Ricevo e con piacere vi rimetto questa lettera: (hihihihihihihihiiiiiiiii…. )
Uèhhh, ecchime, mi avevate per caso nominato o magari anche dimenticato?
Mi chiamo Erzicovina, della contrada delle Valli Ruspanti, la sorellastra (bella… ) di Armide da Rotterdam, e non per dire, ma ci ho una classe che, come dice er detto, non fa acqua da nessuna parte e giusto perché sono una signora, non vorrei parlare male del mio fratellastro, anche se forse è giusto che sappiate che quel maialone, quando la sera va al bar con gli amici da Luana, con la sua dolce sottana, dice sempre peste e corna della sottoscritta.
Peeeste lo coolga, diceva il Barbiere di Siviglia, mentre cantava “Quel mazzolin di fiori… “ al teatro dell’oratorio, girato l’angolo a destra dopo il vicolo dell’innamorata, e se gliene viene una anche a lui, di peste, con pustole color vinaccio, tendente al verde smeraldo, meglio ancora, Ihihihihihihihihi… credetemi, sono fin troppo buona, fischia come sono buona, anche perché mi ricordo nel 1452, quando Federico II conquistò l’Isola del Giglio, cosiddetto l’anno che verrà, avevo scritto una bella lettera accorata, (che non ha niente a che vedere con la Coratella, che è poi una mortadella fatta a forma di cuore, tagliata fine fine, come si dice, a lama di coltello… ), che iniziava così: “Caro amico ti scrivooo, così mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò.“
E quel cretino non aveva capito che ci stavo?
Inszomma!
Io sono una donna ecologica e vado per la città sempre a piedi e al massimo prendo l’autobus, il numero 29, che passa sempre da via Duca d’Aosta, gira per Largo Donati, si inerpica per Porta S. Alessandro, facendo scalo in Via San Colombano, poi prosegue per Piazza Rosate e fa capolinea in via Uccelli di Bosco, che non hanno niente a che vedere con gli uccelli scappati, tipico piatto dell’Umbria settentrionale, fatto con le bacche di mirtillo, fettine di lardo 6×8, e una foglia di salvia arrotolata tre o quattro volte sullo spiedino di legno, che poi a me non mi piacciono neanche un ciccinino e comunque sia, il bello dell’autobus è che tutti si fanno in quattro per te, c’è chi ti sorregge se stai per cadere, c’è chi ti mette lì una mano per non farti sbattere contro al palo e se uno c’ha il gomito appuntito, me lo fa subito sentire, così mi emoziono un po’, insomma, mi sento protetta e se anche gira Caprino n. 5, io non ci faccio per niente caso, anzi, se qualcuno si avvicina, lo ringrazio anche.
Tra le altre cose sono molto generosa, a buon intenditor…
E già, perché IO ci ho una classe che non fa acqua da nessuna parte!
*** Inszomma… ***