*** Camminare insieme.

Giusto oggi ho scritto una e-mail ad una cara amica con la quale ci siamo persi di vista, e pensando a lei, mi è venuto in mente questa pezzo che avevo scritto per Nonno Archimede nel lontano 2009, dove parlavo di quel “camminare insieme” tante volte da me blaterato.

Lo dedico a lei. 

L’altro ieri, ero seduto nell’autobus che mi porta a casa, e chi ti vedo? Un caro vecchio amico che non vedevo da tanto tempo, mi avvicino, gli do un tocchettino sulla spalla e gli faccio: “ Ciao Nino, che combinazione, come stai?” Lui si gira, mi guarda, inarca la sopracciglia e, tirandosi un po’ indietro, mi dice: “ Scusi, come sa il mio nome?” “Ma come” gli dico “non ti ricordi di me?” Sono Archimede, eravamo a scuola insieme e tu mi aiutavi sempre a fare i compiti, eri così bravo!“

“Ah si” mi risponde “ boh, può darsi, ma, sei sicuro? Guarda che non ricordo la tua faccia ed io non dimentico facilmente le facce“

“Ma si” incalzo io “ eravamo seduti allo stesso banco e tante volte mi hai anche salvato dalle interrogazioni ed io, in compenso, ti scrivevo le lettere per la tua morosina, che mi sembra si chiamasse Sarina, si, Sarina Calderoni, che bella ragazza che era. “

Ancora indeciso, continua a guardarmi e due piccolissime lacrime gli spuntano negli occhi.
Mi prende il braccio, continua a guardarmi senza dire nulla e poi: “ Sai” mi dice “ mi sono successe tante cose in quest’ultimi anni, non ricordo più bene chi ero, ho dei vuoti improvvisi e infatti, alle volte perdo anche la strada di casa mia. “

Mi commuove sentirlo parlare in quel modo, gli metto la mano sulla spalla e: “ Ma no, dai, non preoccuparti, anch’io sai, prima guardandoti non riuscivo a capire chi fossi veramente e allora sai, ho escogitato un sistema, porto con me una piccola agendina, con tutti i nomi delle persone che ho conosciuto, la guardo, sbircio il probabile che mi sta davanti e mi tuffo a pesce, sperando che sia quello giusto.“

Lui mi guarda, sorride un po’ e, tirando fuori dalla tasca un fogliettino assai malandato, mi dice: “ Scrivimi qui il tuo nome, così la prossima volta anch’io ti riconosco.“ E mentre lo diceva, stringe la sua mano sul mio braccio, come per dirmi qualcos’altro ma…

In quel mentre, l’autobus si ferma, l’autista grida il nome della fermata e allora lui mi riprende il foglietto e guardando ciò che c’era scritto, mi fa: “Scusa, sono arrivato, grazie per le tue gentilezze, è stato un piacere averti rivisto.“ Scende di corsa e s’incammina senza girarsi.

Che giornata!

Durante tutto il tragitto ho pensato sempre al mio amico Nino, a come era cambiato.
Mi aveva fatto tenerezza, sembrava così indifeso, quasi fosse nudo in mezzo a tanta gente, mannaggia, come era cambiato.

ft: nonno Archimede

27 pensieri su “*** Camminare insieme.

  1. Caro Arthur, quando alle volte la vita ci chiede di stare “da soli” per un pochino, non vuole nè fa cancellare le persone con cui siamo stati insieme prima nè ci pregiudica di ritrovarli, quando il tempo della “solitudine” sarà passato…… 🙂 🙂

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  2. Nessuno di noi può purtroppo sapere come sarà il nostro ”dopo” rispetto al ”prima.” L’importante è comunque sapere che anche se cambiati , o per solitudine, o per malattie , rimaniamo sempre noi stessi con tutto il bagaglio di vita che ci portiamo dietro. un abbraccio caro Arthur. Isabella

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  3. Mi ha messo molta tristezza questo pezzo che hai scritto per “Nonno Archimede”, è brutto arrivare ad un punto della vita e non ricordarsi delle persone, della propria casa, di ciò che ogni giorno abbiamo fatto per anni. Sì, proprio brutto. Penso sia come trovarsi in un deserto e non sapere da che parte girarsi, perché tutto sembra uguale, sconosciuto.
    Un bacione, Pat

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  4. No Patrizia, nessuna tristezza, è la vita che alle volte ci riserva questo tipo di “sorprese” e l’unico modo per viverle, è quello di prenderle con il cuore leggero. A me è successo tanto tempo fa con un amico di famiglia, aveva circa 82 anni e si era ammalato di Alzheimer, praticamente nel breve giro di pochi minuti, dimenticava ciò che aveva fatto poco prima. Un giorno era a casa di mia mamma e mi chiede di accompagnarlo per cercare dove aveva messo la macchina. Usciamo insieme e giriamo un po’ senza riuscire a trovarla. Lui mi aveva preso a braccetto e ad un certo punto stava per mettersi a piangere, disperato per non riuscire a ricordarsi dove aveva messo l’auto.

