E sì, qui lo dico e qui (non) lo nego, a costo di farlo sapere al mondo intero, se avessi avuto un figlio, avrei voluto una femminuccia.
Oggi ero al mio solito centro commerciale mangiando il mio solito piatto di tagliatelle e davanti a me, nell’altro tavolo, c’era un ragazzo di circa trent’anni, con barba, baschetto da intellettuale con la faccia simpatica che mangiava con la sua piccola, un batuffolino di circa tre anni con gli occhiali, capelli lunghi, maglietta bianca e un visino con due occhetti furbi furbi, che non vi dico. Non stava ferma un attimo, gironzolava intorno alla sedia del padre che, amorevolmente, appena lei finiva il suo piccolo panino, gliene dava un altro.
‘nnagg… com’erano belli!
Inutile dire che quando vedo scene del genere m’intenerisco. Vedere quel trottolino appiccicata addosso al padre mi fa pensare chissà quali momenti non vissuti ahimè, ma che forse mi mancano tanto proprio per questo.
Certo, c’è il rovescio della medaglia da prendere in considerazione: nell’altro tavolo c’erano due ragazze sedute con due ragazzi, adolescenti, che, tra una patatina e l’altra se la ridevano di gusto. Ebbene, pensare che dopo l’avrei dovuta dividere con quel tipo foruncoloso e con la voce baritonale, che mangiava anche con la bocca aperta e rideva come un allocco, beh, la cosa non è che mi facesse tanto piacere, anzi, dippiù, dippiù. Tra i due, lei era senz’altro la più sicura, probabilmente un modo per misurarsi, ma questa è un’altra storia
Chissà, magari sarei stato un papà accomodante, oppure, preso da sacro furore Siculo, un papà geloso e ossessivo; boh, fatto sta che a ripensarci, una femminuccia l’avrei voluta davvero, forse anche un po’ smorfiosetta, ma quel tanto che basta, giusto per stringerla un po’ tra una coccola e l’altra.
Evvabè, ‘giorno, ‘sera, ‘notte, ‘nnagg…!!!