Scusi, lei è single o è accompagnata?

E rieccoci… gira e rigira, il dente batte dove la lingua duole (oops… questo lo diceva Erzicovina delle Valli Ruspanti e per chi non la conoscesse, lei ci ha classe, mica acqua fresca… )

Evvabè, volevo dire che la lingua batte dove il dente duole e tra le altre cose, a volte duole da morire… se poi si parla di single…

 

Ricordo che all’inizio della mia avventura per blog, l’about di alcune signorine, “suonava” più o meno così: single per propria scelta! Mannagg…!!! (se mi leggono, non me ne vogliano… )

 

Ma, mi domandavo, cosa vuol dire esattamente? Vuol dire che le signorine in questione incontravano dei bei fustoni, magari s’innamoravano, avevano con loro una storia e poi… ognuno a casa propria perché l’essere single è una scelta di vita… ecchecc… !!!

 

Ammetto che rimanevo sempre un po’ perplesso di questa cosa, poi mi venivano in mente tre mie amiche, anche loro single, che se solo si ha la malaugurata idea di parlare di uomini, di rapporti, succede il finimondo, con ovviamente l’uomo (uhm… questo sconosciuto… ) che è un mascalzone immaturo, egocentrico ed egoista e la donna, povera santerellina, costretta a patirne di tutti i colori.

 

Beh, ammetto di esagerare un po’ in questa descrizione, in un certo senso è anche una provocazione, ma se ci pensate, vi è mai successo di sentire una donna o un uomo che parlando della loro vita sentimentale, facciano una sana autocritica? A me mai o, visto che io mi ci metto fuori, quasi mai.

 

Oggi leggevo l’ultimo post di Diemme, dove con malinconia si parlava di questo sentirsi sole, single e poi, un altro dove con malinconia, si parlava dell’amica che si sposa, quasi fosse una dimostrazione che l’amica si era realizzata e invece lei no… e poi un’altra… e poi un’altra… leggendole, mi sono sentito un po’ perso, come se quella malinconia fosse improvvisamente diventata anche la mia e sarà che mi piace sperare nelle cose che cambiano, avrei avuto voglia di dir loro che la solitudine la si può anche non sentire, se solo si guarda in se stessi con un po’ di clemenza.

 

Nell’uno e nell’altro caso, dipendere esclusivamente da se stessi, a volte può diventare un peso, un sentimento che acuisce questo senso di abbandono, perché non si vive la condivisione, non si ha in quel momento, qualcuno che ti fa sentire meno solo…

70 pensieri su “Scusi, lei è single o è accompagnata?

  1. Lady Ginevra

    Mi ricordo una vignetta disegnata da un mio amico che puntava a sottolineare come si erano evoluti (involuti secondo lui) i tempi:

    in un primo disegno c’era una ragazza, docorosamente abbigliata, accanto a una palina dell’autobus, e il mio amico che le chiedeva “Scusi, lei è fidanzata?”

    Secondo disegno, ragazza conciata non vi dico come (e masticando un immancabile chewingum) accanto a un palo divelto con le indicazioni ricoperte da vernice spray, e lui che chiedeva “Scusi, lei è sua?”.

    Premetto, per chi non mi conoscesse, che sono la Diemme citata nel post: e non sono single per scelta, cioè, non sono single per scelta di essere single, lo sono per scelta di non “adattarmi”, di non avere accanto una persona che mi succhiasse l’anima, o quantomeno che non stimassi e che piuttosto vivessi come un peso morto.

    In questo senso sì, sono mia, ma mi dà una gran tristezza.

    “Come è potuto succedere?” mi chiede una persona.

    Francamente, non è che mi manchi niente, e quindi la risposta non so darla.

    Ma, soprattutto, dipende da me? Frequento tutte amiche single, nessuna gay nella fattispecie (né aspirante tale), e siamo tutte profondamente diverse l’una dall’altra: chi timida, chi estroversa, chi così e così, quasi tutte di una certa cultura, ma qualcuna eccellente, chi ricca, chi povera, che benestante, chi semplicemente tranquilla e chi riesce più o meno ad arrivare al 27. Chi ha tante storie alle spalle, chi meno, chi poche, chi una…

    Chi più libertina, chi più romantica, chi più morigerata e chi più audace, chi più giovane chi meno ma, alla resa dei conti, un denominatore comune: single.

    Uomini superficiali? Si Arthur, direi di sì. Uomini storicamente e culturalmente viziati, e quelli validi sono belli che accasati. Diceva una signora: “uomini liberi in giro ce ne sono pochi, e quei pochi è bene che ci restino”.

    Ne ho rifiutati, non dico di no, ma perché capitano sempre quando sei impegnata? Anche questo non significa qualcosa? Della persona libera che può “avanzare pretese”, hanno tutti paura?

    Ci ho provato, una decina d’anni fa, ad avere una storia: il problema è che avevo sulle spalle tutta la mia quotidianità, senza il minimo appoggio, e in più la preoccupazione di dovermi in qualche modo organizzare per trovare tempo per lui. Mia figlia era piccola, ero sola a tirarla su, e volendo evitare di condurre la storia davanti ai suoi occhi, l’organizzazione diventava difficile. Lui si lamentava. Eh già, lui si annoiava. Lui avrebbe voluto maggiormente […omissis…]: beh, io avevo una bambina di quattro anni, e non la potevo (e non la volevo) certo lasciare a casa o darle il bromuro per potermi “dedicare” a lui.

    Così avere un uomo era diventato un macigno, era solo uno che mi faceva sentire in colpa e si lamentava, e allora gli ho detto: “Caro mio, questa è la mia vita: non ti ho chiesto niente, la carretta me la tiro da sola, ma se ho bisogno di qualcuno è di qualcuno che mi aiuti a tirarla, non che ci si accomodi come passeggero, magari con un carico di bagagli suoi”.

