Accetta quel che c’è di buono!

Stasera sono un po’ confuso, ma credetemi il fatto che normalmente non ci ho capito niente non c’entra assolutamente.

L’altra sera ho visto un bel film e ad un certo punto la protagonista dice ad un suo amico una cosa bellissima, che al momento mi era piaciuta e basta, ma poi ripensandoci l’ho trovata così vera e al tempo stesso così improbabile che per tutta la sera non sono riuscito a togliermela dalla testa.

La frase, più o meno, diceva così: accetta quello che c’è di buono!

In effetti, se ci pensate, dovrebbe essere per ognuno di noi naturale farlo, ma invece non è proprio così, a volte si è più coscienti del male che del bene, ci si crogiola nel dolore senza però la speranza di risorgere e allora, a questo punto mi domando, cosa è che non va in noi? Continua a leggere “Accetta quel che c’è di buono!”

Un nuovo libro di Morena Fanti

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Lavorare con un’amica che è anche brava a scrivere gratifica senz’altro molto, stimola la voglia di fare sempre meglio ed è quello che mi accade ogni volta che Morena mi chiama dicendomi: “Ho scritto un libro che vorrei pubblicare, vuoi pensarci tu per la copertina?”

E’ il classico invito a nozze come si sul dire, senza contare che io mi diverto tantissimo a fare queste cose, la mia creatività sempre pronta a spuntar fuori, fa capolino con tanta voglia di mettersi in gioco, per cui accetto senza alcun indugio.

E così, come potete vedere, ho “disegnato” la copertina del nuovo libro di Morena Fanti, “Un uomo mi ha chiamata Tesoro”, un libro di racconti, uno più bello dell’altro, scritti con stile e semplicità, caratteristica che secondo me contraddistingue Morena Fanti, lei ha il dono di farci entrare subito dentro la storia, dentro al personaggio e non è cosa da poco.

Ma non mi voglio dilungare più del necessario, vi rimando alla sua pagina, il modo migliore per saperne di più.

Un uomo mi ha chiamata Tesoro – un libro di racconti

Buona lettura!

Il treno.

© arthur

                    Un’anfora su una terrazza in riva al mare, magari quel mare di Pantelleria così magico, così colorato e soprattutto così silenzioso… cosa conterrà mai?

Con “Il Racconto…” Giovanna e Giovanni, e prima ancora con “L’Antologia del Portiere” avevo inaugurato una serie di racconti scritti oltre che da me, da voi che mi leggete. Oggi, ieri, in questi giorni insomma, ho ricevuto da una “penna molto felice” una simpaticissima storiella che racconta, con molta ironia, un pezzetto di vita di tutti i giorni.

La pubblico volentieri, così potete leggerla anche voi e se qualcuno ha voglia di raccontare altre cose, mandatemele pure che prima o poi le pubblico senz’altro. Continua a leggere “Il treno.”

Giovanna e Giovanni!

© arthur

La mattinata non era incominciata malaccio. Fin dalle prime ore del mattino l’aria tiepida e il cielo terso, facevano pensare ad una bella giornata, l’avvisaglia che la primavera stava finalmente per arrivare.

Giovanni non si era alzato molto contento quella mattina, aveva dormito poco per un dolore al braccio sinistro che ogni tanto lo affliggeva nelle notti di luna piena. Giovanna, sua moglie, camicia da notte lilla e calzini di cotone purissimo ricamati a mano dalla sua zia preferita, non sembrava da meno e la cosa lo innervosiva ancora di più. L’unico modo per non scontrarsi, era quello di girare lontano l’uno dall’altro, ma non sempre la cosa riusciva come avrebbe dovuto. Continua a leggere “Giovanna e Giovanni!”

Il 25 novembre, oggi…

Lo so che forse sono un po’ in ritardo e forse poco informato, ma lo sapete che oggi è il 25 novembre, giorno e data fatidica che ha segnato l’inizio di un’era epocale, o almeno per quanto ne sappia io.

Di cosa sto parlando? Ma sì, dai, che lo sapete anche voi, sto parlando della chiusura definitiva di tutti gli ospizi  (magari fosse vero! 😉 ) e luoghi dove i vecchietti, da sempre, si sentivano ancora più vecchietti.

Evvabè, è anche vero che c’erano le case di ospitalità di un certo tono e spessore, dove per abitarci, si pagavano delle rette altissime, tutte belle, curate, eleganti, con personale specializzato in caso di emergenza, ma non erano tantissime, anzi e comunque, solo per pochi eletti. Continua a leggere “Il 25 novembre, oggi…”

A che gioco giochiamo?

