Silenzio…

       Non è con il silenzio che si sfondano i muri dell’incomprensione, non è con il silenzio che si aprono le porte a chi pensa che non dovrebbero essere mai chiuse, non è con il silenzio che due cuori, che corrono su binari paralleli, possono incontrarsi, e proprio perché silenzio può voler dire indifferenza, non è con il silenzio che si dice: ti voglio bene.

Occhi che sanno dove guardare, non affidano al silenzio il suono delle loro emozioni, sguardi che si muovono come carezze, non si nutrono di silenzi per giungere a destinazione, parole che nel silenzio trovano respiro, non usano il silenzio per ricominciare a parlare, perché il silenzio è come una barriera che non ha mai fine, il silenzio è… non ho più nulla da dire.

           Storie… storie che dopo essersi incontrate, affidano al silenzio la parola fine.

61 pensieri su “Silenzio…

  1. Non esiste un unico silenzio ma mille sfumature di questo particolare modo di “comunicare” con il mondo.
    Capisco però che quel silenzio di cui scrivi equivale ad un muro alto e grigio, in cui campeggia solo una grande scritta: la resa.
    Ciao

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  2. Carissimo Arthur,

    in realtà ero venuta nel tuo mondo a vedere se avevi scritto qualcosa di particolarmente vibrante in questa grigia giornata nebbiosa che nemmeno io riesco a rendere con la mia energia più luminosa. E poi ho letto questo pezzo che mi ha fatto riflettere, pensare e alla fine mi sono ritrovata sommersa di lacrime. Ogni scritto provoca delle conseguenze diverse nelle varie persone. Tu pensavi sicuramente a qualcosa di ben preciso quando lo hai scritto, ma queste parole a me hanno riaccevo una ferita che anche se dico che non c’è è molto forte. Vedo queste storie che si incontrano come strade che pensavano di esserci incrociate e invece non era così, perchè una si pensava più forte, più bella, migliore dell’altra. E l’altra strada rimane in mezzo alla polvere con la sola illusione di essersi incrociata, ma in realtà non è andata così, con una strada bella e importante. La piccola strada rimane tra lacrime e polvere, ma senza la possibilità di parlare con la grande strada che ha eretto muri alti e robusti. Mi sento ora questa piccola strada. La mia voce è stata bloccata. Io sono stata cancellata. Le emozioni, le sensazioni, i momenti condivisi non si cancellano. Queste mio caro amico sono le sensazioni che il tuo scritto a suscitato in me. Non ho smesso di sorridere, perchè questo è il mio stile, e poi sono sempre molto fortunata di quello che ho, ma la ferita è grande e fa molto male.

    Piccola grande Stella

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  3. Io sono una di quelle a cui il silenzio piace, tempo fa ci ho scritto su un bel post circa il valore e la grazia dei silenzi.
    Diversamente da ciò che esprimi qui tu, io sostenevo (e sostengo) che il silenzio non sia vuoto ma qualcosa di estremamente pieno, ben consapevole comunque che, come per quasi tutte le cose, non c’è un’unica lettura possibile.

    Le mille sfumature di cui parla Spaziocorrente io le sento, anzi talvolta le cerco persino, ma certamente occorre distinguere.
    Ci sono silenzi rigeneranti, silenzi che uniscono ma ne esistono altrettanti che dividono, perché come giustamente scrivi tu Arthur, quel silenzio potrebbe essere inteso come un “non ho più niente da dire”.
    E se invece fosse proprio il contrario?
    Se fosse un “ho talmente tanto da dire che non riesco a dirlo e allora mi prendo lo spazio del silenzio, per ripulire il pensiero, mettere ordine e poi esprimere?”
    Sfumature…

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  4. Pingback: Riflessioni « IL GRANDE CIELO DI MONICA, E LEI PICCOLA STELLA

  5. Per me Silenzio ha significato Protezione : ho lasciato che una fitta coltre di silenzi , intransigenti e infrangibili , cadesse sul mio passato perchè questo potesse conservarsi così come lo volevo ricordare.
    Il bene e il male di un tempo che è stato rischiano di mutare , di confondersi , di contaminarsi con il tempo che e’ , con le persone che cambiano , le ferite che bruciano : io ho preferito il silenzio , placido conservatore di tempestosi momenti !