    Inviti a cena? Certo. Organizzarsi per lasciare la bambina a qualcuno (mia madre abita molto lontano da me) per poi ritrovarsi la seconda sera scaricata in malo modo perché ancora non ci sei stata?

    Non mi piacciono questi tempi moderni. Non sono una donna moderna. Sono una donna figlia dei miei tempi, ma soprattutto condizionata dai miei tempi.

    *** e vabbè, l’amico della vignetta era il mio ex marito… ***

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  2. antonella

    io qui vorrei andarci con i piedi di piombo….se non altro perche’ spesso , in passato , mi sono sentita dire maschilista (??????).
    premetto che secondo me ognuno sceglie il proprio stile di vita e ognuno puo’ cambiarlo . si sceglie di essere o rimanere single. A volte, in determinate situazioni, questa scelta è quasi condizionata sia da fattori esterni ( figli, separazioni, denaro, ecc…) , sia da fattori interni ( paura, sensi di colpa, immaturita’, meccanismi di autodifesa, ecc…).
    Altre volte non c’e’ possibilita’ di scegliere. Nel periodo di tempo in cui non si puo’ scegliere, di solito, si realizzano tutte quelle condizioni necessarie a farci capire che dobbiamo cambiare alcuni schemi mentali. che quelli che abbiamo usato finora sono sbagliati, tant’e’ vero che ci fanno soffrire. ma quando la sofferenza diventa cronica e quasi ci si abitua in modo malsano ad essa, siamo arrivati ad un punto pericoloso. o usciamo dalla buca ( almeno proviamoci ) oppure rimarremo li’ dentro, iniziando a percepire noi stessi come vittime. bisogna avere il coraggio e la forza di cambiare gli schemi mentali che ci imprigionano. bisogna fronteggiarli, guardarli. e questo fa male. purtroppo. cosi’ succede che ci voltiamo dall’altra parte, le nostre forze le impieghiamo per parlare del problema, per parlare dello stesso problema, per riparlare dello stesso problema……. ma perche’ gli uomini dovrebbero stare a sentirci ? parliamoci chiaramente: siamo noiose in questo circolo vizioso.
    il mondo , e’ vero, e’ pieno di uomini superficiali, insensibili, egoisti, egocentrici, ecc… ecc… ecc… ma non credo che tutti quelli che non lo sono, siano occupati.
    il problema non e’ solo il difetto o l’immaturita’ di chi ci sta accanto. il problema e’ dentro di noi.
    sono immaturi per capirci ? puo’ essere vero, ma a volte ho conosciuto ragazze che avevano sulle labbra questa frase e vi giuro che per me avevano bisogno di uno psicologo. perche’ tutti gli uomini dovrebbero avere a tutte le eta’ la maturita’, la sensibilita’ per capire tuuutti i nostri problemi, tuuutti i nostri pensieri, tuuutti i nostri dubbi ? perche’ gli altri dovrebbero stare al nostro gioco egoistico di non volere affrontare i nostri problemi ?
    conclusione: la coppia si chiama cosi’ perche’ si cammina in due. verso una meta. se la meta cambia si dividono le strade. se la strada che si percorre non e’ quella che vogliamo si cammina da soli sul sentiero che e’ impresso nella nostra anima. ma senza lacrimare piu’ di tanto.
    voglio aggiungere : io sono single
    ( non ho mai capito se per scelta mia o degli altri e neanche mi interessa). so che sto bene da sola, so che mi piacerebbe avere un compagno, so che per averlo dovrei darmi una smossa ( uscire di piu’, essere piu’ civettuola, ecc…ecc…, ecc.. insomma fare tutto quello che si fa quando si cerca un compagno). so che in alcuni casi non ho saputo camminare in coppia e realizzare la coppia ( non ero pronta , o non eravamo pronti). ma ragazzi, camminare in coppia e’ come costruire un palazzo. perche’ dovrebbe essere facile l’unione ?
    e se qualcuno dice che per lui/ lei e’ facile ? voglio crederci. perche’ no ? ho visto belle coppie felici, armoniose. percio’ se qualcuno soffre e soffre troppo a lungo, non e’ colpa dei maschi immaturi, insensibili, egoisti, ecc… e poi se davvero incontriamo questi tipi….cambiamo semplicemente canale, il mondo e’ pieno di frequenze, credetemi. perche’ tanto spesso ci neghiamo la felicita’ ? il benessere ? boicottiamo la nostra stessa vita mettendoci i bastoni tra le ruote ?

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  3. Anto, io vorrei che la discussione fosse costruttiva, e vorrei non cadere nella polemica, però le tue mi sembrano belle parole prive di collegamento con la vita reale: e infatti poi sei una single, per scelta tua o degli altri non ti importa, ma sei una single a cui piacerebbe avere un uomo accanto e non ce l’ha.

    Tu una volta mi dicesti che hai ben capito che il mio standard è da Brad Pitt in su, e io ti dissi che ti sbagliavi, perché io uno come Brad Pitt non l’avrei voluto. Non l’avrei voluto perché uno che non festeggia il compleanno per paura di invecchiare, e proibisce a tutti di fargli auguri e regali, se permetti non è che mi interessi tanto, e non mi importa che sia bello o meno.

    Noi vogliamo un uomo che capisca le nostre paturnie? Uno dei discorsi più frequenti con le amiche sono le crisi esistenziali e le forte depressioni degli uomini, la loro instabilità emotiva, la ricerca di una crocerossina più che di una compagna.

