Potrebbe bastare un fiocco?

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Forse viviamo in un mondo che è pieno di solitudine?

E’ una domanda che mi pongo ormai da un po’, ma alla quale non so dare una risposta, ahimè.

Ieri ho saputo che una persona che conoscevo era morta in modo accidentale e malgrado non l’avessi mai frequentato, pur conoscendo la sua storia, mi è dispiaciuto molto. Separato dalla moglie da circa vent’anni, aveva poi rotto anche con il figlio che, ad un certo punto, non ne aveva più voluto sapere nulla. In tutto questo tempo, ha vissuto senza più rifarsi una vita – un’altra donna, un altro figlio – e tranne i genitori, frequentava pochissima gente. Niente amici dunque.

E malgrado siano passati diversi anni, non ha mai provato a riprendere il rapporto con il figlio e allo stesso modo, anche il figlio non lo ha mai cercato. Non l’ho mai capita questa cosa, non era successo nulla di irreparabile, ma l’orgoglio forse, senz’altro la paura di un rifiuto, aveva messo fine ad un rapporto che magari provandoci, quando ce n’era l’opportunità, si sarebbe potuto ricomporre.

In effetti, era successa la stessa cosa tra lui e il padre, che andato via di casa, aveva rotto con tutta la famiglia, figli compresi. Come è strana la vita!

E’ una storia triste, soprattutto perché la sua morte si è portata con sé un fardello difficilmente risanabile per un figlio che, allo stesso modo, non ha mai avuto il coraggio di affrontare un confronto con il padre, lasciando che il rancore, e quel che è peggio, l’odio e l’indifferenza, calasse inesorabilmente tra di loro.

Una storia come tante a dire il vero, con una costante, l’incomunicabilità, che secondo me è il vero male di questo nostro secolo controverso, con profonde radici sulla mancanza di valori veri, anche i più elementari, i ruoli, il rispetto, la condivisione, e non per ultimo l’amore e l’affetto, lasciando spazio all’indifferenza e al rancore, pur vivendo la vita con sofferenza.

E sì, penso che Lui abbia vissuto nel dolore tutti questi anni, così come il figlio immagino. Ma cos’è che impedisce alle persone di fare un semplicissimo gesto, magari porgere una mano?

Meglio soffrire. Piuttosto la solitudine.

Ma che enorme tristezza è mai questa!

Evvabè, potrebbe bastare un bel fiocco per fare pace con il mondo intero?

Il mare!

My beautiful picture

Non so cosa sia stato, ma all’improvviso ho aperto gli occhi e ho visto una luce che filtrava dalle persiane socchiuse. Sono stato per un attimo lì senza pensare a nulla, poi mi sono alzato, una rinfrescata al viso, ho messo il primo costume che c’era a portata di mano e con un asciugamano appoggiato sula spalla e una felpa, mi sono diretto verso la porta di casa che, attraverso la sua lunetta di vetro e ferro battuto, lasciava intravedere un cielo azzurro limpido senza l’ombra di nulla.

Il mare era davanti a me fermo, piatto, come fosse una tavola, un’enorme lastra di cristallo che rifletteva in quell’ora mattutina la luce del sole che stancamente incominciava ad alzarsi. Sono rimasto lì incantato, come se quello spettacolo non lo avessi visto mai, per un attimo appoggiato agli stipiti massicci della porta azzurra, mi sono concesso il piacere di ammirare quella meravigliosa bellezza; ho fatto un respiro profondo e gli sono andato incontro. Delle piccole onde timidamente si adagiavano sulla spiaggia, ed era quasi tenera la cosa, il pensiero di tutta quell’acqua che riusciva delicatamente a fare sentire la sua voce, malgrado la sua potenza, mi affascinava, mi proiettava in una dimensione fantastica, dove realtà mista a fantasia riuscivano a fondersi nell’immagine di uno spettacolo surreale. Continua a leggere “Il mare!”

Primavera e…

Tanto tempo fa, in un articolo di Elle, si parlava di primavera ed io, rispondendole, le dicevo più o meno così:

Proprio sicura che la primavera promette e illude soltanto?

E’ vero, in autunno cadono le foglie, non prima di cambiar colore, con sfumature esclusive, irripetibili, quasi a voler dire timidamente: c’eravamo, ci siamo, ritorneremo ancora.

Ed è proprio in primavera che ritornano, hanno mantenuto quella promessa fatta sottovoce, ma solo ed esclusivamente per noi.

