‘sera! ‘giorno!

Ciliegio_a

Questa sera per cena pasta a forno alla maniera Sicula con melanzane fritte – se le trovo belle belle – uova sode, ragù di carne, formaggio emmenthal, prosciutto cotto a dadini e, per finire, una sformaggiata di parmigiano, tanto, tanto.

La pasta deve essere assolutamente corta, tipo maccheroni, ne va del risultato finale.

Ogni forchettata di questa delizia la dedicherò a tutti voi – egoistoni che non siete altro, visto che non mi dedicate mai neanche una semplicissima moussina di cioccolato fondente, che “a me mi ci piace” tanto –

E a proposito di cose dette e scritte, non si sceglie di essere in un modo, lo si è. Le emozioni, i disagi, certe esperienze, servono per farci crescere, l’importante è metabolizzarle nel modo giusto.

E allora, meglio tornare a “creare” se stessi, per rinnovarsi, per rigenerarsi; bisogna trovare questa via e ognuno sa farlo in un modo unico e speciale, perché è questa unicità che a volte ci fa vivere una maniera diversa di sentire le emozioni, per poi condividerle con gli altri.

Chi sceglie di non farlo, vive la solitudine di un respiro che non si apre alla vita e, che triste considerazione.

Ciao!

40 pensieri su “‘sera! ‘giorno!

  1. una moussina al cioccolato te la preparerei volentieri, caro Arthur 🙂
    seguo sempre le cose che tu scrivi, anche se intervengo assai di rado, ma voglio dirti che spesso nelle mie giornate molto faticose e complicate io mi rassereno a leggerti… e a riflettere, perchè dietro il tuo ammiccante sorriso – come occhieggia sovente dai tuoi post – c’è un pensiero che attende di essere colto, una riflessione condivisa che fa sempre bene al cuore.
    grazie Arthur, un caro saluto.
    Maria

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  2. Eh??? Mica ti ho capito questa volta!!!! Comunque se io mangio la pasta che hai preparato questa sera, come minimo schiatto, gulp!!!! Però penso che sia buonissimaaaaa.
    Il tuo titolo mi ha fatto venire in mente…. E fu sera e fu mattina, non il film, ma le parole della Genesi.
    ‘notte, Pat

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  3. laurapozzani

    Mah, penso che semplicemente ci hai salutato con un buongiorno o una buonasera, a seconda del momento che noi che ti seguiamo ti avremo letto! 😉 Molto bello questo post, peccato che adesso non ho più la forza fisica per scrivere… torno domani, promesso e intanto… “Notte!” caro Arthur. Un abbraccio.

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  4. “E allora, meglio tornare a “creare” se stessi, per rinnovarsi, per rigenerarsi; bisogna trovare questa via e ognuno sa farlo in un modo unico e speciale, perché è questa unicità che a volte ci fa vivere una maniera diversa di sentire le emozioni, per poi condividerle con gli altri.
    Chi sceglie di non farlo, vive la solitudine di un respiro che non si apre alla vita e, che triste considerazione.”

    Carissimo Re Arthur, come solevo scrivere un tempo ormai lontano, senz’altro in linea di massima è così come tu scrivi, ma non condivido appieno, esiste un’altra motivazione che convalida anche la scelta contraria, forse dipende dalla capacità di leggere e di interpretare gli eventi e dalla capacità di accettarne gli esiti, esiste una verità oggettiva (superiore alla visione del singolo) che però purtroppo è praticamente invivibile, perchè in essa nulla è come noi ci ostiniamo a credere e a vivere, ad occhi impreparati può sembrare veramente una triste considerazione, ma per chi vive nella terra di mezzo non esiste altro modo possibile di leggere ed inerpretare la realtà delle cose, anche se questo lo porta sicuramente come giustamente scrivi tu a vivere la solitudine in mezzo alle moltitudini, ma l’altra faccia della verità, quella più soggettiva tanto per intenderci, è comunque altrettanto inaccettabile ed altrettanto invivibile, foriera comunque di una solitudine sicuramente peggiore.
    Uuuhhhmm mi sa che sono finito un’altra volta fuori tema, pazienza a noi millenari è concesso! 🙂 🙂
    Ciaooo neh!