    Il discorso comunque non è su chi è più cerebrale, tormentato o tormentoso, tutti noi vogliamo qualcuno che ci capisca e, come dice giustamente Nunzy, che ci ami per i nostri difetti, che legga nel nostro cuore, ci faccia coraggio quando i nostri fantasmi si affacciano; secondo me il discorso è già di per sé sbagliato quando si dice “gli uomini sono così”, “le donne sono colà”.

    Io non credo nel discorso sessista, ma nel discorso culturale sì: è della nostra cultura il detto “auguri e figli maschi” come buon auspicio, e sempre della nostra cultura “negra nottata e figlia femmina”, per indicare l’apoteosi della catastrofe. Poi probabilmente è vero che le donne sono più degli uomini, e quindi gli uomini hanno una scelta che le donne non hanno.

    Però, quello che io dicevo delle mie amiche, tra cui tu, è che siamo tutte diverse, con storie, atteggiamenti, aspettative diverse. Voglio pensare che per gli uomini sarà lo stesso: perché allora in questa società moderna non ci incontriamo più? Forse la questione è solo che non ci sono più ruoli definiti, e siamo allo sbando, affidati a un buon senso che non abbiamo.

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  4. antonella

    niente teoria diemme. la mia e’ proprio vita pratica. non e’ teoria perche’ scrivo che sono single e vorrei un uomo accanto. io ho 32 anni , fino a questo punto della mia vita ritengo di aver fatto le esperienze che volevo, belle e brutte, deludenti e gioiose . ne faro’ delle altre e non ci vedo niente di strano ( o che abbia a che fare solo con la teoria ) nel fatto che ci sia questa contraddizione in questa fase della mia vita. e’ perfettamente in orario, mi sta dicendo: ok sola stai bene, che vuoi fare adesso , a 32 anni ? quale sara’ il tuo equilibrio da qui in avanti ?
    non era assolutamente mia intenzione suscitare polemiche , anzi, il mio voleva essere proprio un commento che invita alla riflessione costruttiva.
    tu sopra scrivi:
    ” uno dei discorsi più frequenti con le amiche sono le crisi esistenziali e le forte depressioni degli uomini, la loro instabilità emotiva, la ricerca di una crocerossina più che di una compagna”.
    proprio con te parlavo un giorno di un libro chiamato ” donne che amano troppo “. illuminante. spiega ( anzi le righe urlano ) perche’ ci si ritrova davanti l’uomo depresso, instabile, che ha bisogno di una crocerossina, violento, ecc… e torniamo al punto di partenza: c’e’ qualcosa che riguarda i nostri schemi mentali, emotivi, comportamentali profondi, che vanno cambiati se no si rimane nell’infelicita’ a parlare, parlare, parlare , parlare degli uomini con le amiche. invece di vivere accanto all’uomo che vogliamo. ( ma lo vogliamo ? )
    perche’ ci sono donne felici accanto ai loro uomini che non trovano affatto instabili, noiosi, egoisti, ecc.. e insieme a loro costruiscono una famiglia felice ?
    e non mi venite a dire che non esistono coppie felici al mondo per favore.
    mi trovi invece molto d’accordo quando dici che i ruoli non sono piu’ tanto definiti. i ruoli sociali moderni non hanno niente a che fare con quelli conosciuti nella nostra infanzia. qui si deve rifare tutto. si deve vivere, cadere, rialzarsi e ripartire. perche’ quei tempi di una volta non torneranno piu’. la societa’ e’ completamente cambiata.

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  5. Sono d’accordo sul fatto che esistano persone che nella vita recitano sempre lo stesso copione, e si vanno a imbarcare sempre in situazioni analoghe che generano loro sofferenza: ho letto “donne che amano troppo”, e del ‘campione’ di donne di cui ti parlo, forse una, due, possono appartenere alla categoria (delle vittime sacrificali, aggiungerei).

    Le altre sono semplicemente donne esigenti, con le idee chiare: e qui, di nuovo, il tuo discorso mi pare di un teorico inaccettabile, almeno alla mia veneranda età.

    Probabilmente è più vero che esiste una sorta di “compensazione”, e persone molto capaci di dare si ritrovano facilmente circondate di quelle tanto capaci di prendere (ed è quello che ha ribadito Engel in un commento al mio post). E se poco poco la donna (dico donna perché è il caso che mi riguarda, e che riguarda Engel) non è disposta al ruolo di vittima sacrificale, e pretende la reciprocità del dare e dell’avere, ecco che la coppia scoppia.

    Preciso: le “donne che amano troppo” non sono praticamente mai single. Sono sofferenti, infelici, irrealizzate, ma single no: un uomo disposto a farsi amare troppo si trova, si trova….

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  6. …credo che ci si possa sentire soli anche in mezzo a tanta gente, o anche se non si è single…la solitudine è uno stato dell’anima che poco ha che vedere con il numero di persone che ci circondano…io sono spesso “sola fisicamente” ma non mi ci sento per niente…

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  7. oh che discorso complesso. ma vi rendete conto in che cosa vi siete imbarcate? 😉

    il fatto è che quando si hanno anche figli a cui pensare, il rapporto a due diventa mooooolto difficile.
    e poi c’è anche il fatto che molti (uomini e donne) rifuggono dalle responsabilità e dai “sacrifici”. nessuno vuole sacrificare ciò che pensa siano le cose belle della sua vita.
    e allora, dico io, che se le tenga.

    il commento n. 4 è de li zio so.
    e grazie anche a arthur

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  8. @Morena: mi ci hai fatto cascare…. sono andata a rileggere il commento n. 4 pensando di trovare chissà quale approfondimento filosofico-esistenziale!

