensiero di questo comune destino…
    pensare che miliardi di uomini e donne mi abbiano preceduto in questo viaggio sconosciuto dove non accettano valige, gioielli, case, ricchezze…ebbene: mi e’ di grande conforto!!
    Se ce l’ hanno fatta loro a varcare questa ignota soglia…ebbene..ce la faro’ anch’io!!
    e grazie che, in questo tuo blog, si trattino temi toccanti, profondi, occasione di riflessione…semplicemente
    sulla vita che stiamo vivendo..
    se penso alle imbecillita’ scritte su f.b….il contrasto e’ schiacciante!!
    notte

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  15. Che brutta sensazione dà il sapere che un amico sta male e che difficilmente guarirà! Sensazioni che abbiamo provato un po’ tutti e che lasciano senza parole perchè a quell’amico, a quella presenza siamo abituati e il convincimento è che sia per sempre. Il doversi ricredere non fa star bene così come la consapevolezza che si sta per perdere una persona gradevole alla tua vita, una persona che ti vuole bene.
    “amico invisibile”: non so, sai? Ho letto il link e (se ho compreso bene) non so quanto un mostro che divora lentamente e inesorabilmente possa essere definito “amico e invisibile”. Forse il mostro amico lo diventa quando lo si riesce a sconfiggere per le nuove consapevolezze che il percorso, volente o nolente, ti ha donato . Ma il prezzo che hai pagato per quel dono è stato davvero alto.
    Ciao Arthur, buon pomeriggio

    Marirò

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  16. Bentornata Laurè! 🙂

    Sì, hai ragione, è un bene parlare di queste cose, sono realtà che ci toccano da vicino e ci rendono più umani di quel che vorremmo sembrare. Riflettere sulla vita che stiamo vivendo ci dà l’opportunità di viverla cercando di coglierne il meglio ogni giorno che passa e come tu sai, da buon fautore del Carpe Diem mi ci ritrovo in questa teoria, diciamo che ne ho fatto un motivo di vita, nel bene e nel male,.

    Grazie per le tue parole.
    Ciao e buona serata. 🙂

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  17. La definizione “amico invisibile” l’ha fatta un altro mio amico Aurelio e credo ci fosse molta ironia nel definirlo così quello che tu chiami mostro che divora lentamente e inesorabilmente.

    Ma rende l’idea.

    Vivere anche di rimando situazioni simili ci riporta ad una realtà che è di tutti i giorni, ma che a volte per scaramanzia preferiamo non vedere. Io preferisco parlarne, averne coscienza, è un modo per riflettere come diceva giustamente Laurè, semplicemente della vita che stiamo vivendo e già soltanto questo è tanto.

    Per il resto, sì, bisogna soltanto sperare.
    Ciao, grazie e buona serata. 🙂

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  18. Caro Arthur, non scusarti assolutamente per il “ritardo”.. ci mancherebbe!! Abbiamo tutti i nostri impegni e il lavoro in certi periodi si fa pressante. Sto per entrare anch’io in una di queste fasi e fino a marzo non avrò il tempo, come si suol dire, di respirare!! 😦 Perciò farò per forza delle assenze lunghe di tanto in tanto.. così gira il mondo oggi, bisogna sempre correre, ma l’importante è sentirsi lo stesso sempre vicini e ritagliarsi i nostri spazi, anche con gli amici, appena è possibile.
    Un grande abbraccio. 🙂

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  19. Questo tuo post l’ho letto appena l’hai pubblicato e sono stata assalita da una sorta di smarrimento, un groviglio di emozioni e sensazioni che mi hanno bloccata non ho saputo lasciarti alcuna parola.
    E’ uno scritto molto bello, impossibile restare indifferenti dinanzi a ciò che hai raccontato
    La malattia che colpisce le persone che ci vivono accanto la guardiamo con l’occhio di traverso, cerchiamo di mantenere le distanze e ammiriamo chi la subisce.
    E’ motivo di riflessioni, paure, timori e perché no fa capire sino a che punto teniamo a quella persona
    Tempo fa mi è stato detto che per comprendere quanto è profondo l’affetto che nutriamo per qualcuno dobbiamo immaginarci di vederlo sparire.
    Quando ci ho provato mi sono sentita come se avessi profanato un luogo sacro.
    Non è stato solo vuoto e smarrimento,
    ma come se mi avessero chiesto di dipingere il cielo con un colore solo.
    Non avrei saputo da dove cominciare.
    Questo per dirti che in certi momenti della vita si creano situazioni dove le amicizie vengono rivalutate
    Non sarai molto in sintonia con questo tuo amico ma il fatto che la sua condizione di salute ti sta a cuore dimostra che in fondo è un tassello importante della tua vita che avevi sottovalutato sino a qualche tempo fa
    Cosa aggiungere…solo tanti auguri per lui..che possa guarire presto
    Buon fine settimana!