    In quel momento ho avuto come una specie di lampo e così mi sono diretto in un parcheggio di un centro cattolico lì vicino e la macchina era lì. Era felice come un bambino, con ancora una lacrima negli occhi, si è messo a ridere e continuava a ringraziarmi per quello che avevo fatto tenendomi stretto stretto il braccio.

    Mi faceva tanta tenerezza, quella sua fragilità mi aveva in qualche modo lasciato un segno. Poi, saliti a casa di mia madre, lui ha ripreso come sempre a ridere e a scherzare, come se nulla fosse accaduto. Era cosciente delle sue limitazioni, ma non si piangeva addosso, il sorriso era la prima cosa che scorgevi in lui quando arrivava.

    Questo brano l’ho scritto proprio pensando a lui, ma l’intento, al di là della storia, era di mettere in evidenza che se si ha qualcuno nei propri pensieri, anche se il tempo passa lasciando tracce alle volte indelebili, quel “camminare insieme” è una realtà dalla quale è impossibile poterne fare a meno, perché l’affetto, il ricordo o solo un pensiero, appunto, difficilmente si dimentica.

    In Nonno Archimede ha sempre avuto questo compito, diciamo così, tra queste pagine, con storie semplici a volte addirittura banali, ci ricorda che noi non siamo un’isola felice se corriamo da soli.

    Tutto qui.

    Ciao cara, buona giornata.

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  5. Che cosa tenera che hai scritto Piccola Ema, sì, fa anche questo parte di quel “camminare insieme” che a me piace tanto e poi c’è sempre un momento in cui si ha voglia di riprendere se stessi, per vivere partecipi insieme agli altri una vita che altrimenti sarebbe triste e sconsolata. 🙂

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  6. Non so che farci, anche se è giusto quello che scrivi, a me queste cose mettono tristezza!!!
    Per quanto riguarda il “correre insieme”, con me corrono tante persone che non ci sono più e tante persone delle quali non ho più saputo nulla, nonostante abbia fatto vari tentativi per avere loro notizie.
    Ciao, buona giornata
    Pat

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  7. fulvialuna1

    Certo, drammatizzare i cambiamenti in effetti è assurdo. E’ nella natura stessa. Personalmente non ho subito alcun traum nel guardare me stessa cambiare e neanche gli altri. Lo trovo naturale e normale.

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  8. Che strana metafora sul tempo, che inesorabile ci scorre sotto i piedi (come è mio solito asserire) il tempo che ci illude di camminarci insieme, così crudele e inesorabile che domani pur camminandoci accanto ci farà trovare e sentirci diversi da ieri, l’oggi sembra volerci consolare ma il pensiero vola già a domani che ci troverà diversi, quasi forestieri, ma la mia verità recita che non siamo noi a correre, purtroppo, è il tempo che ci scorre sotto i piedi, noi siamo fermi ad assistere al nostro cuore correre dietro ai nostri pensieri, finché il tempo deciderà di giocarci insieme a questo strano rincorrerci tra il domani, l’oggi e l’ieri.

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  9. Sai caro Alan che mi hai fatto vedere un’altra faccia del camminare insieme?

    Io l’ho sempre inteso tra e con le persone, quindi come di un percorso comune che prescindeva dal passare degli anni, un po’ come i personaggi di questo breve racconto, s’incontrano dopo anni e il legame che li aveva uniti era in qualche modo ancora vivo, o perlomeno lo era per Archimede che non aveva avuto problemi di memoria. Tu invece mi hai “scoprire” il camminare insieme al tempo, un rincorrersi tra “il domani, l’oggi e ieri”, senza un vincitore e un vinto aggiungo.

    Possibile!

    Il mio camminare insieme nasce dall’idea che due persone non debbano necessariamente cibarsi di quotidiano, perché, come ho scritto alla mia amica, ” ci sono sempre delle piccolissime eccezioni, se solo si ha dentro di sé la consapevolezza che un rapporto possa vivere a prescindere dal quel vedersi o dal quel toccarsi giorno dopo giorno, perché è figlio di un sentimento che sa nutrirsi d’altro, anche solo di un pensiero, o del ricordo di un momento, o soltanto di parole che se si ha il dono di saperle cogliere nel modo giusto, non vanno mai perse nel vento.”

    Un modo come un altro per dire che siamo anche fatti di percezioni che se sanno resistere nel tempo, quel camminare insieme non verrà mai a mancare.

    Bella comunque l’idea di correre insieme al tempo. 🙂

    E giusto per emularti, Ciao Neh e buon fine settimana. 🙂

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  10. Non c’è nulla di più naturale di una persona che cambia nel tempo, infatti chi non l’accetta, spesso è la fotocopia sbiadita di se stessa. (vedi i vari interventi estetici e gli effetti in alcune persone)

    Ciao Fulvia, buon fine settimana.