    A volte i figli, anche altrui, cementano l’unione: io stessa ho sopportato mio marito più del dovuto per l’amore che portavo a sua figlia, e perché perdendo lui avrei perso pure lei, e la volta successiva è andata esattamente nello stesso modo…

    *** poi, con la produzione in proprio, è andata decisamente molto meglio… ***

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  9. Wow, non pensavo di suscitare con il mio post una discussione così accesa… la cosa che però volevo mettere in evidenza, più delle motivazioni che spingono le persone (uomini e donne… ) a restare soli, era quella sorta di malinconico senso di abbandono che avevo, con tenerezza, colto nei due post da me citati.

    Tenerezza, perché sia Diemme che la Gabry, vi si erano soffermate senza rivalsa, insomma, con una tenerezza che mi aveva fatto stringere il cuore.

    Fatta questa precisazione, vengo a voi… Innanzitutto, mi complimento con Antonella per l’analisi, per certi versi, spietata che ha fatto della sua condizione di single e devo dire che condivido quasi tutto ciò che lei ha detto, anche perché in effetti è un ritornello che negli anni ho sentito ripetersi tante volte. Io non voglio entrare sulle motivazioni che “spingono” uomini e donne (metto tutti nello stesso calderone… ) a rimanere single, dico soltanto che alle volte, questo come qualcuno dice, star bene da soli, diventa un alibi per non andare più in profondità alla ricerca dei motivi veri, se esistono, anzi, che esistono sempre e comunque.

    Come ho avuto modo di dire tante volte nel nostro angolo delle chiacchiere o in risposta a qualche post, ricominciare è faticoso, comporta tutta una serie di energie che prima d’ogni cosa, vuol dire mettersi in discussione, e uscire da quell’apatia per darsi una smossa, ne è la conferma.
    Poi, non per ultimo ma fondamentale, bisogna avere dentro di se la voglia di farlo, crederci insomma, credere nella voglia di condividere la propria vita con qualcuno, ed anche questo non è poca cosa. Terzo, bisogna crearsi delle alternative, in un certo senso mettersi in vetrina, ( ovviamente detto nell’accezione più positiva del termine… ), ed anche questo non è una cosa facile da fare.
    Non è di ricette che sto parlando, ma dell’unico modo che conosco per ricominciare, visto che, ahimè, l’ho verificato tante volte sulla mia pelle.

    E poi, mettersi in discussione significa ripercorrere con senso critico la tua vita passata, anche alla ricerca delle cose che sono andate storte, per cercare di porvi rimedio, o perlomeno, per cercare di farlo.

    E’ vero Simo, la solitudine è uno stato dell’anima… ecco, ciò che voglio dire, scappare da questa situazione che in qualche modo ci fa sentire prigionieri di noi stessi, e dopo un po’, senza tante alternative.

    ps: per il commento n. 4… anche a me piace molto Morena Fanti.

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  10. Ricominciare un corno. Non mi va. Perché dovrei “rimettermi in gioco”, riraccontarmi, ripercorrere le tappe della speranza e dell’illusione per ritrovarmi con ferite che non ce la faccio, non ce la faccio a sostenere.

    Ne ho visti di uomini “prima” e “dopo”, in quello che io chiamo “l’effetto mostro”, lo stupore del “ma come, mi amavi, non mi avresti mai fatto del male, e ora farmene è diventato il tuo sport preferito? Perchè, PERCHE’, e soprattutto, chi sei?”

    E’ quello il mostro che è in me, quello di cui parla Antonella nella risposta al mio di post? E’ la paura? Non stento a crederlo.

    Anche di soffrire uno si stanca, e alla fine preferisce i bot nazionali ai bond argentini, o a quegli altri come accidente si chiamano che hanno rovinato tanta gente, che promettono alti guadagni se vanno bene, ma che nella maggior parte dei casi ti mettono ko.

    *** scusate, è solo un momento, passerà ***

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  11. Single-tudine che fa tanto rima con solitudine ma che è ben altra cosa!
    Ho vissuto brevi periodi da single, per la maggior parte della mia vita sono stata “accompagnata”, quindi che ci faccio in un post come questo in cui si parla del contrario?
    Ci sono perchè ho voluto raccogliere la provocazione di Arthur nel punto in cui scrive di aver conosciuto poche persone che riescono a fare autocritica sulla propria vita sentimentale, quindi commento col proposito di farne un po’.

    Non è facile saper stare da soli, ora lo so, ma in passato ho speso molte energie nel cercare di scacciare quello che per me era un vero e proprio spauracchio.
    Non sapevo star sola, forse a causa della mia poca autostima, cercavo nella persona che mi stava accanto un sostegno più che una comunione di intenti e di pensiero.
    E questo sostegno l’ho sempre trovato, sotto forma di protezione, di incoraggiamento, che ho scambiato per amore.
    E forse lo è, nel senso che anche quelle sono componenti dell’amore, ma non è tutto, non è abbastanza almeno per me, per quella me che sono oggi.
    Crescendo ho imparato, tra le altre cose, che concedersi una salutare solitudine può assicurarci, a lungo termine, una maggior serenità.
    Ma allora non sapevo ragionare a lungo termine, a vent’anni vedi solo il breve termine, al massimo il medio termine, ma non certo il lungo!
    Poi entrano in gioco tanti fattori, non ultimo l’educazione ricevuta, se cresci in una famiglia in cui la donna è realizzata solo attraverso il matrimonio è molto difficile poi uscire da questa ottica.
    Non ho saputo dare uguale valore alle cose belle della vita senza mettere sempre un uomo al primo posto, oggi lo riconosco, oggi lo so.

