* Come eravamo…

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Come eravamo…

L’altra sera in una trasmissione su Rai1 c’erano alcuni ragazzini che cantavano delle canzoni e a sentirli, bravissimi, mi chiedevo cosa sarebbe stato di loro da grandi. E allora, mi è venuta in mente la mia storia, anzi devo dire l’intrecciarsi di storie che in qualche modo hanno caratterizzato la mia vita, i desideri, i sogni, le aspettative, magari anche soltanto abbozzate.

Ricordo che da piccolo mio nonno voleva che facessi il cantante, e infatti, organizzava le occasioni perché potessi dimostrare la mia bravura. Come poteva essere diversamente, visto che in famiglia eravamo tutti un po’ canterini; mia nonna con una bella voce da soprano, mio zio un tenore, serate durante le feste passate con mia madre al pianoforte e mio padre a cantare con i miei zii e con gli amici. In effetti, mi capita tuttora di farlo con gli amici accompagnandomi con la chitarra, cantando canzoni, passando serate, ma tutto son diventato tranne che cantante.

Che altro avrei voluto fare, boh, non mi ricordo in effetti, so che fin da piccolo giocavo con i colori, tant’è che i miei genitori a un certo punto tornando da un viaggio, mi regalarono una bellissima scatola di colori a olio tutta di legno che ho tuttora ed io a imbrattare tele su tele. Beh, avrei potuto fare il pittore, e mi ci vedevo anche chiuso in una soffitta con grandi vetrate, una sigaretta dopo l’altra, la barba lunga, la faccia scavata dalla sofferenza, e in effetti, ho anche passato un momento della mia vita a dipingere come un matto, la mia casa è piena di quadri, di disegni, di opere incompiute, ma tutto son diventato tranne che pittore.

Un’altra cosa che mi piaceva fare, era mettermi seduto nella mia poltrona preferita a occhi chiusi e immaginare di scrivere delle storie. Personaggi, intrecci complicati, persino dialoghi, tutto scorreva nella mia mente come in un film, dove ero sceneggiatore, regista e interprete, ma tutto son diventato tranne che scrittore.

E poi, e poi mi piaceva sognare ad occhi aperti, ma qualcuno mi aveva detto che sognare non si poteva fare come lavoro. Ma io niente, continuavo a farlo incurante di ciò che gli altri mi dicevano. In effetti, tutto son diventato nel frattempo, e intanto, non ho mai smesso di sognare.

E voi, voi come eravate?

32 pensieri su “* Come eravamo…

  1. Ussignur, ma una foto con il Mago Zurlì non ce la fai vedere?? Eddaiiiiiiiiiiii io la voglio vedere….
    Dunque, io da piccola volevo fare tante cose ma alla fine non ho fatto nulla di quello che amavo.
    Disegnavo tanto, di tutto e di più. Da ragazzina facevo i disegni a china per l’asilo che avevo frequentato da bambina, ricordo che ho fatto tutta una serie di disegni per rappresentare i mesi dell’anno, chissà che fine avranno fatto. Poi amavo molto lavorare la lana, poco alla volta ho imparato a fare tante cose, dalle babucce per i neonati, coperte, sciarpe, maglioni ecc. ecc.
    Piaceva anche a me cantare e infatti partecipavo sempre alle manifestazioni organizzate dalle suore dove facevamo balletti e canzoni. Una volta ero vestita da pulcino, solo le gambe libere e le braccia dentro al costume… quanto divertimento in quelle occasioni. Poi sono stata una bambola, un soldatino, un’anziana signora che si ritrovava con le amiche e chiacchierava , anzi ehm ehm un po’ sparlava…. e altro ancora. Fin da piccolina amavo cantare e alla fine ho cantato per diversi anni nella corale della cattedrale e tante altre cose, in primis i sogni, quelli non mancavano mai e confesso che non mancano nemmeno ora.
    Poi, poi poi, beh poi tante scelte che non ho potuto fare per vari motivi, mi hanno portata a fare un lavoro che non è certamente quello che avrei voluto fare e quindi lasciamo perdere che è meglio…..
    Buona giornata e buon fine settimana.
    Bacioni, Pat

    P.S. E poi non venire a brontolare che non leggo i tuoi post, sono arrivata seconda se non erro.
    PRrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

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  2. cavaliereerrante

    Ma che belli che eravate, Mister @Arthur … davvero una meraviglia, come scrive @Marco ! 😀
    Penso, e non mi tacciare di ruffiano ( o di imbroglione … del tipo di @peppegrillo, il famigerato autore di gravissimi brogli elettorati in Sicilia, a Bologna, e forse anche a Roma sui quali sta indagando la Magistratura ) che Tu, fosti unico e splendido, il Principe sognatore fra i pur celebri Cavalieri della Tavola Rotonda, nel loro sognante Camelot in cui sfavillava una meravigliosa @Diemme …. Regina e trionfante ! 😀