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  6. Sono d’accordo, il silenzio rappresente “il segnale” che significa che non abbiamo più niente da dire, e se questo si verifica in una coppia, meglio ognuno prenda strade diverse.

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  7. Beh oggi sembri aver colto nel più profondo dell’anima di stella ma anche della mia…lacrime ne ho versate così tante in questi giorni, perchè quando vorresti parlare e gli altri ti tappano la bocca o si girano dal lato opposto ti senti svanire, inutile e trasparente, il cuore sanguina e non basta gridare per mandare via quel male.
    Perchè, perchè non riesci a spiegarti, a capire a reagire resti immobile come di fronte ad una grande paura e le parole non escono più, solo le lacrime….il silenzio anch’io lo amo a volte, ma questo è un silenzio che subisci che vorresti distruggere gridando contro tutto quello che hai dentro l’anima.
    Quante parole si sono accumulate credendo che avremo avuto un tempo per dirle, che magari potevamo stare zitti e discuterne più tardi, e invece no, ora non possiamo più, possiamo solo gridarci contro o strillare contro il vento.
    Ho la sensazione che alcuni di noi in questi blog vadano in contemporanea, come se la vita riservasse loro lo stesso destino ma li avesse uniti per capire e trovare un pò di respiro…grazie Arthur
    kate

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  8. io come Elle amo il silenzio. Al contrario di quando ero giovane, se sono a casa da solo non accendo la radio, non metto su musica. Il silenzio è la musica. Se non ci fossero pause tra un suono e l’altro ci sarebbe solo caos, rumore.
    Il silenzio tra due o più persone è altra cosa. Qualche volta uno alza le mani dalla tastiera per non sovrastare l’assolo dell’altro al clarinetto. E viceversa. Qualche volta le alzano tutti e due, per lasciare spazio al rullo della batteria. Magari poi riprendono ma alla fine c’è sempre una battuta finale, un punto corona, un ritornello, chissà.

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  9. alanford50

    Caro Arthur, il tuo discorso non fa una grinza, ma dal mio punto di vista non è completo, a questo punto credo di potere affermare che vale tutto ed il contrario di tutto, non esiste una sola realtà da tutti compresa nel medesimo modo, la tua è una verità soggettiva che fa parte di un più grande progetto di una ben più grande realtà oggettiva.
    Tu dici che “non è con il silenzio che si sfondano i muri dell’incomprensione” ebbene io credo di poter affermare senza il rischio di essere contraddetto che vale anche il contrario, ossia che non è con il non silenzio che si sfondano i muri dell’incomprensione, ma bensì con le intenzioni che avvallano e supportano sia l’uno che l’altro stato, quindi il silenzio ed il on silenzio hanno il medesimo valore, che può essere negativo ma anche assolutamente positivo.
    Io sono tra quelli che piuttosto che correre il rischio di usare parole non supportate da una logica ed un senso, preferisco abbandonarmi ad un sano silenzio, non bisogna poi confondere il silenzio con la mancanza di rumore perché in natura il silenzio non esiste, anzi anche il silenzio ha il suo rumore dato da eventi assolutamente logici e ben riconoscibili, fosse anche solo l’infinitesimo rumore di un pensiero che ci attraversa il vivere.
    Ma ho compreso cosa tu intendevi per silenzio, ti rifacevi alla volontà di non comprendersi, quando per mille motivi ci si rifiuta il dialogo, quindi il silenzio come mancanza di dialogo, ma a me questa condizione da più il senso del vuoto che non del silenzio, manca la volontà di riempire dei vuoti esistenziali, affettivi , quando si parla di questi vuoti impotente è il silenzio così come lo è il non silenzio, per dialogare bisogna per forza di cose essere in due, mentre per parlare per esempio già non è più necessario, ma in entrambe i casi il silenzio e rotto, così come lo è nell’abbandonarsi ad un qualsiasi pensiero.
    Molta gente ha il terrore del silenzio, della mancanza del rumore, probabilmente proprio perché non sa sfruttarlo per esempio per sentire la voce della propria anima e della propria coscienza che in quello stato ottimale riesce a mettersi in contatto con l’altra parte di noi.
    Io per fortuna posso dire di avere da sempre avuto la certezza di non essere mai stato nel silenzio assoluto, diverso è se parliamo invece del vuoto, che ribadisco è cosa ben diversa, il vuoto lacera, strazie le menti e le carni, logora i rapporti, avvilisce, trasforma tutto quello che ci circonda e ci cambia nell’intimo, ma mai e poi mai tutto questo avviene comunque nel silenzio.
    Ciaooo neh!

