E poi ancora… Alto, affusolato, morbide curve ondulate

Alto, affusolato, morbide curve ondulate, come il ritmo scandito da una melodia andalusa, fatto apposta per essere riempito da rami profumati di lavanda, che dalle sue trasparenze trovano slancio.

Difficile decidere dove poggiarlo, difficile pensare che ogni centimetro guadagnato possa in qualche modo farlo sembrare diverso da quello che ognuno di noi vorrebbe che fosse, ma poi…

… no, nessun piedistallo, no, neanche a pensarlo, lì, forse lì potrebbe andar bene, sì, l’angolo tra il mobile e il muro è l’ideale, lo racchiude e al tempo stesso lo protegge, lontano da sguardi indiscreti ma ugualmente in vista; riuscire a vederlo per non dimenticare; una parete verde, l’altra bianca, verde e bianco che si mischiano se un raggio di luce l’attraversa, e fanno a gara per trattenere tonalità chiare, sfumate, dai colori brillanti, nettamente più luminose rispetto alle cromie scure che dagli angoli bui fanno capolino, in un gioco che trova pace soltanto quando si smette di guardarlo.

Ma lo sguardo non lo abbandona mai, anzi, cerca una scusa, immagina qualcosa per coprirlo, per far sì che nulla possa fuggire da lì dentro; che poi è solamente un vaso, neanche di cristallo, è vetro soffiato, neanche colorato, è trasparente, alto affusolato, con morbide curve ondulate, come il ritmo scandito da una melodia che le percorre dolcemente, niente più rami ma solo desideri, che s’intrufolano, uno a uno, tra maglie strette avvolte in un abbraccio che non li lascia scappare via.

Alto, affusolato, morbide curve ondulate  3 novembre 2009

Le parole.

“Ma servono davvero le parole?” Scrive Carla tra una parola e l’altra.

E’ una domanda che ultimamente mi pongo spesso ma, spesso, la risposta è assai contraddittoria.

Ed è la contraddizione di un modo di vivere che in superficie cerca il confronto che, nella sostanza, evita accuratamente. Eppure, ciò che dovrebbe servire a semplificarci la vita in effetti la svilisce, le toglie quella parvenza di umana coerenza che la rende unica e vitale.

Quante volte un gesto o uno sguardo restano racchiusi dentro ad un’ampolla accuratamente sigillata? Troppe forse e poi, quando le parole si mischiano ai silenzi in un gioco perverso che non cerca regole ma serve solo ad intimidire, l’unico rifugio plausibile è chiudersi in se stessi, senza tante domande e quanto meno risposte.

La TiVi del pomeriggio…

Il vantaggio di stare in casa ammalati è che si ciondola in lungo e in largo alla ricerca di cose da non fare, senza contare che, scartato il computer così giusto per non sentirsi in colpa per la mole di lavoro arretrato, il pomeriggio televisivo offre per quanto riguarda la programmazione, degli interessanti spunti di riflessione. (forse… 🙂 )

Ho incominciato con la Prova del Cuoco, il programma con la Clerici che vedevo sempre il sabato quando andavo a fare il mamma_sitter. Ottimo programma, condotto con tanta simpatia. Dopo vari telegiornali, ho incominciato a fare zapping, telefilm, telefilm, film anni settanta scollacciato come i film di quell’epoca, programma di pseudo intrattenimento con risvolti social_culturali, telefilm della serie Lassie (pensavo non lo facessero più) e poi, mannaggia, capito in un programma con un bel primo piano di un bel maschione con sotto la didascalia che scorre sullo schermo ”domani Marco bacerà Alessia”.

Oh, mi son detto, siamo ancora a questo punto? Il bellone di turno che bacia la bellona di turno, fa con lei una storia e poi si separano, litigano, imprecano, tutto davanti alle telecamere ovviamente, mentre l’amica bellona nel frattempo, causa della lite, se  lo è portato via e bla, bla, bla bla…

Ma chi guarda questi programmi? Chi può essere interessato a storie come queste?

E allora mi son detto: vado a fare un sonnellino che è meglio!

Ma, è tempo di crisi?

© arthur

                   Tempo di crisi, scontento che aleggia dappertutto, l’idea di un futuro, e non solo per i giovani, sempre più incerto, eppure…

Ieri ho saputo da un’amica che una ragazza senegalese amica di entrambi, ha dovuto lasciare l’appartamento dove viveva perché, da un bel po’, non riusciva più a pagare l’affitto. Vive in Italia con il marito anche lui in difficoltà con il lavoro, visto che l’azienda dove lavorava prima, un’impresa edile, ha chiuso i battenti. Continua a leggere “Ma, è tempo di crisi?”

Nutella o budino al cioccolato?

E allora, in attesa di The Best Magazine (stiamo lavorando per voi… 🙂 ), vi lascio in compagnia di Nonno Archimede che, malgrado dica che non ci ha capito nulla, invece mi sa che…

E già, com’è?