    Essere single non dovrebbe essere sinonimo di solitudine nè di isolamento ma di indipendenza vera, di libertà di pensiero e di valori autentici a prova d’uomo, cioè svincolati dagli altrui desideri.
    Poter star soli senza compiacimenti di sorta nè lamenti, ma solo con la consapevolezza che ciò che abbiamo è vero, autentico e lo sappiamo davvero apprezzare.

    L’indipendenza è una conquista, non solo economica ma anche e soprattutto mentale, è un percorso che non accetta scorciatoie, in una società in cui la scorciatoia è quasi sempre premiata.
    E allora che fare? Immolarsi per la causa? No, certo che no, dico solo che nella vita tante cose cambiano e mi piace pensare che ciò che cambia, poi in qualche modo, ritorni o lo si ritrovi.
    Altrove, in altre forme, sotto altre vesti…e allora anche l’arte, la letteratura, la musica non sono il riempitivo di un destino sfortunato o il paliativo di scelte sbagliate, ma solo mezzi per allargare i propri orizzonti.

    Si dice che così però non ci si cali nella realtà. Io dico solo che è semplicemente un’altra realtà, un luogo di ristoro, di calma, da cui si guarda la tempesta.
    Certo non basta guardarla…ma quello è il primo passo.

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  12. Appunto, è un’altra realtà. Io mica ho detto che ho una vita vuota, tutt’altro, e le maggiori conquiste della mia vita le ho fatte in questi anni di singletudine.

    Però l’uomo è un animale sociale, e io penso che ogni persona sia più completa con un/a compagno/a a fianco. Io credo nella storia delle anime che arrivano sulla terra divise in due, per poi potersi rincontrare e ricostruire quell’unità che è la sola condizione che le completa.

    Poi, per carità, l’indipendenza economica, mentale, e palle varie… tutte cose che avevo ancor prima di sposarmi, e da lì… non mi sono spostata.

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  13. Lady Gi (posso abbreviare?)…nel mio commento parlo solo ed esclusivamente per me, parlo della mia esperienza, non della vita da single o accompagnata altrui, piena o vuota che sia…anche volendo non potrei, perchè non la conosco.

    Alla storia delle anime che arrivano sulla terra divise in due ecc. ecc. ci credo anch’io, malgrado tutto, pensa un po’!
    Fa parte dell’altra realtà 🙂

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  14. Mi ricordo quando mia suocera (quella vera) ci invitava a pranzo fuori, passava i soldi di nascosto a mio marito per far vedere che era “l’uomo” a pagare.

    Mi ricordo la mia vicina, quando ebbi problemi con un meccanico e dovevo andare a ritirare la macchina, mi disse “Vacci con un uomo: sai, quando vedono un uomo non se ne approfittano!”.

    Ecco, queste affermazioni mi hanno sempre lasciato di stucco: io mi considero, di fronte alla vita, non una donna, ma una persona, e non mi sento certo a disagio se devo pagare un conto (ho girato il mondo!) o discutere col meccanico.

    Questi sono abiti mentali che portano spesso una donna ad accettare compromessi che le fanno perdere un parte di sé, pur di non stare da sole. Poi magari si sentono sole sentimentalmente, e allora vanno cercando “l’emozione”, spesso mettendo il piede nelle famiglie altrui (e su questo, i dispiace, non concordo affatto).

    E allora sì che bisognerebbe capire che “singletudine” non è solitudine, che i tempi grazie al cielo sono cambiati, che si può affrontare la vita da soli con gioia e pienezza.

    *** come ci ha insegnato la signorina n. 18, che è tra quelle che ho più amato ***

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  15. Ma ti pare che non ho colto???? Morena, io ti faccio le dichiarazioni appassionate, e tu mi calunni???

    Io adoro le signorine a colori, veramente ognuna di loro mi ha dato qualcosa.

    Signori, e signori, ho il piacere di consigliarvi, come strenna natalizia, ma solo per gli amici più cari, più attenti, più sensibili, più fantasiosi, insomma, quelli più colorati… l’e-book della stagione!

    Rullo di tamburi… ta ta

    Fai clic per accedere a volume.pdf

    Con la presentazione di Morena Fanti.

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  16. sì, erano tutte single.
    d’altronde signorine si chiamarono.
    a colori, ma sempre signorine.

    arthur non brontolerà per l’uso improprio del suo spazio, vero? oggi mi va di non lavorare e quindi… (fa rima ma non lo scrivo và. oggi faccio la seria)

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  17. L’ho tolto per dar spazio a Lady Ginevra (così si è illusa di essere arrivata prima di me con il collegamento… hihihihihihihiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! )ma non dirglielo mi raccomando.

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  18. Evvabè, ecco la verità: stavo modificando il commento per mettere il collegamento ipertestuale e improvvisamente, buhm! si è incasinato tutto il commento per cui l’ho tolto.

    E a proposito… a me i confetti non piacciono!!!

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  19. L’hai già detto… e ti risposi all’epoca che li dobbiamo solo offrire, tu puoi pure non mangiarli!

    Morena, sto scrivendo qualcosa sul mio blog per darti il giusto “grazie”, ma con una concentrazione che non supera i 3 secondi a volta è difficile… devo pure cercare tutti i link, ma lo farò, ti pare che non ci riesco?

    *** e chi mi ruba l’idea peste lo colga! ***

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  20. Potrebbe essere l’incipit per una nuova sfida: “La sposa eccentrica”, che ne dici?

    Considerando quello che è venuto fuori per la signorina a colori, ne vedremmo delle belle!

    Menù nuziale:

    coratella coi carciofi
    coda alla vaccinara

    e q.a. (scusa pan)

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  21. “C’era chi si sposava per amore, chi per interesse, chi solo per vantare una fede che già cugine e sorelle, anche quelle più giovani, già sfoggiavano al dito da tempo.