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  10. Senza il frastuono delle parole è più facile sentire un cuore (due?) che batte forte, oppure far sentire la propria mancanza, o ancora proteggersi da parole che feriscono perché diverse da quelle che vorremmo sentire. E’ il silenzio dell”amore.
    Ma il silenzio può voler dire: “Ho un target ben preciso: prendere o lasciare.” Questo è il silenzio dell’aridità, dell’egoismo, della solitudine. Si, in questi casi, meglio lasciare…

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  11. La resa… hai dato la giusta definizione al quel tipo di silenzio che ho descritto, Spaziocorrente, e comunque, volevo dire sia a te che a Elle, che anch’io credo che nel silenzio ci siano mille sfumature, dipende soltanto da come e con che spirito si osservano.

    Non amo molto il silenzio, se appunto è come un muro che si contrappone, non amo troppo il silenzio tra due persone, se il silenzio nasconde pensieri che allontanano. Ci sono persone che vivono nel silenzio, è senz’altro un loro modo per esprimersi, ma spesso quel silenzio nasconde il desiderio egoistico di non partecipare, o forse è meglio dire, di non rendere partecipi anche gli altri, e sto parlando ovviamente di un rapporto a due, non può esserci complicità con questo tipo di silenzio, anche se la complicità si ciba anche di silenzi, ma che nascono dal bisogno di esserci comunque, ma solo in un modo diverso. Con la persona che amo, posso stare anche in silenzio, ma non perché non ho nulla da dire. Un rapporto vive di parole, non si dovrebbe dare nulla per scontato, e guai se non fosse così.

    C’è poi il silenzio di chi ascolta, ed è il benvenuto, questo è un tipo di silenzio che mi appartiene, ma solo perché so che per ascoltare, bisogna mettersi un attimino da parte… mille sfumature, è vero, ma solo se non nascono dal bisogno, anche se inconscio, di escludere l’altro.

    Il silenzio che ho descritto, è quello che mette la parola fine, dove neanche uno sguardo riesce più a parlare.

    Mi piace comunque, Elle, l’alternativa di lettura che tu poni, interessante…

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  12. @ Pan: quel tipo di silenzio, cioè quando si è soli, anch’io lo amo, ma dipende sempre da cosa sto facendo, se leggo, se scrivo, altrimenti, come ho già detto, silenzio tra due persone, sempre tra mille sfumature, può essere indifferenza, egoismo, non voler fare partecipe anche l’altro.

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  13. @ Rosamaria: gli occhi, lo sguardo, i gesti, possono dire mille volte più delle parole, nessun dubbio su questo, ed anche la complicità è fatta di silenzio, il mio “Ciao… ” è un esempio tangibile, ma il silenzio di chi non dice solo perché non ha il coraggio di dire, o magari perché non ha niente da dire è ben diverso… sì, è meglio lasciar perdere.