    osp è uscito un lenzuolino….pardon ^__*

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  20. Anch’io avevo un’amica.Abbiamo giocato insieme e ci siamo scambiate amori innocenti della nostra adolescenza.Poi ,purtroppo,come a volte succede ,non ci siamo più frequentate e pur vedendoci di tanto in tanto,le nostre strade erano come sbarrate ai nostri incontri.Ognuna sposata “per conto suo”ognuna con la sua vita.Le uniche occasioni di parlare l’una dell’altra si limitavano a pettegolezzi infondati, finchè un giorno la trovo in un salone di bellezza,reparto capelli,amareggiata del suo matrimonio e della sua vita,ma non ci scambiammo neanche il numero di telefono,solo un abbraccio frettoloso e imbarazzato.Un pomeriggio vengo a sapere che sta male.La incrocio per strada con una parrucca e il marito,sentito casualmente,mi dice che non vuole parlare di questa cosa con nessuno.Un giorno la incrocio su un marciapiede,io di corsa e lei che passeggia con la sorella,la saluto con la mano e lei mi risponde quasi come se il suo fosse un commiato.Leggo su un pilastro che se ne è andata per sempre dopo una lunga malattia che ha combattuto con tutte le sue forze.Il giorno del funerale sono stata parcheggiata davanti alla chiesa ,sola ,immobile senza entrare.Le ho portato un fiore un mese dopo.

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  21. Non so fino a che punto c’entri ma vorrei regalarti questa poesia di Leonard Cohen che so
    ti piacerà.
    Il vero amore non lascia tracce
    Se tu e io siamo una cosa sola
    Si perde nei nostri abbracci
    Come stelle contro il sole
    Come una foglia cadente può restare
    Un momento nell’aria
    Così come la tua testa sul mio petto-e la mia mano sui tuoi capelli
    E molte notti resistono
    Un momento nell’aria
    Così come la tua testa sul mio petto
    Così la mia mano sul tuo capo
    E molte notti resistono -senza una luna,senza una stella
    così resisteremo noi-quando uno dei due sarà via-,lontano.
    Il vero Amore non lascia tracce.

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  22. Fino a qualche anno fa, diversi a dire il vero, non amavo parlare della morte, forse per una sorta di scaramanzia. Quando si è giovani si è anche più “ignari” di come va la vita, sono troppe le cose a cui si pensa, sono troppe le speranze a cui si aspira, giustamente agiungo, per cui non si pensa mai che possa esserci una fine anche improvvisa, ciò che capita, capita sempre agli altri, ed è un bene da un lato, si perderebbe quell’innocenza che spesso ci accompagna per tanto tempo, anche quando s’incomincia a crescere sul serio.
    Ne ho avuto coscienza, della morte intendo, quando la mia figlioccia alla terza operazione al cuore non ce l’ha fatta. D’altra parte, come si può morire a vent’anni? Non è giusto.
    Poi è successa una cosa che tuttora se ci penso non so spiegarmi ancora. Mio padre aveva avuto un infarto e dopo alcuni giorni in terapia intensiva, era stato trasferito in una corsia per il normale decorso della malattia.
    Un pomeriggio sto per andare a trovarlo e prima di arrivare nel reparto di cardiologia incontro il nostro medico di famiglia, che tra l’altro era anche un amico, mi fermo con lui a chiacchierare e dopo qualche minuto ci avviamo verso la stanza dove c’era mio padre. Era chiusa e un’infermiera che aspettava fuori, ci ha fatto cenno di attendere. Aveva avuto un altro attacco che, purtroppo, gli è stato fatale.
    Quando sono entrato, mi sono avvicinato al suo letto e l’ho guardato.
    Ero talmente incredulo che non riuscivo neanche a piangere.
    Allora gli ho preso le sue mani e le ho tenute un po’ tra le mie e per la prima volta ho sentito la sua fisicità.
    In casa tra di noi l’abbraccio e il bacio erano un’abitudine, non abbiamo mai avuto paura delle nostre emozioni, eppure, lì in quel letto, avevo avuto la sensazione di conoscerlo come non mai.
    Oggi capisco perché il mio amico affronta con serenità questa nuova avventura, lo capisco perché come ho scritto nel post, anche se nulla è eterno, tutto allo stesso tempo può esserlo, l’amore senz’altro, il ricordo soprattutto.
    Grazie Alessandra per le cose belle che hai scritto.

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  23. Carlittas, il tuo racconto mi ha davvero toccato il cuore, e l’ha riempito di dolore. La vita a volte è crudele, ma proprio per questo è così sciocco complicarsela quando veri motivi non ce ne sono.