    Lei aveva l’animo da single, era decisamente una libera pensatrice ma, ahimé, era nata nell’epoca sbagliata, dove conveniva alle signorine per bene trovare una sistemazione adeguata perché l’onore della famiglia restasse immacolato.

    Fu così che quando incontrò… ”

    *** che ne dici, può andare? ***

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  22. L’immagine la fa Arthur sine dubio, per suonare ci pensa Pani (ma anche qui Arthur sa il fatto suo), per cantare abbiamo Piccola Ema, Brandy, Eliduin…

    *** Hai voglia a cantare e a suonare… ***

    Poi, se ci vogliamo aggiungere la danza del ventre, ho pure la mise adatta…

    *** mise = misura ***

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  23. Lady Ginevra venne oggi nei miei pensieri e mi invito’ ad unirmi alla vostra discussione e un disastrino come me non puo’ non correre…ho riletto tutto per essere in grado di formulare un pensiero concreto nel mio essere aerea…a differenza di Elle io ho passato buona parte della mia vita sola. Fino a quasi 30 avevo scritto in fronte: non rompetemi le scatole…sto bene da sola…molto bella (ora gli anni incalzano e anche troppo un carina) ma molto sulle sue, di compagnia fin che vuoi ma respingevo (x’ volevo respingere)…poi qcs è cambiato e ho iniziato a infognarmi…innanzitutto storie lontane (così avevo la mia libertà), mai scesa a compromessi (la mia libertà prima di tutto) fino a qdo non mi sono imbattuta in una serie di fantasmi: prima di tutto il vecchietto che ci prova e poi non riesce, poi lo sbirro e infine il francese o uomo sulla fune. Ma perchè mi piacciono tanto? il vecchietto mi da’ quell’emozione che non ho mai provato, gli altri due un’attrazione mentale e fisica pazzesca(personaggi belli colti intelligenti)…peccato tutti e tre intrappolati nel proprio passato. E’ da un paio di anni che corro dietro a fantasmi, ma in realtà x’ è bello avere qcn di eccitante a cui mandare mail e msg particolari e riceverli (sono stufa cmq di corteggiare) ma è anche bello avere tutti i propri spazi (montagna palestra casa in campagna scrittura lettura dipingere casa nuova amiche ecc)…forse mi è andata bene fino a ieri (inizio del mio viaggio) qdo ho chiesto di più e il francese non è il momento giusto lo sbirro è intrappolato nel suo baule…parlo di queste tre storie ma non vissute insieme anzi vissute quando? forse nella mia fantasia…single??? forse sono zitella nell’animo…come ho scritto da diemme e da me sento il profumo di mamma (il mio desiderio piu grande) ma in un contesto familiare e se continuo a rincorrere queste mezze ombre mi ritrovo spiaccicata contro il muro. E poi qcn dice: non si è soli x’ lo si vuole essere? Si, siamo sole x’ stiamo bene cos’….sono una sigle che ha intrapreso il viaggio ma era sola anche qdo aveva un mezzo moroso x’ più di una volta a settimana non lo vedevo…qdi a me la solitudine non fa paura x’ non conosco il contrario…sto bene con me stessa e ho la vita piena di amici di hobby…ma vorrei qcn accanto a me…non so se riuscirei a vivere con qcn ma mi piacerebbe provarci…vi abbraccio

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  24. credo che in qualche modo non mi sono spiegata tanto bene. nel mio post non intendo dire che la mia amica che si sposa si sia realizzata e io invece no. intendevo dire che mi fa strano rendermi conto che stiamo crescendo e che le vite di due persone tanto vicine siano tanto lontane… non credo che il matrimonio sia la realizzazione. credo che sia l’inizio di un percorso. ma non significa che sia migliore o peggiore di altri persorsi

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  25. Innanzi tutto, ben trovata Gabry e poi… si è vero, io l’avevo intesa così, ma l’ho vista come una cosa tenera, niente di negativo, e infatti l’ho anche scritto nel mio commento.

    Ieri, guarda caso, ovunque mi girassi, l’argomento single spuntava fuori prepotentemente, il post di Diemme, il post e i commenti di Stella, alcune discussioni fatte alcuni giorni prima con degli amici, e poi il tuo post, che in effetti si differenziava nella tematica di fondo, ma che in qualche modo poteva rientrarci, ecco il perché della citazione.

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  26. Piemme, per le donne è diverso prima piangono poi qdo si rendono conto di come stanno bene altro che festeggiare folleggiare è la parola giusta….cmq do ragione a Diemme e Arthurino la fune posso usarla per agganciarli tutti e tre e poi farne un bel falo’….fune tagliata tagliata tagliatissima…comunque io sono sola anche quando ho il moroso quindi ripeto: al diavolo tutti i fantasmi….baci

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  27. @Piemme: noi pure festeggiamo quando torniamo single, è quando ci rimaniamo che cominciano i problemi!

    Problemi che mi pare tu non abbia proprio avuto…. qui abbiamo perso il conto delle donne che ti hanno concupito non appena sei tornato sulla piazza!

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  28. Però, lo vedete che siamo, da un discorso esistenziale serissimo siamo andati a finire alle polpette col sugo avvolte in tre strati di tulle, la sposa eccentrica, il cugino sciupafemmine…

    *** siamo ragazzacci! ***

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  29. single depressa assolutamente in incognito

    Versione riveduta e corretta di “La spagnola” di Gigliola Cinquetti:

    Di wordpress son la zitella
    priva io son dell’amor
    tutti mi dicon: “zitella,
    modera tutti i tuoi ardor!”
    Di wordpress son la zitella
    priva io son dell’amor
    tutti mi dicon: “zitella,
    modera tutti i tuoi ardor!

