Chiuso per ferie…

… beh, ferie è forse una parola troppo grossa, diciamo per due o tre giorni di relax e, dove potevo rifugiarmi se non al mare?

Evvabè, adesso mi tiro addosso le ire di tutti quelli che il ponte non l’hanno fatto ma, mi domando e dico, cosa posso farci se ho sentito un bisogno improvviso di camminare a piedi nudi sulla sabbia, di sentire il rumore delle onde le mare e l’odore della salsedine che mi entra nelle ossa?

Lo so, sono un uomo senza carattere se mi lascio condizionare da queste “strane” sensazioni, per cui, giuro che resterò un’oretta in più sulla spiaggia deserta, ignaro della forza dei raggi del sole, per espiare tutte le mie colpe. Continua a leggere “Chiuso per ferie…”

Buone vacanze!

Bene… tra qualche giorno iniziano le vacanze… sole, mare, mare, sole… che meraviglia!!!

          Ovviamente vacanze naturiste, essendo io un naturista. Più volte ho promesso di parlare di naturismo, ma un po’ per pigrizia, un po’ perché l’argomento non è facile da trattare, ho sempre lasciato perdere, ma adesso è forse giunto il momento, ma voglio farlo raccontandovi una storiella, una cosa che mi è successa circa dieci anni fa, che forse vi farà capire cosa ci sta dietro a quella che io chiamo “Filosofia Naturista”.

… ero seduto sulla spiaggia e mi guardavo intorno. Generalmente non sto sdraiato a prendere il sole, un po’ perché mi abbronzo facilmente, un po’ perché mi piace camminare e nuotare, quindi…

           Però quel giorno ero seduto e mi guardavo intorno… ero appena arrivato nel villaggio – un pezzo di paradiso terrestre, dove tutto lasciava immaginare una vacanza da sogno – un villaggio naturista nel sud della Corsica e, preso possesso del bungalow, mi sono precipitato in spiaggia… beh, confesso che in un primo momento, tolto il costume, ho provato un po’ d’imbarazzo. Io e la mia ragazza ci siamo guardati negli occhi e con fare, diciamo così, “disinvolto”, ci siamo messi a prendere il sole.

          Ci guardavamo in giro e nessuno sembrava far caso a noi. Non era la prima volta che mi spogliavo. L’avevo fatto diverse volte in spiagge dove insieme ai nudisti c’erano anche i cosiddetti “tessili”, (cioè a dire quelli che tengono addosso il costume… ), ma non era la stessa cosa, in quel posto si respirava un’atmosfera diversa, e soprattutto, tutto sembrava diverso. Cosa è che c’impedisce di spogliarci d’estate al mare? Forse la paura del confronto, del giudizio degli altri, i falsi pregiudizi,  considerare il nostro corpo solo come strumento sessuale, insomma, nudismo uguale a sesso, che poi è una concezione generalizzata.

“Lo psicanalista svizzero Daniele Ribola, per esempio, parlando del naturismo afferma che voler vivere la nudità come ingenua soluzione liberatoria non è che un tentativo di risolvere il conflitto che sta alla base della nostra cultura, cioè il conflitto tra narcisismo (inteso come ricerca esasperata dell’immagine) e oggettivismo scientifico (che sarebbe depositario della verità in ogni campo dello scibile). Questi due poli dominanti della nostra cultura sarebbero infantili, aggiunge il Ribola, per un problema di relatività: l’uno e l’altro, infatti, sono variabili, e quindi relativi, perché dipendenti dall’epoca storica del momento. Da ciò se ne deduce che il nudismo sarebbe un comportamento infantile; primo, perché ricerca di immagine priva di contenuto (narcisismo); secondo, perché esso sarebbe la punta di diamante dell’oggettivismo scientifico (le accertate virtù terapeutiche del nudismo).

Per lo psicanalista svizzero il pudore, salvaguardato dall’uso del vestito, sarebbe la risposta migliore al conflitto tra narcisismo e oggettivismo scientifico, che è esattamente il contrario di quanto afferma la filosofia naturista.

…il pudore è un sentimento artificiale che è legato alla vergogna sessuale, retaggio della cultura giudaico-cristiana che considerava gli organi genitali osceni. Con il trascorrere del tempo il vestito ha finito così per diventare una barriera a “difesa” degli organi genitali, assumendo cioè una funzione diversa da quella per cui era stato inventato, vale a dire come un sistema di protezione del nostro corpo dagli agenti atmosferici. “

          Il naturismo vuole ristabilire un contatto con la natura che, purtroppo, si è interrotto a causa di condizionamenti sociali, etici, religiosi, che non vuol dire tornare all’età della pietra, quando vivere nudi era una pratica comune e, per ristabilire quel contatto, bisogna riappropriarsi del proprio corpo, prenderne coscienza, abbandonando i falsi pregiudizi e con essi, anche quel pezzetto di stoffa che noi, erroneamente, crediamo ci protegga.

          Beh, tornando alla mia spiaggia… fu quasi verso la fine della vacanza, quando ormai esperto delle consuetudini del posto e totalmente nero come il carbone, che all’improvviso ho avuto un’illuminazione: avevo capito cosa c’era di diverso dalle altre spiagge che fino allora avevo frequentato, malgrado ci fossero lo stesso tipo di persone, i giovani che tentavano di conoscersi, i bambini vocianti che giocavano in riva al mare, gli anziani tranquilli e un po’ noncuranti di ciò che li circondava, le coppie, le famiglie ecc. ecc.

          Ebbene, avevo capito che eravamo tutti uguali, avevo la sensazione che niente ci differenziasse l’uno dall’altro, magari qualcuno con un po’ di pancia in più, qualcun’altro meno abbronzato ma tutti uguali, tutti nella stessa condizione, ognuno pronto a mettersi in discussione per quello che era, ma fondamentalmente consapevole di non aver nulla da nascondere.

          La sera al bar o in discoteca, vestiti, eravamo già uno diverso dall’altro.

          Buone vacanze a tutti voi e… ci rivedremo a fine agosto.

La parte in corsivo e tra virgolette è tratto da un articolo di “Info Naturista”, la rivista del naturismo Italiano, che l’UNI, Unione Naturista Italiana, distribuisce ai soci in possesso della tessera INF/FNI, Tessera Naturista Internazionale, che io posseggo da 11 anni.