Scriveregiocando2013

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La rivista da sfogliare su Issuu          Il Magazine in Pdf da scaricare 

E così – con un giorno di ritardo per problemi avuti nella pubblicazione in pdf del Magazine, per cui scusatemi per questa promessa non mantenuta 🙂  – ci siamo, Scriveregiocando 2013 sia in versione Sito che in versione Magazine è finalmente on-line ed è sempre con immenso piacere che lo comunico qui sul mio blog.

Questa iniziativa Natalizia di Morena Fanti raccoglie attorno a sé sempre tanti amici scrittori, con l’aggiunta quest’anno di Antonella, Calo, Maria Rosaria, Luna, Erik, che ci hanno deliziato con i loro racconti e le loro riflessioni sul Natale.

Come giustamente ha fatto notare Morena nel suo editoriale, in nostro pensiero va anche verso chi, vittima di questa crisi economica che non smette ancora di esserci, non vive momenti sereni, ai tanti giovani che non riescono a trovare una via da seguire, agli anziani lasciati da soli, che giorno dopo giorno fanno i conti con una pensione da fame e la copertina di Scriveregiocando – un po’ la metafora di questi nostri tempi – l’ho voluta dedicare proprio a loro, con una foto che avevo scattato l’anno scorso ad una festa di beneficenza; c’era tanta allegria, era una giornata serena, ma certe verità le scopri negli occhi delle persone, l’unica cosa che ho cercato accuratamente di non fotografare.

Ma non voglio aggiungere altro, vi lascio ai nostri scrittori, credetemi, ne vale la pena.

Buona lettura!

Buon Natale!

Quattro mani che si cercano ed è l’immagine che ho scelto quest’anno per rappresentare questo Natale.

Una metafora, ovviamente, di quelle che piacciono a me, ma che nella sua semplicità può dirci tanto.

Un grande, grande, grande abbraccio per tutti!

Buon Natale e mi raccomando… attenti alla dieta. 🙂

Arthur

The Best Magazine_#7

Ed eccoci finalmente!

Devo dire che questo numero di The Best Magazine è stato un po’ sofferto, ma alla fine c’è l’abbiamo fatta.

Un numero che è interamente dedicato al Natale, con una copertina d’eccezione, un disegno di Petite_Adorée, che la nostra Elle ci ha voluto donare.

E come tutti i disegni dei bambini, è magico, commuove per questa sua creatività che va al di là delle cose, il Natale degli Animali  rappresentati con allegria e con tanta tenerezza che fa riflettere.

E poi, dove lo mettiamo il Presepe di Baby G.?

Anche questo è stato un dono che ha voluto farci la nostra direttrice, Solindue, la foto del Presepe che il suo bimbo, Baby G. ha preparato per questo Natale. Bellissimo!

Quindi, dalla redazione tutta, il nostro grazie va innanzitutto a Elle e alla sua tenera bambina, Petite_Adorée, a Baby G. e a tutti gli amici blogger, a chi ci ha letto e commentato,  che hanno avuto la pazienza e la costanza di seguirci in questa pazza avventura.

Domani sarà la vigilia di Natale… Buon Natale a tutti voi!

Ps: e nell’attesa di sentirci per gli auguri di fine anno, date un’occhiata al nostro Magazine, che come sempre, è pieno di cose da leggere e tante idee belle da realizzare. 🙂

Grazie!

E se nel frattempo vuoi curiosare…

Un abbraccio gratis? Free Hugs?

E poi…

Mannaggia, e siamo arrivati anche al giorno dopo Natale… che poi, non ho capito bene, ma bisogna dire anche Buon Santo Stefano?