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  3. Nell’ordine, partendo dai sei anni: la parrucchiera, la ballerina, la cantante, la stilista, poi la biologa, la madre, la reporter fotografica di varie parti del mondo, la giornalista.
    Niente di tutto questo: sono diventata maestra.
    Quando farai un post del tipo “cosa vorrai fare dopo ciò che sei” andremo avanti nella cronologia dei sogni futuri. Mica si smette di sognare, eh! 🙂

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  4. Ussignur, mannaggia di una mannaggissima mannaggina, direbbe l’amico Alan, e tu mi fai vedere la foto vestita da pulcino? 🙂

    Come leggo, cantavi, disegnavi, lavoravi a maglia, insomma, eri l’artista in erba che poi sei diventata, al di là del lavoro che fai. L’importante è comunque aver mantenuto le inclinazioni, che poi è ciò che siamo veramente dentro di noi, inclinazioni che prima o poi o in modo diverso vengono fuori comunque. Infatti tu scrivi poesie, bellissime, sei una bravissima fotografa con un occhio attento alla natura e, insomma, insomma, non mi sembra poca cosa.

    E poi, beh, la prossima volta arrivare per prima magari? 🙂

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  5. Beh Maria Rosaria, non si può dire che tu ti sia fatta mancare qualcosa, ci mancava solo la vigilessa ed eri al completo.

    Sarai senz’altro una maestra molto creativa e poi, dove vogliamo mettere i tuoi racconti? Ed è proprio sognando che riesci a essere ciò che sei, e le storie, le belle storie, nascono da lì.
    Ci penserò comunque al “cosa vorrai fare dopo ciò che sei”, ci penserò. 🙂

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  6. alanford50

    Uuuhhhmmm, per ricordare cosa sognavo di diventare da bambino devo tornare indietro nei secoli, che dico secoli, nei millenni, quindi uno sforzo di memoria pazzesco al limite dell’impossibile, dopo sforzi cerebrali immani mi sembra di ricordare che ero talmente di carattere ed indole semplice da non desiderare grandi cose e nel contempo di desiderare tutto, specialmente quello che non avevo e desideravo di essere quello che in fondo non ero, ma senza farne una malattia nel ritrovarmi e nello scoprirmi per quello che in fondo ero, una sorta di fame abulica del vivere, di tutto quello che mi circondava, pagandone sempre però il giusto prezzo, fosse anche in infiniti giorni di consapevole noia, tanto c’era la consapevolezza e la speranza nell’ipotetico domani con tutto il suo mistero e le sue infinite possibilità.

    Insomma si evince che già all’alba dei miei tempi amavo stare seduto sulle rive dei piccoli torrenti (il sacro fiume sarebbe arrivato molti secoli dopo) ad osservare il lento scorrere della vita e dei suoi inconsapevoli attori partecipanti, insomma già da allora cercavo l’uomo ed il divino, ma alla fine del sentiero devo ahimè ammettere di non avere mai trovato ne l’uno ne l’altro, tanto da chiedermi in continuazione e senza una vera risposta se esistono veramente e soprattutto allora chi o cosa sono io? Nella frazione di secondo di luce, tanto è il tempo della vita nell’eterno vuoto buio, non verrà mai svelata questa risposta. Ciaooo neh! Alla prox.

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  7. Elle

    Anche io, se pagata per sognare, sarei ricca e straricca. A parte un brevissimo periodo ballerina e cantante e un’altro segretaria e mamma in carriera (in entrambi i casi contemporaneamente), nella mia vita ho aperto bar, ristoranti, ostelli della gioventù, librerie, cafè letterari, negozi di articoli da regalo, di abbigliamento, sono stata sindaca, pittrice, ragioniera, insegnante di danza e poi di yoga, anche scrittrice, attrice, regista di film impegnati (s’intende), addirittura moglie che lascia il marito quasi subito perché mi tarpava le ali (ma per questo non si viene pagati, credo), guru spirituale, guru aziendale, guru di guru. Forse ho pure immaginato di essere un hobbit, anche se non ho ben capito cos’è. Da piccola fantasticavo di più, ma mi sa che non ho smesso, anzi 😉

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  8. Caspiterina Elle, a questo punto mi domando se c’è qualcosa che non hai ancora fatto, e pensare che ti immaginavo, sì, una donna creativa, molto creativa, ma tranquilla e invece… 🙂

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  9. alanford50

    “è più importante conoscere se stessi che l’animo umano?”
    Beh! A Marzullo risponderei:
    Non si può conoscere bene l’animo umano senza prima non conoscere molto ma molto bene se stessi, altrimenti si corre il rischio di sentirsi diverso dagli altri perché meglio o superiore agli altri, un errore madornale commesso dalla maggior parte dell’umanità fin dalla notte dei tempi, io mi sento unicamente diverso ed è diverso. 😉 , in riva al sacro fiume non serve a nulla sentirsi meglio o peggio di qualcun altro, l’importante è capire cosa mi distingue dall’altrui e fa di me un irripetibile miracolo di unicità, ) , Ciao carissimo alla prox.