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  5. Coltivare se stessi è importante, soprattutto se ciò aiuta a metabolizzare determinati eventi della vita. Per la mousse….ehm…mi sento chiamata in causa, vedrò di rimediare presto. Ciao. Laura

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  6. Calo

    Uhm… la pasta al forno con l’emmenthal… sono un po’ perplessa… io la faccio con la scamorza! ^_^
    Forse è arrivato il momento di rinnovarmi, anche in ambito gastronomico culinario, e provare questa tua versione, così… per vedere se le nostre emozioni papillo-gustative vanno d’accordo!
    Buona giornata!!

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  7. WoW Maria, praticamente colpito e affondato.
    Grazie!

    Sono felice di sapere che i miei pensieri ti rasserenano, e che t’invitano a riflettere, credo che sia importante in un blog, o quanto meno è sempre stato il mio obiettivo, comunicare per poi condividere, sempre con il sorriso sulle labbra ovviamente.

    Ciao e grazie ancora, un caro saluto anche a te. 🙂

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  8. Caro Alan sapevo che ti avrei stimolato con le mie parole, non è che non le condivida, diciamo che tutto dipende dalle circostanze e dai contesti dove questa solitudine trova la sua massima espressione.

    Indubbiamente e sono d’accordissimo, è peggiore la solitudine in mezzo alla moltitudine, illudersi di avere delle cose da condividere e accorgersi che in effetti non esiste nulla di nulla, ma io a dire il vero mi riferivo a qualcos’altro, cioè a quella solitudine di chi, per scelta, la vive convinto che al di fuori non esista nulla di meglio o all’altezza delle sue aspettative.

    Conosco una persona che suona uno strumento che a saperlo fare vibrare, può dare delle emozioni indimenticabili, il pianoforte, molto bravo tecnicamente, un bel giorno mi ha confessato che lui voleva suonare solo per se stesso.

    Ho avuto una specie di brivido sentendo queste parole e paura di ciò che una scelta del genere avrebbe potuto produrre nel tempo. Cosa c’è di meglio nel condividere un’emozione, se si è capaci di liberarla, con gli altri? Potrei farmi rapire dalla melodia nel momento in cui le mie mani scorrono su di una tastiera, e nel mentre vivere la magia di sentirmi un tutt’uno con quelle note, come se venissero da dentro di me, ma allo stesso tempo, sapere che quei brividi anche se in maniera diversa li ho regalati a chi in quel momento mi sta ascoltando suonare, non sarebbe una cosa bellissima? Può esistere un piacere fine a se stesso vissuto nell’intimo? Non è un respiro che non si apre alla vita?

    E’ questo che intendo. La vita, la nostra vita oggi ci porta a escludere in qualche modo gli altri, presi come siamo a “cincischiarci” nei nostri tanti problemi e quando ci si convince che siamo un’isola (felice?), tutto il resto non ci appartiene più.

    E’ la solitudine di chi ha scelto di vivere da solo.

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  9. fulvialuna1

    Io mi rigenerei con questa pasta al forno. Mmmmm che buona.
    Anche mia suocera (sicilina) la fa divinamente con polpettine, ricotta e cannella.

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  10. laurapozzani

    Caro Arthur, questo tuo passaggio “E allora, meglio tornare a “creare” se stessi, per rinnovarsi, per rigenerarsi; bisogna trovare questa via e ognuno sa farlo in un modo unico e speciale, perché è questa unicità che a volte ci fa vivere una maniera diversa di sentire le emozioni, per poi condividerle con gli altri.” mi è piaciuto tantissimo e lo condivido in pieno. Poi rispondendo ad Alan hai chiarito bene tutto quello che intendevi … anche per me non c’è niente di meglio del condividere un’emozione.. la solitudine è una brutta cosa che a volte ti capita addosso malgrado tu non l’abbia cercata, ma scegliere di restare soli, nel senso che dici tu, è davvero triste triste…è la cosa che io più temo e ho sempre cercato di evitare perché spegne la vita in me. Non so che cosa intenda Alan con “verità oggettiva”, secondo me non esiste, la verità è sempre soggettiva, è quella che è per ciascuno di noi e per ciascuno di noi è la sola che conta. Caro Arthur, io sono una frana in cucina ma adoro la mousse au chocolat (e tutti i dolci, a dire il vero), magari con sopra qualche fiocco di crema Chantilly.. ci vediamo in qualche bel caffé di Parigi e ce la gustiamo molto len-ta-men-te .. alla barba di tutto questo mondo sempre frenetico e di corsa? 😉 Un grande abbraccio, mitico Arthur!