 

E poi…

 

… mi viene in mente con “e poi… ” quello dei bambini, quando racconti loro una storiella… ieri ero con la mia nipotina di tre anni e mezzo appena, e seduta accanto a me, tenendo il mio pollicione nella sua manina, mi raccontava della festa che avevano fatto all’asilo nido, dove le femminucce facevano la parte delle caprette e i maschietti quella del lupo ed io le chiedevo: “ma come, il lupo non mangia le caprette?” e lei sbarrando gli occhi: “ Ma no, che dici mai… pensare che il lupo è cattivo significa essere prevenuti, e siccome noi non lo siamo, le caprette non hanno paura del lupo e il lupo non ha voglia di mangiare le caprette… “

 

Che tenera… magari fosse così nella vita reale… e allora le ho raccontato del Piccolo Principe, di quando aveva chiesto di disegnare una pecora… e mentre parlavo, lei mi guardava con i suoi occhioni e appena mi fermavo, subito pronta “e poi…?”

 

E poi… come quando c’era ancora “lei” , ed io la guardavo per come era bella e le dicevo che l’amavo… lei, chinando la testa da un lato, con un sorriso biricchino subito pronta rispondeva: “E poi?”… soltanto voglia di sentirselo dire ancora… soltanto voglia di sentirselo dire ancora, e poi …

 

Chissà come mai oggi riesce difficile dirlo quel “e poi”, ma anche sentirlo a dire il vero, tanta poca è la voglia di dire due parole, di raccontarsela un po’ come si faceva un tempo, senza problemi, così semplicemente… incontri un vicino, con un sorriso lo saluti e poi… finisce tutto lì.

 

Forse mi sento anch’io un po’ bambino, comunicare, sognare sulle cose un po’… ma, secondo voi, i grandi se lo ricordano di essere stati anche loro dei bambini?

 

Uhm… non ci ho mai capito molto in queste cose… evvabè, dal vostro Archi… Buon Santo Stefano e Buon tutto quanto.

 

psss… e poi… se qualcuno s’azzarda a dire che la foto non c’azzecca, peste lo colga…

 

ft: nonno Archimede.

Natale…

© arthur
© arthur

Natale…

 

… ho dei ricordi sereni del Natale… da piccolo, ci si riuniva a casa dei miei nonni e la sera si giocava a carte, sette e mezzo, tombola, e per noi piccoli era uno spasso… ovviamente ad ogni vincita, quelle poche lirette guadagnate le mettevamo una sull’altra, ed era con orgoglio che le rimiravamo.

 

S’iniziava a giocare i primi di dicembre, una scusa per trovarsi tutti davanti ad una grande tavolata, con un bel panno verde, imbandita con frutta secca d’ogni genere.

 

La parte “riservata” agli uomini, era una ciminiera, giocavano a briscola chiamata o a scopone scientifico, l’occhio socchiuso, la sigaretta pendente dalle labbra e… quante discussioni accanite, quante urla e ogni volta, noi piccoli lì a vedere cosa era successo…

 

Poi, la vigilia di Natale la cena in pompa magna, i tortellini in brodo, come voleva la tradizione importata dal nord, il capitone, la pasta a forno, gli arancini di riso, la carne al ragù (che non è quella trita… ), olive verdi schiacciate sott’olio, acciughe salate condite con olio, aceto e prezzemolo, conserve d’ogni tipo fatte in casa, dolcetti siciliani, insomma, tante cose buone, e l’atmosfera era di gioia, d’amore, e per noi piccoli l’occasione per ritrovarci e giocare.

 

Finita la cena, si sparecchiava velocemente, e seduti intorno al tavolo… era arrivato il momento che noi piccoli aspettavamo con ansia, il gioco del Mercante in Fiera.

Mio nonno, che faceva il mercante, prendeva le sue belle carte comprate ad Alessandria d’Egitto, che conservava gelosamente in un cassetto chiuso a chiave e le distribuiva; ognuno di noi ne comprava alcune, e una volta stabiliti i premi, lui incominciava la vendita al miglior offerente delle carte rimaste.