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  14. @ Koala: beh, anche questa tua chiave di lettura è interessante, lasciare avvolto nel silenzio il passato, ma alle volte è meglio ricordare, nel bene e nel male, proprio per non essere sopraffatti, dopo, dai rimpianti. Il silenzio non deve poter dire, non voglio ricordare, perché anche nelle ferite che bruciano ci sono nascoste delle verità che, dopo, sempre dopo, possono fare bene.

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  15. Silvia

    Ci sono anche persone che non ti guardano neanche, tanto sono assorte nel loro silenzio e quando avviene, ho sempre l’impressione che è una loro abitudine, un po’ come se il resto non esistesse per niente.

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  16. Arrivo tardi a carte un po’ scoperte, quando del silenzio e del significato dei suoi suoi non-suoni è stato detto molto.
    Sono favorevole al silenzio.
    Il silenzio è eloquente più di mille parole.
    Penso a due corpi che si amano in silenzio, nell’armonia della notte. Non serve dire “Ti amo”.
    Penso a due persone che si sono inesorabilmente allontanate. Non serve dire “Addio”.
    Certo è che il silenzio ferisce spesso più di una pugnalata.
    Una volta qualcuno ha detto se vuoi parlare …
    …ho tutto il tempo che vuoi …

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  17. “I silenzi che mettono a disagio… Perchè sentiamo la necessita’ di chiaccherare di puttanate, per sentirci a nostro agio? E’ solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace!”

    [frase celebre di “Mia Wallace”, la moglie del boss, in Pulp Fiction, di Quentin Tarantino]

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  18. @ Alan: in pratica hai affermato anche tu il concetto che aveva espresso Spazio e Elle, cioè delle mille sfumature sui silenzi e sebbene io la condivida come tesi, al contrario di te, la mancanza di dialogo non la ritengo senso di vuoto, ma soltanto incapacità nel comunicare il proprio scontento o delusione che sia. E l’incomprensione nasce essenzialmente da questa paura di essere sereni e sinceri, perché con la serenità e la sincerità si può dire, per esempio, che non ci si ama più, che le priorità sono nel frattempo diventate altre, allo stesso modo si può dire che ciò in cui si credeva, non esiste più, insomma, i silenzi come anche le parole devono servire per comunicare, in positivo, altrimenti tutto diventa indifferenza, poco rispetto dell’altro, egoismo allo stato puro.

    E poi, d’accordissimo con te nel dire che alle volte è meglio il silenzio piuttosto che delle parole che possono far male.

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  19. Io credo che il suono, la voce, la parola, siano l’unico modo per farsi largo nella nebbia che spesso avvolge le nostre vite, per chiarire, per starci vicini per scaldare………è in quello che c’è vita e c’è voglia di vivere………Sono d’accordo con te quando dici che forse non c’è più nulla da dire quando c’è silenzio o comunque si pensa che qualsiasi cosa si dirà non arriverà, verrà male intesa, non accettata,rifiutata, per cui parola e silenzio assumono lo stesso valore in un contesto del genere. Quando si arriva al silenzio significa che manca la “speranza”……… 😦 è molto triste………

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  20. @ Kate: un detto dice che non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire, ed è vero. Alle volte ci si chiude nel silenzio perché si ha paura di sentirle certe cose, si ha paura di essere messi di fronte a delle verità scomode da affrontare e allora ci si gira dall’altra parte, ma cara Kate, questa è la volta buona per fare delle scelte consapevoli, rendersi conto con chi si ha a che fare, e agire di conseguenza.

    E poi, non c’è mai un tempo per dire le cose, bisogna dirle e basta, altrimenti l’occasione non ci sarà mai e anche volendola trovare, alla fine diventa inevitabile mettersi a urlare.
    Mi spiace per le tue lacrime, ma come ho appena detto a Monica, devono soltanto essere l’inizio di una rinascita, altrimenti lo sconforto diventa insostenibile.