Come si suol dire, la curiosità è donna e quindi ci mise praticamente meno di un attimo ad aprire quel messaggio. Dapprima rimase un po’ delusa, ma poi leggendo e rileggendo, si rese conto che qualcosa doveva farla subito e quindi, appoggiò il computer sul suo bel tavolo fratino, un gioiello del seicento, realizzato tutto con incastri a tenone e mortasa, con un bel piano costituito da una tavola unica di circa 5 cm di spessore, ancora lavorata con sgorbia in noce, si stiracchiò un attimo, fece un bel sospiro di sollievo e si diresse verso la porta della camera da letto. Continua a leggere “A che gioco giochiamo?”

*** Raga… ***

Ragazzi…che idea che ho avuto oggi, a volte mi meraviglio di me…

          Come ormai anche le pieghe più nascoste di questo blog sanno, il giovedì, non tutti per fortuna, vado a mangiare da McDonald’s.
Bene, dalle mie parti, il suddetto postaccio si trova in un grande centro commerciale, di quelli che solo a vederli, ti vien voglia di comprare tutto…. iszomma, inszomma!!!

          E fin qui, niente di nuovo, se non fosse stato per il fatto che oggi c’era un sacco di gente e quindi…quanta umanità vociferante, quanta umanità variegata, quanta umanità…’nnagg!!!

Mi sono messo in fila e, con molta pazienza, ho aspettato il mio turno.

          Ma ti pareva che non ci fosse, fra tutti, qualcuno che cercava di approfittarsene? Infatti, ero arrivato quasi al traguardo e, a fianco improvvisamente mi ritrovo una signora, giovane, un po’ cicciotta, con una capigliatura sbarazzina, un quintale di forfora sulla giacca, e ad ogni passo che facevo, lei ne faceva altri due.

Mi stava talmente attaccata alle calcagna che quasi sentivo il suo respiro, mi sentivo osservato e trafitto da uno sguardo che, a vederlo, non prometteva nulla di buono, con l’aggravante che rischiavo di toccarla e la cosa non mi faceva andare per niente in sollucheri.

          Alla fine, approfittando del fatto che mi ero con indifferenza girato, mi guarda e, con fare un po’ accigliato mi domanda: “tocca a lei?”

Beh, penso tra me e me, sono davanti a lei e quindi… Continua a leggere “*** Raga… ***”

Quand’è che c’incontriamo?

Ma, mi domando e dico, se due blogger dovessero incontrarsi, nel caso non si fossero mai visti neanche in fotografia, come fanno per riconoscersi?

Un tempo, (ai tempi in cui Betta filava… ), quando due persone sconosciute dovevano incontrarsi, si usava una rosa come segno di riconoscimento o un giornale ripiegato in mano… considerato che siamo nell’era multimediale, considerando che il blogger usa il pc per comunicare con il mondo intero… vuoi mettere che usa il pc anche per farsi riconoscere?

… avevo ricevuto un’e-mail dove c’era scritto: “Ciao, oggi il sole splende che è una meraviglia, se vogliamo incontrarci, ti aspetto in Piazza San Pancrazio, seduta sui gradini della chiesa (attento, ci sono due chiese, una più grande e una più piccola, non puoi sbagliare… ), non ti dico come sono, che abiti indosso, se porto la frangetta o i capelli raccolti ma, se vuoi, posso usare il mio Compact_Regimental come segno di riconoscimento, che terrò sulle mie gambe, così non potrai sbagliarti… “

“ Bella come idea…” le rispondo… “ Cercherò di arrivare un po’ prima, perché non conosco questa piazza, ma a tracolla, avrò il mio Ragtime, fiammante e nuovo di zecca, così nel caso non dovessi riconoscerti, lo farai tu…”

M’incammino per via Lorenzo il Magnifico, scanso equivoci uso il navigatore portatile, sì, quelli da polso, che sono una meraviglia, la percorro tutta, continuo per via Maqueda, butto l’occhio al piccolo visore e alla prima a destra giro nel vicolo delle Belle Donne, e mentre ci sono mi guardo in giro (‘un si sa mai… ), in fondo la strada si divide in due tronconi, con una rotonda che non promette nulla di buono, riguardo con un po’ d’apprensione il mio fido compagno da polso, e vedo che anche lui è un po’ indeciso… deve essere il software che non è del tutto aggiornato (porcacc…), comunque, decido di andare avanti e alla prima svolto a sinistra, la via si chiama… (mannaggia, dove sono le targhe? )… ecco, via della Conciliazione ( emmenomale, penso…), la percorro tutta di corsa, visto che si è fatto tardi e in fondo vedo una piazza enorme… tiro un sospiro di sollievo ed eccoci, sono arrivato in Piazza San Pancrazio… Wow!!!