    Vero è pure che, quando la nostra vita va male, il confronto con quelli cui va bene può risultare oneroso: non per invidia, solo per salvaguardia della nostra dignità che, da quel confronto, uscirebbe con le ossa rotte.

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  24. Grazie Carlotta, hai indovinato, molto bella la poesia di Leonard Cohen, la storia della tua amica fa pensare parecchio, e si ricolega a quela del mio amico, ma senza volere essere fatalista, la vita è così.

    Evvabè, buon fine settimana Carlotta, spero che da te ci sia almeno un po’ di calduccio, qui brrrrrrrrrr. 🙂

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  25. Maddai Patrizia, sei andata a fare le serenate? O magari a furia di andare a cercare soggetti da fotografare ti sei un po’, come dire, trascurata, hai lasciato il cappotto a casa perché t’impicciava con la macchina fotografica, sbaglio? 😆

    Dai, statte accorta, seduta sul divano con una bella copertina sulle gambe, il termometro agli angoli della bocca, una tisanina pronta da bere, la televione accesa e… insomma, curati mi raccomando. 🙂

    Ciao ciao e buon fine settimana. (dododododooooooooooooooooooooooooooooo… .lol: )

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  26. In casi come questi a me scatta sempre una riflessione…

    considerando che per quello che ne sappiamo noi, la morte è la fine della vita..

    però per quello che ne sapevamo secolo fa, Galileo Galilei era un pazzo, un folle, un accattone, un visionario… poi sempre per quello che ne sappiamo oggi, nel suo piccolo in qualche cosa aveava pure ragione…

    E se la morte fosse un altro inizio??

    ma non è nemmeno questo il punto, io credo a due cose su tutte… che nella nostra strada, nella nostra storia lasciamo delle tracce nelle persone che incrociamo, nei luoghi in cui andiamo, con i gesti che facciamo.. molte di queste tracce che magari noi stessi pure ignioriamo rimangono indelebili nelle vite degli altri e con esse quella piccola parte di noi diventa parte della loro storia.. questo fa si che la vera parola fine (sempre per quel che ne sappiamo) arriverà soltanto con la nostra scomparsa. In fin dei conti se la nostra vita fosse semplicemente un racconto scritto su un libro, tutto quello che in esso è contenuto rimane li anche dopo di noi, e chiunque lo leggerà potrà ritrovare parte

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  27. (non so perchè mi ha inviato il mes prima che finissi)… detto questo…

    potrà ritorvare parte di quel noi che magari oggi non c’è più… è vero non è così, ma questo dipende dal concetto e dal peso che noi diamo al tempo… se il calendario e le nostre giornate fossero sancite in maniera differente magari anche questo genere di eventi si potrebbe trasformare in qualcosa di diverso…

    l’altra cosa in cui credo, ma premetto che non so se questo sia il caso giusto, è che la mia vita ha senso, ha il suo senso e io voglio viverla fino in fondo soltanto se sono garantite alcune mie funzioni e accessori… se qualcosa di questi venisse a mancare per quasiasi voglia motivo (ad oggi ovviamente) dico che probabilmente la mia vita finirebbe anche se potessi rimanere clinicamente e “medicalmente” una persona viva a tutti gli effetti… questo solo per dire che secondo me ci sono diverse persone che pur apparendo vive sono morte dentro magari già da un sacco di anni… e solitamente di loro non ci preoccupiamo mai in disequilibrio con quanto ci preoccupiamo per quelli che vengono a mancare o perchè lo hanno deliberatamente scelto oppure dopo aver vissuto magari una vita per loro straordinaria….

    Quest’utilma parte voleva essere prevalentemente una riflessione e non una qualche tipo di giudizio o cose simili… spero si sia capito…

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  28. Ciao Diemme,Quale confronto?Ognuno ha la sua vita,invidiare lo trovo del tutto inutile perchè in ogni caso non cambia la condizione di chi sta peggio.E’ stato un piacere risentirti.Un abbraccio

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  29. Ciao Arthur ,il piccolo cadeau ha avuto buon esito,mi fa piacere,ma le poesie di tuo padre sono ben altro; toccano le corde del cuore e suonano musica come una serenata notturna sotto la luna.Baci

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  30. Anch’io credo come te Erik che in qualche modo noi facciamo parte di un racconto (bella la tua metafora) che anche dopo di noi resta perpetuo nel tempo per chi vorrà leggerlo. D’altra parte la storia tramanda tanti di questi racconti, spesso nei quali ognuno di noi ci si rispecchia o ci attinge per crescere, per imparare, o soltanto per capire. Così come è probabile che dopo la morte ci sia un altro inizio o il vero inizio, che poi in ogni religione trova la sua ragione di esistere.

    Sono d’accordo con te anche sulla tua ultima riflessione, a volte la vita finisce prima ancora che finisca sul serio dentro, è la morte peggiore secondo me.

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