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  11. “Cosa c’è di meglio nel condividere un’emozione”
    Forse l’arcano sta tutto nel termine “condividere”, per certi versi quello che sembra essere estremamente difficile, quasi impossibile è in realtà estremamente semplice, io comprendo quel pianista che desiderava suonare solo per se stesso, perché molto probabilmente lui aveva la certezza di non essere compreso e per bene che fosse potuto andare…. di suonare ai sordi, la cosa di per se è talmente normale da non stupirmi nel modo più assoluto, anche io sono consapevole di vivere in solitudine in mezzo alle moltitudini, in parte è dovuto alla presa di coscienza della scarsissima possibilità di farmi comprendere utilizzando quell’unico mezzo che noi umani abbiamo, ossia la parola, una parola espressa viene compresa da cento persone in 100 modi diversi, quindi quanto vale quella parola? consapevole di questo limite del mezzo di comunicazione mi chiedo cosa può spingere la persona ad emettere quella fatidica parola? Il senso dell’assolutamente inutile prevale e domina, non ti pare?
    Forse ne avevamo già parlato in passato sull’utilità della parola e della scarsità di quel mezzo di comunicazione e quindi della comunicazione in genere, forse più l’uomo crede di emanciparsi e di migliorare tramite l’avvento ed il potenziamento della tecnologia, più si trova nella condizione di non comprendersi più con i propri simili, si tratta di una visione mistificata perché più l’uomo evolve più si inventa parole che hanno sempre meno significati univoci per tutti e sempre meno cose da dire ed esprimere, i primi uomini avevano una comunicazione estremamente semplice, pochi suoni bastavano ad esprimere quello di cui avevano bisogno, pochi suoni da tutti assimilati e compresi, tutto molto più simile all’istinto che alla ragione, ma, con la presa di coscienza della ragione tutto è degenerato e più che facilitare la reciproca comprensione l’ha inesorabilmente complicata e resa molto improbabile se non addirittura quasi impossibile.
    E’ come il ritrovasi di fronte ad un quadro astratto dove ognuno vede ed interpreta le sensazioni che ne trae, mille persone ne traggono ognuno le proprie interpretazioni, tutte diverse e tutte probabilmente sono ben diverse da quelle che l’artista voleva intendere nel dipingere il quadro, quindi si evince che l’autore quel quadro non può che averlo dipinto che per se stesso, essendo l’unico vero depositario del pensiero che l’ha scaturito, proprio come avrebbe desiderato quel pianista.
    Così scopriamo che probabilmente quella della torre di Babele non è solo una metafora, ma una realtà che accompagna da sempre l’uomo, una persona parla e l’altra ascolta, ma tra i due raramente c’è la vera comprensione, se poi mettiamo sulla bilancia che chi parla esprime delle proprie sensazioni scaturite da un suo pensiero, sensazioni filtrate e molto spesso mistificate o stravolte dalla povertà del mezzo di espressione (leggasi parola) ed in più il medesimo problema lo ritrova anche chi l’ascolta, allora la possibilità di avvicinarsi al pensiero che ha generato la parola ed il pensiero che lo ha ascoltato e poi tradotto fa sì che il verbo ne venga probabilmente stravolto.
    Benvenuti sulla torre di Babele che si trova nel bel mezzo della terra di mezzo, perdona i miei voli pindarici, ciaooo neh alla prox.