In effetti, ci sono due chiese, ma c’è un sacco di gente e sui gradini, nulla… vabbè, penso, dovrà ancora arrivare e magari è andata in un bar a prendere un caffè… Vado nel centro della piazza e mi guardo intorno. Allora… Bar San Pancrazio (e te pareva…), Caffè Mauro, Trattoria delle Tre Comari, Ristorante Pizzeria Vesuvio, Baretto Bevi e Mangia… Oh mannaggia, c’è una tipa che si sta avviando verso la chiesa grande e sotto il braccio ha un portatile… però, adesso che ci penso, al Bar dell’Angolo, c’è una bionda che ha un pc sul tavolino… no, non ci posso credere, da un taxi sta scendendo una signora distinta con una borsa a tracolla con dentro senz’altro un pc portatile… ‘nnaggia, due ragazze, sedute una accanto all’altra, chiacchierano facendo dei segni verso un pc che hanno sulle gambe… oh, porcacc… era una non due, e adesso che faccio?

Uhmmmm… forse era meglio rimandare l’incontro…

Voglia di granita…

S/W Ver: A0.01.10R

“ ‘giorno!”

Entro nel negozio cercando di attirare l’attenzione di qualcuno ma, deserto assoluto.

Sul bancone una pizzetta addentata e abbandonata, un paio di occhiali legati ad uno spago fanno bella mostra di sé appesi alla maniglia di una porta che, immagino, dia nel magazzino; faccio un giro, in fondo al negozio intravedo un piccolo corridoio, mi avvicino, e appoggiandomi con una mano sullo spigolo del muro, ripeto. “’giorno, c’è nessuno?”

“ Eccomi…” mi urla una voce stridula che sembra arrivare dall’oltretomba e, sentendomi toccare una spalla, mi giro di soprassalto.

“ Aveva bisogno di me?”

Una ragazza sui trent’anni, abbozza un sorriso e mi guarda con fare interrogativo.

“ Ero a bere un caffè, sa com’è, ogni tanto bisogna pur fare una pausa e comunque, in cosa posso esserle utile? “

Ricambio il sorriso “ Vorrei una granita di fragola con panna e due ghiaccioli alla frutta. “

“Fragola con panna? Tutto insieme? Posso darle la fragola e la panna devo mettergliela a parte.“

” Perché a parte?” rispondo, e lei “beh, se la metto nel bicchiere, devo mettere in conto quanta granita le devo mettere in meno e siccome, un bicchiere costa 2 euro, il conto diventa difficile da fare, anche perché, per farle pagare il giusto, dopo aver tolto il prezzo della granita in meno, devo aggiungere il prezzo della panna in più, chiaro?”

“Oh mannaggia“ rispondo cercando di non rotolare per terra dalle risate, “non può fare un forfait?”

“Potrei in effetti, ma tenga conto che poi quello che ci perde è ancora lei, perché per non sbagliare mi tocca aumentarle un po’ di più il prezzo, altrimenti poi, chi lo sente il mio principale?”

“Va bene, faccia pure così, la granita in un bicchiere e la panna in una ciotolina.”

Mi guarda, annuisce con la testa, si avvicina al banco, prende un bicchiere di plastica e incomincia a riempirlo, dopo averla rimescolata ben bene, di granita.

” Visto come è pieno? Se avessi dovuto metterci la panna…” mi schiaccia l’occhio e si mette a ridere, poi posa il bicchiere, prende due ciotoline in mano e, sempre con l’occhio furbetto“ La panna, da un euro o da due euro?”

“Sì, da un euro può bastare, visto che poi la mangio insieme alla granita “

“ Uhmmm… è sicuro che vuole mangiarla con la granita? E no, perché poi a casa le tocca togliere un po’ di granita dal bicchiere, per mettere la panna e quella che avanza, se non la mangia subito si squaglia tutta, mentre invece se mangia prima la granita e poi la panna, (la panna non si squaglia e quindi può aspettare… ), tutti i soldi che ha speso, li ha spesi bene. A meno che… “ Un guizzo sbirluccica nei suoi occhi, la guardo con fare interessato, aspettandomi qualche altra delle sue.

“A meno che, lei mangia adesso un po’ di granita da sola, la panna la metto dentro al bicchiere così lo pareggio bene, ed io non ho problemi a farle i conti e lei a mangiare la granita di fragola con panna tutta assieme.“

“Oh mannaggia, perché non ci avevo pensato prima?” le dico incredulo e con il labbro che incominciava a dolermi per le smorfie che stavo tentando di mascherare.

“ Eh allora, cosa ci sto a fare io?”

Scoppia a ridere e guardandola, sono scoppio a ridere anch’io.

Oh mannaggia!!!