E poi in autunno piove alle volte, un assaggio di ciò che sarà ed ancora, uno stimolo per la nostra creatività, la voglia di cambiare vestiti, di sentirsi diversi.
E lo si è ancora di più in primavera, perché tutto sorride, è una gioia per i colori, poi dopo un temporale…

E tra le lenzuola, che bello attardarsi al calduccio alla ricerca di coccole!

Concordo, VIVA, non mi ricordo più cosa, anche perché la primavera, come l’estate, l’inverno, e l’autunno, è comunque sempre una rinascita, quasi un ricominciare; peccato che non ci siano più le stagioni!

La mattina esco di casa in giacca e cravatta, nel pomeriggio tolgo la giacca e slaccio la cravatta, la sera rimpiango di aver lasciato a casa l’impermeabile.

Viva l’estate e senza andare alla ricerca di un punto dove andare, portati dentro anche la primavera, vedrai che tutto ti sembrerà ancora più facile!

E’ dedicato alla primavera il secondo numero di The Best Magazine, anche questo mese ricco di collaborazioni, tutto da leggere, non prima di averlo sfogliato su Issuu, per la gioia dei “vostri” occhi.

‘nnagg… ! Continua a leggere “Primavera e…”

Sogni…

          “ A letto di già?”

“Sì, sono stanca, non vedo l’ora di andare a letto, così tra i miei libri e i miei sogni, riesco a chiudere un po’ meglio la giornata… “

          “E’ forse un modo per fuggire dalla realtà?”

“No, la realtà la vivo in tutta la sua immensità, solo che alle volte ho bisogno di chiudere la porta, perché altrimenti mi soffoca. ”

          “Insomma, è una valvola di sfogo, un momento… “ Continua a leggere “Sogni…”

” La ricerca della Felicità “

Ieri sera ho visto un bel film di Gabriele Muccino, “La ricerca della Felicità”, dove il protagonista, Chris, vive insieme al suo bambino tutta una serie di disavventure.Indossando sempre il suo abito migliore, Chris, con l’orgoglio di chi non può e non vuole mollare, cerca di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni della metropolitana.

Alla fine, riuscirà a trovare la sua tanto desiderata felicità.

Un film alla rincorsa del sogno materialistico americano, ma che offre diversi spunti per una riflessione.

La ricerca della felicità. Vivere un giorno dopo l’altro alla ricerca della felicità potrebbe voler dire che non è poi tanto facile trovarla, si rincorre e magari dopo averla trovata, ecco che scappa di nuovo, per una disavventura, un dispiacere improvviso.

Ma cosa è poi la felicità? Immagino che se dovessi chiederlo ad ognuno di voi, le risposte sarebbero una diversa dall’altra, e questo vuol dire che in assoluto non esiste una felicità uguale per tutti?

Bella domanda; personalmente ho l’impressione che spesso siamo noi stessi a negarcela, magari inconsciamente e non per una sorte avversa. Rincorriamo a volte talmente tanti desideri (che non hanno niente a che vedere con i sogni… ) che poi alla fine non sappiamo più quale è quello che ci fa stare bene veramente e allora si vive una vita fatta di scontento, perché tutto ciò che si ha non è mai abbastanza.

E’ un po’ come vivere sempre con i paraocchi, perché raggiunto un obiettivo, se ne rincorre un altro, senza aver avuto il tempo di godere quel poco o tanto che si è ottenuto, una rincorsa che inevitabilmente ci porta ad aumentare le nostre aspettative e questa benedetta “felicità” si rischia di non raggiungerla mai.

Nel film la felicità s’identifica con il benessere economico, che poi era stato la causa della separazione tra Chris e sua moglie che, nel film, non ha certo un ruolo edificante, perché sempre scontenta e isterica, pur supportata da validi motivi e qui probabilmente si evidenzia la concezione che Muccino ha delle donne.

Per quanto mi riguarda, non so esattamente se io sia felice oppure no, ma so senz’altro di essere sereno con me stesso e soprattutto con gli altri, non rincorro l’impossibile e neanche ritengo che sia indispensabile farlo, con cura coltivo i miei affetti, perché credo siano l’unica mia vera risorsa.

Sto bene con me stesso e penso che riuscirei a star bene anche su di un’isola deserta, anche se un po’ di compagnia devo ammettere che non ci sta per niente male.

Bene, forse mi accontento di poco e se questa è felicità, beh, devo dire che io sono felice.

E voi?