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  12. @Laurapozzani,
    “Non so che cosa intenda Alan con “verità oggettiva”, secondo me non esiste, la verità è sempre oggettiva”
    Ciao, pur con il massimo rispetto per il tuo pensiero non condivido il tuo punto di vista laddove dici che la verità o non esiste o è sempre oggettiva, perché altrimenti avremmo tutti sempre ragione, è così purtroppo e per fortuna non è, la nostra verità è in primis sempre soggettiva, diventa oggettiva quando è inequivocabile rispetto all’altrui visione, ossia, due persone possono avere pensieri e visioni discordanti verso un comune pensiero, la verità oggettiva può anche essere differente dalle nostre due verità soggettive in quanto frutto delle nostre peculiarità.
    Ciaooo neh alla prox.

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  13. laurapozzani

    Arthur, sfruttiamo il tuo spazio! Scusaci!!
    Caro Alan, mi dispiace ma non mi convinci. Per me non ci sarà mai una verità oggettiva su niente, si accetta per convenzione, per il funzionamento della società, per andare avanti che ci siano delle verità “oggettive” ma alla fine ognuno ha dentro sempre il suo punto di vista. Anche se esiste, non la riconosciamo, ogni cosa la interpretiamo sempre secondo i notri personali filtri che vengono dalla nostra personalità ed esperienze di vita diverse. Infatti secondo me abbiamo sempre tutti ragione, per questo spesso le decisioni si prendono a maggioranza o scendendo a compromessi. Tante volte mi capita nel mio lavoro di sentire due pareri opposti sulla stessa cosa e mi rendo conto che ciascuno ha la sua validità. Naturalmente questo è in generale… poi è chiaro e inequivocabile ormai per tutti che è la Terra a girare intorno al sole e non il contrario! 😉 Ci sono cose, poche, ma ci sono, su cui siamo tutti d’accordo, per fortuna! 🙂 Un caro saluto.

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  14. Cara Laura, adoro Parigi, è una città bellissima e piena di fascino, quindi in quale caffè c’incontriamo? Potremmo incontrarci al Café de Flore nel quartiere di Saint Germain, lo stesso dove soleva sedersi Picasso, che dici? 🙂

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  15. Eccomi anche se in ritardo caro Alan, generalmente nei piatti ricchi mi ci ficco, come si suol dire e così faccio. 🙂

    In un certo senso mi meravigliano molto le tue parole, dici di essere consapevole di vivere in solitudine in mezzo alle moltitudini e per certi versi capisco cosa tu intenda, ma da quel poco che ti conosco, mi sembra che non ti sei mai tirato indietro ogni volta che si presentava l’occasione di condividere un pensiero, o perlomeno con me e nel mio blog hai sempre fatto così, quindi immagino che le parole abbiano un senso (per te) se sono indirizzate nella giusta direzione.

    Ma al di là di tutto questo, è un’altra la cosa che mi sta più a cuore, l’idea che si esista solo per se stessi mi inquieta e non poco, così giusto per usare un eufemismo.
    Settimana scorsa ho letto da un amico blogger Erik, un post che parlava della proprietà del pensiero e tra l’altro lui diceva: “Io credo che qualsiasi idea, pensiero o ideologia non sia in nessun caso nella storia frutto di un singolo individuo, i nostri pensieri sono frutto di svariate combinazioni che ci accadono attorno, di frasi sentite da altri, di letture scritte da altri, di immagini della natura, di sensazioni del destino, dell’incedere del tempo e della vita stessa, credo sia profondamente sbagliato ritenere che possa esistere un proprietario del pensiero, dell’idea…”
    Ed io pur facendo delle distinzioni gli rispondevo che il pensiero è un po’ come un’opera d’arte, se riconosciuto tale, non appartiene più a chi l’ha formulato ma a tutti noi, poiché ci riconosciamo in esso.

    E qui ritorno al “famoso” pianista; ritenere di essere incompreso e di suonare solo ai sordi è un’enorme presunzione, è un po’ come dire che gli altri non sono in grado di comprendere, ma de chè, direbbero a Roma?
    Maddai, non è forse paura del confronto o magari del giudizio? Di entrambe le cose immagino.