Ogni carta rappresentava qualcosa, degli animali, degli strumenti musicali, delle scene di caccia, e per ognuna la descrizione era uno spasso: lui stava a capo tavola, con la sua bella giacca da camera e il suo inseparabile farfallino e incominciava a raccontarla su, romanzando alle volte la storia o il personaggio raffigurato… bei momenti che non dimenticherò mai!

 

Evvabè… anche quest’anno Natale in famiglia, con la mia mammona ormai vecchietta, che è felice di averci tutti intorno a lei.

Ma è anche con voi che voglio festeggiare, con Lady Ginevra, Antonella, Elle, Nunzy, Engel, Raggio di Sole, Piccola Ema (un particolare abbraccio… ), Very, Cytind, Lucy, Anto 2, Piemme, Pan (è già il secondo Natale… ), gli amici che per un anno mi hanno fatto compagnia, ma anche con gli amici ritrovati, Morena, Sancla, Stellina, Brandy, Romaguido, e che adesso condividono con me questa mia nuova avventura, e poi ancora con Veronica, Simo, Gabry, Coccinella, Xeena, Luk75, insomma con chiunque passi di qua e legge queste mie parole.

 

Domani, la vigilia di Natale, sarebbe stato il compleanno di Simona…

 

Buon Natale a tutti voi cari amici!

Pensieri sparsi…

Alcuni di voi ricorderanno questa foto, “scattata” quest’estate al mare, di noi cuccioli… c’era Nunzy, Piccola Ema, Raggio di Sole, Piemme, Engel, Pan, Lady Ginevra, io, e Petite, in rappresentanza della mamma Elle…

 

… pensieri sparsi…

 

“… l’unico modo di conoscere la verità, è condividerla da cuore a cuore… forse è quello che stiamo facendo noi, giorno dopo giorno, in questo nostro cammino comune, incontrandoci tra queste pagine, mescolando le nostre esperienze, con i vissuti, le sensazioni e le emozioni, lasciando che i nostri respiri, profondi, siano percepiti da chi ha voglia di sentirli; aria, che con aria si confonde, vero, nessuno di noi l’ha chiesto, e il silenzio, ogni giorno che passa, si fa sempre più grande e, si unisce al desiderio di non chiedere o dare risposte, perché è sempre più sul filo delle emozioni che corre.

 

Ho quasi paura di tutto questo, paura di ciò che non riesco a controllare e se mi lascio andare, che è poi il mio modo di essere, sento delle sottili vibrazioni che mi scuotono tutto dentro, ma nell’intimo, perché assisto inerme a qualcosa di nuovo, e allora amore, amicizia, bisogno degli altri, non poter fare a meno delle parole, dette, sentite, sussurrate, e persino urlate, hanno tutto un altro gusto, perché di questa realtà un po’ surreale, incominciamo a farne parte, ed esce prepotente da quel quadro che ho cercato d’immaginare, perché dietro quegli sguardi da cuccioli, ci siamo ancora noi…”

 

Queste parole l’ho scritte alcuni mesi fa ed erano rivolte ad un amico, conosciuto tra le pagine della nostra Lady, nell’angolino delle chiacchiere che tante volte ci ha fatto compagnia e che per motivi che non sto a dirvi, si è perso in altri meandri.

 

Mio caro Piemme, Socio carissimo, se riesci a leggermi, sappi che non ho mai dubitato del fatto che un giorno saresti ritornato tra di noi. Ricordi questa foto, le aspettative che si erano create mentre l’aspettavate… ormai siamo cresciuti, alcuni di noi sono impegnati a percorrere nuove avventure, Osolemia, Engel… e allora… dai che siamo quasi a Natale, l’anno sta per finire, vogliamo ancora una volta riunirci per fare questo brindisi insieme?

Ho tutto il tempo che vuoi.

Tempo di Natale, quanta gente per strada, quante rincorse tra negozi che vendono e gente che compra.

Tra l’altro alle volte mi rendo conto che il tempo passa più velocemente di quello che sembri, i giorni, i mesi, gli anni me li sento scappare di mano e così ieri eri giovane con tante cose da fare e oggi ti ritrovi a non sapere più cosa hai voglia di fare.

