*** AAA… cercasi…

               ‘nnagg… !!!

Oggi, dopo aver mangiato il mio solito panino, visto la bella giornata di sole, decido di concedermi un acconto ai miei 7.000 passi giornalieri e così m’incammino senza una meta fissa per le vie della città.

Ad un certo punto mi vengono incontro due signori, marito e moglie, un’età compresa tra i 75 e gli 80 anni più o meno che, passo dopo passo, litigavano alla grande. Un manico ciascuno, portavano un catone di un bel colore verde praterello (il catone è un grande catino capiente e vistosamente colorato… da Wiki_Arthur 🙂 ) colmo di biancheria, che immagino avessero ritirato da una lavanderia a gettoni che si trovava poco più in là. Continua a leggere “*** AAA… cercasi…”

Tu o Lei?

Stamane sono andato dal mio solito distributore di benzina per fare il pieno e dopo averlo fatto, il ragazzo che mi ha servito, che tra l’altro non avevo mai visto, mi saluta dicendomi: “ Ciao! ”

Oh mannaggia mi son detto (con un sorriso), ci conosciamo?

Personalmente ho difficoltà a dare del “tu” a persone che non conosco, così come ho difficoltà a dare del “tu” per esempio ai miei collaboratori, anche se li conosco da diversi anni. Non è una questione di ruoli o di voler mantenere a tutti i costi le distanze, ma mi viene spontaneo farlo, è carattere o forse è l’educazione che ho ricevuto.

Oggi invece, soprattutto con le nuove generazioni, non esistono più barriere in questo senso, tutti siamo uguali a tutti, grandi e piccoli, professori e alunni, in tutte le professioni e in tutti i ruoli, che se da un lato è anche giusto umanamente parlando, come uomini, come individui, dall’altro la troppa “confidenza” crea degli equivoci, con conseguenze non sempre salutari soprattutto nei rapporti di lavoro.

Ho insegnato alcuni anni in una scuola professionale e agli alunni davo del “lei”, sovvertendo l’abitudine consolidata dei professori nei rapporti con gli alunni, era un modo per dimostrare rispetto nei loro confronti e, in effetti, al di là di certe inevitabili controversie caratteriali, è andato sempre tutto per il verso giusto, ci rispettavamo a vicenda, senza mai oltrepassare il limite del lecito.

Giusto o sbagliato che sia, secondo me il rispetto passa anche per queste piccole cose, non solo ovviamente, e allora se incontro per strada o al supermercato un signore anziano lo saluto dicendogli: “Buongiorno, come sta? “ 🙂

Il dottore.

Marzapane

Il vantaggio di andare a pranzare sempre nello stesso posto è che dopo un po’ ci si sente come a casa propria; i proprietari della trattoria e i ragazzi che servono, ti “dedicano” un occhio di riguardo che, magari dopo una mattinata burrascosa fa senz’altro piacere.

Ma al di là dalle coccole gratuite e bene accette, credo che la cosa più bella sia incontrare le stesse persone, un sorriso, un saluto e due parole, l’occasione per sentirsi coinvolti, una sorta di comunità nata dal nulla che, per un attimo, lascia da parte le formalità, per sentirsi complici lo spazio di una mezz’ora. Continua a leggere “Il dottore.”

Com’erano…

Oggi ho riso con le lacrime agli occhi..

Ero a pranzo con mia madre e, tra una forchettata di tagliatelle al salmone e dei gamberetti cotti a vapore, mi raccontava di quand’era giovane e di come passava le sue giornate.

Dove abitava, allora, c’era un grande giardino, il suo luogo preferito e fuori dal cancello d’ingresso, delle scale, che lei, immancabilmente, faceva sempre un paio di gradini alla volta. Da giovane era bella ed anche molto ingenua, tant’è che non si accorgeva mai dei ragazzi che le facevano la corte e con la testa sempre tra le nuvole, pensava a tutt’altro. Continua a leggere “Com’erano…”