    Ho un passato di pittore e forse l’ho anche detto in qualche mio post e un bel giorno ho deciso di fare una personale. Ogni volta che qualcuno mi chiedeva cosa avessi voluto dire, io rispondevo sempre alla stessa maniera e cioè che quello che importava era ciò che ne rimaneva dentro chi li guardava quei quadri, il mio pensiero, le mie emozioni era impossibile spiegarle, il mio obiettivo: suscitare altri pensieri e altre emozioni.
    Tutte le mie cose che faccio le amo mentre le vivo, mentre le “creo”, dopo non mi appartengono più, sono di chi ha voglia di farle diventare sue e il solo modo per farlo è vederle con i propri occhi, con il proprio cuore.
    E quindi ritorno a quello che ho scritto a Erik che poi era quello anche il suo pensiero, se un’opera, che sia un quadro, che sia una musica, che sia una scultura e via dicendo, provoca delle emozioni, è giusto che appartengano a chi le ha provate, proprio perché ognuno di noi in base al suo vissuto, alla sua esperienza, alla sua cultura è in un certo senso un’isola a parte, ma non per questo solitaria, nel momento i cui guarda vive e comunica, se così non fosse, saremmo degli automi senza anima, forse così come è quel pianista, perché “cosa c’è di meglio nel condividere un’emozione? “

    Ciao carissimo, è sempre un piacere. 🙂

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  16. laurapozzani

    Café de Flore nel quartiere di Saint Germain.. mi piace molto quel quartiere e mi mancava questa informazione sul café de Flore, ammetto… Come sarebbe bello poterci incontrare lì! Mi piace sognare ma vorrei ogni tanto anche che qualche sogno si realizzasse!! Grazie car Arthur per la tua gentilezza e sensibilità, come ti ho già detto, tu porti spesso un raggio di sole nella mia vita.
    “cosa c’è di meglio nel condividere un’emozione? “ Niente! Sono d’accordo con te al cento per cento. E non sai che dolore tutte le volte che ho voluto condividere un’emozione con qualcuno e questa persona non ha provato niente… Un abbraccio grande e gros bisous. 😉 🙂

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  17. @Arthur
    Uuummmnnn, non mi convinci molto questa volta 🙂 , parlare di condivisione di emozioni e nel contempo dire a chi ti chiede cosa volevi rappresentare nella tua opera pittorica che non è importante cosa tu volevi rappresentare, ma l’importante è cosa chi l’osserva riesce a trarne, direi che è un grande controsenso, senz’altro non esiste interazione ne dialogo, tantomeno condivisione, non ti pare? la condivisione per mio conto esiste laddove chi osserva un tuo quadro discuta con te cercando eventuali differenze di visione tra te che lo hai fatto e chi lo guarda ed interpreta il tuo pensiero espresso nell’opera, in questo caso c’è volontà e ricerca di una qualche condivisione, ma anche qualora i pensieri restassero discordanti non toglierebbe comunque il senso della condivisione.
    Il mio concetto di vivere in solitudine in mezzo alle moltitudini, vale a livello di linea di massima, per fortuna qualche rarissimo caso c’è e tu ed il tuo bellissimo blog ne siete chiarissimo esempio, ma non basta per confermarne la regola, la massa umana vive costantemente nella torre di Babele, tra chi non vuole comprendere e chi proprio non ne è capace rende il tutto(nonostante eventuali sforzi) un dialogo tra sordi.
    Ciaooo neh!

    @Laurapozzani,
    Hai ragione “Anche se la verità oggettiva esiste, non la riconosciamo” è molto più facile far diventare oggettiva la nostra verità soggettiva, così non ci richiede nessuno sforzo e nessun sacrificio, ma ci consente solo quello che più ci è congeniale, tutto ciò è molto umano e senza ombra di dubbio è la prassi seguita dall’umanità in toto, ma non significa che la verità oggettiva non esista, significa solamente che non sappiamo o vogliamo ricercarne una che potrebbe non farci comodo e anche solo imporci sforzi e sacrifici per trovarla.
    Comunque esiste, ad esempio, tra due persone A e B (ma vale per qualsiasi cosa) ci sono un numero preciso di possibilità:
    A ha ragione B no,
    B ha ragione A no.
    Sia A che B hanno torto.
    Sia A che B hanno ragione.