Giorni fa incontro una mia cara amica e dopo i soliti affettuosi convenevoli le chiedo di Luciano, il papà e lei: “Come, non lo sai?”

La guardo con meraviglia e le faccio un cenno come per dire no, perché?

“Luciano è caduto giocando con il nipotino e si è rotto il femore e adesso è al San Pancrazio a fare riabilitazione “

“Maddai “ le faccio e nel frattempo penso che Luciano deve essere già vecchietto e una frattura del genere…

Sabato non avevo niente da fare e così decido di andare a trovarlo. Arrivo al San Pancrazio e alla reception chiedo di lui e la signorina gentilmente: “ Si trova nella camera n. 145 al quarto piano.“ Prendo le scale e mio Dio che tristezza, quanta gente in carrozzina, quanta gente con lo sguardo perso nel nulla!

Arrivo alla camera n. 145, busso, e sento una vocina roca che dice: “ aiuto… aiuto… “

Entro, mi guardo in giro e vedo un uomo di spalle in carrozzina incastrato sulla porta finestra della camera, mi avvicino e lui sentendomi arrivare dice ancora: “aiuto, sono rimasto bloccato.“

Prendo la carrozzina, piano piano la sposto e chinandomi a guardarlo, gli faccio: “ Ciao Luciano, cosa fai mezzo fuori e mezzo dentro alla stanza?”

Lui mi guarda e solo allora vedo un vecchietto magro, magro, con un cappellino in testa, un cappotto sopra le spalle, gli occhi verdi sbiaditi e lo sguardo un po’ perso.

“Ciao “ mi fa, “ma sai, ero uscito a fumarmi una sigaretta e sono rimasto incastrato. “

Mi guarda ancora e nel frattempo lo porto dentro la stanza e mi siedo accanto a lui.

“ Maddai… “ dice guardandomi “che bella sorpresa, quanti anni che non ti vedo“ lo dice inarcando le sopracciglia e abbozza anche un sorriso. “Ma no “ gli dico “ l’ultima volta ci siamo visti l’anno scorso, ricordi?“

E così, parliamo del più e del meno, mi racconta della sua avventura, di come era stato stupido per essere caduto giocando con il nipotino, che stupido che era stato; gli ho chiesto quanti anni avesse e lui: “ Ottantatre, però me ne sento venti di meno, mi sento un giovanottino, mannaggia questo piede mi fa un male, poi da quando mi hanno operato non lo muovo più bene, mi devono aver toccato un nervo e scusa, avrei bisogno di andare in bagno, tu, scusa, puoi suonare all’infermiera?”

La chiamo e vedendolo un po’ imbarazzato, lo saluto promettendogli di venirlo a trovare ancora e lui: “ Sì, ciao, grazie della visita, ma, ma tu sei?”

E me lo dice tenendomi la mano tra le sue, con un dolce e tenero sorriso.

“Sono Arthur“ gli faccio, “ricordi? Ho sistemato la casa a tua nipote Luisa“

“Già“ mi fa, senza lasciarmi finire di parlare senza neanche ascoltarmi e stringendomi di più la mano: “ Già che stupido, volevo dire Arthur, che sciocco e già, sei il medico che mi ha visitato quando sono arrivato qua, mi sembrava di averti visto ieri mentre andavo a fare ginnastica.“

A quel punto non lo contraddico neanche e poi mi guarda ancora dritto negli occhi e ancora con un sorriso: “Ciao carissimo, Buon Natale, grazie ancora della visita, vienimi a trovare se hai voglia, se mi dici in quale stanza sei magari lo faccio anch’io, ho tutto il tempo che vuoi. Che sciocco che sono stato!“

Sono uscito pensando a come fosse cambiato, a quello sguardo perso, a quegli occhi profondi, a quella voglia di essere lasciato da solo con il suo mondo.