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  11. Nel camminare insieme al tempo, noi umani abbiamo uno strano vantaggio, ossia possiamo a suo dispetto percorre e ripercorre il tempo passato, la memoria ci aiuta, ovviamente non siamo in grado di sopravvivergli, ma lui è condannato ad andare sempre avanti, senza potersi mai fermare a guardare quello che si è lasciato dietro di se, il suo percorso va spedito dritto come un fuso verso quello che per noi è l’infinito, ma quello che si lascia dietro è indicibile, fuori da ogni senso e ragione, ma lui non può incidere se non con il suo inutile inesorabile perpetuarsi.
    Noi poveri esseri, che di quel tempo non ne rubiamo che un semplice piccolo attimo, un alito di vita, possiamo, forse illudendoci, andare avanti e indietro nel tempo che ci è stato regalato, complice la memoria ed il cuore, e non ci sono limiti a questo viaggio nel proprio tempo.
    Gli accadimenti, i sentimenti, le amicizie trovate in questo andirivieni nel tempo, seppur perse nel tortuoso percorso del vivere, non muoiono mai, almeno finché noi gli permetteremo di camminarci a fianco, nella nostra memoria, che è l’unica possibilità che abbiamo per estendere e allungare il senso del nostro trascorrere e vivere l’inesorabilità del tempo.

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  12. Aurore2014

    Che bella dedica che hai fatto alla tua amica caro Arthur! Spero proprio abbia colto il tuo messaggio pieno d’affetto. Ci sono legami che restano, che, come dici tu, ci fanno camminare insieme, anche se il tempo passa, anche se le persone cambiano, anche se si sta lontani fisicamente. E sono una cosa bellissima che rende più vera e gratificante la nostra vita. Quanta tenerezza nello sguardo di nonno Archimede verso l’amico di un tempo… mi sembrava di vedere l’incontro dal vivo e attraverso i tuoi occhi Arthur.. ❤ Complimenti!
    Un abbraccio e buon fine settimana.

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  13. Sai mi sono commossa leggendo il tuo racconto per Nonno Archimede.Mi hai ricordato un persona che non vedevo da tempo , la quale mi conosceva benissimo , un tempo frequentava spesso la mia casa , poi ha cambiato città . Quando l’ho rivista mi ha sorriso e mi ha chiesto come stavo? Io le ho risposto che la rivedevo con molto piacere e le ho sorriso pure io, poi però mi sono accorta che l’aveva fatto automaticamente, come per gentilezza, ma non mi aveva conosciuto affatto.La figlia che l’accompagnava mi disse che ormai con la mente non era più con noi e mi ha fatto tanta tenerezza . L’ho abbracciata forte !
    Col passare del tempo si cambia , anche molto , a volte! Non sappiamo come sarà un domani .
    Fare un cammino insieme , continuarlo insieme negli anni diventa spesso vitale … l’ho provato con la mia mamma che l’ho sempre avuta vicina a me fino a tardissima età . Il suo sorriso quando mi vedeva ,illuminava il suo volto che prima era triste, e per me quello era un regalo che non aveva rivali,senza prezzo !! Scusami la mia curiosità ( forse inopportuna) ma neppure la tua amica ti ricordava? Spero di no, ti auguro di camminare insieme a lei nella maniera che desideri. Aiuta a stare bene. 🙂
    Buona notte caro Arthur e scusami per la mia piccola curiosità
    Un Abbraccio sorridente
    rosy

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  14. Non lo so cara Aurore se la mia amica ha colto lo spirito del messaggio, me lo auguro, ma in ogni caso, come si suol dire, una volta lanciato il sasso, chissà… 🙂

    Sai una cosa? Non riuscirò mai a sopportare l’idea che le persone vivano nell’indifferenza o che è ancora peggio, chiusi nel loro piccolo mondo. Non è un inno al vogliamoci tutti bene, assolutamente no, sarebbe impossibile, ma dovrà pur esserci una via intermedia, giusto?

    E questa via passa in quel camminare insieme che io mi auspico, ma per farlo, bisogna giustamente essere in due.

    Ciao carissima, siamo a metà settimana quasi, buona metà settimana che resta dunque. 🙂

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  15. No Rosy, la mia amica mi ricorda benissimo, diciamo che le problematiche legate alla nostra amicizia erano altre, l’esserci persi di vista, non aver mai fatto entrambi per scelte personali, qualcosa perché la nostra amicizia fosse più profonda. Diciamo che qualcosa era sempre rimasto in sospeso e allora, perché non provare a risaldarla? 🙂

    Ciao Rosy, un abbraccio sorridente anche a te.

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  16. Calo

    Camminare insieme è non lasciarsi imprigionarsi tra le pareti di inutili ragionamenti, ma leggere tra le righe di sguardi di speranza o di silenzi pieni di malinconia e ascoltare anche ciò che tace. Camminare insieme è godere delle emozioni della vita, senza tradire mai il presente.

    Al carissimo padrone di casa e ai suoi graditi ospiti mi permetto di suggerire la lettura di un libro: PERDUTAMENTE di Flavio Pagano.

    E buon pomeriggio a tutti!

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  17. Arthur scusami se ti avviso qui, ma non sapevo dove farlo altrimenti. Dunque, anche se sei molto conosciuto come blogger ed hai in blog molto ricco, ti ho nominato sul mio blog per quanto riguarda il Liebster Award. Dai un’occhiata appena puoi!

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