    Queste sono 4 possibilità diverse tra due persone, quindi dove sta la verità oggettiva tra A e B?
    Detto questo è ovvio che ognuno nel proprio vivere si crea la propria verità soggettiva e vive in base ad essa, ogni essere umano ha la propria verità soggettiva, ma non è detto che sia la verità oggettiva, anzi quasi mai lo è, altrimenti ogni modo di interpretare la vita diventerebbe verità, quindi giusta, per esempio Hitler sicuramente ha vissuto la sua vita in base alla propria verità soggettiva, ma sappiamo tutti che era sbagliata, quindi non era la verità assoluta (oggettiva) ma unicamente una verità soggettiva sbagliata per giunta.
    La verità oggettiva si giustifica con l’accettazione che possa esistere una diversa verità dalla nostra soggettiva, altrimenti uno ha ragione e tutti gli altri tendenzialmente torto, capisco che possa essere difficile accettare che la nostra verità (soggettiva) non sia la verità più vera (oggettiva), diciamo che è molto umano ma non molto reale.
    E mia assoluta convinzione che la verità oggettiva esiste, ma sono assolutamente certo che però è invivibile, concettualmente persino Vasco Rossi in un paio di occasioni ha espresso a pieno questo mio modo di vedere le cose;

    Il limite, il confine.
    Meno male che esistono i confini,
    dentro i confini c’è la vera ed unica libertà possibile,
    che bello cavalcare i confini,
    oltre c’è e si può vedere il caos.
    Pensiero di Vasco

    Per limite io intendo quella che io definisco da sempre come la terra di mezzo, ossia il confine tra le cose, il confine tra le forze di pari valore e forza che si oppongono e che ci ritroviamo nel nostro normale vivere, anche se non le vediamo e chiamiamo in mille modi diversi, in una sua famosa canzone Vasco affermava che per riuscire a sopravvivere alla vita occorre equilibrio, un sano equilibrio sulla follia (o caos che dir si voglia) e se il caos fosse l’unica verità oggettiva, occorrerebbe veramente un grande senso dell’equilibrio per sopravvivere, non Ti/Vi pare? Meditare gente meditare.

    Ciaooo neh!

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  18. laurapozzani

    @Alan: Questa tua spiegazione è condivisibile (parola che non ti piace tanto, neh?) totalmente. Tu hai espresso in modo razionale e quasi matematico le stesse cose che volevo dire io: ma io non sono un tipo razionale e non riesco mai ad analizzare le cose e spiegarle così, abbi pietà dei miseri umani che vivono ad un livello più istintivo ed “emotivo”… 😉 Visto comunque che vivo una vita piena di limiti, confini, prigioni, mi prendo la libertà di avere una “credenza” che magari ti sembrerà superficiale, naif o da “femminuccia”, anche se Pascal mi dava ragione: la mia verità oggettiva è che il cuore ha le sue ragioni che la ragione non può comprendere; per questo credo che il cuore non sbagli mai e si dovrebbe seguirlo sempre. Almeno nei miei sogni e nei miei ideali cerco di farlo. … e quando si parla di cuore, non si può fare a meno di cercare gli altri. Sono una romanticona, fuori moda lo so… Dolce notte.

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  19. Ciao Arthur, buon Lunedì ! Comincio con la parte godereccia ,la ricetta ! Non riesco e non mi va di resistere alle tentazioni del cibo,( a che prò) pertanto ieri ho provato a cucinare la pasta , non so se sia riuscita con i crismi canonici,ma il piatto è venuto buono e non c’è rimasta neppure una penna !