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  10. carpe diem

    Io volevo fare una marea di cose, ma proprio una marea! Prima l’archeologa, poi è venuto fuori che volevo scrivere libri, poi la stilista, poi l’avvocato, poi la dottoressa.
    L’ultimo è andato, il secondo ci sto lavorando.
    Sopra a tutto voglio amare forte ed essere serena. 🙂 Ciao!

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  11. ” l’importante è capire cosa mi distingue dall’altrui e fa di me un irripetibile miracolo di unicità ”
    Wow, se ci sei riuscito, complimenti.

    Ma sai, penso che sia prima di tutto difficile conoscere se stessi, la vita nel corso degli anni ci cambia e molto anche e spesso ciò che eravamo diventa qualcos’altro, lasciando in un angolino quella parte intima di noi stessi che, magari, rincorriamo senza mai trovarne riscontro. Personalmente non so se ci sono mai riuscito, anzi, ho l’impressione che sia una rincorsa impari tra me e quel me stesso che non vuole uscire fuori del tutto. Gli altri, beh, è più o meno la stessa cosa, diciamo che va di pari passo, visto che per conoscerli bisognerebbe andare troppo a fondo e non sempre è possibile.

    Evvabè, così giusto per dire.

    E’ sempre un piacere. 🙂

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  12. carpe diem

    Ahahahahah! No, nel senso che sono dottoressa e sto cercando di scrivere un libro da qualche anno. 😉
    Ma come mai sto povero blog mio non compare? Mannaggia!

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  13. Elle

    ahaha no no, mi entusiasmo facilmente e fantastico come se da questo dipendesse la mia vita. Poi mi calmo, sto buona qualche giorno, fino allo stimolo successivo 😉
    Guai se non fantasticassi, non sarei neppure qui a chiacchierare!

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  14. In ritardo ma ti rispondo. Non per cattiva volontà ma per mancanza di tempo! Mi piace questo post! Probabilmente sarà l’argomento del mio prossimo post! Che non so quando riuscirò a fare! In sintesi quello che mi ricordo con certezza e’ che da piccola volevo fare la giardiniera, ma mi vedevo bene a vendere fiori nei chioschi, poi ricordo che una volta dissi a mia madre che volevo diventare una “fata”! Mia madre mi disse:” Vuoi dire una maga?!” “Si ma di quelle che fanno le magie buone e vivono nei boschi e nei giardini in compagnia degli animaletti e degli gnomi” . In un altro momento avrei voluto essere una grande pasticcera, poi pittrice, scrittrice e magari anche poetessa! Come vedi, alla fine, ( no beh non proprio fine! Magari qualche annetto ce l’ho ancora a disposizione!😊), sto realizzando il mio destino di osmonauta!!! A presto! Spero di riuscire a vederci prima di Natale, ma di sicuro ci sentiremo. Intanto un abbraccio grande a te e a Gin!😊

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  15. Mia cara Elle, l’entusiasmo è una cosa bellissima, vuol dire che sei una donna positiva e guardi alla vita con un occhio di riguardo. E sul fantasticare, beh, ti capisco perfettamente, anch’io fantastico tanto, anzi, dippiù, dippiù. 🙂

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  16. alanford50

    Carissimo Re Arthur, approfitto di questo post per porgere a Voi tutti ed alle vostre famiglie i miei migliori auguri di buone feste, buon Natale, di un felice anno nuovo e dulcis in fundu ultimo ma non ultimo l’augurio di buona befana, Ciaooo neh! alla prox.

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  17. Al pensiero di lasciare qui segno del mio passaggio sono emozionata. Ebbene si, dopo anni di assenza, sono tornata da Arthurino!!!
    Da piccola volevo fare la poetessa. Rimasto il sogno nel cassetto!!!

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  18. Ma allora è proprio vero, anno nuovo sorpresona nuova, mannaggia.

    Bentornata Monica!

    Poetessa lo sei sempre stata, nel cuore e nell’anima, oltre che nei versi che tante volte hai scritto nel tuo blog, quindi… 🙂
    Dopo passo a trovarti, così vedo cosa combini.

    Ciao e buon anno ovviamente. 🙂

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