    Denti stretti nel soffocar l’amor
    la zitella vive così
    rosicando la notte e il dì.
    Denti stretti nel soffocar l’amor
    la zitella vive così
    rosicando la notte e il dì.

    Vorrei con tutto l’ardore
    qualcuno sincero con me
    degli anni miei il vigore
    tutto ho perduto, perché?
    Vorrei con tutto l’ardore
    qualcuno sincero con me
    degli anni miei il vigore
    tutto ho perduto, perché?

    Denti stretti nell’aspettar l’amor
    la zitella vive così
    con rimpianti la notte e il dì.
    Denti stretti nell’aspettar l’amor
    la zitella vive così
    con rimpianti la notte e il dì.

    Sguardi che mandan saette
    movenze di voluttà
    le labbra son tumidette
    vorrei il paradiso toccar.
    Sguardi che mandan saette
    movenze di voluttà
    le labbra son tumidette
    vorrei il paradiso toccar.

    Denti stretti nell’aspettar l’amor
    la zitella vive così
    con rimpianti la notte e il dì.
    Denti stretti nell’aspettar l’amor
    la zitella vive così
    con rimpianti la notte e il dì.

    Olè!

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  30. Beh, sarai anche una zitella, ma come schasonnier non sei niente male…

    Non so chi tu sia, ma devo ammettere che al di là delle tue vena poetica, mi piace la tua ironia.

    Depressa? Parliamone…

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  31. Ciao Arthurino, ciao Piemme, ciao Diemme e ciao a tutti… sono venuta a fare un salto qua dopo che nel mio blog ho risposto (sempre lo stesso tema, ormai è una costante) ad alberto…fateci un salto e leggette quello che ha scritto…una visione molto positiva di tutte le batoste prese…io non concordo totalmente xo’…come ho scritto…
    mia mamma dice che sono una zitella dentro…sarà??? vi metto il link x leggere il commento di alberto:

    Giorni strani, ma il sole splende


    vi devo dire quello che ho commentato li lo penso davvero…a un certo punto ci si stufa di correre dietro e ci si gode l’essersi fermati…ci si senti anche un po’ stupidi x aver corso tanto x ombre che nn ci meritavano…
    un abbraccio

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  32. uff, quanto si scrive anche qui!
    Sarò breve… (A proposito, la sapete la barzelletta di quel medico che si presentò ad un simposio internazionale sul coitus interruptus ed esordì dicendo proprio così: sarò breve…? questa era per Dm, a lei piacciono).

    Quello che a me non piace, che non capisco, è quando un single si professa tale e denigra chi vive in coppia e viceversa. Così come non mi piace chi definisce una sciocchezza il matrimonio solo perché il proprio si è rivelato un fallimento. E quindi ancora, guardo con comprensione ma anche con un pizzico di severità le donne che sparano a zero su ex compagni o ex mariti.
    Io paragono me stesso ad uno strumento musicale: a volte suono bene da solo, qualche volta sono capace di virtuosismi ma preferisco sempre la compagnia di un altro strumento fidato. Ci sono altri invece che sono abili virtuosi ma incapace di suonare in un duetto, trio od orchestra.
    Ecco, secondo me si tratta solo di capire che razza di strumento siamo ed accettarsi per quello che si è.

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  33. @Pani: sbagli, a me non piace il coitus interruptus 😆

    Secondo me i single che deridono chi vive in coppia sono degli abissali rosiconi che se la raccontanto: io, da parte mia, devo ammettere che almeno non mi autoinganno, quardo con affetto chi vive (con sincerità) in coppia, e con una punta acuta di nostalgia o rimpianto che dir si voglia..

    Per me il matrimonio è un istituto sacro, e meraviglioso (sempre quando è vero… ), e anche qui, mi tiro fuori dalla categoria che citi.

    Per quanto riguarda invece lo sparare a zero sugli ex… beh, forse non appartengo neanche a questa categoria, ma comincio ad avere qualche dubbio in più: perché credimi, la rabbia che ho con loro per aver distrutto qualcosa che poteva essere sano e bello ogni tanto si è fatta sentire.

    *** Poi, ho voltato anche quella pagina ***

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  34. Wow, Pan… mi piace il paragone con gli strumenti musicali (a proposito, ti aspettavo… ), e mi trovi d’accordo con tutto ciò che hai detto.

    Anch’io preferisco la compagnia di uno strumento fidato, ma a volte succede che malgrado si tenti l’accordatura perfetta, le stonature riemergono e il suono risulta stridente.

    Il problema è che non sempre è facile riuscire a mettersi da parte, per dar spazio alla persona che ti sta accanto e necessariamente il rapporto, se ha avuto un inizio, va a farsi benedire o nella peggiore delle ipotesi, non incomincia neanche.

    Sugli ex… beh, malgrado tutto, le mie ex le ricordo con tenerezza; il tempo ha provveduto abbondantemente a curare le ferite e a metabolizzare i torti ricevuti (se ci sono stati… ) e quindi, le cose brutte me le sono buttate dietro le spalle, per mia fortuna e poi, per natura, non riesco a serbare rancore.

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  35. non per niente prima dei concerti gli orchestrali accordano gli strumenti. E li regolano anche durante le pause.
    Non esiste un accordatura perfetta, anzi, esistono più accordature: Mesotonica, Kirnberger, Werkmeister… anche se poi sono cadute in disuso a vantaggio di quella temperata.
    Insomma, due che suonano insieme hanno bisogno di pause, regolazioni, verifiche, esercizi, pratica. Se poi non si riesce più a suonare insieme è inutile riversare le proprie mancanze sull’altro. Gli errori sono di entrambi.