    Riguardo le emozioni, per me sono il sale della vita, conviderle con altri o meglio con la persona alla quale si è affezionati poi è il massimo ! Creare un ritratto , comporre una musica , fare una foto, o qualsiasi altra cosa, posso farlo anche e solo per me stessa, ma è soprattutto il fatto di conviderla con un’altra persona che mi crea emozioni e mi soddisfa ,
    Se no che gusto c’è :)) .Anche in una coppia ,c’è buona armonia finchè ci sono emozioni nuove da convidere, in bene o in male , quando queste si esauriscono del rapporto resta solo un grande affetto e la quotidianetà della vita .
    .. mi garba molto questo Tuo modo di “assemblare” nei tuoi post il piacere per il cibo ai sentimenti . 🙂 Adesso , prima di andare in terrazza ad prendermi cura dei gerani (22 piantine) che pazientemente aspettano da sabato di essere piantati , mi vado a leggere la ricetta per la mousse al cioccolato fondente al 75% .. Ti penserò 🙂

    Buon proseguimento di giornata
    Ciao caro Arthur :))

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  20. …ma Alan è ..in gran forma!

    Ciao Arthur…io e te condividiamo vero?
    Da un po’ di tempo io no, non condivido…però son sempre qui…
    a scorrere …e parole non ne ho…mah, chissà…
    Forse non più nulla da condividere….può darsi.
    Con te però è sempre bello chiacchierare…caro mio!!!

    la mia Pat , la sto trascurando..ma so che tu le presti sempre attenzione.
    Ora passo a trovarla , poi stacco.
    Ciao Arthur, bellissima foto di primavera….profumatissima!
    ‘notte.
    v

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  21. fulvialuna1

    Conosco la cucina siciliana e ne sono una fan, mia suocera cucina divinamente; per gli ingredienti, ho capito che variano secondo la zona. Comunque resta una cucina divina.

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  22. BuonGiorno a tutti, come si suol dire, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e in effetti avere due computer in un colpo solo fuori uso è il massimo della sfiga, ma tutto si aggiusta, qualcosa d’altro lasciato da parte e via.

    Comunque sia, BuonGiorno e a dopo… 🙂

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  23. barbie

    ciao.
    Torno dopo tanto tanto tempo…
    …ti leggo, e proprio nel periodo giusto,
    perchè da pochi giorni sono tornata da una trasferta di lavoro, in un paese straniero, dove a partre le ore di lavoro, passavo il resto delle mie giornate in solitudine, quella solitudine nella moltitudine, quel silenzio assordante della tua anima che urla per farsi sentire…a ritrovare e ricreare me stessa… mi ha cambiata, ecco.
    Vorrei “ricrearmi” con la bella pasta al forno siciliana… ancora pochi giorni poi scenderò in terra sicula per pasqua e daje che mi rimetto in sesto il palato!!!
    buona giornata, a presto.
    🙂

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  24. barbie

    …oh ma mi è servita sai? ne avevo anche bisogno per ritrovarmi, tante volte siamo presi da mille cose, vita frenetica, pochi spazi per se stessi, che non riusciamo a starci dietro… 🙂
    recupereremo 🙂

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  25. Ma ciao Barbie, che bellissima sorpresa!!!
    Ogni tanto passavo da te e ogni volta mi dicevo: tornerà, lo so che tornerà! 🙂

    E infatti… vai in Sicilia? bellissimo, salutamela e dalle un bacio da parte mia e se mangi cose bbuone, pensami.

    Vado a vedere se hai scritto qualcosa di nuovo.
    A presto quindi. 🙂

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  26. passa la pasta al forno … hmmm delizia il cioccolato fondente (che passione) ma questo foto che mi ha incantato! e perfetta, luce ombre giocano e creano un armonia cosi rilassante! magnifico!
    e se mi permetti, un piccolo pensiero per oggi; “La paura guardata in faccia si trasforma in coraggio, evitata diventa panico“. Solo se accetteremo le nostre debolezze queste si trasformeranno in punti di forza.

    Approfitto di augurarvi Buona Pasqua! “Che la pace la serenità e l’amore regnino sovrane nei vostri cuori.”
    Buona vita a tutti.
    Lisa

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