Al mattino, quando apro i giornali, faccio quasi sempre la stessa considerazione: cosa li leggo a fare?
E già… ormai si legge solo di cronaca nera, di appropriazioni indebite, di corruzione, di una politica che, indaffarata a proteggere con arroganza il (suo) potere, di tutto parla e s’interessa tranne che dei problemi reali della gente. Disoccupazione, precari, futuro dei giovani o stringere la cinghia a fine mese, a chi vuoi che importi, tanto, a “quella gente” se perdono il posto di lavoro, male che vada si portano a casa un bottino di 40 milioni di euro come liquidazione…
Il fatto è che, leggendo ogni giorno di queste notizie, vorrei potermi sentire indignato, ma dentro di me, anche l’indignazione non riesce più a trovar spazio, perché mi rendo conto che non puoi passare la tua vita sentendoti indignato, urlando ai quattro venti che le cose così non possono funzionare, discutendo animatamente con chi ha le fette di salame sugli occhi, magari per paura, magari per ignoranza, magari perché certe realtà sono scomode da vedere ma, mi domando e dico, c’è un’alternativa migliore o diversa?
Beh, in fondo come dice il famoso detto, occhio non vede, cuore non duole, e allora, è giusto guardare soltanto il proprio orticello, considerarsi al di sopra di tutto e di tutti, vivendo abbarbicati all’inutile arte dell’arrangiarsi?
No, non credo che lo sia.