    Grazie dell’augurio di buona serata, ricambio l’abbraccio che ho ricevuto forte e chiaro e come direbbe l’Arthur, dippiù, dippiù 😉

    ‘nnagg… !!!

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  21. @ lateladipenelope: è vero, quando si arriva al silenzio, ad un certo tipo di silenzio, anche la speranza viene a mancare, perché tutto ciò che doveva, è stato detto. Sì, molta tristezza per questo, ma anche molta tristezza per chi non ha il coraggio di combattere affinché tutto questo non avvenga, tristezza per chi nel silenzio trova un rifugio e crea quei muri che poi diventano impenetrabili.

    La famosa resa di Spazio: è meglio lasciar perdere.

    Ciao carissima, a quanto pare siamo due nottambuli.

    ‘notte!

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  22. @ Dino: certo non si può dire che la moglie del bos fosse troppo fine, insomma, non era proprio una vera signora, ma qualcosa di vero l’ha detto, mannaggia… 😉

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  23. @ Monica: cara Monica, chi si fa scudo di barriere, non fa altro che fare del male a se stesso. Io che in genere sono molto impulsivo, ci penso seriamente prima di chiudere con le persone con le quali ho avuto dei rapporti profondi, perché l’affetto, la stima, non si possono cancellare con un colpo di spugna e se succede, vuol dire che quello che c’era prima era tutto un fuoco di paglia.

    Tu non sei stata cancellata, le tue emozioni, le tue sensazioni, i momenti che hai condiviso, ci sono stati e rimangono dentro di te. Non farti intimidire da chi pensa di avere la meglio facendo la voce grossa, è soltanto un espediente per sopravvivere.

    Quindi, non fartene un cruccio di ciò che è accaduto, se non c’è altra possibilità di dialogo, gira l’angolo e vai per la tua strada.

    E come dice quel famoso detto, meglio solo che male accompagnato.

    ps: ieri notte avevo scritto più o meno le stesse cose, ma wordpress mi ha fatto sparire la replica al tuo commento… c’è forse in giro una bambola con spilloni in bella vista? 🙂

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  24. Carissimo Arthur,

    come ben sai sono convinta se se paradiso fosse stato lo sarebbe ancora oggi. Questo lo credo in amore e in amicizia, uomini o donne. Lo credo.

    Mi è stato rimproverato di non essere stata obiettiva, nè in questo commento a te, nè nel mio post, ma in realtà ritengo che ci sia libertà di pensiero e quindi credo anche che ogni intervento sia qui da te che da me sia possibile. Io non ho censurato commenti, anche se andavano contro di me, a parte insuldi e offese al buon gusto. Ancora una volta una ventata forte e il senso di fertita aumenta. Io avrei voluto in certi casi dire la mia ma non mi è stato permesso.

    Si chiudono i ponti però poi si dà un’occhiata alle varie finestre sul mondo. Questo però faccio fatica a capirlo perchè se le strade si separano si separino davvero.

    Sai Arthur,
    che il silenzio cada, ma cada davvero e avvolga con la sua magica nube rancori, dissapori, insicurezze, paure.

    Le mie emozioni e le mie sensazioni rimangono dentro di me e qui hai ragione tu, ma io sono stata cancellata indipentemente da questo. Quando qualcuno non la pensa come noi, vabbe cancelliamolo. Secondo me non va esattamente così la vita ma la diversità tra anime si percepisce ogni giorno e poi, se regole ci sono, le regole valgono per entrambe le parti con che qualcuno si creda al di sopra delle parti.

    Io non sono per il silenzio, ma per il dialogo, per il confronto, dove confronto non vuol dire imporre il proprio pensiero, ma ascoltare. Per una volta posso dire di essermi messa in ascolto, ma se l’altra parte si crede ancora una volta sopra le parti allora si, che il silenzio scenda.