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  36. lucy

    Ci sono anch’io a farti gli auguri per questo magico mondo di Artù!!!
    Essendo poco avvezza alla disciplina e avendo costantemente nemico il tempo, non sono mai riuscita ad entrare nella vostra rara e preziosa nicchia di amici, ma un commento al tuo scritto lo voglio fare.
    Ti domandi se esistano persone , affettivamente insoddisfatte, che sappiano fare anche un po’ d’autocritica.
    BEH, ECCOMI!!
    Ho sempre sentito che la mancata realizzazione di un buon rapporto dipendesse anche da noi, in questo caso da me.
    E, invece di mettere naso e bocca su tutti i possibili difetti/mancanze/malefatte blabla dell’ignobile sesso , mi sono chiesta: e se tutto questo schernire gli uomini (tirando in ballo pessimistiche statistiche sui rarissimi esemplari papabili in via d’estinzione) fosse una nostra, di noi donne, difesa per non mettere naso, bocca e occhi dentro al nostro cuore e al terrore di essere abbandonate?
    Spesso, per consolare amiche che lamentano difetti dei loro compagni dico: cosa ci vuoi fare, è pur sempre solo un uomo”.
    Ma sono certa che anche gli uomini possano dire questo di noi.
    La natura ha voluto che fossimo diversi e lo saremo sempre ma è proprio questo il bello. Se così non fosse non potremmo imparare a “condividere” e “giocare” trovare il gioco stimolante, e appassionante.
    Ho impiegato anni di caos e rapporti sbagliati, per capire che “non si sente bene che col cuore” e trovare l’amore di cui avevo bisogno.
    Ma ho dovuto fare i conti con la paura (che pensate, all’inizio lo rendeva insipido ai miei occhi, solo perché molto attratto da me) e l’istinto di scappare, distruggerne la personalità e ritrovarmi nuovamente sola ad aspettare Godot.
    Non è stato facile superare la diffidenza, sminuirlo era un modo per dire a me stessa: è un bel tipo, età giusta, può avere stuoli di femmine pronte ad abbattersi per averlo (è vero che i papabili sono una rarità e che statisticamente l’uomo è avvantaggiato) e quindi so già che, una volta conquistata la mia fiducia, mi lascerà con le chiappe per terra. Era fondamentalmente questa equazione di base che mi portava a restare “al sicuro”, senza il rischio di attraversare “la grande acqua” della paura.
    Beh, avrò scritto fino a tediarvi (non so se usare il tu o il voi) e l’ho fatto di getto pensando alla cara Diemme, che mi ha detto che ti sei ricordato di me e a te, che meriti tutta la nostra amicizia.
    Saluti a tutti
    AUGURI ARTHUR!
    Lucy

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  37. Mia cara Lucy, innanzitutto grazie per essere venuta anche tu a battezzare questo mio nuovo angolo, che ti confesso sto cercando di coccolare come una cosa preziosa, perché è tramite “lui” che riesco ad ascoltare il vostro pensiero.

    Evvabè, bando alle ciance… leggendoti ho subito pensato: “Wow, un’altra donna che fa autocritica… “ … è già, non è cosa poi così tanto facile da trovare oggi e i motivi li hai appena elencati tu, trincerarsi dietro questa presunta mancanza di uomini perché i papabili sono già tutti impegnati…

    Mannaggia quante volte l’ho sentita questa storia ed io che dicevo che non era possibile, che doveva pur esserci un’altra spiegazione e, in effetti, la spiegazione c’era e tu stessa l’hai appena detta… forse una vostra difesa e bla, bla, bla…

    Torniamo sempre al punto di partenza, a quello che amo definire “l’essenziale” e cioè guardarsi dentro, abbandonare ogni pretesa facendo autocritica, per quanto sia possibile e poi “rendersi disponibili”, cioè credere che si ha di nuovo voglia di ricominciare e questo nel momento in cui avviene, l’altro lo sente, sente questa disponibilità a lasciarsi andare, senza preconcetti, provando, perché no, dandosi l’opportunità di farlo.

    E da qui che si ricomincia.
    E questo vale anche per gli uomini, è giusto dirlo, perché non vorrei si pensasse che è un argomento a senso unico.

    Grazie ancora Lucy, ti aspetto ancora, anche con le tue poesie.

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  38. E va bene, lo ammetto, ho paura.

    Non l’avreste voi al posto mio? Arthur sa qualcosa, che non mi sento di dire pubblicamente, ma una storia minore ve la voglio raccontare.

    Mi capitò un ragazzo (toh, era un architetto), che sembrava avere tutte le qualità di cultura e pulizia morale che cerco in un uomo. Non ne ero innamorata, e in genere non mi vado a imbarcare in storie che non mi interessano. Ma lui era così straordinario (di modi… ), così puro e cristallino, intelligente, affettuoso, pieno di interessi, di attenzioni…

    Insomma, dissi a me stessa che le persone di cui in passato mi ero innamorata non erano state persone che mi avevano reso felice, che si erano rivelate non essere l’anima gemella, e ho voluto darmi una possibilità diversa.

    Beh, ha funzionato: dopo pochissimo ero stralegata a lui ma…
    diciamo che successivamente ebbe degli impedimenti…

    Soffrii come un cane ma una cosa mi bruciava più di tutto: CHE MI CI ERO PURE SFORZATA!

    Mai più. Se mi innamoro (ricambiata), bene, posso pure pensare di rischiare, di provarci, di darmi un’altra possibilità.

    *** ma certo mai più mi ci sforzerò… ***

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