… ai miei tempi la nutella non sapevamo neanche cos’era, al massimo la mia micia faceva il budino facendo squagliare un pezzetto di cioccolato che nostro cugino, che lavorava in Svizzera, ogni tanto ci portava e noi lo tenevamo sempre da conto, un pezzetto ogni tanto, così giusto per gradire e poi dicevano che troppo faceva male (???) e allora, guai a mangiarne di più. Continua a leggere “Nutella o budino al cioccolato?”

Scriveregiocando 2010

La rivista da sfogliare…

(la bellissima foto di copertina è opera di © Morena Fanti)

Ed eccoci giunti alla nuova edizione del 2010 di “Scriveregiocando”, la bellissima iniziativa curata da Morena Fanti, che ogni anno, per Natale, raccoglie racconti e poesie… per usare le parole di Morena Fanti, “un regalo pieno di dolcezza e di ironia, di tradizione ma anche di irriverenza e giocosità, un regalo che scalda il cuore e che fa riflettere…” Continua a leggere “Scriveregiocando 2010”

Il coraggio d’indignarsi!

               C’è un senso di impotenza che sovrasta la coscienza di ognuno di noi che, non trova riparo neanche dietro ad una sorta di buon senso che dovrebbe prevalere in situazioni di emergenza.

Non voglio, come ogni tanto faccio ultimamente, purtroppo, ripercorrere notizie di cronaca che, giornalmente invadono le pagine dei nostri giornali, telegiornali e programmi d’intrattenimento, ma su una cosa vorrei soffermarmi, vorrei mettere l’accento su di una morale comune che sembra aver perso ogni sua connotazione, al punto da diventare un tira e molla a seconda delle opportunità, per difendere un politico, se non addirittura un business che difficilmente potrebbe essere definito per il bene comune. Continua a leggere “Il coraggio d’indignarsi!”

The Best Magazine_#5

Photo copertina © Solindue

Ed eccoci di nuovo a quello che è diventato ormai un appuntamento importante, l’uscita del nuovo numero di The Best Magazine e, questo mese, devo dire che siamo, Solindue ed io, davvero soddisfatti, anzi, come direbbe l’Arthur, dippiù, dippiù.

Abbiamo posticipato l’uscita, per consentire ai ritardatari di mandarci i loro articoli (l’ultimo mi è arrivato domenica… ‘nnagg… 🙂 ), ma anche per darci un po’ più di tempo, perché la pubblicazione di questo magazine, è e deve restare essenzialmente un piacere, che ci vede uniti in un momento di sano confronto.

“Sognando l’estate”… un titolo su di una copertina (l’autore della bellissima foto è Solindue…)… ed è di vacanze estive che parliamo in questo numero, un sogno? Beh, sì, dopo un anno di duro lavoro, l’idea di lasciarsi andare magari sdraiati su di una bellissima spiaggia, con nelle orecchie la nostra musica preferita… un sogno che presto, per tanti di noi, diventerà realtà.

Tanti articoli e tante belle foto, un numero ghiotto di argomenti, alcune new entry, Antonella (una cara amica, l’autrice del famoso articolo “La nascita di Arthur…” ) con le sue vacanze a Rodi, Kokeicha, con la recensione del libro di Jorge Amado, Dubbasonic, uno scatto estemporaneo, la foto di un violinista, Valentina, che ci racconta di una mostra di sculture che ha curato a Imperia, “Maragliano, bozzetti e piccole sculture”, Aracne, un’appetitosa ricetta estiva e poi, il ritorno della nostra cara Elle, con un articolo sul BookCrossing, letteralmente, “Incrocio di libri”, l’intervista di Solindue a Simone Perotti, “Un uomo da_mare”, un uomo che ha avuto il coraggio di lasciare tutto, per vivere più a misura di se stesso, la natura vista con gli occhi di Franco, fratello della nostra carissima Luisa e poi… tante altre cose ancora, con gli amici di sempre, la nostra mascotte, Koala, alla quale abbiamo dedicato il blog del mese, Spaziocorrente, BabEle, Fabio, Folletta, Riccardo, Luciano, Kate, Godot, RadioOnair, Pensierieperline, da leggere, da commentare, sempre che ne abbiate voglia e ovviamente, Solindue ed io.

E allora, come sempre, buona lettura e a presto per le buone vacanze.

Erzicovina delle Valli Ruspanti (il ritorno del ritorno…)

Mi chiama stamane al telefono Erzicovina delle Valli Ruspanti, sì, avete capito bene, proprio quella che ci ha classe, mica acqua fresca e in lacrime mi racconta di una lite furibonda che aveva avuto con suo fratello Armide da Rotterdam, poco prima delle 8 del mattino.

Lei era intenta a fare colazione con le sue solite dieci portate di brioche, frutti di stagione, ovette sode ma con il tuorlo appena appena indurito, burro di arachidi perché più leggero e digeribile, spremute varie, dal succo di ananas, al succo di arance di Sicilia, dal succo di carota, al succo di ermellino, che non è un animale come tanti possono credere, ma è un frutto tropicale della foresta Amazzonica, girato l’Angolo a destra subito dopo le Barbados, che tra le altre cose si chiamano così perché nel 1256 dopo la caduta dell’impero Ottomano, quando Alessandro IV re di Svezia abdicò in favore di Eugenio detto il Grande dalle coste meridionali del Messico al suono di Messico sì, Messico no, alcuni naufraghi capitarono in una terra sperduta, senza un’anima viva in giro e decisero di fermarsi per fare un riposino che poi è durato un bel po’ di anni.