    E non credo: un giorno magari le nostre strade si incontreranno ancora e mi fa arrabbiare come un drago. Cancellata oggi, ripescata domani? Non sta nè in cielo nè in terra una cosa del genere.

    Mi sa Arthur che ho fatto un mix tra quello che ti dovevo ripondere qui e quello che dovevo rispondere da me.

    Un abbraccio grande stella silenziosa

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  25. Beh, qualcuno continua a giocare con i soldatini di piombo, nella vita cone nel web. Inevitabile il paragone con una vecchia bambola parlante, che diceva, tra l’altro: “E con te non gioco più, ecco….!”. Forse il segreto è chiedersi quali siano le regole del gioco prima ancora di cominciare a giocare 😉

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  26. Romaguido: ho letto e riletto la tua frase e fa davvero male ma è la verità. “E con te non gioco più” e siamo noi riposti nel cestone dei giochi al posto dei veri giocattoli. Chissà mai perchè quando è un’amicizia quella in gioco a me fa ancora più male di una storia d’amore e poi quando è con una donna cavolo…

    Le regole del gioco. Eh si, le regole del gioco…si ma le regole dovrebbero essere chiare a tutti i giocatori….

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  27. @ Rosamaria e Stella: non so se è il caso di parlare di “gioco”, perché non credo che qualcuno abbia mai avuto l’intenzione di giocare con qualcun altro, come ipotesi mi sembra forse troppo azzardata, come si è detto, tutto nasce da un malinteso non chiarito o chiarito male.

    E allora, siamo nella pagina della contemplazione del silenzio… lasciamo che diventi arbitro di tutta questa storia.

    ‘pranzo… !

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  28. Non è mai troppo tardi per imparare che chi parla chiaro non é poi così “cattivo”, ma anzi ha tanto rispetto degli altri da mettere subito tutte le carte in tavola… Quanto tempo e quante lacrime si risparmierebbero, se tutti ponessero questa come regola fondamentale delle proprie relazioni!
    Ma ogni esperienza aiuta a crescere, per questo bisogna sempre essere grati a chi aumenta la nostra conoscenza degli uomini e delle cose: ricorda che, senza questa “ferita”, saresti rimasta un soldatino di piombo e, quello che più conta, non ti saresti mai accorta di esserlo.
    Buona giornata a tutti!

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  29. Scusa, Arthur, non avevo letto il tuo commento. Cancella pure i miei interventi, se vuoi. Si, stendiamo un velo di pietoso (e forse più dignitoso) silenzio. Di chiasso se ne è fatto abbastanza 😉

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  30. Pingback: …e silenzio sia « Stella Solitaria e il suo infinito cielo

  31. Mica ho capito quello che sta succedendo…o meglio l’ho capito ma non riesco a capire se state tutti in discussione l’uno con l’altro, tranne Stella che mi è chiaro!
    Arthur, non so neanche se la mia mail è arrivata boh…
    va be facciamo silenzio sssssssssssssssccccccccccccccccccccccccccccccccccccccccc
    ccccccccccccccccccccccccccccccccc!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    kate

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  32. Carissima kate,

    romaguido ti ha già risposto. (sei stata la più veloce…brava brava) Confermo le sue parole. Nessuno dei tre è in scontro. L’argomento è comune e … (ops. ho promesso silenzio)…(avrò anche promesso silenzio ma le ferite bruciano)

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  33. Il silenzio, nei casi da te tanto accoratamente descritti, è una muraglia difensiva, dura come la pietra, buia come il cosmo, fredda come la morte, agli occhi di chi vorrebbe ancora comunicare con chi ha deciso, magari con le sue buone ragioni, di erigere quella muraglia.
    In fondo la necessità di difendersi a volte racconta altri drammi, altre emozioni, altri problemi, ma per chi rincorre ancora quel vano desiderio di comunicare, può essere struggente il ricordo di un altro e ben diverso silenzio, quello denso di compartecipazione, in cui la condivisione del vissuto non richiedeva alcuna parola.
    Siamo creature fatte di pensiero, emozione, ed affettività, e per questo sempre tanto vulnerabili.