Ecco il perché del nome. (?) Continua a leggere “Erzicovina delle Valli Ruspanti (il ritorno del ritorno…)”

Antonio, il mio portiere…

Parlando di portieri… Solindue ha avuto l’idea, che io ho accolto subito con entusiasmo, di scrivere dei racconti sui portieri, non quelli di calcio ovviamente, ma di quei signori che generalmente stanno seduti dietro una guardiola, smistano la posta per i condomini, danno informazione e così via.

 Aprirò una pagina intitolata “Antologia del Portiere”  (‘nnagg… già fatto… 😉 ) e se avete voglia di scrivere anche voi qualcosa sull’argomento, mandatemi il racconto con una  e-mail ed io sarò felice di pubblicarlo.

 Per il momento… vi presento Antonio…

           “’giorno Antonio”

 “ Buon giorno dottò, ha visto che tempo da schifo oggi?”

           “Uhmmm… non dirmelo, che ogni volta che apro le persiane la mattina, mi viene il magone al pensiero che non ci sia il sole… “

 “ Beh, fosse solo per questo… sa cosa mi fa più specie, che se fossimo in una città di mare, anche un cielo nuvoloso sarebbe una bella cornice al paesaggio circostante, invece qui, c’è un grigiore che mette tristezza… “

           “ Evvabè, cosa ci vuoi fare…  “

 “ E no, caro dottò, il problema è anche questo, pensi che la mia Carmelina, che soffre di dolori artritici, mi rinfaccia sempre che non siamo andati a vivere in una città di mare ed io, mannaggia alla miseria, a spiegarle che non è poi così facile cambiare città, ci sono le abitudini, i figli che hanno ormai tanti amici, i parenti no, quelli sono in Calabria, ad Amantea, dove siamo nati e cresciuti e andiamo a trovarli d’estate, che magari mi porto a casa anche i cullurielli e il salame piccante … “

          “Sì, sì, hai ragione, che ore sono… orco…”

 “ Eh, sembra facile, ma come si fa a vivere con questo tarlo… e sì, perché la mia Carmelina, un giorno sì e un giorno pure, me la mena ed io a tranquillizzarla, che tanto tra un po’ di anni i figli sono grandi, andiamo in pensione e ci prendiamo una casetta al mare e così, chi s’è visto s’è visto e poi, se lo immagina Antonio che la mattina si alza e aprendo la finestra vede il mare… “

          “ Beh sarebbe bello Antonio, piacerebbe anche a me ma… mannagg… devo and… “

 “ Dottò, bello? Sarebbe fantastico, lo ammetta, potrei anche prendermi una barchettina piccola piccola, sa di quelle in plastica e la mattina uscire per andare a pescare, così farei felice la mia Carmelina, perché a lei piace molto il pesce pescato fresco e magari me lo cucina inventandosi uno dei suoi manicaretti che a me piacciono tanto… uhmmm, se lo immagina dottò, che so, un bel saraghetto, un calamaro e con un po’ di fortuna, anche un polipino… basterebbero pochi, perché la mia Carmelina mangia come un uccellino e, in effetti, è piccola, mingherlina e c’ha uno stomachino che sta dentro ad una mano… “

           “ Sarebbe bello Antonio, ma ora devo proprio… “

 “ Ma se lo immagina dottò… potrebbe trasferirsi anche lei, che è così gentile con me e con la mia Carmelina, le ritirerei la posta, potrei fare ancora il portiere a tempo perso, visto che lo so fare bene e poi ogni tanto, le porterei anche qualche calamaro e magari viene a mangiare da noi, che la mia Carmelina sarebbe felicissima e me lo dice sempre, ma come è carino quel dottò, gentile, premuroso, che alla fine dell’anno ci regala sempre le bottiglie e il panettone, un signore veramente carino… “

           “Grazie, Antonio, grazie, anche voi siete carini e gentili, e stai tranquillo che se potessi, sarei già al mare… ma adesso scusami che ho un appuntamento, devo proprio andare… “

 “Dottò, ma le pare? Il dovere prima di tutto… a proposito, c’ho un roncolo in montagna che volevo sistemare e pensavo di farglielo vedere così mi dava un consiglio… vabbè la prossima volta… e magari la prossima volta le racconto anche quello che potrei fare al mare… uhmmmm, il mare… uhmmm… chissà come sarebbe contenta la mia Carmelina, ma se la immagina… a dopo dottò, e mi raccomando, se vede la mia Carmelina non le dica che voglio portarla al mare, perchè deve essere una sorpresa… vabbè, tra dieci o dodici anni… “

          “Sì, sì, stai tranquillo… tra dieci o dodici anni…  “