    Un saluto.

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  34. Bravo, Franz, mi sembra che tu abbia centrato il nocciolo del problema: la differenza è data dalla capacità (e dalla volontà) di condivisione, parola oggi tanto abusata, ma, ahimé, assai poco “agita”. 😦

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  35. A questo punto posso stamparmi sul muro con il vinavil, voglio la condivisioneeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Uffa mi fate un cappuccino?

    😉 kate

    NNNNNNNNNNNNNNNNgggggggggggggggggiiiiiiiiiioooooooooo
    rrrrrrrrrrrrrnnnnnnnnnnnnnnoooooooooooooooo
    Arthur e un saluto alla tribù!
    kate

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  36. Beh, mi piace l’idea di bere un cappuccino con il cuore stampato nella schiuma… 😉 un buon giorno a Rosamaria, a Kate e a tutta la compagnia.
    Più tardi passo per rispondere a Franz.

    ‘giorno… !!! 😉

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  37. Tipo “un cuore di panna” che forte!!!!!!!!!!!!!!!!
    Due cucchiaini grazie…
    e una spruzzatina di cacao….
    beh potremmo sempre fare una colazione virtuale insieme, sarebbe carino una domenica mattina darci un orario e parlottare mentre beviamo il nostro caffè…si si mi sembra proprio un’idea carina.

    Ciao kate

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  38. Arthur, anche se a tratti mi sento vicino al tuo
    scritto, non lo condivido in pieno perché è il silenzio che fa risaltare e da valore anche alle piccole cose.
    Ciao e buona giornata

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  39. @ Franz: questo pezzo l’ho scritto l’altra notte di getto, senza neanche pensarci e il pensiero dominante che me lo ha ispirato, è proprio questa muraglia difensiva che io, proprio perché amo il confronto, fatico a comprendere, perché è come sentirsi mille miglia lontani.

    Hai perfettamente centrato il problema…. amo il silenzio della complicità, il silenzio di chi non ha bisogno di parole per dire ti voglio bene, ma è di tutt’altro che stiamo parlando.

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  40. @ Sonoqui: innanzitutto, benvenuta… come è stato già detto, il silenzio ha mille sfumature, in positivo e in negativo, il silenzio che ho descritto appartiene a chi ha forse paura di coinvolgersi, poi c’è il silenzio di cui tu parli, ed è quello che amo anch’io, non a caso, l’ho descritto più volte in questo mio mondo.

    Buona serata!

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  41. Era silenzio anche prima, Kokeicha, “il silenzio di chi non dice solo perché non ha il coraggio di dire, o magari perché non ha niente da dire”, e tu non parlavi come una scema, ma come una donna che ama e tenta di portare avanti, insieme con l’altro, un progetto di vita.
    Torna indietro con la mente a ciò che i protagonisti delle tue storie dicevano prima di chiudersi dietro la cortina di silenzio; ricordi che abbiano pronunciato la parola “noi”, che abbiano fatto progetti per il “vostro” futuro insieme? Probabilmente no.
    Il loro era “il silenzio dell’aridità, dell’egoismo, della solitudine. Si, in questi casi, meglio lasciare…” 🙂

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  42. @ Kokeicha: se parlare da quei risultati, la cosa miglore è il silenzio, ma se ti può consolare, mi sa che capita un po’ a tutti così.

    Voi donne contrariamente a noi uomini, cercate sempre il confronto, ma ciò vuol dire mettersi anche in discussione e non tutti sono disposti a farlo, per paura, per mancanza d’interesse o per altro.

    Quindi tu non eri lì come una scema, non riuscivi soltanto a sintonizzarti, perché la comunicazio si era, purtroppo, interrotta.

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